giovedì 29 agosto 2019

Piccoli eroismi, dalla Angela del Barin alle zanzare dell'Alessandrino

Prima vi dico una cosa romantica.
Questa mattina ho avuto un afflato di tenerezza, andando a prendere il caffè al Gianduja, perché c'era la Angela (per sempre "del Barin" anche se ora è altrove) con  in mano una ghirlanda di fiori bianchi e verdi, e la porgeva a Walter che su una scala stava incorniciando tutte le vetrine e le porte del bar alla vigilia della Festa del Prajet. 

Queste piccole iniziative amorose (ma la Angela, pur con il suo bel caratterino, è una che da sempre ama decorare il proprio locale) sono un balsamo nello spettro totale dei Portici che non ne vogliono sapere di rinascere, anche se magari ora ci stanno pensando e a breve ci sarà la riapertura del Gran Bar. Voler ingentilire, voler far dimenticare le brutture, voler fare qualcosa di bello per il nostro Paese straordinariamente ripulito come non mai.
Una cosa davvero romantica, che speriamo sia premiata dal futuro. Piccoli segni, che contano molto. Brava Angelina.

Ma l'eroismo più impegnativo ha luogo nell'Alessandrino, dove alcuni sindaci e cittadini, ho letto stamattina su Repubblica, hanno acconsentito a un esperimento che consiste nel sedersi nelle ore più disperate delle zanzare, dalle 19 alle 20, vicino al campo sportivo di Alluvioni Piovera ai bordi della Lomellina, e senza alcun repellente farsi da esse pungere: anzi ,lasciarle "atterrare" sulla pelle e certo ammazzarle prima che pungano, se si riesce, però contandole. Un signore ha contato 84 punture, per dire.

Una parte sola della pelle è coperta da una fascetta, per contare la  differenza che fa. Alcuni invece sono intabarrati in tute di una stoffa speciale, una tela con inserite nano particelle studiata per un progetto della Italian Mosquito Control Association, nata per questo fine, che si ispira al repellente a base di curcuma ed eucalipto usato nelle fibre delle divise dei soldati americani: tiene lontani gli insetti e protegge la pelle.
Mah. 
E la faccia, che ne facciamo della faccia?
Vabbé
Negli anni in cui sono stata sindaco abbiamo sempre (direi sempre, direi con il condizionale) partecipato con altri paesi al progetto dell'Università di Reggio Emilia che individuava i posti dove le zanzare depongono le uova, e le neutralizzava con certi enzimi. Negli anni Novanta l'abbiamo fatto con più determinazione, e qualche risultato a me sembrava che si ottenesse. Costava caro, ma valeva la pena.
Il problema era che appena scappavo dopo il mandato, arrivava Greppi chiudeva il progetto e tornava a usare gli antizanzare  tradizionali, chimici, rendendo inutile tutto il lavoro precedente. Sono tecniche che richiedono tempo, ma quella nostra mi sembrava più utile di questa in atto nell'Alessandrino. 
In fin dei conti delle zanzare si occupano solo quelli che ci vivono dentro, e mai nessuno darà il Nobel a uno che ha inventato qualcosa per eliminarle. Per quello è difficile debellarle, no?