Ho appena saputo che Franco Allegranza è diventato nonno.
Gli auguro di addolcirsi
domenica 18 settembre 2016
venerdì 9 settembre 2016
I 5 Stelle a Roma, dilettanti allo sbaraglio
Mentre tutti noi un po' si esulta per l'eccellente riuscita della cena benefica CRI+Prajet a favore delle popolazioni terremotate, altri fatti urgono sotto il cielo d'Italia, che fanno assai meno godere.
Grande è lo sconcerto della politica e della gente comune per lo sfascio immediato di cui dà spettacolo il M5S a Roma. Grillo è in evidente sofferenza per la mancanza al suo fianco di uno come Casaleggio, che il Cielo ha destinato altrove. I politici un po' se la godono, i romani pochissimo.
Ho letto e trovato pertinente questo articolo del "filosofo liberale" come si definisce, Corrado Ocone, pubblicato su Huffington Post.
Vedete un po' se siete d'accordo con me
Marinella
"Dilettanti allo sbaraglio". Era questo il sottotitolo della "Corrida", una trasmissione, prima radiofonica e poi televisiva, che conduceva il famoso presentatore Corrado. Il quale, con un cinismo fintamente bonario, si prendeva gioco di tanta gente qualunque in cerca di un quarto d'ora di notorietà. E "dilettanti allo sbaraglio" ci sembra l'epigrafe più adatta per sintetizzare i primi cento, catastrofici giorni dell'amministrazione grillina della capitale.
Grande è lo sconcerto della politica e della gente comune per lo sfascio immediato di cui dà spettacolo il M5S a Roma. Grillo è in evidente sofferenza per la mancanza al suo fianco di uno come Casaleggio, che il Cielo ha destinato altrove. I politici un po' se la godono, i romani pochissimo.
Ho letto e trovato pertinente questo articolo del "filosofo liberale" come si definisce, Corrado Ocone, pubblicato su Huffington Post.
Vedete un po' se siete d'accordo con me
Marinella
"Dilettanti allo sbaraglio". Era questo il sottotitolo della "Corrida", una trasmissione, prima radiofonica e poi televisiva, che conduceva il famoso presentatore Corrado. Il quale, con un cinismo fintamente bonario, si prendeva gioco di tanta gente qualunque in cerca di un quarto d'ora di notorietà. E "dilettanti allo sbaraglio" ci sembra l'epigrafe più adatta per sintetizzare i primi cento, catastrofici giorni dell'amministrazione grillina della capitale.
Tempo fa avevo parlato, in questo blog, della mezza cultura del grillino medio. Oggi ci tocca parlare della vera e propria incultura della stessa classe dirigente a cinque stelle. Mancanza di cultura politica, prima di tutto. Da cui discende non solo l'idea, visibilmente puerile, che la politica si riduca a "onestà privata", ma anche quella che, oltre all'onestà, per governare ci voglia solo competenza tecnica. Fa veramente tenerezza, o rabbia a seconda dei casi, sentir dire dalla sindaca Raggi che, per scegliere il nome di un assessore o del capo di una segreteria politica, sono stati visionati i curricula dei candidati. Quasi che amministrare politicamente e amministrare un'azienda fossero la stessa cosa, faccende entrambe da manager.
Come si può nella patria di Machiavelli arrivare a pensare, e poi a dire, una simile sciocchezza? La classe politica si seleziona solo nella lotta politica: altra possibilità non c'è. La politica è prima di tutto visione, cioè chiarezza sugli obiettivi da raggiungere, e poi assunzione di responsabilità. Nel bene, come nel male. Non si possono fuggire le telecamere, come stanno facendo in queste ore i grillini. Né ci si può nascondere dietro un dito, appellandosi a "scelte condivise", quando si è avuta un'investitura personale e quasi plebiscitaria. Né si può tener nascosta la verità, e addirittura mentire, davanti a coloro che ti hanno eletto.
È un errore politico veramente autodistruttivo: ciò che ne va di mezzo è la fiducia personale che ti è stata concessa. Ci vuole tanto a capire che il cittadino-elettore è disposto a perdonare persino la "disonestà", ma non perdonerà mai la menzogna? Ci vuole tanto a capire che qualsiasi giustificazione a posteriori più o meno bizantina, qualsiasi gioco di parole, non regge, e che l'unica scelta che un politico serio ha davanti, di fronte a circostanze del genere, sono le scuse ufficiali? Senza aspettare settimane, senza tener nascosta nel "cassetto" la verità, nella speranza che nessuno la scopra. Scuse ufficiali al popolo romano, che ha votato per il movimento in massa. Perché la Raggi ci gira ancora attorno? La menzogna in politica un tempo veniva etichettata sotto la voce "arcana imperii". Poi, in età moderna, si è parlato più semplicemente di "ragion di Stato", riservandola a settori speciali come i "servizi segreti". Nell'uno e nell'altro caso, si occultava la verità, che poteva essere perturbante, per la salus rei publicae, cioè per la salvezza della Patria. Qui invece si è mentito per piccoli interessi di bottega, personali, e proprio mentre si faceva della "trasparenza" il mito fondativo della nuova politica. Da non credere!
