giovedì 31 dicembre 2020

Buon Anno (senza strafare)

Filastrocca di Capodanno:
fammi gli auguri per tutto l’anno:

voglio un gennaio col sole d’aprile,
un luglio fresco, un marzo gentile;

voglio un giorno senza sera,
voglio un mare senza bufera;

voglio un pane sempre fresco,
sul cipresso il fiore del pesco;

che siano amici il gatto e il cane,
che diano latte le fontane.

Se voglio troppo, non darmi niente,
dammi una faccia allegra solamente.


(filastrocca di Gianni Rodari, la cui morale contemporanea sarebbe che non bisogna pretendere troppo dal 2021 in arrivo, visto ciò che ci sta ancora toccando)

mercoledì 30 dicembre 2020

La Spoon River di Crescentino

 Fra il 1914 e il 1915 il poeta statunitense Edgar Lee Master pubblicò sul Mirror di Saint Louis, Missouri, poesie che avrebbero formato l'Antologia di Spoon River, un paesino immaginario. Il successo fu straordinario. Masters immaginava l'epitaffio dei morti di Spoon River, che raccontavano la loro vita prendendosi tutte le libertà di chi, ormai nell'aldilà, non aveva più niente da nascondere. La prima edizione in italiano fu a cura di Fernanda Pivano, nel 1943, dopo una lunga lotta contro il regime che non amava la cultura anglosassone per ovvi motivi.

Non è che voglio riempirvi le tasche di Spoon River, ma questa antologia mi è venuta in mente questa settimana, passando davanti alla Parrocchia e vedendo 5 manifesti 5 che annunciavano la morte di altrettanti nostri concittadini.

E poiché noi che abbiamo compiuto 18 anni parecchie volte ci conosciamo tutti, almeno di vista, o magari per ricordi di infanzia, ho sentito dentro un gelo, pensando a una comunità che perde la sua memoria di questi decenni e dell'altro secolo, con queste persone che se ne vanno via.

Beppe Cipolla, che la memoria coltivava e diffondeva nei suoi libri, che vedevo spesso con il cappello da alpino come mio papà, mi ha stretto il cuore. Si è portato via con sé i miei ricordi di bambina, di quando andavo sempre con mio papà nella cartoleria di famiglia in via Roma, di fronte alla Corona Grossa, e dietro il banco c'era suo padre (un signore distinto, con gli occhiali d'oro) lo stesso Beppe e sua sorella Graziella, che adoravo e non ho mai più visto. Ricordo persino quando dietro il banco si aggiunse sua moglie. 

Parlava poco, Beppe, almeno con me negli anni più recenti, non so se fosse per diffidenza verso una sinistrorsa un po' sui generis. Lui era un democristiano doc. Ognuno con la sua testa, ma quando lo vedevo mi rallegravo perché pensavo alla mia infanzia. Mi ricordo che gli sorridevo sempre. In fondo, riportiamo tutto a noi.

L'Emilio Dappiano faceva l'Avviamento quando io ero alle Medie, me lo ricordo timido e buono. Poi la sua immagine è diventata una cosa sola con il suo tamburo, mi piaceva seguirlo singolarmente quando la Banda intonava l'Inno Nazionale e lui lì era perfetto, c'è un passaggio difficile ma non sbagliava mai un colpo. Il suo strumento è importante nell'Inno. Capitava che ci scambiassimo amarezze, lui responsabile della Banda e io Sindaca, ed erano più o meno dello stesso tipo e alla fine sorridevamo anche. 

Invece il Beppe Moretto, cugino dell'Emilio, è stato la prima persona con la pelle scura che ho visto da bambina. Vivace, gli occhi brillanti, ossuto e pieno di riccioli. Arrivò con la sua famiglia, il fratello che già non c'è più, la bellissima sorella Carla della quale diventai amica. Aveva questa mamma d'ebano, con un portamento che a me pareva regale. Mi raccontavano che suo padre era andato in Etiopia (spero di non sbagliarmi) per lavoro e lì aveva conosciuto questa signora e avevano messo su famiglia. Negli ultimi anni era venuto a trovarmi in Municipio per una cosa che lo faceva arrabbiare, e mi fece impressione vederlo privo di energie, non stava neanche bene e si lamentava. 

Ecco si potrebbero scrivere chissà quanti epitaffi come per Spoon River, dei nostri concittadini che se ne sono andati in un anno in cui ci sono stati morti a bizzeffe. Ma per me, per esempio loro tre, sono più significativi di Maradona. Perché hanno fatto parte della mia vita, e li penso spesso. 


giovedì 24 dicembre 2020

Buon Natale a Crescentino (il Natale più strano dai tempi dei tempi)

 


ALLA VIGILIA DI NATALE 

Oggi siamo seduti, alla vigiliaBertolt Brecht
di Natale, noi, gente misera,
in una gelida stanzetta,
il vento corre fuori, il vento entra.
Vieni, buon Signore Gesù, da noi, volgi lo sguardo:
perché tu ci sei davvero necessario.


Bertolt Brecht

(1898-1956)

domenica 20 dicembre 2020

Noi, il virus, il Natale

 Sembra una vendetta divina che Boris Johnson, il leader di Gran Bretagna che un tempo si faceva beffe del virus e poi finì malato, sia anche stato costretto ad autodenunciare una variante del Covid, una mutazione in un'altra versione più veloce, velocissima cioè ad infettare la gente, prima di chiudere a chiave il suo ex Impero. 

