domenica 26 agosto 2018

Chi si rivede, un pezzo del PD (Zingaretti in pista)


Le vicende ultime del PD, la sua quasi irrilevanza, la debolezza del segretario Martina, la questione renziana irrisolta, sono cose che fanno una tristezza pazzesca in questi tempi (per me e tanti altri) appunto tristissimi, duri, disumani, tutti propaganda e grassa   ignoranza come va di moda oggi. Leggo sul sito  de La Repubblica che a sua volta cita l'Huffington Post, della discesa in campo per la Segreteria del Presidente della Regione Lazio, Zingaretti (fratello del Montalbano tv)  e mi auguro che qualcosa si muova, e che le guerre con i Renziani non affossino definitivamente  quel che resta delCentro-Sinistra.
Ecco qui


"È tempo di reagire, senza paura". Nicola Zingaretti, finora unico candidato alla futura segreteria Pd, lancia la sua campagna elettorale fissando una convention da tenere il 6 e 7 ottobre, a Roma. Chiede ai partecipanti di portare "passione, idee e fiducia nell'altro". E parte proprio dall'impasse che sta attanagliando il partito.


"Ora basta - scrive in un blog sull'Huffington Post - possiamo continuare a lamentarci, dividerci, isolarci fino alla disillusione e all'irrilevanza, oppure possiamo decidere di guardare all'avvenire come al territorio della speranza, della solidarietà, delle opportunità per tutti". Il presidente della Regione Lazio alterna il richiamo al partito e l'attacco al governo gialloverde, definito di dilettanti:  "Hanno trasformato il governo di un grande Paese in un'agenzia del dilettantismo e del rancore. Parlano una lingua gonfia di odio e di isterismo, che dice per poi negare di aver detto, che inganna i cittadini, disprezza gli avversari politici, irride la scienza. Indicano capri espiatori per sottrarsi sistematicamente alle loro responsabilità".


Zingaretti, che mercoledì prossimo interverrà alla festa nazionale dem, a Ravenna e poi a Cortona alla riunione di Areadem, di Franceschini, si è tenuto lontano negli ultimi mesi dagli scontri più duri all'interno del partito. Immagina una formazione aperta, dalla sinistra alla dottrina sociale cattolica. D'altra parte è il modello praticato in Regione, dove l'area che lo appoggia va da Sinistra italiana a Sant'Egidio. Peraltro nelle ultime settimane il governatore è riuscito a ottenere il sostegno di due consiglieri del gruppo misto, garantendosi una maggioranza nell'assemblea regionale.


Zingaretti per ora non ha avversari ufficiali nella corsa alla segreteria. I renziani non hanno ancora scelto lo sfidante (restano in pista i nomi di Richetti, Bellanova, Serracchiani). Martina non ha ancora sciolto la riserva. L'attuale segretario dem assicura, comunque, che le prossime primarie saranno entro maggio del 2019. 


sabato 18 agosto 2018

Un giro per Trino. Quei tacchi sadomaso (e un barlume di speranza)

L'altro giorno sono stata a Trino, nella parrocchia di San Bartolomeo, per i funerali di Pino Comazzi, storico tipografo della Stampa e papà della mia collega Alessandra, scomparso alla bella età di 95 anni.

Poiché uno resta sindaco in un angolo del cervello per tutta la vita, anche se non ne vorrebbe sapere, ho notato tre cose, en passant.

1) La signorina assessora o consigliera che con la fascia tricolore sostituiva il sindaco (purtroppo ignoro tutto di lei, nome compreso) sfoggiava un paio di pantacollant ad ampie righe bianche e nere, e un paio di scarpe sadomaso con tacco a spillo e fasce e fascette che arrivavano alla caviglia. Robe da discoteca, e figurarsi a un funerale in San Bartolomeo (che si sarà rigirato nel sarcofago: il Pino no, perché era un uomo di mondo anche a 95 anni). Anche rappresentare un sindaco esigerebbe un po' di riflessione da un punto di vista formale.

2) A Trino ho parcheggiato in una bella piazza con il selciato di ciottoli, alternati a passaggi di lastre di pietra. Mi è venuta in mente la fugace bellezza della nostra via Mazzini rifatta con il selciato di ciottoli a fine Anni Novanta dal Venegoni 1, e disfatta dal Greppi 1 a tempo di record: ed essendo nel centro storico la più antica casa del borgo (quella oggi in rifacimento) risalente al '400, lui ci ha messo invece i sampietrini, piuttosto che almeno della pietra, come hanno fatto anche a Livorno.
Vabbé, son ricordi che ancora adesso mi fanno venire il mal di pancia.

3) Trino è una città vera, pulita, con i portici costellati di negozi aperti, i commercianti sulla porta, i bar (quelli li abbiamo anche noi, almeno). Le persone che camminano sotto i portici non hanno facce disperate o assenti, come capita talvolta qui. I portici sono puliti. Trino è una cittadina che non abbassa il morale, insomma.

Però.  Vedo timidamente fiorire sotto i portici di via Mazzini nel mio adorato paesello sparute nuove attività, anche se restano quelli che piuttosto che dare una passata di bianco alle pile dei portici preferirebbero farsi evirare.  Taccio e aspetto, e mi tengo stretto un barlume di speranza 


martedì 14 agosto 2018

Ma come si fa senza Pro Loco ragazzi miei?

Visto che il dibattito ferve fra il blog di Mauro Novo e questo mio piccino picciò, vi racconto che l'altra sera sono stata a Rocchetta Tanaro, abitanti 1.446, invitata alla festa del Paese dal mio amico medico condotto Paolo Frola. Una festa che dura più di una settimana, ogni sera qualcosa.
Piazza chiusa tipo la nostra Caretto, tavoli sparsi per la cena. Almeno un migliaio di persone.
Un palco lungo quanto un lato intero, contro un palazzo, sopra il quale c'era un gruppo di ragazzi intenti a smontare canzoni famose, miniaturizzandole in 30 secondi cantati, con sottofondo di tunz-tunz. 
Non un capolavoro, anzi. Ma una cosa nuova, fresca, curiosa.
E chi ha portato uno simile show? Ho chiesto.
Risposta: "C'è una nuova Pro Loco, hanno tutti 25 anni. E' il loro debutto".
Il mio cuore è corso a Crescentino. Alla nostra estate di cui si parla così male dovunque.
Dove l'unica occasione di incontrare umani è andare ai rosari dei morti.
Dove se non ci fosse Il Portico con i suoi tavoli ad animare il Centro, sarebbe direttamente il cimitero.
Ma vi pare possibile?
Perché Crescentino non può avere una Pro Loco, che cosa spaventa l'Amministrazione, che cosa impedisce di mettere insieme persone, coagulare giovani finalmente, mescolare generazioni, uomini donne vecchi bambini?
Perché dobbiamo fare questa fine, che cosa abbiamo fatto di male (oltre a perdere le elezioni, naturalmente?)