Dalla notte più lunga dei suoi mille giorni, Matteo Renzi è uscito con le ossa rotte e con lui l'Italia, comunque la si pensi. La nettissima vittoria del NO, gran percentuale del quale espressa dai cittadini più giovani (il "sì" è stato appannaggio degli over 64, dicono i sondaggi) lascia intravvedere un deficit di comunicazione, un avvitarsi della politica su se stessa, una stanchezza per l'eccessiva esposizione del Premier, che ci trovavamo ogni giorno nel cappuccino come nel passato di verdura serale.
I pasticci della proposta che era da votare fanno il resto: anche alcune menti politiche come Prodi o Cacciari, quando si sono dichiarati per il "Sì", hanno fatto precedere l'annuncio della loro decisione con un lungo elenco di elementi imperfetti o assurdi all'interno dei nuovi articoli. Veramente, Cacciari se l'è cavata con un eloquente "E' una puttanata".
Non ho voglia di dire come ho votato, non è importante. E non vi stanco con altre parole, dopo tutte quelle che avete sentito ieri oggi e da sei mesi almeno.
Renzi ha sbagliato e ha dato le dimissioni, almeno in questo è stato unico nel genere italiano politico.
Però stasera ho sentito dire che rimarrà alla guida del PD, almeno fino a un congresso che decida altrimenti.
Quel che non gli potrò mai perdonare, questo lo voglio proprio dire, è di aver smembrato con il suo comportamento da premier e da segretario l'identità di un partito come il PD che, nel bene o nel male, era rimasto un baluardo di alcuni valori ai quali ancora si riferisce una parte dell'Italia. Almeno finché non è arrivato lui, che non ha saputo né voluto parlare alle fasce sociali delle quali la formazione era punto di riferimento; che ha litigato con tutti i sindacati possibili.
Lo spettacolo di questa parte politica divisa, l'insofferenza di Renzi per una storia che non è evidentemente mai stata sua né condivisa, mi è parso devastante. I conflitti, laceranti. Ma nemmeno è tutta colpa sua: gli hanno (colpevolmente) dato in mano questo partito, e lui ne ha fatto carne di porco, ha del tutto trascurato di cercar di confrontarsi sulle idee, preferendo cercare altrove alleanze che gli sembravano più utili per i suoi disegni. Legittimi, per carità: ma non è stato onesto con i suoi compagni di viaggio.
Stasera in tv Cacciari, il filosofo veneziano ex sindaco, diceva che -con queste premesse - per il PD come l'abbiamo conosciuto non c'è futuro. Ci sarà scissione, e nel divorzio a chi resterà la casa?
Temo di saperlo.
lunedì 5 dicembre 2016
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4 commenti:
Speriamo se ne resti in toscana
ho sempre sostenuto pur essendo un estimatore di Renzi, che doveva assolutamente trovare una maggiore colleggialità nel partito politico di cui era segretario, il difetto principale di Renzi era appunto nella mancanza di tatto verso chi avversava alcune sue decisioni. Che Renzi non sia di sinistra questo lo sanno anche i muri e che uno dei maggiori partiti politici di sinistra in Europa sia retto da uno che di sinistra non e' mai stato e' un problemino non da poco.
Mi sono sempre chiesto se lui non fosse stato piu' a suo agio in un partito piu' spostato al centro ....
mauro novo
Eh già Mauro! Un abbraccio, mentre ci sono
addio...o semplice arrivederci....
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