martedì 31 dicembre 2013

Buon Anno a Crescentino

Buon Anno a Crescentino nel mio ultimo Capodanno da sindaco. 


Sono anni difficili non solo per l'Italia, ma il nostro Paesello sta vivendo davvero un periodo duro, e spesso torno a casa dal Comune sconvolta per le storie tristissime che i cittadini vengono a raccontare, chiedendo aiuto e conforto.

Spero con tutto il cuore che il futuro prossimo ci riservi nuove possibilità, oltre a quelle in verità scarse che sono apparse finora.
E' come se anche i più intrepidi avessero messo il coraggio in banca, per ritirarlo fuori al momento opportuno. Auguro a ciascuno di tenersene sempre in tasca un pezzo, di coraggio, perché serve ogni giorno, a chiunque.

A maggio ci attendono le elezioni amministrative. Auguro a tutti i miei concittadini di continuare ad allevare la passione politica coltivandola con il cervello e non con altre parti meno nobili del corpo. Ho sempre apprezzato la dialettica del confronto, mi infastidiscono (ma li considero nel corso naturale delle cose) il vuoto istrionismo, la ricerca del consenso a qualsiasi costo e soprattutto l'abbandono dell'intelligenza.

Leggo sul blog di Mauro Novo che avrei fatto una "furba provocazione" esprimendomi a favore delle Primarie nel PD crescentinese. Non capisco né la furbizia né la provocazione. Il mio modo di ragionare è completamente diverso, in privato e in pubblico. Pur rischiando di stupire anime poco candide, continuo a essere convinta che l'esercizio delle Primarie, cui il PD ha fatto spesso ricorso negli ultimi anni a livello nazionale ma anche locale (come nel caso delle Amministrative di Trino), sia il percorso migliore per una scelta democratica e popolare delle decisioni politiche da adottare. 
Dire quel che si pensa è provocare? Talvolta ho l'impressione che a Crescentino Candide non sia passato. Io non mi vergogno di quel che penso, dovrebbero vergognarsi quelli che mi vorrebbero zitta.
E con ciò, gente mia, per ora passo e chiudo. Ricordo a tutti quelli che continuano a mandar insulti e provocazioni non firmate a questo blog, di non sprecare tempo: ma se decideranno di firmarsi, pubblicherò ben volentieri. Come sempre. 
Buon anno!!!

lunedì 30 dicembre 2013



"NATALE DI VOCI&NOTE"

Concerto Polifonico


Crescentino, giovedì 2 gennaio 2014
ore 21:00


Confraternita di San Bernardino

Il concerto corale dell’ottetto misto Voci&Note vuol essere un saluto per il Natale e il Nuovo Anno, con alcuni tra i più noti brani della tradizione natalizia: “Astro del Ciel” in tedesco, inglese e italiano, “Tu scendi dalle stelle” sia nella versione napoletana “Quanno nascette Ninno” scritta dall’autore S. Alfonso de’ Liguori sia in quella più nota in italiano, gli antichi brani “Adeste Fideles” e “The First Nowel”, i più recenti e laici “Jingle Bells” e “White Christmas”. E poi pezzi tradizionali che ci giungono da Polonia, Francia e Germania, da Inghilterra, Irlanda e Stati Uniti. Non manca ovviamente l’Italia. Con alcuni “gioielli” che ci giungono dal Medio Evo sono quasi mille anni di musica corale. Dulcis in fundo si potrà ascoltare anche un brano intitolato “Ab Woon”, cioè Padre Nostro, cantato dal solista in aramaico, la lingua in cui probabilmente fu insegnato da Gesù.


martedì 24 dicembre 2013

E' il momento degli auguri, senza se e senza ma...



Tanti cari auguri di Buon Natale con questa celebre poesia di Guido Gozzano che ha  accompagnato l'infanzia di molte generazioni



LA NOTTE SANTA

- Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!
Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei.
Presso quell'osteria potremo riposare,
ché troppo stanco sono e troppo stanca sei.

Il campanile scocca
lentamente le sei.

- Avete un po' di posto, o voi del Caval Grigio?
Un po' di posto per me e per Giuseppe?
- Signori, ce ne duole: è notte di prodigio;
son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe.

Il campanile scocca
lentamente le sette.

- Oste del Moro, avete un rifugio per noi?
Mia moglie più non regge ed io son così rotto!
- Tutto l'albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi:
Tentate al Cervo Bianco, quell'osteria più sotto.

