A riportare un poco di ottimismo nel nostro Paesello messo sottosopra dalla vicenda dell'Anagrafe, venerdì e sabato due accadimenti che hanno al centro la stessa persona, Mimmo Cándito, che ho avuto la fortuna di avere come marito. Un uomo forte, una fonte inesauribile di cultura, ma ciò che lo faceva apprezzare da tutti era la gentilezza, l'educazione, anche la bontà e la generosità che manifestava nelle situazioni con le quali veniva a contatto durante la sua vita avventurosa. Esprimo concetti che sono di dominio pubblico, e l'attuale sindaco di Crescentino, con la sua Giunta, per tutte queste sue caratteristiche gli ha intitolato il teatrino all'interno del Comune, riportato di recente in vita.
Di quest'uomo non si perde la memoria. Sabato pomeriggio alle 16, all'ex Chiesa della Resurrezione di via Bena, sarà inaugurata la mostra delle fotografie che egli scattava sui fronti più caldi del mondo. S'intitola "Con la guerra negli occhi" e sta girando per ora poco, per via dell'inesorabile pandemia che ci perseguita.
L'ha ideata e realizzata un preside dell'Alessandrino, Maurizio Carandini, che poi ha anche scritto un libro, "Mimmo Cándito - La storia di un super eroe", destinato ai bambini delle ultime classi delle elementari e delle medie. Un librino affettuoso che racconta la storia di una bambina di Tripoli salvata da Mimmo. Il prof. Carandini sarà venerdì sera 16 ottobre al teatro Angelini alle 21 a parlar del suo libro. Per ora non si capisce con chi dialogherà, perché il manifesto appeso in giro non lo dice: e questo è alquanto strano.
In città si parla molto di questo vuoto che persiste, la mancanza di un interlocutore per lo scrittore, e si fanno le ipotesi più fantasiose: ricompare per esempio un diavoletto, anche in questo regno del bene che è appannaggio di Mimmo, che avrebbe intenzionalmente evitato di scrivere un nome che non gli è, nei secoli, simpatico. Come cantava il poeta, lo scopriremo solo vivendo.