lunedì 21 luglio 2014

Don Eusebio


Erano anni, quelli, nei quali non c'era né la comunità musulmana né quella ortodossa.  Non c'erano i buddisti, e nemmeno i testimoni di Geova. 
Erano anni nei quali non c'erano discoteche da andare a visitare lontano, ma soltanto il Canarino in piazza Garibaldi con l'orchestrina dal vivo che suonava "Ora sei rimasta sola", per le ragazze così fortunate da aver genitori che le lasciavano uscire il sabato o la domenica sera (io, no). 
Erano anni nei quali c'era aperto il Cinema Moderno (prossimamente: "vendonsi appartamenti in prestigioso edificio storico crescentinese") e le coppiette di ragazzi andavano a vedere Alberto Sordi per scambiarsi i primi baci.
Insomma, Crescentino era praticamente autonoma nei servizi e nelle distrazioni, anche perché le macchine non c'erano e tanto, se eri adolescente, non ti veniva neanche in mente che potevi andare altrove (l'altrove, poi, erano Livorno e Cigliano quando si esagerava).
Erano anni nei quali tutta la vita sociale della gioventù, dorata e non, si svolgeva intorno alle strutture della Chiesa. Le classi sociali si mescolavano e convivevano con naturalezza e senza troppe invidie. 
La domenica pomeriggio, le ragazze andavano dalle suore in via Bolongara, i ragazzi all'Oratorio. "Loro" giocavano a pallone. Noi ricamavamo, o imparavamo il catechismo dalla Neti o dalla Caterina Bosso (Caterina, credo: comunque, l'ancora bellissima mamma dell'attuale dottor Bianco della Tao, che affitta al Comune le case di via Mazzini). Suor Giovannina e Suor Francesca ci tenevano d'occhio (eravamo già una generazione un po' più agitata delle precedenti); suor Scolastica, la superiora, era troppo vecchia per darci retta. 
Don Eusebio era capitato in Parrocchia come il cacio sui maccheroni. Era un giovane sacerdote molto attivo, molto naturalmente bravo nei rapporti sociali. Capace di stabilire rapporti con tutte le generazioni, ascoltare anche fuori confessione le ansie e i mugugni, i problemi e le difficoltà dai 12 ai 90 anni. Il tutto senza andare a casa di nessuno, senza partecipare a pranzi o cene collettive (forse non ce n'erano neanche, non mi ricordo comunque). Andavano tutti da lui, che stava spesso all'Oratorio, allora sempre aperto e frequentatissimo. 
Era simpatico, rideva volentieri, conosceva tutti, organizzava tornei di pallone e calcio-balilla, corsi di inglese e altre, scusate, diavolerie. Sempre nell'ambito dell'oratorio.
Crescentino, o almeno la maggior parte della città, si innamorò subito di questo giovane e pimpante viceparroco di un amore sincero e viscerale. Non ricordo altri sacerdoti così amati, non ce ne sono stati.
Quel che mi ricordo, poi, è che un brutto giorno si sparse fra noi ragazzi la notizia che Don Eusebio era stato mandato via dalla città, a Curino, oscuro e lontano posto in Valsesia, dov'era stato promosso parroco (se ricordo bene, eh). 
Successe la rivoluzione. Ricordo i muri dei portici e quelli dell'Oratorio pieni di scritte inneggianti a Don Eusebio e contro la Chiesa. Fu una parentesi lunga e difficile, per noi giovani e giovanissimi una botta al cuore, incomprensibile. Si sparsero, figuriamoci, pettegolezzi di ogni tipo. 
Ricordo che andai a trovare Don Eusebio in quel paesino, su su a Curino, con il mio morosino dell'epoca e un gruppo di amici. Lo scrutavamo, lo interrogavamo, ma lui non rispondeva. Sorrideva, ma mi pareva che non avesse più il sorriso aperto come prima. 
Ricordo che quando arrivò anche il nuovo parroco, don Migliavacca, uomo di tutt'altro e antico stampo, per un bel po' le presenze in Chiesa diminuirono notevolmente. 
Ora quel Don Eusebio lì, della mia adolescenza e di quella di tanti altri, non c'è più. Da decenni era parroco alla Concordia di Vercelli. Aveva 87 anni, pazzesco. Non riesco a pensarlo vecchio.
Lo seppelliscono oggi.
Confesso che mi è venuto un nodo in gola.
Un'altra bella botta di nostalgia. Mi sono ricordata tutte queste cose che vi ho raccontato, avevo voglia di condividerle.
Addio a  Don Eusebio. Un uomo, ma anche un pezzo della gioventù di tanti Crescentinesi, che se ne va. 

