mercoledì 19 giugno 2019

Il teatro Mimmo Càndito




Una settimana fa il neo Sindaco Vittorio Ferrero annunciava che il teatrino civico all'interno del Comune sarà intitolato a Mimmo Càndito.
Me lo aveva detto in campagna elettorale, confesso di aver pensato che era sì una bellissima idea, ma che non si sarebbe realizzata.
Ero seduta in sala davanti al Consiglio, quella sera, non mi sono neanche alzata né ho applaudito (grazie a chi l'ha fatto) perché in preda ad un'emozione fortissima.
Che strano destino. Combattere come una pazza per mandare avanti quel progetto, trovare per fortuna il sì dell'Ingegner Ravarino, autore del progetto, che conosce bene la storia, e si ricorda come me bene di ciò che c'era e che è stato trafugato da quella che era  una soffitta polverosa e anche pericolosa; uno che ama fortissimamente la sua città come noi ma altrettanto ama le regole e la regolarità di quello che fa e dunque non è per questo troppo simpatico ad alcuni. 
Il teatro finito in tempo prima delle elezioni 2014, inaugurato con un concerto per il 25 aprile (si è cantata Bella Ciao, quella stessa che ha fatto rivoltare le budella  a qualcuno/qualcuna miei vicini di tavolo alla cena di San Crescentino, e che è appena stata incisa a modo suo perfino da Madonna). 
Il teatro poi miracolosamente riutilizzato durante il mandato Greppi (pensavo facesse la fine della ex Chiesa della Resurrezione con Don Edoardo, confesso)
Quello stesso teatro, ora dedicato alla persona più importante della mia vita. 
Che destino. Tanto dolore, una grande gioia.
Grazie al Sindaco e alla Giunta,  grazie a coloro che sono felici dell'iniziativa. E scusate se stasera ho fatto la moglie, con questo post.

lunedì 3 giugno 2019

Amare Crescentino (e dimostrarlo)

E' inutile, posso andare fino a Timbuktu (città del Mali adesso non proprio sicura, come ci spiegherebbe Mimmo, è tanto per dire eh) ma quando torno qui, a casa, ci sono dei momenti nei quali mi sento in pace con me stessa (e di questi tempi non è facile). 

Quanto mi è piaciuta la cena in mezzo ai portici, che bello vedere gli amici di Crevalcore cucinare il loro immenso gnocco fritto, e l'eleganza di quella fila di tavoli che arrivava fino a piazza Caretto; con la complicità dell'imbrunire non si vedevano nemmeno le scritte "vendesi" e quelle pile tutte maltrattate del Luigi del Barin, che mi ha sempre giurato che non ci metterà mai mano (non solo le sue, in verità). 

Abbiamo cominciato questa avventura della megatavolata proprio con Vittorio Ferrero e la Cri, che 7 anni fa era andata a dare una mano dopo il terremoto. Da allora, non ci siamo più lasciati, con i ragazzi di Crevalcore. 

E che bello vedere tutti gli amici, anche d'infanzia, pazienza interrotti da qualche non-amico. Ho provato una grande tenerezza a star seduta lì e abbiamo perfino cercato di cantare, ma senza Ettore come si fa, è davvero difficile, mannaggia. E poi erano tutti maledettamente timidi, non si sono rilassati. Pazienza, siamo fatti così. La Croce Rossa ha lavorato come sempre come una matta, intorno a quei tavoli; Vittorio avrà perso 10 chili, in questi mesi.

Hanno ragione coloro che sul blog del Mauro si lamentano di non aver visto nessuno dell'Opposizione fresca fresca, nel giorno di San Crescentino. Non è elegante. Non l'ha ordinato il medico che si vincano le elezioni. E ben ha fatto il neo sindaco a ringraziare chi aveva preparato la festa. Odiarsi è veramente una cosa pessima, da noi è sempre stato lo sport preferito, specie quando di mezzo c'ero io. Ho visto gente dare il peggio di sé. Ne abbiamo già uno in Italia che va in giro a seminare odio. Basta, e avanza.