giovedì 21 gennaio 2016

La Gazzetta, La Sesia, La Periferia. La crisi è fatta di tanti particolari...

Quando vengo a casa, trovo sempre ad aspettarmi una pila di giornali locali. Me li faccio comprare tutti, sempre. I giornali sono una grande parte della mia vita, e anche se il mio rapporto con le pubblicazioni di qui durante i miei due mandati di sindaco è stato tumultuoso, con 2 su 3 testate querelate (una è in corso, l'altra vinta come ho spesso raccontato), penso di non perder mai di vista la loro posizione sul mercato, la linea, le risorse di cui dispongono.  E credo in modo oggettivo. 
Internet ha colpito duro sulla lettura quotidiana dei giornali, che già non è mai stata in Italia particolarmente brillante. Vedendo i tagli di spesa nelle grandi testate, a partire dal Corrierone della Sera e da La Stampa o Repubblica, immagino le sofferenze locali. Poi, esse si materializzano in vari modi. Ed è crisi, non c'è alcun dubbio. 

La GAZZETTA di Umberto Lorini ha appena annunciato il ritorno alla formula quindicinale, che sarà affiancata da un sito, del quale ormai i giornali non possono più fare a meno. La Gazzetta è una mia grande nemica, il perché mai l'ho capito e ci ho anche sofferto: ma per amor di verità debbo dire che è il giornale più professionale della nostra zona, se non fosse per le intemerate nelle quali il direttore si infila, con una serie di nemici da puntare fissi, con attacchi o con silenzi (nel caso di Gabriele Massa, per esempio: e anche all'opposto di Mauro Novo, mi accorgo a posteriori che mi era rimasto nei pensieri e non era uscito sui tasti).  Se uno non capita nel cerchio d'ombra o in quello di fuoco, non se ne accorge magari neanche. Però restano metodi (l'uno e l'altro) incomprensibili sul piano professionale, e a lungo andare penalizzanti perché i lettori amano pensare ai giornali come oggettivi, e qui il gioco è troppo scoperto. 

Proprio la Gazzetta ha annunciato che la SESIA, giornale bisettimanale storico del Vercellese, ha licenziato due redattrici, e la redazione è ora ridotta a tre persone, compreso il Direttore. La penuria di personale è evidente, il giornale si è assai impoverito, e dispiace veramente vederlo così aereo. Dispiace anche che Crescentino sia sempre più ridotta a una mezza pagina insieme con Fontanetto, ma è anche vero che nella nostra cittadina si vive una prolungata stagione di letargo umano e culturale e sociale. 

LA PERIFERIA invece sembra lievitare, con la sua prima pagina sempre puntata su qualche morto (mi facevano morir dal ridere le recensioni di Lorini sulla Gazzetta, a queste prime pagine sempre luttuose). Materiale fotografico locale abbondantissimo, che fa sempre acquistare copie, e sagre carnevali bellezze, un po' di sesso pruriginoso che dà pepe. Ma anche lì le idee mancano, e l'attenzione pure: Maria Giulia Alemanno, la pittrice di Crescentino che sta esponendo a Cuba, nell'ultimo numero viene definita "fotografa", il che denota conoscenza scarsa del territorio.
Ma poi si sa in che condizioni terribili si possa lavorare con tante pagine da fare (un lavoro difficile che richiede appunto attenzione e conoscenza) e poche persone al lavoro. 

Che brutta stagione per il giornalismo, grande o piccolo. Se non si è delle star del settore, la vita è veramente miseranda (come gli stipendi, del resto). 

1 commento:

Anonimo ha detto...

Di quale crisi parla? Ma non segue i Tiggì? Siamo in ripresa, abbiamo fatto un passo indietro dal baratro (per finire nel tombino che c'era dietro)
Chissà se l'amico della Gazzetta nella sua pagina internet ammetterà i commenti anonimi...... ma sarebbe auspicabile, altrimenti chiuderà anche quella...
The anonimus