domenica 20 luglio 2014

Italcardano, licenziamenti

Mi dicono che all'Italcardano, proseguendo nel piano di ristrutturazione già annunciato, hanno cominciato a licenziare gli "esuberi".  Circolano i primi nomi ai quali il provvedimento è stato ormai reso noto. Già non è un bel momento, ci mancava anche questa.
Solidarietà ai lavoratori colpiti. 
Ospiterò volentieri un comunicato del Sindacato, e le testimonianze di chi ne sa di più (che non possono ovviamente essere anonime).

martedì 15 luglio 2014

Pedrale patteggia un anno e 6 mesi, Tiramani e Cortopassi rinviati a giudizio


Il cosiddetto caso delle mutande verdi che ha squassato la Regione leghista di Cota è arrivato a una prima conclusione, come potete leggere qui sotto nelle cronache della Stampa di ieri. Luca Pedrale ha patteggiato 1 anno e sei mesi, Tiramani e Cortopassi sono stati rinviati a giudizio. Li ricordo perché sono stati personaggi di rilievo nella passata legislatura anche qui da noi, e in particolare Tiramani mi ha crocifissa sulla vicenda dei container agli zingari: ricordate che addirittura la Regione chiese la restituzione del container quando scoprì che dentro non ci stavano dei crescentinesi, ma dei Rom? Avesse pensato più ai poveretti e ai diseredati che alle sue note spese, sarebbe stato meglio anche per lui.

In tutto, comunque, la Regione ha riavuto indietro 2 milioni. 2 milioni!


Da "LA STAMPA" DEL 14 LUGLIO 2014


Per lo scandalo Rimborsopoli
4 condanne e 14 patteggiamenti

Imputate 41 persone, fra le quali l’ex presidente del Consiglio regionale Cattaneo: 23 i rinvii a giudizio
L’ex presidente del Consiglio Regionale Valerio Cattaneo in Tribunale per una delle ultime udienze

TORINO
Quattro condanne tra un anno e otto mesi e tre anni, 14 patteggiamenti e 23 rinvii a giudizio: queste le decisioni del gup Roberto Ruscello. Le condanne sono di tre anni aRoberto Boniperti, 2 anni e sei mesi a Gabriele Moretti e di 3 anni per Carla Spagnuolo(1 anno e 8 mesi) e Valerio Cattaneo (1 anno e 8 mesi), ex presidente del consiglio regionale. Accolte tutte le richieste di patteggiamento. Per gli ex consiglieri rinviati a giudizio il processo inizierà il 21 ottobre, data già fissata per il giudizio dell’ex presidente Roberto Cota

I consiglieri a giudizio  
I rinviati a giudizio sono Michele Dell’Utri (Moderati), Angelo Burzi (Progettazione), Michele Formagnana (Pdl), Daniele Cantore (Pdl), Alberto Cortopassi (Pdl), Rosa Anna Costa (Pdl),Massimo Giordano (Lega Nord), Roberto De Magistris (Lega Nord), Luigi Cursio (Idv),Giovanni Negro (Udc), Andrea Stara (Insieme per Bresso), Girolamo La Rocca (Pdl), Lorenzo Leardi (Pdl), Rosanna Valle (Progett’Azione), Massimiliano Motta (Pdl), Federico Gregorio(Lega Nord), Riccardo Molinari (Lega Nord), Paolo Tiramani (Lega Nord). Sono stati rinviati a giudizio anche Michele Giovine (Pensionati per Cota), Angiolino Mastrullo (Pdl), Augusta Montaruli (Pdl), Alfredo Roberto Tentoni (Pdl) .  

