mercoledì 18 novembre 2015

Ciao Madur, già due anni...

Ciao Enzo, come stai? Ti ho pensato molto in questi giorni, avevo timore che fra tutti i terrorismi in piedi, gli impegni di lavoro e casini vari, mi sarei dimenticata di salutarti proprio oggi 18 novembre, che sono due anni che te ne sei andato a riposarti dalle fatiche terrene e da tutte le fatiche che facevi tu, quotidianamente, anche se le coloravi sempre dei tuoi occhiali e dei tuoi vestiti e sembravano per questo più leggere.
Noi qui abbastanza, grazie. Mimmo s'è beccato un altro cancro all'altro polmone, ma lo hanno curato e nuovamente salvato, speriamo che duri anche stavolta. Credo abbia parlato di te nel libro che sta scrivendo e che esce a gennaio. Silvano si è appena fatto operare a un'anca, e insomma cose da vecchietti come ormai cominciamo ad essere, non da oggi diciamola tutta. 
Crescentino è un po' spentina e un po' grigia, se fossi ancora qui non ti piacerebbe. La Pro Loco non l'hanno rimessa in piedi,  il PalaMadur è tornato al Comune. Beghe politiche non ce n'è, perché è come scomparsa la politica, dopo quel gran casino del 2014 che per fortuna tua ti sei perso. 
Adesso poi comincia la brutta stagione quella vera, e in giro si vedranno quasi dei fantasmi - noi - persi nella nebbia. Tutto è un po' fantasmatico (si dirà?): un posto dove non succede niente è pur sempre da fantasmi, anche se intorno nel mondo, anzi in Europa, in questo momento c'è l'inferno. E qui tutti sempre più chiusi, sempre più sulle loro, ingrugniti, pronti ad attaccare il primo che decida di far qualcosa per far uscire la gente di casa. 
La tua assenza si sente, eccome. Almeno io la sento molto, e non credo di essere la sola. Ti voglio bene come sempre, e non credo di essere l'unica. Ti mando un bacione e stai con noi da lì, tu che non hai la nebbia. 
Marinella (& friends)

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