I contatti aerei e i treni dall'Inghilterra con il resto d'Europa sono stati interrotti nella giornata di domenica 20, ma ormai "la bestia nuova" gira già per Danimarca e Olanda, e nel tg7 della sera ho sentito che al Celio di Roma era arrivata una coppia già affetta da questo nuovo Covid di Natale (un bel regalino, eh): ma immunologi hanno poco dopo spiegato che il vaccino in arrivo sarà utile anche per quest'ultimo (mal)venuto. 

In questo frangente nel quale non si vede ancora una nuova alba, penso spesso ai negazionisti. A quel cretinetti del deputato tedesco Thomas Seitz del partito nazionalista AfD che si è presentato in Parlamento per beffa con una mascherina arancione a rete, ed è stato poi ricoverato puntualmente per Covid. 

Penso a quei partiti di destra (non sono tutti) che hanno fatto opposizione con  discorsi assurdi, pronunciati da persone non responsabili, mostrando un senso della collettività pari a zero, in una situazione come questa quando arrivavano e arrivano i DPCM (spesso confusi) per cercare di abbassare il tasso di infettività e mortalità che continua ad ammorbare l'Italia. 

Penso a quell'industriale di Recanati, Guzzini, un altro genio, che lamentandosi della produttività scarsa ha invitato ad andare avanti come se niente fosse dicendo: "E se c'è qualche morto in più, pazienza".

In ogni angolo di città e anche nel nostro paesello c'è sempre qualcuno che fa il suo piccolo comizio di analogo tenore, come se fosse dotato di superpoteri e avesse in tasca la sicurezza che le cose vanno male perché non si fa come dice lui. Ne ho visti tanti sclerale, spero si ripiglino. 

Siamo un Paese disperato, senza soldi e fra i primi in Europa per morti di Covid e infettati, e c'è chi fa lo splendido. Sono esempi tristi, malinconici, di intelligenza annebbiata, di gente che non ricorda la storia, e preferisce urlare alla Luna.

Se ne incontrate qualcuno, intanto mantenete la distanza. E lasciateli parlare, non hanno i nervi saldi, non riescono a far fronte alle circostanze. 

Intanto il nostro Paesello ha perso tanti suoi abitanti, incappati nelle maglie della Bestiaccia. Un pensiero affettuoso va a Emilio Dappiano,  già dirigente della nostra Banda, che dolore che se ne sia andato, lui con quel sorriso timido e bonario.

Eppure qui mi sembra il posto più sicuro del mondo. State attenti, ragazzi miei, ragazze mie di tutte le età. Siamo quattro gatti in giro accidenti, come si fa??

Arriverà, questo benedetto vaccino. E quando tutto questo finirà, tanti di costoro, i negazionisti, i furbacchioni, gli urlanti, saranno in prima fila a spiegare che loro avevano capito tutto fin dagli inizi, ma non erano stati creduti (o più spesso, erano stati mal interpretati). 



domenica 6 dicembre 2020

Dal letame nascono i fior

 


Ho fatto i conti e ho visto che sono 25 anni (dal 1995) che sono preoccupata per il commercio del nostro Paesello. In quell'anno, primo del mio primo mandato, con Enzio Pistochini e altri commercianti mettemmo in piedi il concetto di "Centro commerciale naturale", che vedo si sta propagando nuovamente. Aspettavamo un finanziamento dalla Regione, che era di destra, e l'assessore (forse Picchetto, biellese) mi ricevette ascoltò disse "vedrò" e buonanotte al secchio. La destra fa sempre così, la sinistra no  va detto per onestà nei confronti dei fatti.

25 anni fa eravamo già preoccupati dei Centri Commerciali, che come si vede sono arrivati in massa e hanno affossato il piccolo e grande commercio nei villaggi e nelle metropoli.

Ma questo filmato che vedete qui sopra, uscito da pochi giorni, per aiutare i nostri negozi rimasti aperti, che soffrono per l'impatto Covid, mi ha colpita piacevolmente e mi ha fatto ricordare il verso "dal letame nascono i fior" di De André, nella canzone "Via del Campo".

Da una situazione orribile come quella che stiamo attraversando, è nata infatti la volontà dei commercianti di Crescentino di cercare di prendere in mano il proprio destino, e questo video colleziona i loro visi simpatici e/o timidi, con la solita occhiata perplessa della Angela del Gianduia che anche sotto la mascherina non si smentisce e mi ha fatta sorridere, con Luciano di Pistochini con le mani in tasca nel suo negozio accanto a Patrizia, con Moreno e la moglie, insomma non posso mica citarli tutti, però tutti questi nostri volti crescentinesi collezionati nel video (del quale sia chiaro non so nulla e chiedo scusa alla Compagnia delle Botteghe che ha messo su l'iniziativa) mostrano una volontà di uscire dal "papettismo" e provare a darsi da fare per tirare su almeno la stagione natalizia, e imparare a collaborare com'è avvenuto per il video.
Coraggio ragazze e ragazzi, noi tutti siamo qui e vi verremo a trovare, sotto le vostre mascherine tornerà il sorriso anche alla Angela, è una lezione che tutti quanti dobbiamo imparare. L'unione ha sempre fatto la forza. 
Unica obiezione al video: ci voleva una canzone italiana eddai.