Il campanile scocca
lentamente le otto.

- O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno
avete per dormire? Non ci mandate altrove!
- S'attende la cometa. Tutto l'albergo ho pieno
d'astronomi e di dotti, qui giunti d'ogni dove.

Il campanile scocca
lentamente le nove.

- Ostessa dei Tre Merli, pietà d'una sorella!
Pensate in quale stato e quanta strada feci!
- Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella.
Son negromanti, magi persiani, egizi, greci...

Il campanile scocca
lentamente le dieci.

- Oste di Cesarea... - Un vecchio falegname?
Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente?
L'albergo è tutto pieno di cavalieri e dame
non amo la miscela dell'alta e bassa gente.

Il campanile scocca
le undici lentamente.

La neve! - ecco una stalla! - Avrà posto per due?
- Che freddo! - Siamo a sosta - Ma quanta neve, quanta!
Un po' ci scalderanno quell'asino e quel bue...
Maria già trascolora, divinamente affranta...

Il campanile scocca
La Mezzanotte Santa.
Guido Gozzano

domenica 22 dicembre 2013

Pedrale dai giudici: "Ho spiegato tutto"


Da "La Stampa" del 22 dicembre 2013
Spese pazze a Palazzo Lascaris


L’esponente di Forza Italia difende 60 mila euro di rimborsi

«È stata un’occasione per fare finalmente chiarezza». Quattro ore di interrogatorio ieri in procura per l’ex capogruppo regionale del Pdl, Luca Pedrale, oggi Forza Italia. Ne aveva di cose da dire al pm Enrica Gabetta, uno dei magistrati che si occupa del- l’inchiesta sui rimborsi dei gruppi consiliari. Pedrale, durante le indagini, si era avvalso della facoltà di non rispondere ed aveva replicato alle accuse di peculato, per sé e come responsabile del gruppo, producendo una memoria difensiva. Adesso, a indagini chiuse, ha chiesto di farsi interrogare. «Abbiamo scelto questa strada - hanno spiegato ieri i suoi legali, Carlo Federico Grosso e Luigi Chiappero - perché prima di rispondere alle contestazioni volevamo conoscere a fondo le carte dell’inchiesta».
Ecco spiegate le quattro ore di faccia a faccia col magistrato, spezzate appena da una breve pausa. Personalmente è accusato di aver fatto spese anomale per poco meno di 60 mila euro. Tra le voci contestate, rimborsi per le manutenzioni dell’autovettura e
regali: fiori, oggetti preziosi, prodotti di profumeria e champagne. E poi abbigliamento, alberghi, e ovviamente ristoranti e bar. Da sola la voce «alimentazione» vale oltre 19 mila euro di contestazioni.
Soddisfatto dell’incontro col pm? «Sì - dice Pedrale uscendo dalla procura - credo di aver chiarito tutte le spese personali e quelle istituzionali affrontate dal gruppo. Ho fornito spiegazioni per ogni singola voce». Alle parole ha fatto seguire anche tabelle e documenti, indicando circostanze e motivazioni dei rimborsi. Scontrini simultanei? «Nel mio caso non ci sono problemi di ubiquità di spese» dice. Alle dichiarazioni del presidente del Consiglio regionale Valerio Catteneo, che ha invitato i colleghi politici e indagati a chiedere scusa pubblicamente, vista l’immagine compromessa degli «inquilini» di Palazzo Lascaris, Pedrale taglia corto evitando di alimentare ulteriori polemiche. Il clima, fuori e dentro il palazzo, è teso.
«Cattaneo - afferma - mi ha chiamato dicendo che le sue dichiarazioni sono state fraintese, e comunque ciò che ha detto resta la sua opinione personale». Dal canto suo Luca Pedrale, tiene a precisare che i politici regionali in carica, avvolti da mesi dalla fitta bufera giudiziaria, hanno ridotto i costi della politica «tagliando il budget a disposizione dei gruppi consiliari». [M. PEG.] 

giovedì 19 dicembre 2013

Il PD di Crescentino per la Sardegna

Chiedo scusa a Mauro Novo se per la prima volta gli copioincollo un post che mi sembra da diffondere ancor più per la virtuosa notizia che contiene.

