venerdì 26 febbraio 2010

L'addio di Masoero, commissario in Provincia e a Livorno

Da La Stampa del 26-2-2010

ROBERTA MARTINI
VERCELLI
Dice subito che è la sua conferenza stampa più difficile. E che, per la prima volta, leggerà. L’addio di Renzo Masoero alla Provincia, e anche al Comune di Livorno Ferraris, si consuma in una cartella dattiloscritta. Pochi minuti di monologo, ma ogni parola pensata a lungo. Alle 11 di ieri mattina, al tavolo più ufficiale della Provincia, in sala Baltaro, con accanto il solo direttore generale Gianfranco Chessa, Renzo Masoero annuncia le sue dimissioni. Irrevocabili. Le presenterà tra pochi giorni, dopo aver sistemato cose «tecniche e banali», come recuperare targhe, carte e fotografie dall’ufficio, restituire il telefonino. I dipendenti li ha già salutati ieri, prima di incontrare i giornalisti. «Già da due giorni mi sento dimesso - dice -. Comincia un nuovo capitolo della mia vita». Nei venti giorni che seguiranno le dimissioni, il periodo in cui in teoria il presidente potrebbe ritirarle, gli subentrerà il vice, Paolo Tiramani. Poi verrà nominato un commissario, così come al Comune di Livorno Ferraris. «Di certo, anche sotto il profilo personale, mi sento un ingenuo prima di tutto. Anche superficiale - continua Masoero, le mani in eterno movimento, ma la voce che non si incrina -. Ma certamente, in piena coscienza, non mi sento un delinquente. E della mia superficialità chiedo scusa a tutti e ai cittadini per primi. Ma resto a schiena dritta e a testa alta». A chi gli chiede conferme sulle voci di patteggiamento (ormai una certezza), Masoero risponde a metà: «Sul piano processuale, farò ulteriori valutazioni con i miei legali. Le ipotesi a questo punto sono due: si va a processo o si patteggia». E cerca di cancellare anche l’immagine di un clima politico avvelenato che ha accompagnato questi giorni: «Non credo a nessun complotto per farmi finire in questa situazione». Il presidente (e sindaco) dimissionario non tralascia uno scatto d’orgoglio: «Anche se l’uscita di scena in questo modo non è certo la cosa migliore, voglio rivendicare con grande forza la mia attività di questi anni... che credo tutti i cittadini possano vedere e giudicare». Un’attività, quella degli ultimi otto anni e mezzo, molto diversa da quella futura: «Ora mi occupo di me, della famiglia e una mia nuova attività, che potrà essere quella del dipendente pubblico o meno. Sono dipendente del Comune di Saluggia, dovremo vedere anche sotto l’aspetto giuridico che cosa succederà».

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