I patteggiamenti  
Queste le pene patteggiate: Maurizio Lupi, dei Verdi Verdi, rinviato a giudizio per l’accusa di truffa, ha patteggiato la pena di 1 anni e 4 mesi per il reato di peculato. Oltre ai 23 ex consiglieri rinviati a giudizio, andrà a processo anche Sara Lupi, figlia di Maurizio, a cui è contesta la truffa in concorso con il padre per avere percepito un compenso da collaboratrice del gruppo, nonostante (secondo l’accusa) fosse in realtà a Parigi per motivi di studio. Hanno patteggiato Gianfranco Novero (Lega Nord), 1 anno e 3 mesi; Elena Maccanti (Lega Nord) 1 anno; Franco Maria Botta (Pdl ) 1 anno e 4 mesi; Antonello Angeleri (Lega Nord) 1 anno e 4 mesi; Marco Botta (Pdl), 1 anno e 1 mese; Cristiano Bussola (Pdl), 1 anno e 1 mese; Luca Pedrale (Pdl), 1 anno e 6 mesi; Mario Carossa (Lega Nord), 1 anno e 6 mesi;Giovanna Quaglia (Lega Nord), 1 anno; Tullio Ponso (Idv), 1 anno e 3 mesi; Andrea Buquicchio(Idv), 1 anno e 4 mesi; Francesco Toselli (Pdl), 1 anno e 1 mese; Michele Marinello (Lega Nord), 1 anno.  

Codacons respinto  
Respinta la richiesta di risarcimento danni del Codacons nei confronti degli imputati che ha scelto il rito abbreviato, ammessa unicamente al pagamento delle spese di costituzione civile, 3 mila euro, per i patteggiamenti. «Condivido in pieno questa decisione perché era una costituzione di sciacallaggio- ha detto l’avvocato Tom Servetto - il Gup respingendo le istanze del Codacons evidentemente ha accolto le nostre opposizioni». 

Mosca ci ricasca

Diretto al Sindaco, durante l'ultimo Consiglio Comunale, lo spumeggiante Consigliere Gian Maria Mosca ha detto:

"Al di là del fatto che non sa bene quel che dice
e non afferra a fondo il significato delle parole che usa..."

Indipendentemente dal contesto politico, sono espressioni offensive della persona, e non fanno onore a chi le pronuncia.  
Non si fa politica così. 



giovedì 10 luglio 2014

Arlotta e il dono dell'understatement


Nel cambio di Amministrazione ogni Comune degno di questo nome comincia di solito a menare fendenti verso la Giunta precedente. Avendo capito che così va il mondo, ero piacevolmente sorpresa di una sorta di understatement durato ben un mese e mezzo. 

L'ottimo Mauro Novo ha posto fine alla magìa con il suo interessante post nel quale colloquia con l'assessore Arlotta, che gli apre il suo cuore e... avanti Savoia.

Non invidio l'assessore Arlotta. Ha delle deleghe pesantissime, in un momento pesantissimo, e con un sacco di guai che si trascinano per via proprio della crisi di cui parla nell'ultima parte dell'interessante intervista. 

Forse per questo non ha avuto tempo di consultare documenti ancora più vecchi, a proposito dei debiti del Comune con l'ATC, dai quali avrebbe potuto ricavare che la Giunta precedente alla mia, di cui faceva parte, è quella che ha accumulato il debito di cui si lamenta lui, senza iniziare un negoziato con l'ATC medesimo per rateizzare la morosità incolpevole (cioè il debito che si riversa sul Comune per i casi di povertà estrema di coloro che non riescono a pagare l'affitto, anche modesto) e dunque ce lo siamo trovato noi sul groppone, e abbiamo avviato la pratica, che prevede che si sgancino quei soldi poco per volta. 

E' una figuraccia, la sua? Un po', per non essersi informato. Ma soprattutto perché ne approfitta per compiere riti consumati come questi attacchi ciechi ai quali preferirei non rispondere.  Perché, per dire, non sarebbe certo elegante ricordare ora lo stato del suo ufficio in Biblioteca quando siamo arrivati nel 2009, per non dire degli scatoloni di tutto il materiale Casalone, fondo Marchese con dentro libri della Biblioteca mai restituiti (birichino di quel Marchese, cara persona), polvere e cose rotte e mai riparate ammonticchiate alla rinfusa. 