COMUNICAZIONE DAL PD DI CRESCENTINO

Buongiorno,
come avevamo anticipato, i due euro che ciascun elettore ha versato durante la partecipazione alle primarie PD dello scorso 8 dicembre, sono state devoluti a Torpè, comune di della provincia di Nuoro, tra i più colpiti dalla recente alluvione che ha flagellato la Sardegna.

I votanti delle primarie erano stati 445 ma grazie alla generosità di molti la somma raccolta è stata di 1003 euro, interamente versata al comune di cui sopra.
E' una piccola somma che però va ad attestare la solidarietà e vicinanza nostra e di tutti coloro che hanno partecipato alle primarie.

Cordiali saluti e buone feste

sabato 14 dicembre 2013

Finanziamento ai partiti, il peperoncino della concorrenza

Il fondo di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, autori de "La Casta", sul Corriere della Sera del 14 dicembre 13. Molto utile per capirne di più, in questi strani giorni di rilanci collettivi.

Evviva la concorrenza. Se la tanto invocata abolizione (in differita) dei rimborsi elettorali decisa dal governo sia dovuta alla voglia di Enrico Letta di prendere in contropiede Matteo Renzi che stava per annunciare una netta accelerazione, non si sa. Come non si sa quanto possa aver pesato la scelta di Berlusconi e Grillo di cavalcare il ribellismo dei Forconi. Movimento ancora informe ma infettato, tra tante persone esasperate e perbene, da infami rutti contro i «banchieri ebrei» e insensati peana a favore dell’ungherese Viktor Orbán, l’anima bruna dell’Europa autoritaria post comunista. Ma ciò che non era riuscito al referendum sull’abolizione del finanziamento pubblico passato nel ‘93 con il 90,3% dei voti né alle varie ondate di indignazione contro la crescita abnorme dei soldi ai partiti (+1.110%) nel primo decennio del secolo segnato in parallelo dal ristagno e dall’impoverimento degli italiani pare essere riuscito al peperoncino della concorrenza. Dentro la sinistra, dentro la destra, dentro l’opposizione a tutto e tutti.
È come si fosse aperta una gara a chi mostra d’avere una più forte e impaziente spinta riformatrice. Al punto di scavalcare per virtù dichiarata, nell’ansia di far perdonare alla politica la bulimia di questi anni, il resto d’Europa. Dove, come ricordano Piero Ignazi, Eugenio Pizzimenti e altri, solo la Svizzera non prevede alcuna forma di finanziamento. Estremismi all’italiana: dalle abbuffate trimalcioniche alla dieta totale. Dicono i grillini, i quali nei giorni scorsi sono riusciti a far passare un emendamento piccolo ma saggio perché consente di disdettare in 30 giorni una serie di esosi contratti d’affitto (11 sedi per il Senato, 20 per la presidenza del Consiglio, 21 per la Camera: assurdo) che il decreto voluto da Letta per tagliare corto con le meline parlamentari, è solo l’annuncio d’un progressivo esaurimento dei rimborsi che si compirà fra quattro anni. Vero. E mai come oggi i cittadini devono tenere gli occhi aperti su eventuali ritocchi, ripensamenti, giochini.
Sarebbe ingeneroso, però, dire che non rappresenti un passo avanti. Sul piano dei risparmi ma più ancora sulla trasparenza. Non solo dei bilanci dei partiti, la cui pubblicazione online diventa finalmente tassativa: è prevista la diffusione sul web anche degli elenchi di persone e società che finanziano la politica. Bene. E bene le misure che potrebbero spingere alla fine dei partiti personali, le sanzioni in denaro per chi viola la parità uomo-donna, l’obbligo di indicare negli statuti di ciascuna forza politica la cadenza delle assemblee dove sottoporre le leadership alla verifica democratica. Certo, che una donazione di 70mila euro a una onlus possa avere uno sconto fiscale di 537 euro e a un partito di 18.200 (34 volte di più) è una disparità ardua da capire. Che continuerà a caricare sulle casse pubbliche una parte significativa dei costi.
Per non dire degli altri capitoli meno vistosi del finanziamento, come i contributi ai gruppi parlamentari e alla stampa di partito: neanche sfiorati. Staremo a vedere. Una svolta radicale, del resto, è nell’interesse dei partiti stessi. Troppi denari pubblici, garantiti sempre e comunque, avevano reso quasi superfluo il rapporto con gli elettori. Creando un distacco inaccettabile. Essere obbligati a raccogliere euro su euro li costringerà a parlare, discutere, convincere uno ad uno i cittadini. E, finalmente, ad ascoltare ciò che hanno da dire.

venerdì 13 dicembre 2013

Fabrizio Barca: "Se stabilità vuol dire nessun cambiamento, no grazie"


In quest'epoca di diffidenza verso la politica, trovo che svetti la figura di Fabrizio Barca, uno studioso e un pragmatico, persona per benissimo, per il quale mi auguro un futuro degno. Mi piace condividere con voi la sua intervista su La Stampa di oggi, raccolta da Paolo Festuccia. 

