domenica 16 maggio 2021

Nostalgia delle Giornate Fai e della prof.Balboni

 La domenica che sta per finire conclude le Giornate FAI (acronimo di Fondo Ambiente Italiano) che per qualche anno hanno allietato anche Crescentino. Quelle giornate nelle quali - come in tutta Italia - si andavano a lucidare e riscoprire i nostri tesori architettonici, che resistono a differenza di Palazzo Lanza (quello tremendo di fronte al Comune, che sarebbe bellissimo se solo i signori proprietari dopo 10 anni che gli si bacia la pantofola si decidessero a ridipingerlo; a proposito, ho visto che è caduta una persiana da Palazzo Jona, giusto per peggiorare il più bel palazzo di Crescentino: spero non sia caduta in testa a qualcuno, e tanto non lo sapremo mai).

Bene, queste giornate FAI sono durate per tutto il mio mandato, ogni anno con gran gioia e visitatori, ma non per merito mio ci mancherebbe, bensì per merito della Prof. Magda Balboni, che sedeva all'Opposizione (soprattutto di me) in Comune, ma non per questo si ostinava a sperare che il paesello andasse a scatafascio. 

Donna dalle importanti frequentazioni, mia collega alle Medie di Cigliano dove entrambe insegnavamo in tempi gioviali e sorridenti, la prof. Balboni ci ha fatto godere dell'appartenenza al FAI finché si è ri-ri-aperta la gestione Greppi, e ciao Ninetta come si dice qui. Le storie le sapete tutti, voi che passate di qui, inutile ricordarle.

Altra expertise della quale ci siamo giovati, nel mio mandato e sempre senza alcun merito mio ma tutto suo di prof. Balboni ,  sono state varie stagioni di teatro all'Angelini,  del circuito regionale, con pièce di spessore e attori di livello, tanto che mi ricordo lo stupore dell'Altafini una volta che si vide entrare al Vickingo niente meno che Paolo Villaggio che voleva mangiare un boccone .

Che magnifica esperienza pure quella, conclusa con il solito ri-ri-ri arrivo della gestione Greppi.

Due cose bellissime in città, proposte da una signora che stava all'opposizione. Altre tempre, altri tempi. Quanto mancano. La cultura ci manca, bella gente.



(P.S.: il Vickingo è un'altra nostalgia prorompente e inutile: anche quello era cultura, ma popolare)


sabato 8 maggio 2021

Roberto Rosso, che storia (e povera politica)

L'altra sera a Linea Notte su Raitre,  quando dalla redazione di Torino ho sentito che al processo per voto di scambio politico-mafioso, l'avvocato dell'imputato Roberto Rosso ha chiesto per il suo assistito la perizia psichiatrica, prima ho pensato "ma che linea difensiva è questa", però poi quando lo stesso Rosso ha dichiarato di avere un disturbo bipolare, un po' mi ha fatto pena.

Nel disturbo bipolare si alternano, appunto, stati d'animo contrapposti: positività o euforia, e subito dopo depressione e altri umori che possono persino portare al suicidio.

Può essere una linea di difesa e niente più. 

Mi sono ricordata che le poche volte che ho incontrato Rosso, a Roma all'aeroporto, o su un volo di linea, o forse anche a Torino, l'ho sempre trovato un po' sopra le righe, di quelli che debbono per forza fare i simpatici e i personaggi: conosco pochissimi politici, ma lui mi è sempre sembrato una persona "esagerata".

Anche tutti i salti della quaglia che ha fatto, all'improvviso, da un partito all'altro, riflettono secondo me un'attitudine poco concreta, come di qualcuno in preda a se stesso e alla ricerca di un risultato indipendentemente dal percorso che si compie, e non si capisce per quale risultato se non per rimanere a galla. 

E mi sono detta che un minimo di narcisismo c'è dentro tutti coloro che tentano l'avventura politica: me compresa, che però non ho mai ma mai pensato di saltare il fosso oltre l'incarico di sindaca,  e ho pagato per questo incarico (ben volentieri) prezzi professionali. Invece  Rosso ha fatto un percorso importante, a grandi livelli, è stato deputato di Forza Italia per varie legislature, è stato anche sottosegretario; un politico navigato che poi parte per la tangente e lascia la vicepresidenza della Regione con Cota  per una serie di rocamboleschi cambiamenti che lo fanno arrivare fino a questi tristi giorni. Incredibile. 

Ha confessato, al processo, che le campagne elettorali lo eccitavano molto:"erano una droga".

Va bene, linea difensiva. 

Ma cos'è la politica? "Sangue e merda" dicono alcuni.

Anche qui nel nostro piccolo, ho visto tanta gente in questi 10 anni di esperienza da sindaca, che durante il mandato si trasfigurava, cambiava carattere, aveva gli occhi fuori dalle orbite, perdeva il senso della realtà, diventava cattiva mentre "dopo" finiva per portare quietamente a spasso il cane.  Ho visto narcisi impenitenti lavorare ai fianchi personaggi deboli per ridurli ai propri fini, e guadagnarci un pugno di mosche. Una tristezza, una miseria umana. 

Insomma, sono in tanti a perdere di vista la realtà quando entrano nei meccanismi della politica, come se a muovere alcuni fosse una questione personale di vita o di morte, e non il fatto di cercare di dare una mano a migliorare la propria comunità, la regione o l'intero Paese. 

Mah.



martedì 4 maggio 2021

Commissione Edilizia, mamma li turchi

Ho avuto un sobbalzo leggendo sui giornali locali che l'Amministrazione Comunale di Crescentino ha deciso di ripristinare la famigerata Commissione Edilizia. Con grande fatica e molte parole eravamo riusciti ad eliminarla, e porre così fine a un rituale antico la cui tradizione sembrava non doversi estinguere mai.
Ma perché, perché? 
L'unico motivo plausibile può essere che l'ufficio è sguarnito, e non ce la fa a evadere le pratiche. Situazione che proviene dal retaggio di una mentalità precedente,  incapace di pensare al futuro, dalla logica del vivere giorno per giorno.
Ma anche così mi sembra una decisione molto audace.
Esserci, nella Commissione, per un professionista - un geometra un architetto un ingegnere - è certo un sovraccarico di lavoro, ma ripagato dalla conoscenza di quanto accade sotto il cielo della Città, e di poter influire nella costruzione di una decisione.
Il che, di per sé, potrebbe anche essere un vantaggio per la Città stessa, se gli spiriti fossero puri e votati solamente al bene collettivo.
Ma la natura umana è condizionabile.
In tanto tempo di presidenza della Commissione, ho ascoltato spesso fino a notte fonda contese sul filo di lana, tradizionalisti contro modernisti, modi diversissimi di intendere la visione di un progetto e la sua realizzazione. Lotte fra chi spaccava il capello in quattro e chi difendeva il senso logico delle cose.
Ricordo gli elenchi lunghi di progetti di (quasi tutti) coloro che erano all'interno della Commissione, e quelli corti di chi non c'era, in quella situazione privilegiata. Si crea questa logica. 
E' questo che si vuole?
Ma perché, perché?