sabato 3 marzo 2012

Luca Pedrale: Cara Marinella, Caro Mauro...


Cara Marinella,

Caro Mauro,

Al di là delle differenze politiche, abbiamo sempre avuto una reciproca stima.

La mia area politica ha vinto al Congresso provinciale del Popolo della Libertà perché abbiamo puntato sui giovani responsabili di partito e abbiamo voluto aprirci alla società civile e alle categorie economiche e del lavoro, che durante l’ultimo periodo di gestione del partito si erano allontanate da noi.

Vogliamo, poi, avere un rapporto forte con il territorio, con la Provincia che governiamo e con le amministrazioni comunali vercellesi.

Il riferimento ai sindaci di centrodestra del mio precedente comunicato era dovuto al semplice fatto che molti sindaci di centrodestra mi hanno sostenuto al congresso.

E’ ovvio che il sottoscritto, come ha sempre cercato di fare, aiuterà Crescentino, la sua amministrazione comunale e tutti i crescentinesi, indipendentemente dal loro colore politico.

Se in questi hanno ho preso tanti voti a Crescentino è forse perché mi sono comportato in questa maniera.

Cito un caso per tutti: la battaglia che ho fatto per il riconoscimento ai lavoratori Teksid di Crescentino della pensione anticipata per coloro che avevano lavorato in luoghi esposti all’amianto.

Posso dire di aver preso in questi anni il voto di diversi crescentinesi che, pur essendo di sinistra, alle elezioni regionali mi votavano.

Detto ciò, io continuerò ad impegnarmi per Crescentino indipendentemente dal fatto che il Comune sia retto dalla sinistra.

Chiedetemi, però, e qui mi rivolgo al sindaco, almeno un incontro per sapere quali sono i problemi più importanti che la Giunta comunale vuole affrontare per dare anche un ordine di priorità.

Se ci si parla, forse diventa più facile capirsi.

Io non prometto miracoli perché la Provincia di Vercelli, come il Comune di Crescentino, la Regione stessa e tutti gli altri enti locali hanno pochi soldi.

Sinceramente, però, vi saranno il mio interessamento e la mia sensibilizzazione verso la Provincia di Vercelli e la Regione Piemonte.

Fiducioso che la mia disponibilità non rimarrà inascoltata, esprimo i miei più cordiali saluti.


Luca Pedrale,

Presidente Gruppo consiliare Pdl

Regione Piemonte



Torino, 2 marzo 2012

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi inserisco qui per non disturbare il post in ricordo per Lucio..

Il testo oggi l'avrebbe scritto diversamente..

"La Fonderia a Crescentino?" in..
"Il digestato a Crescentino?"

Non so se sarebbe stato contento del cambio.
Amnt

MV ha detto...

Ma secondo lei AMNT dalla Svizzera alla Scandinavia sono tutti cretini?

Anonimo ha detto...

Sarà un cretino anche lui?
Carlo Petrini
Membro del Comitato promotore, il "Comitato 14 ottobre", l'assemblea costituente del Partito Democratico.

In Italia riusciamo sempre a trasformare belle opportunità in trappole per l’ambiente e i cittadini
CARLO PETRINI


Prima chiariamo cos’è un impianto a biogas.
Semplificando, è composto da due “digestori” dove si accumulano liquami, deiezioni animali e prodotti vegetali, i quali fermentano sviluppando un gas che alimenta un motore dal quale infine si producono energia e calore.

Rientra nel novero delle energie rinnovabili ed è buona cosa se serve a smaltire i liquami di una azienda agricola, un allevamento, se ci finiscono dentro sfalci o scarti vegetali, e se la sua produzione è misurata sulle esigenze dell’azienda stessa.

Ma in Italia riusciamo sempre a trasformare belle opportunità in trappole per l’ambiente e i cittadini.
Per incentivare le produzioni, lo Stato ha imposto di pagare l’energia elettrica prodotta da un impianto di questo tipo 28 centesimi al KW anziché i normali 7.
Quei soldi ovviamente sono poi caricati sulle nostre bollette, quindi cominciamo a constatare che alla fine siamo comunque noi cittadini a finanziare le energie rinnovabili.

Il minimo dunque sarebbe che fossero buone per tutti e non solo per chi fa l’investimento speculativo di un impianto.

Perché gli speculatori hanno subito fiutato l’affare biogas e impianti più grandi, che non servono solo al sistema di un’azienda agricola, sono nati come funghi in tutta Italia.
Però non sono sostenibili: gli effetti collaterali che sarebbero ben assorbiti in una dimensione aziendale piccola e diffusa, diventano molto pesanti per impianti al servizio di più aziende, situati lontano da queste e magari vicino ai centri abitati.
Oltretutto in impianti grandi spesso si finisce con l’utilizzare direttamente il cibo come materia da “digestare”, perché le pannocchie di mais li fanno rendere molto meglio di deiezioni e sfalci.

Quindi col tempo nella zona si arriva – e già succede in molte zone d’Italia- per coltivare cibo al solo scopo di fare energia.

Mi oppongo alla centrale biogas e lo faccio per tante ragioni, ma prima di tutto perché è immorale oltreché economicamente assurdo- specie in questo momento storico- usare prodotti agricoli che potrebbero alimentare animali e uomini per produrre energia.
In secondo luogo ho buoni motivi ecologici, come l’aumento delle polveri sottili dannose alla salute dei cittadini.
Polveri sottili prodotte sia direttamente dall’impianto, sia perché si stima un forte incremento del traffico pesante, tra la centrale e le aziende di allevamento “fornitrici” dei liquami.
Inoltre ci sono già tante testimonianze in Italia e all’estero che ci fanno dire che vivere vicino a questi impianti non è un’esperienza né piacevole né salutare.
Un impianto di dimensioni medio-grandi dunque toglie alla comunità decisamente più di quanto non restituisca ( un paio di posti di lavoro al massimo).

Rispetto il lavoro dei tecnici della Provincia, ma come si può prendere una qualsiasi decisione che influisce su tutta una comunità che è per intero contraria?
Mi spiace per gli interessi privati, ma se contrastano così palesemente con quelli pubblici, il problema non si dovrebbe neanche porre.

Si attende una perizia del Politecnico di Torino, che dovrebbe dimostrare scientificamente quanto la centrale sarebbe impattante, e speriamo sia sufficiente a bloccare tutto.
Ma in un mondo normale, ciò che dovrebbe bastare a non infliggere ulteriori ferite al nostro territorio e al nostro diritto al benessere, dovrebbe essere la volontà popolare.
Se l’interesse del singolo supera e pregiudica quello della collettività allora c’è un errore a cui bisogna rimediare.
E se in più i cittadini, con il buon senso dicono di no, vanno ascoltati e tutelati.

Carlo Petrini - La Repubblica - Sabato 3 marzo 2012 (estratto dell'articolo)
Amnt.

ps
Non si arrabbi, lei porta le sue opinioni e noi le nostre.

Anonimo ha detto...

i not tut non sono solo fuori da pd