Aspettiamo l’Epifania. Ma è già successo molto. Fabrizio Barca, ex ministro del governo Monti, raccoglie ancora appunti per l’Italia. Osserva le prime mosse di Renzi, e
lancia (domani) a Bologna, «I luoghi ideali». Pensando, così «a un partito che nasce anche dalla base, più “glocal” per citare Bassetti, e dove possano con- frontarsi anche un operaio cinese con un imprenditore».
Da Renzi cosa si spetta nelle prossime
settimane?
«E’ già successo molto e mi sembra significativo. Poche ore dopo ha realizzato la frattura generazionale. Ed è la prima volta che moltissimi di noi, non solo per età, vedono all’interno di quell’organo tecnico persone di questo mondo: che si incontrano tra la gente comune, per strada, nei dibattiti: il cambio di composizione che si sta realizzando è davvero interessante».
Può bastare per il rinnovamento radicale cui mira Renzi?
«La sfida del neo segretario è dentro il Pd. Un partito, infatti, che per statuto prevede un organo di indirizzo strategico con duecento persone - che se fosse un’azienda si chiamerebbe cda per intenderci - diventa incapace di raccogliere le indicazioni e le proposte che provengono fuori dall’Italia. Poi c’è un altro aspetto: quello di evitare che il partito sia ancora concepito come uno strumento per occupare incarichi negli enti pubblici».
Un suo vecchio pallino contro le élite e i partiti stato-centrici...
«La fine degli intrecci tra nomine e partiti negli enti sono il segno che l’Italia attende dal Pd. Il partito non può essere un luogo per trovare lavoro più rapidamente o come direbbe meglio Renzi per evitare il vaglio di merito».
Molti pensano che per «sostanza» e contenuti il suo documento sul Pd guardasse più a Cuperlo che ad altri. Lei ha poi scelto Civati perché?
«Forse perché la mia proposta non era tanto concettuale quanto enormemente operativa. E quel mio documento conteneva già in se la voglia di menar le mani nel territorio. L’idea, di un partito che deve tornare a essere mobilitante. Civati di quel documento da il segno pratico».
Come finirà tra azione di rinnovamento del Pd e stabilità di governo?
«La parola stabilità a me non piace. Abbiamo, invece, bisogno di un paese governato. Se stabilità vuol dire nessun cambiamento allora no grazie. Detto questo ci vuole un cambiamento radicale,  ma non significa assolutamente che debba cadere il governo, che ha in- vece almeno due compiti importanti: la legge elettorale e il presidio del ciclo economico su tutto. Dunque, tolto il ter- mine stabilità, che dovrebbe sparire dal vocabolario, non mi sembra che la nomina di Renzi rappresenti automaticamente un elemento che renda meno probabile questo. Anzi, un Pd forte da maggiori garanzie sia sulla legge elettorale che sulle misure giuste da prende- re sul fronte economico».
Cuperlo ha preso tempo per decidere
se accettare o meno la carica di presi-
dente del Pd. Dovrebbe accettarla?
«Nessuno sa meglio di lui cosa fare. Cuperlo è persona di straordinaria umanità, poco incline a mettersi a fare il bilancino».
C’è chi lancia anche lei alla presidenza...
«Sarei ipocrita a dire che non mi fa piacere. Lo prendo come un segno di stima, ma non è detto che sia una buona idea».
Come finirà tra Matteo Renzi e Susanna Camusso?
«Penso che come il sindacato ha cercato, almeno al 99 per cento, di non in- terferire sul congresso Pd, è importante che il partito non lo faccia su quello della Cgil».
Lei ha girato tutto il Paese: ora cosa farà?
«Per il mio lavoro mi occuperò da direttore generale della strategia per le aree interne formalizzate dal ministro Trigilia. Dal venerdì sera, invece, vorrei provare a dimostrare nei fatti che il nuovo Pd si costruisce anche dal basso affiancando sul territorio alcune leadership già interessanti che chiedono cambiamento».
Per questo ha lanciato una raccolta
fondi?
«Serviranno ai volontari come me per avvalersi di una squadra che consenta di lavorare. Il mio operato da ministro si è caratterizzato per la trasparenza. An- che da privato cittadino si può realizza- re, con una piccola comunità di contri- butori. Abbiamo superato i diecimila euro. L’obiettivo è arrivare a 40mila. Massimo 500 euro. Per chi verserà più di 200 euro cucinerò io una cena». 