Me ne sono ricordata leggendo come Arlotta ritenga di poco conto il lavoro di chi tira su le cicche per terra, anche se sono molte meno di una volta. Cosa invece importantissima, che dissuade dallo sporcare il pulito, e tenere dunque pulita la città tutta intera.  Detto tra noi, nel 2009 Crescentino faceva veramente pena. 

Ho postato qui la foto del Teatrino Civico prima della cura, proprio per rilevare che il nostro patrimonio (di tutti) non si può ridurre in quello stato. La ristrutturazione costa 140/50 mila euro, un mutuo è stato acceso, per le poltrone e le luci e le tende erano stati stanziati circa 35 mila euro, come lui dice: ma un'emergenza abitativa causata dalla necessità di ristrutturare un appartamento del Comune che perdeva letteralmente i pezzi, e che ha dovuto essere sgombrato, ha tagliato ulteriormente quel fondo. 


Si può stare senza le tende. Ma per il patrimonio comunale la manutenzione è obbligatoria, altrimenti poi si trova, come si è trovato, il palazzo che cade a pezzi (si chieda all'attuale vicesindaco che ci ha lavorato con la sua impresa per questi ultimi anni, con la velocità della Salerno/Reggio Calabria), e altre proprietà collettive come il prezioso Archivio Storico, bisognosi di cure. 

Ritengo che un assessore alla Cultura, come tra l'altro Arlotta è ridiventato, non può dire che il teatrino è un mio capriccio. Si sa, le donne sono capricciose eh, Arlotta? Bravo merlo. "Dilapidare fondi delle casse comunali per appagare il proprio ego personale" è una frase che mi spaventa non per la spaventosa accusa che mi fa, ma per il pensiero che sottintende nella cura della cosa pubblica. Evidentemente, la cultura per lui è ancora il minculpop. 

D'altronde, non è questo l'unico pensiero di Arlotta che spaventa. Ce ne sono ben altri.





domenica 6 luglio 2014

La casa Comune prima della cura



Così si presentava il Teatrino Civico chiuso da 110 anni fino a 2 anni fa, quando sono iniziati i lavori di una spartana ma accuratissima ristrutturazione che ha permesso anche di verificare lo scempio del pavimento originario avvenuto con la posa del camino per la pizzeria dopo l'incendio del 2008, praticato senza purtroppo alcuna cura o rispetto per il nostro patrimonio artistico (delle sopravvissute piastrelle d'epoca alcune sono state utilizzate per la stanza riunioni in fondo al piano, le altre sono state numerate fotografate e depositate in luogo sicuro dalla dott. Cesare, responsabile dell'Archivio Storico).  

(PS. Mi è arrivata una precisazione secondo la quale le piastrelle ancora giacciono nella hall di fianco alla nuova Sala del Consiglio Comunale, dopo essere state fotografate e numerate dalla dott. Cesare con l'aiuto di Elio Dappiano, volontario dell'Archivio Storico. Vigilate gente vigilate.....)





giovedì 3 luglio 2014

Renzi ha citato Telemaco pensando al PD di Crescentino 2.0

Ohibò, possibile che con tutto quel che ha da fare, Renzi riesca a seguire anche le vicende crescentinesi?
Naturalmente scherzo, ma riguardatevi il discorso su Telemaco che il Presidente del Consiglio ha fatto ieri a Strasburgo. Sembra concepito per incoraggiare i ragazzi (anche quelli più cresciuti) che debbono prendere in mano il nuovo che non avanza nel nostro paesello, e non l'hanno ancora potuto fare perché la vecchia mentalità stenta a farsi da parte, e con essa le contesse e i periti meccanici e i geometri e quant'altro. 
Quella lista polverosa quanto la sede di via De Gregori, profumata di Anni '50, è difficile da dimenticare: come incamminarsi verso un PD 2.0, se la strada è piena di macigni più antichi dell'Odissea? Non per anagrafe, ma per testa, ben inteso.
Usando come metafora il figlio di Ulisse, Renzi ha detto: "Dobbiamo essere come Telemaco, prendere la tradizione da cui veniamo e darla ai nostri figli>. 
Datevi una mossa, ladies and gentlemen, anzi boys and girls.