venerdì 4 ottobre 2019

Roberto, l'uomo che non poteva vivere solo

Direte voi che io nel dolore ci sguazzo, perché ancora non ho imparato bene a convivere con il mio.
Ma il proprio dolore aiuta a capire quello altrui, e da tempo ormai vedevo l'amico di tutti Roberto Nervo - un crescentinese doc, un uomo che è un po' la nostra storia e del quale ognuno qui ha un aneddoto da raccontare - troppo solo e nobilmente triste, come quelli che non vogliono dare troppo a vedere. 
Già era stata una botta tremenda la morte prematurissima del figlio    Silvio, ma finché c'è stata Candida, la moglie - un'altra della quale ognuno di noi ha un aneddoto da  raccontare - la vita era sopportabile.
Da molto, per Roberto, s'intuiva che vivere solo era difficilissimo. Ma lo faceva con grande dignità, frequentava il bar, istituzione meritoria nella vita dei paesi, scambiava qualche parola e partecipava alle discussioni che tengono svegli. Finché si può, finché l'anima resiste. Ora la sua anima si è stancata, ha preferito andare dalla Candida. Come non capirlo. 
Ciao Roberto, salutacela tanto. Ci mancherà la tua presenza, anche silenziosa. Ti vogliamo bene tutti, a Crescentino.