martedì 10 dicembre 2013

Fare scuola con la scuola

Siamo messi malissimo, in Italia, lo vediamo dovunque. Ma siamo messi male anche sotto il profilo del rispetto delle regole, e nella fumosità degli enunciati della politica ai quali fanno da contraltare i nostri comportamenti: Renzi ha vinto anche su questi temi. Sono rimasta colpita dall'ultimo capoverso dell'articolo di fondo di domenica scorsa del Corriere della Sera, a firma di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, due economisti di tempra, che analizzavano le mosse del presidente Letta e la sua difficoltà di dar seguito ai propositi che va elencando.
Ebbene, il loro pezzo si chiude così:
"… A proposito di scuola, vogliamo riconoscere che, se non si inizia a insegnare ai bambini che copiare è immorale, che farsi fare i compiti da genitori troppo protettivi è altrettanto sbagliato, che seguire le regole dev'essere una cosa naturale e automatica, non un optional, non faremo che produrre evasori fiscali?".
La trovo una straordinaria verità pedagogica. 

lunedì 9 dicembre 2013

La magia delle primarie (con richiesta di bis)

L'Italia si sveglia il lunedì del 9 dicembre un po' diversa. Matteo Renzi ha stravinto le Primarie del PD (anche a Crescentino: 350 voti sono andati a lui, 53 a Civati e solo 41 a Cuperlo, in tutto 444), e da questo famoso lunedì comincerà in qualche modo nel nostro tormentato Paese il rinnovamento del partito più grande della galassia della sinistra, quello al quale - con tutte le difficoltà, gli sbagli, le incongruenze - si fa riferimento quando si discute di futuro appunto da sinistra, seppure nelle varie sfumature. 
Mi è molto piaciuta la campagna elettorale. Conosco troppo bene Grillo (da trent'anni, e da vicino grazie a Fabrizio De André) per poter mai diventare grillina, e alla fine tutti quelli che restano come me ancorati ai valori fondanti della sinistra sognano di vivere in un paese dove ci sia più onestà, più solidarietà, dove le cose - compresi gli ospedali - funzionino e anche i furbastri paghino le tasse, e i consiglieri regionali con le loro note spese comincino un po' a vergognarsi. Vedere questi tre personaggi - Renzi, Civati, Cuperlo, così distanti dalla nomenclatura consolidata - confrontarsi sui temi del nostro disagio quotidiano, esaminare la loro anagrafe, ci fa capire che forse (forse) davvero un lungo momento storico sta per finire, e nuove logiche più moderne e di buon senso potrebbero finalmente darci un po' di speranza nel futuro. 
Soprattutto, il confronto fra i tre in occasione delle Primarie ha in qualche modo polarizzato l'attenzione sui temi e i personaggi del Centro-Sinistra, mettendo la sordina ai  proclami di Berlusconi e alle liste di proscrizione di Grillo. Anche questo accendersi di un faro così potente mi convince sempre più della necessità per il PD crescentinese di abbracciare l'iniziativa delle Primarie per le future elezioni amministrative, quando senza ricandidarmi (come vado dicendo a chiunque da parecchio tempo) lascerò quest'esperienza di sindaco che ha occupato i miei ultimi cinque anni di vita. E' stato fatto a Trino con successo, sarebbe bello che si facesse anche qui. 
Non da oggi, inoltre, esprimo la speranza che il nuovo sindaco sia espressione di quel desiderio di rinnovamento che in questi anni ho sostenuto e che tanto fortemente segna oggi la relazione fra la società e la politica. Avevo detto o scritto che, se dovessi votare oggi, sceglierei un giovane o una donna, l'uno e l'altra il simbolo più diretto di un rinnovamento. Leggo sulla Gazzetta, sempre attenta a questo blog e mai in positivo, che il Segretario locale del Pd ha espresso qualche perplessità su questa mia idea, e che preferirebbe invece un sindaco "capace e presente". 
Ora, poiché nessuno sano di mente vorrebbe un sindaco "incapace e assente", viene da pensare che con le sue frasi il Segretario locale abbia una figura di apparato in mente, e si schieri dunque paradossalmente contro la linea ufficiale del suo stesso partito, che sul rinnovamento ha puntato tutto presentando alle Primarie "tre giovani tre".  Conto dunque sui tanti giovani del Pd e non solo, perché prendano in mano il proprio destino per disegnarsi un futuro che scacci le difficoltà del nostro tempo, e i segni di tanti errori del passato. 

