mercoledì 6 luglio 2022

Se n'è andato anche Franco Checco

 Santo Cielo, che destino. Anche Franco Checco, celebre "Francone" di San Silvestro, se n'è andato, due giorni dopo Anna Andreotti.

Era pure lui ricoverato all'ospedale di Chivasso, mi dicono che aveva da lì telefonato a un vecchio e caro amico, per salutarlo e dirgli che quella era l'ultima volta che si sarebbero sentiti. Aveva ragione.

Da tempo non stava bene, da San Silvestro era approdato all'Infermeria Santo Spirito dove finalmente qualcuno si prendeva cura di lui. Ero andata una domenica a cercarlo per salutarlo, gli avevo portato le fragole, ma per via del Covid non mi avevano fatto entrare e ci eravamo salutati per telefono. La mia ultima volta. 

Povero Franco. La solitudine è stata a lungo il suo grande male. Scendeva da San Silvestro in bici perché non aveva più la macchina, si fermava a chiacchierare ma era sempre triste e immusonito. Non che non ne avesse ragione.

L'avevo conosciuto alle Scuole Medie. Aveva un anno più di me ma era poi finito nella mia classe. Era già così come ce lo ricordiamo, un fisico importante che portava con impaccio e un'aggressività che nascondeva la timidezza. Ma era la persona più mite del mondo. 

Un abbraccio a lui. Ciao Franco, e non litigare con la Anna anche nell'Aldilà.

domenica 3 luglio 2022

Addio a Anna Andreotti

 




Anna Andreotti se n'è andata nel pomeriggio della domenica 3 luglio, all'ospedale di Chivasso dov'era ricoverata da parecchi giorni. Era caduta in casa un paio di settimane fa, si era rotta l'omero, l'avevano portata al Pronto Soccorso dove mi dicono sia rimasta parecchi giorni, finché l'hanno trasferita in rianimazione priva di conoscenza.

Ma oramai non è più questo che conta.  Ad Anna ero molto affezionata.  Aveva 74 anni appena compiuti il 22 maggio, e una vita non più confortevole perché turbata da tanti malanni ai quali forse aveva dato troppo retta, che la chiudevano in casa. 

Dall'adolescenza faceva parte di quel pugno di amiche di tutti i tipi e provenienze che ho avuto il privilegio di avere, grazie al fatto che vivevo in un bar. Gente che va, gente che viene come al Grand Hotel del famoso film. 

Magari ci perdevamo di vista, ma poi ricordo che durante l'Università, dopo che i miei mi avevano comprato l'auto, con altre amiche uscivamo talvolta insieme a ballare (ma chi ballava, ce ne stavamo a chiacchierare), a Cigliano o allo Sporting di Santhià con quel mattacchione di Altafini, con il Beppe Priotti, il Franco Checco, tanti altri, e lì ritrovavo quelle radici di paese che stavo ben attenta a non abbandonare, perché le ho sempre considerate una ricchezza.

Per tanti anni è venuta con me al mare, era simpatica a tutti per la sua semplicità e per il suo essere così diretta nei suoi pensieri.

Veniva da San Silvestro, dove i suoi erano sacrestani della Parrocchia, con Don Federico. Qualcuno si ricorda di Don Federico? Era molto simpatico.

Anna, che ha lavorato tutta la vita alle Poste, era la sorella minore del Giovanni Bidello come lo chiamavamo: dopo l'ictus lo ospitò a casa sua, facendosene carico con grande generosità. Poi anche per lei è cominciata una lunga vita di solitudine, che ha affrontato in modo battagliero finché i malanni glielo hanno consentito.

Abbiamo passato insieme, qui e al mare, tante ore liete in tempi lontanissimi. Mi piace ricordarla come in questa foto degli anni Novanta, con Ester altra cara amica, durante una qualche occasione conviviale.  

Ciao Anna, sei un pezzo della mia vita che non scorderò.



giovedì 21 aprile 2022

Scusate il ritardo e leggete cosa fanno gli americani alle zanzare

 Un caro saluto a tutti

Ci ho messo così tanto a tornare che quasi mi sono persa nel web

Ma bando alle ciance, leggete sulla newsletter del Corriere della Sera qui sotto cosa stanno facendo gli americani della Florida per liberarsi di zanzare che trasmettono malattie pericolosissime. Noi siamo un po' più fortunati.

