La domenica che sta per finire conclude le Giornate FAI (acronimo di Fondo Ambiente Italiano) che per qualche anno hanno allietato anche Crescentino. Quelle giornate nelle quali - come in tutta Italia - si andavano a lucidare e riscoprire i nostri tesori architettonici, che resistono a differenza di Palazzo Lanza (quello tremendo di fronte al Comune, che sarebbe bellissimo se solo i signori proprietari dopo 10 anni che gli si bacia la pantofola si decidessero a ridipingerlo; a proposito, ho visto che è caduta una persiana da Palazzo Jona, giusto per peggiorare il più bel palazzo di Crescentino: spero non sia caduta in testa a qualcuno, e tanto non lo sapremo mai).
Bene, queste giornate FAI sono durate per tutto il mio mandato, ogni anno con gran gioia e visitatori, ma non per merito mio ci mancherebbe, bensì per merito della Prof. Magda Balboni, che sedeva all'Opposizione (soprattutto di me) in Comune, ma non per questo si ostinava a sperare che il paesello andasse a scatafascio.
Donna dalle importanti frequentazioni, mia collega alle Medie di Cigliano dove entrambe insegnavamo in tempi gioviali e sorridenti, la prof. Balboni ci ha fatto godere dell'appartenenza al FAI finché si è ri-ri-aperta la gestione Greppi, e ciao Ninetta come si dice qui. Le storie le sapete tutti, voi che passate di qui, inutile ricordarle.
Altra expertise della quale ci siamo giovati, nel mio mandato e sempre senza alcun merito mio ma tutto suo di prof. Balboni , sono state varie stagioni di teatro all'Angelini, del circuito regionale, con pièce di spessore e attori di livello, tanto che mi ricordo lo stupore dell'Altafini una volta che si vide entrare al Vickingo niente meno che Paolo Villaggio che voleva mangiare un boccone .
Che magnifica esperienza pure quella, conclusa con il solito ri-ri-ri arrivo della gestione Greppi.
Due cose bellissime in città, proposte da una signora che stava all'opposizione. Altre tempre, altri tempi. Quanto mancano. La cultura ci manca, bella gente.
(P.S.: il Vickingo è un'altra nostalgia prorompente e inutile: anche quello era cultura, ma popolare)