martedì 3 dicembre 2013

Risvolti di un Consiglio Comunale



"Uno degli aspetti negativi della personalità dei narcisi: la strumentalizzazione. Manipolano infatti eventi e persone in funzione della valorizzazione del proprio ego".
Prof. Willy Pasini, da "La vita è semplice", 1998

lunedì 2 dicembre 2013

Ferrovie, l'Assessore Casa spiega i due cambiamenti d'orario


L'Assessore ai Trasporti del Comune di Crescentino, Fabrizio Casa, nella mattinata del 2 dicembre ha partecipato ad un incontro a Torino dove sono state rese note due variazioni di orario che riguardano la nostra linea ferroviaria, a partire dal giorno 15 prossimo. 

1) Anticipo alle 6.48 del treno 10122 con arrivo a Chivasso alle 7:15. Il treno per Torino parte alle 7:31 per cui si ha abbastanza tempo a disposizione per il cambio, inoltre il treno proveniente da Crescentino verrà indirizzato sullo stesso binario di partenza del treno per Torino SFM2 al fine di evitare l'attraversamento dei binari segnalato dagli utenti.
2) Eliminato il treno 4282 con partenza da Crescentino alle 6:03 e arrivo a Chivasso alle 6:25.
 Scrive Fabrizio Casa:
"Come rappresentante del nostro Comune (erano presenti anche Verolengo e Balzola che condividevano) ho preso atto con soddisfazione delle modifiche del treno 10122 che hanno recepito sostanzialmente le nostre richieste. Ho espresso invece il no assoluto all'eliminazione del treno 4282 e consegnato le firme già raccolte, argomentando la questione dell'orario di arrivo sui posti di lavoro.
I tecnici regionali sembrerebbero aver capito la cosa e mi hanno promesso il ripristino della corsa a partire dalla prima revisione utile in data 02/02/14. Nel frattempo si impegnano a trovare un accordo con la Provincia  di Vercelli (presente all'incontro) per l'utilizzo con l'abbonamento del treno sugli autobus ATAP per Chivasso (Crescentino 5:29 - Chivasso 5:57).

Nessuno del Comitato pendolari era presente alla riunione".
Grazie a Fabrizio Casa

  

Corsa contro il tempo per l'abolizione delle Province (Da La Stampa 2/12/13)

ROMA
L’ora della verità è arrivata. Dopo un rinvio e un lungo iter in commissione il disegno di legge per l’abolizione delle Province arriva in aula alla Camera. È il terzo tentativo in pochi anni: ci provarono già i governi Berlusconi e Monti e s’è visto come è andata a finire. Prima scoppiò il caso delle Province di confine (tutte al Nord) che la Lega impose di salvare dalla mannaia, mentre Monti dovette fare i conti con la rivalità fra campanili. Quando uscì la nuova mappa dei confini e si seppe che Pisa e Livorno avrebbero dovuto condividere l’istituzione il Vernacoliere sentenziò: «I pisani restano pisani». Insomma, dopo tanto rimestare il nuovo governo è finalmente giunto alla conclusione che solo abolendole tutte insieme si può sperare di arrivare in fondo al guado.  

Il ministro delle Regioni Delrio ne ha fatto un punto d’onore. Del resto, a forza di discuterne il tema ha superato i confini ed è diventato oggetto di raccomandazioni del Fondo monetario internazionale e della Commissione europea. Il governo si è dato l’obiettivo di chiudere la discussione entro la fine di gennaio. E però - potenza del complicato funzionamento della macchina dello Stato - non si tratterà comunque della abolizione vera e propria: per quella ci vorrà un disegno di legge costituzionale ancora ai blocchi di partenza. Per il momento - se l’iter andrà avanti - la riforma riduce le loro funzioni, le rende enti di «area vasta» (così dice il gergo tecnico) con funzioni di coordinamento. I consiglieri provinciali non verrano più eletti più direttamente dai cittadini, ma fra i Comuni stessi. Raggiungere un testo condiviso in commissione è stata una fatica di Sisifo. Cambia qui, ritocca di là, ogni partito aveva ottime ragioni per chiedere questa o quella modifica. Il sospetto di Delrio è che fra Pd e Pdl ci sia chi cerchi di spostare più in là il voto finale, almeno fino al rinnovo delle 54 amministrazioni previsto per la prossima primavera.  