C'è un finale che protesta contro un simile metodo.

*********************************************************

I primi successi dell’esperimento americano per sterminare le zanzare
editorialista
di ELENA TEBANO

Il primo studio americano all’aperto con insetti geneticamente modificati per ridurre la popolazione di zanzare che trasmettono virus pericolosi per gli esseri umani ha dato risultato incoraggianti, secondo la società di biotecnologia che gestisce l’esperimento. I dati non sono stati ancora pubblicati ufficialmente né sottoposti a revisione tra pari. Ne scrive Nature, spiegando che prima di una valutazione definitiva sono necessarie altre ricerche. L’esperimento è iniziato un anno fa nelle Florida Keys, una catena di isole tropicali vicina alla punta meridionale della Florida dove nel 2020 c’è stato un focolaio di febbre dengue trasmesso localmente proprio dalle zanzare.

Nello studio l’azienda di biotecnologie Oxitec ha collocato scatole contenenti uova di zanzara Aedes aegypti geneticamente modificate in sei luoghi delle Keys che hanno rilasciato circa 12.000 maschi «ingegnerizzati» ogni settimana per 12 settimane e le hanno circondate con trappole in un raggio di più di 400 metri per raccogliere nuove uova e insetti. I maschi ingegnerizzati di Oxitec non pungono, a differenza della popolazione femminile selvatica, che punge e trasmette malattie come chikungunya, dengue, Zika e febbre gialla. «I maschi geneticamente modificati portano un gene che passa alla loro prole e uccide la progenie femminile nelle prime fasi larvali. La prole maschile non morirà, ma diventerà invece portatrice del gene e lo passerà alle generazioni future. Man mano che più femmine muoiono, la popolazione di Aedes aegypti dovrebbe diminuire» spiega Nature. «I ricercatori della Oxitec hanno raccolto più di 22.000 uova dalle trappole e le hanno portate nel loro laboratorio per farle schiudere sotto osservazione. L’azienda ha riferito che tutte le femmine che hanno ereditato il gene letale sono morte prima di raggiungere l’età adulta. (I ricercatori possono determinarlo perché le zanzare che portano il gene letale diventano fluorescenti sotto una certa luce). Inoltre, il team ha scoperto che il gene letale persisteva nella popolazione selvatica per due o tre mesi, o circa tre generazioni di prole di zanzara, e poi scompariva. Nessuna zanzara portatrice del gene letale è stata trovata oltre i 400 metri dai punti di rilascio, anche dopo diverse generazioni».

Esperimenti di questo tipo servono a capire se è possibile eliminare le zanzare che trasmettono malattie pericolose per gli esseri umani senza ricorrere ai pesticidi (a cui questi insetti diventano resistenti col tempo). Sono ancora molto lontani da un’effettiva applicazione pratica, ma teoricamente permetterebbero di eradicare quello che è considerato il predatore più letale per gli esseri umani. È un obiettivo già perseguito in passato — con bonifiche e chimica — ma che di fronte alla sua possibile attuazione tramite l’ingegneria genetica pone importanti interrogativi etici, a cui Corriere Salute ha dedicato approfondimenti, riflessioni e incontri: a cominciare da quanto sia giusto sterminare volontariamente un‘intera specie alterando la catena alimentare di altri animali. 

sabato 1 gennaio 2022

Buon anno!

Ti auguro tempo 

Non ti auguro un dono qualsiasi,

ti auguro soltanto quello che i più non hanno.
Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;
se lo impiegherai bene potrai ricavarne qualcosa.
Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare,
non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.
Ti auguro tempo, non per affrettarti a correre,
ma tempo per essere contento.
Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,
ti auguro tempo perché te ne resti:
tempo per stupirti e tempo per fidarti e non soltanto per guadarlo sull’orologio.
Ti auguro tempo per guardare le stelle
e tempo per crescere, per maturare.
Ti auguro tempo per sperare nuovamente e per amare.
Non ha più senso rimandare.

(Elli Michler, poetessa tedesca  scomparsa nel 2014)