martedì 26 gennaio 2021

Le due sindache leghiste che si fanno notare nel Vercellese

 Dopo Michela Rosetta, la sindaca (che si è dimessa dopo l'arresto) di San Germano, ancora ai domiciliari con l'accusa per aver distribuito pacchi alimentari "da sfigati" ai poveri e agli immigrati,  un'altra sindaca leghista è stata svegliata martedì mattina dai carabinieri: è Anna Maria Ranghino, di Olcenengo, al suo secondo mandato, che con l'assessore Menino è indagata (senza manette) per abuso d'ufficio e falso. L'accusa è di avere  nel 2018 approvato in giunta un piano esecutivo convenzionato prima che fosse pubblicato all'Albo Pretorio del Comune e che fosse scaduto il termine per le osservazioni. Il titolare dell'impresa che risulta avvantaggiato dall'operazione è casualmente il vicesindaco di Olcenengo, Luigino Pierin. Una vicenda delicata, resa più sensibile dal fatto che la Ranghino, leggo, è responsabile del servizio di Polizia Stradale della Provincia. 

Il settore dell'Urbanistica, del resto, è quello che in un Comune più ha bisogno di dipendenti e assessori con la schiena dritta: ci ho fatto una interessante esperienza nel mio primo mandato con personaggi di primo piano nella nostra città, e tante volte ho dovuto frequentare il Tribunale di Vercelli. C'è gente - che non ti aspetteresti mai - che agisce con grande disinvoltura, bisogna sempre stare con le orecchie dritte. 

Ma se questi sono reati molto sgradevoli sotto il profilo morale oltre che giudiziario, quelli dei quali è accusata l'altra sindaca leghista di San Germano, Michela Rosetta, gridano vendetta anche sotto il profilo umano, e sono il risvolto pratico e agghiacciante sulla terraferma dei comportamenti di Salvini con i migranti a bordo delle ONG. Con l'ex assessore Carrando, intercettati al telefono,  parlavano della distribuzione dei pacchi alimentari decidendo di penalizzare i poveri, per lo più musulmani, dando loro carne di maiale che notoriamente non fa parte della loro dieta, e acquistando invece con 9 mila euro di fondi Covid, mazzancolle e capesante (piatti sopraffini nei ristoranti di pesce) che finivano a chi non ne aveva diritto. E fosse solo quello.

L'iter giudiziario farà chiarezza. Prendo queste notizie da un reportage del Fatto Quotidiano, dov'è uscito un pezzo tagliente di Gad Lerner, che abitando a Odalengo Grande in Monferrato non proprio lontano da noi, si è fiondato fra le risaie a parlare con i poveretti. Che gli hanno raccontato: <Mi elencano una sequela quotidiana di atti ostili, a cominciare dai certificati di residenza negati... "Torna pure dal tuo negro che tanto io la residenza non te la do'" si è sentita rispondere dalla Rosetta>.

Ciò che mi stordisce è che una donna, per una ideologia di quel genere, si sbarazzi di ogni tipo di sensibilità umana, di istintiva disponibilità, tipica da sempre delle donne. Non è certo questa la parità che s'insegue. Santo Cielo.


 



martedì 19 gennaio 2021

Mimmo Cándito e le sue guerre d’indipendenza: ecco lo streaming del Circolo dei Lettori

Magari lo 0,01 per cento della popolazione crescentinese potrebbe essere interessata a seguire lo streaming del Circolo dei Lettori che vi posto qui con non poca fatica (sono poco tecnologica) dove si parla del premio "Mimmo Càndito - Giornalismo a Testa Alta" e dei due vincitori della prima edizione, che ascolterete: Simona Carnino e Marco Benedettelli. Gli altri due sono: il prof. Gian Giacomo Migone, che spiega un po' la storia e le caratteristiche di Mimmo. E' lui che ha inventato il premio (ex senatore, professore universitario, fondatore del mensile "L'indice dei libri" che Mimmo ha diretto per 17 anni); e da Roma il prof. Alessandro Triulzi, docente universitario e africanista, presidente della Giuria che ha scelto i vincitori. Una persona straordinaria, per me, e lo capirete subito.