Così il ministro ha ottenuto un emendamento alla legge di Stabilità che allunga la vita ai consigli in scadenza fino al 30 giugno, nella speranza nel frattempo di approvare almeno il disegno di legge ordinario. E poco importa se il presidente dell’Unione delle Province, il torinese Antonio Saitta, ha definito «senza fondamento giuridico» la decisione del governo.  

Chi ha approfondito la materia non ha dubbi: quale che sia l’utilità di un organo che coordini alcune funzioni dei Comuni, le Province così concepite sono un inutile spreco di denaro. Uno studio appena pubblicato dall’Istituto Bruno Leoni calcola che la loro abolizione - se accompagnata dalla riduzione delle Prefetture - può valere da 1,3 fino a due miliardi di risparmi.  

Con un ma: agli esperti di Ibl non è sfuggito il dettaglio dell’aumento del numero delle cosiddette «città metropolitane», gli enti che dovrebbero rimanere in vita nelle grandi aree urbane. Erano dieci, sono diventate quindici. Dieci sono quelle decretate dal Parlamento, le altre cinque sono quelle assegnate alle Regioni a Statuto speciale. La sola Sicilia ne vuole tre: Palermo, Catania e Messina. C’è Reggio Calabria, con un territorio provinciale che è la metà di quello di Cuneo. E c’è Trieste che, per quanto importante, raccoglie attorno a sé sei Comuni, non propriamente un’area metropolitana. «Se non chiudiamo l’iter di approvazione della legge entro la fine dell’anno si rischia di ripartire di nuovo da zero», ammette Delrio. Il conto alla rovescia è iniziato.  

I rimborsi spesa delle Regioni e la vita in una piccola città

E' terrificante leggere le notizie di questi giorni sui rimborsi spesa ai consiglieri della Regione Piemonte ma non solo. Nel vortice sono finiti in tanti, perfino la già virtuosa Regione Emilia Romagna, al centro di uno scandalo analogo.
Un fondo del Corriere della Sera, qualche giorno fa, scriveva che piuttosto che le Province meglio sarebbe stato pensare ad abolire le Regioni, forzieri senza fondo dove si perdono le nostre sostanze.
Ma una volta che uno si è terrificato e scorato, una volta che è chiaro che così fan "quasi" tutti (Gianna Pentenero, per esempio, no), è inutile perdersi in questo ginepraio, meglio aspettare che le indagini facciano fino in fondo il loro corso, e che chi ha sbagliato e troppo "scontrinato" paghi. Anzi: prima restituisca (anzi, ci restituisca) poi paghi.
Sarebbe troppo facile sparare ora addosso all'indagato Luca Pedrale, come lui fece con me quando avevo chiesto il container della Regione Piemonte per gli zingari nel 2010.  Lui e Tiramani,  con la loro interrogazione e le "battaglie di civiltà" contro di me, a colpi di manifesti. Guerrieri senza macchia e senza paura… Per carità, mi preferisco centomila volte.
Però è desolante il paragone fra chi fa politica, o meglio amministrazione, in un centro come il nostro, e chi frequenta le sfere alte della Regione. Sono profili e ambizioni completamente diverse. Certo, anche qui c'è chi ha una sete di potere che non basterebbe a saziarla un pozzo senza fondo: ma il modo, il profilo,   la fatica, la dedizione, il dispendio di energie spesso anche economiche personali, lo spirito di servizio, sono qualità generalmente imprescindibili per un amministratore locale, di questi tempi.
Certo ci sono anche nei piccoli centri coloro che sono mossi da ambizione, che considerano quello di un Comune il predellino per volare altrove e più in alto, o per avere una occasione di migliori guadagni nella propria professione. C'è anche chi ne approfitta per affari non chiari, mica sono tutte mammolette: ci sono ampli precedenti in merito. Però, a leggere in questi giorni le cronache regionali, in un paese o in una cittadina sembra di stare in una specie di isola fuori dal mondo.