Alcuni giornali, a esempio "il Foglio", insistono sulla incompatibilità fra la grammatica grillina, fondata sul valore dell' onestà, e il governo politico di una società. Sono d'accordo, ma solo fino a un certo punto. Con l'onesta, valore non politico, si può fare politica. Basti pensare solo un attimo all'esperienza del giacobinismo, anche nelle sue propaggini totalitarie novecentesche, che su quella grammatica, su un'astratta idea di "virtù", si è costruita fino ad arrivare al Terrore.
Qui, più che a una fenomenologia della mente rivoluzionaria, siamo però di fronte alla fenomenologia della ignoranza umana. Ignoranza della politica e delle sue regole, a cui, diceva Benedetto Croce, è vano ribellarsi. Pena lo spettacolo pietoso di questi giorni. "Dilettanti allo sbaraglio", appunto. Il problema, come diceva quel tale, non è l'ignoranza, ma l'ignoranza attiva. E mai come in questa estate romana si son visti tanti ignoranti attivi e presuntuosi. Imperdonabile. Non so se era tutto già scritto, come pure si è detto. Fatto sta che fa davvero meraviglia come un abbaglio così grande lo abbia potuto prendere un popolo come quello romano, di sana e scettica diffidenza verso tutto ciò che si presenta come nuovo e originale. Caduti così in basso, forse ora, non si può fare altro che risalire.
martedì 6 settembre 2016
Quella volta che venne Arbore a Crescentino (e quelli che sanno solo sparare)
(dizionario internet
Un troll, nel gergo di internet e in particolare delle comunità virtuali, è un soggetto che interagisce con gli altri tramite messaggi provocatori, irritanti, fuori tema o semplicemente senza senso, con l'obiettivo di disturbare la comunicazione e fomentare gli animi.
haters, per definizione quelli che odiano, si comportano così perché predisposti a farlo, perché sarebbero generalmente più infelici del resto delle persone)
Ho letto un commento sul post precedente che andava a pizzicarmi sul Chicobum Festival, del quale non debbo ricordarvi niente. E ho pensato che Crescentino è stata inventrice dei trolls e degli haters, ben prima che essi comparissero sulla faccia di internet.
Non è un grande primato, ma qualcosa di questi comportamenti si rintraccia nella desolazione locale, nella difficoltà ad avviare iniziative, nell'eterna tendenza al mugugno ma anche in quella di lasciar andare a ramengo le proprie case, come se fossero di qualcun altro, e di compiacersi della distruzione evidente della città. Peggio va, più sono tutti contenti. Per non parlare dell'indifferenza che accompagna i comportamenti dei furbi, furbetti, furbastri e compagnia bella, sempre copiosi.
Vabbé, al "signore" che si sentiva tanto figo a ricordare il momento difficile del Chicobum, probabilmente non verrebbe mai in mente di ricordare che da qui, tre anni fa, è passato Renzo Arbore, al teatro Angelini, per un ricordo di Cinico Angelini nei trent'anni dalla morte.
Bene, il teatro Angelini non era nemmeno pieno, ma molta gente era venuta anche da Torino per non perdersi l'evento. Bella accoglienza no? Valeva la pena, vero?
Così Crescentino raramente si smentisce.
Sono andata a rileggermi il blog su Arbore di allora, e i commenti erano pieni invece di riferimenti alla puzza della CH4. Tante volte una manina sola fa miracoli.
La famosa puzza che non si sa mai se ci sia o no, dipende da chi governa.
In quel tempo impazzava il consigliere Mosca, che pochi giorni dopo e non a caso tenne una serata nella quale mi presentai pronta ad essere squartata, perché un sindaco deve prendersi le proprie responsabilità.
Ma durante tutta l'attesa dell'evento Arbore, fui quasi sicura che sarebbe arrivato, il prode consigliere, con i cartelli contro la CH4 davanti alla porta dove passava Arbore. Avrà avuto altro da fare, e non successe.
Solo per dirvi con che spirito una come me poteva fare iniziative a Crescentino, fra trolls e haters ancor prima che li inventassero.
Un troll, nel gergo di internet e in particolare delle comunità virtuali, è un soggetto che interagisce con gli altri tramite messaggi provocatori, irritanti, fuori tema o semplicemente senza senso, con l'obiettivo di disturbare la comunicazione e fomentare gli animi.
haters, per definizione quelli che odiano, si comportano così perché predisposti a farlo, perché sarebbero generalmente più infelici del resto delle persone)
Ho letto un commento sul post precedente che andava a pizzicarmi sul Chicobum Festival, del quale non debbo ricordarvi niente. E ho pensato che Crescentino è stata inventrice dei trolls e degli haters, ben prima che essi comparissero sulla faccia di internet.