 

lunedì 18 gennaio 2021

Il compleanno di un messaggio mai pubblicato

 


Non state a spezzarvi gli occhi cercando di leggere. Ve lo copio subito:
"E' proprio vero come dice Mosca da Novo che questo blog non lo caga più nessuno perché era una vera presa in giro messa su per il periodo elettorale etc etc...". Il resto non l'ho capito e ve lo risparmio.

Il firmatario era "Franco".  Il bello è che il messaggio era arrivato giusto un anno fa, il 17 gennaio 2020, quando ancora la nostra vita era normale e non sapevamo cosa fosse il Covid.
 
Si trattava evidentemente di un mio fan. Non lo avevo pubblicato ma neanche cancellato, mi sembra carino adesso far gli auguri di compleanno a queste poche righe rimaste lì per tanto tempo, e dire semplicemente a questo Franco che io non ho mai preso in giro nessuno né inteso farlo,  e ho tenuto il blog perché sono appassionata delle cose del mio Paesello e mi piace ogni tanto intervenire, anche se i blog non sono più di moda. Scriverò qui  finché mi verrà l'ispirazione per fare delle considerazioni che magari qualcuno riterrà utili o almeno interessanti. Vedo che le letture non mancano e mi fa piacere. 

Non so di cosa si parlasse in quel post, tantomeno so di cosa si parlasse da Mauro Novo. In fondo è normale che l'avvocato Mosca ancora nel 2020 facesse delle battute o scrivesse cattiverie su di me, quasi mi preoccuperei del contrario. Ognuno ha le sue fisse, e anche io ho le mie.
Ma il tempo passa, io ho sofferto abbastanza per dolori seri e anche (ma meno) per il mobbing che ho subito e che comunque non dimentico. 
Buona settimana





sabato 9 gennaio 2021

La cantina delle scorie nucleari? Il Piemonte è sempre il favorito (e Saluggia dimentica se stessa)

 Discorso doloroso, per le nostre parti. Alla vigilia dell'Epifania è stata pubblicata la mappa delle 67 aree sul territorio italiano potenzialmente adatte a ospitare il nuovo deposito dei rifiuti radioattivi italiani. 

Sappiamo tutti che circa il 90 per cento delle scorie nucleari italiane riposa sotto il cielo romantico di Saluggia; un altro poco a Trino, e quel che resta fra Ispra e non so dove. Dunque siamo i titolari delle scorie italiane, noi piemontesi, e non intendo fare del patriottismo alla rovescia ma dire soltanto che così è.

Ho perso giorni a leggere tutto quel che è uscito su questo argomento. Sarà colpa mia, avrò saltato qualcosa: ma di Saluggia e della sua primogenitura nella conservazione delle scorie (non certo un trofeo) non sono riuscita MAI a trovare nemmeno il nome.

Che significa? Che Saluggia non ha aperto bocca, mai. Mai si è lamentata, mai ha fatto una piccolissima protesta in piazza, metti 10 persone con un cartello, che i media avrebbero certo registrato. Dico i cittadini, dei quali uno importante per le tematiche ambientali, di lui ho letto di tutto, sarà distrazione mia ma mai delle scorie del suo paese.

Che significa, ancora? Significa che quando le rassegne web e stampa arrivano alla Sogin, i Boss leggono che dalle nostre parti è tutto tranquillo, son tutti contenti. E ne tengono conto.

Non per niente noi comuni intorno a Saluggia prendiamo i fondi di Scanzano a parziale risarcimento del pericolo sempre teorico ma sempre presente: mica si chiamano fondi Saluggia. Quelli incassano e stanno zitti.

Non a caso, fra le 67 aree individuate in Italia per il deposito, ben 12 ritenute le più idonee sono in Piemonte, alcune a pochi chilometri da Saluggia, come Mazzé, Rondissone e Caluso. Nell'idoneità ci sarà anche la predisposizione della popolazione a non disturbare i lavori della Sogin? Penso di sì.

Capito cara gente mia come vanno le cose?

Dell'unico piemontese di cui si parla, il mitico sindaco di Trino, Pane, se ne parla perché le scorie le vorrebbe tutte lui, e che je frega direbbero a Roma se c'è il Po a due centimetri.

L'ignoranza ci rende servi. Servi sciocchi e pronti al pericolo. Ne abbiamo visti tanti in tv, in questi giorni.