Non è un grande primato, ma qualcosa di questi comportamenti si rintraccia nella desolazione locale, nella difficoltà ad avviare iniziative, nell'eterna tendenza al mugugno ma anche in quella di lasciar andare a ramengo le proprie case, come se fossero di qualcun altro, e di compiacersi della distruzione evidente della città. Peggio va, più sono tutti contenti. Per non parlare dell'indifferenza che accompagna i comportamenti dei furbi, furbetti, furbastri e compagnia bella, sempre copiosi.
Vabbé, al "signore" che si sentiva tanto figo a ricordare il momento difficile del Chicobum, probabilmente non verrebbe mai in mente di ricordare che da qui, tre anni fa, è passato Renzo Arbore, al teatro Angelini, per un ricordo di Cinico Angelini nei trent'anni dalla morte.
Bene, il teatro Angelini non era nemmeno pieno, ma molta gente era venuta anche da Torino per non perdersi l'evento. Bella accoglienza no? Valeva la pena, vero?
Così Crescentino raramente si smentisce.
Sono andata a rileggermi il blog su Arbore di allora, e i commenti erano pieni invece di riferimenti alla puzza della CH4. Tante volte una manina sola fa miracoli.
La famosa puzza che non si sa mai se ci sia o no, dipende da chi governa.
In quel tempo impazzava il consigliere Mosca, che pochi giorni dopo e non a caso tenne una serata nella quale mi presentai pronta ad essere squartata, perché un sindaco deve prendersi le proprie responsabilità.
Ma durante tutta l'attesa dell'evento Arbore, fui quasi sicura che sarebbe arrivato, il prode consigliere, con i cartelli contro la CH4 davanti alla porta dove passava Arbore. Avrà avuto altro da fare, e non successe.
Solo per dirvi con che spirito una come me poteva fare iniziative a Crescentino, fra trolls e haters ancor prima che li inventassero.
sabato 3 settembre 2016
Le tragicomiche vicende del Comune di Roma
Due Gramellini di seguito, lo so, sono un po' troppi. Ma anche questo mi è piaciuto e lo trovo vicino alla realtà delle cose: se ne vedono talmente tante, a Roma con questa Raggi, che tre mesi dopo le elezioni non sono ancora riusciti a partire e chissà come finirà. Ogni tanto penso a Grillo, stava così bene a fare il comico... adesso è lì in un mondo più grosso di lui, e non sa da che parte cominciare. Comodo criticare da fuori, bisogna provare.
E poi, anche la Lorenzin... imbarazzante.
Vi ammollo dunque questo "complotto" per il weekend e buona festa del Prajet a tutti (anche a Mauro Novo con i suoi piatti nuovi vinti al Banco di beneficenza)
MV
Massimo Gramellini, dal "Buongiorno" de La Stampa.
Era una notte buia e tempestosa quando Matteo Renzi convocò a Palazzo Chigi entrambi i suoi amici del cuore, Matteo e Renzi. «Ascoltate ragazzi», esordì nella distrazione generale. «C’è un solo modo per disintegrare Grillo e vincere in carrozza le elezioni del 2018. Fargli governare Roma». «Ma il sindaco in carica è del nostro partito», obiettarono i suoi amici. «E come pensi di convincere i romani a votare per dei parolai che non saprebbero amministrare un condominio sfitto?». «Semplice», ghignò il premier. E passò a esporre il suo piano machiavellico. «Per prima cosa metterò Orfini a capo del Pd di Roma: una garanzia di insuccesso. Poi gli ordinerò di cacciare Marino con una scusa ridicola. Così si andrà a nuove elezioni, alle quali il Pd presenterà uno che non abbia la minima possibilità di vincerle». «Orfini?». «Non esageriamo. Giachetti basta e avanza. A quel punto non ci resterà che agevolare la vittoria di una Cinquestelle meno seria di Chiara Appendino. Che ne dite della fantasmatica Raggi? Vedrete che dopo un paio di mesi le poche persone capaci che si sarà messa intorno scapperanno a gambe levate, lasciandola in balia dei fanfaroni».
Non c’è che dire, il piano ha funzionato. Però neanche l’astutissimo Renzi poteva prevedere che proprio negli stessi giorni la sua ministra Lorenzin avrebbe scatenato una campagna pubblicitaria per ricordare alle donne quanto sia preferibile fare figli da giovani - avendo, si presume, un fidanzato e uno stipendio fissi - piuttosto che rimanere sterili e precarie a vita. Assaggiati i grillini e le lorenzin, l’elettore medio si starebbe ora orientando verso forme di vita più evolute, tipo i Pokémon e Donald Trump.
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