Non sono mai stata una affezionata di Facebook, ma in questi giorni ne ho compreso la potenza dirompente. Sono quasi 79 mila i contatti alla notizia della morte del mio adorato sposo.
Lui con Amare Crescentino c'entra molto, mi ha aiutata assai nei tempi in cui tutto il lavoro politico veniva costruito.Dunque mi permetto di postare qui il pezzo sul funerale che ho scritto per Facebook, caso mai qualcuno di voi non l'abbia letto
Ne approfitto per ringraziare Don Gian Maria e il suo acume: la sua predica è stata apprezzata assai da tutti coloro con i quali ho parlato. Grazie alla Banda, e grazie anche al Sindaco Fabrizio Greppi, che con il vicesindaco è stato di disponibilità e aiuto indispensabile.
E IL CHIERICHETTO ERA MARIO LUZZATTO FEGIZ
Ci sono funerali e funerali. Questo di Mimmo non aveva applausi, ce li siamo risparmiati. E il chierichetto della Messa era Mario Luzzatto Fegiz, mio storico collega critico musicale al Corriere della Sera. Ha letto le Scritture, ha servito. Mimmo avrà sorriso.
E sarà stato contento della sosta al Circolo dei Lettori di Torino, lunedì scorso, luogo che amava moltissimo, lui lettore vorace. Molte persone sono venute a salutarlo, fra le quali due vecchi amici ed estimatori, Chiamparino e Don Ciotti. Grazie a Luca Beatrice e alla direttrice Maurizia Rebola, che lo hanno accolto.
Ho cercato di far somigliare un po' alla vita di Mimmo questo funerale, di renderlo meno ufficiale e più affettuoso. C'erano cittadini del mio paese, Crescentino, e amici da tutta l'Italia, colleghi suoi e miei, parenti, un pugno di belle persone della discografia e promozione.
C'erano i colleghi de La Stampa, pensionati e non, e il vicedirettore vicario Luca Ubaldeschi. E i compagni di avventure e viaggi di Mimmo: Ettore Mo del Corriere, decano, che ha raccontato di come evitava le pallottole grazie al fatto che era piccolo. Mi sono immaginata che articolo IL facessero, Mimmo e lui quando andavano in giro insieme: Mimmo è alto 1.92.
Antonio Ferrari del Corriere ha ri-raccontato ai convenuti dei pranzi collettivi dei corrispondenti di guerra, tutti che mangiavano bevevano e fumavano a quattro ganasce, e l'Uomo Mio che ci dava di arance mandarini e ogni tipo di frutta, beveva acqua, e diceva loro sommessamente che forse sarebbe stato meglio fumare un po' meno, anzi niente. Mimmo era la virtù praticata contro ogni stravizio. Quando andavano alle guerre arabe nascondevano gli alcolici nella sua stanza, perché sarebbe stato l'unico che non li avrebbe consumati. Era certo.
Ma lui si aggira ora per le nuvole, e loro sono qui vispi e arzilli a raccontare. Con amore, con grande rispetto per Mimmo.
Grande consolazione.
Vittorio Dell'Uva, del Mattino, e Lorenzo Bianchi del Carlino. E Claudio Monici dell'Avvenire, Gabriella Simoni di Mediaset, unica donna inviata di guerra all'epoca. Tanti altri. Lo chiamavano sempre, anzi era Vittorio incaricato di prendere notizie sulla sua salute e diffonderle agli altri in tutti questi anni.
Che Dio li benedica, anche se non credono.
Il viceparroco, don Gian Maria, è stato così bravo da raccontare la sua fresca scoperta di Mimmo come persona e inviato di guerra, attraverso le letture su Internet. Ci ha beccato in pieno, anche se quasi non lo conosceva. Bravo davvero, mi ha colpita.
Poi c'era la Banda Comunale del mio paese, Crescentino in provincia di Vercelli appunto, dove ora Mimmo riposa nella mia tomba di famiglia accanto ai suoi genitori e a suo fratello.
La Banda ha suonato "Bella Ciao" davanti al Cimitero. Un regalo per lui, che credeva in alcuni valori conquistati a fatica e ora in dispersione. Ma anche, era come se salutasse la sua bella. E spero di essere stata io.
Marinella
(continua)
E sarà stato contento della sosta al Circolo dei Lettori di Torino, lunedì scorso, luogo che amava moltissimo, lui lettore vorace. Molte persone sono venute a salutarlo, fra le quali due vecchi amici ed estimatori, Chiamparino e Don Ciotti. Grazie a Luca Beatrice e alla direttrice Maurizia Rebola, che lo hanno accolto.
Ho cercato di far somigliare un po' alla vita di Mimmo questo funerale, di renderlo meno ufficiale e più affettuoso. C'erano cittadini del mio paese, Crescentino, e amici da tutta l'Italia, colleghi suoi e miei, parenti, un pugno di belle persone della discografia e promozione.
C'erano i colleghi de La Stampa, pensionati e non, e il vicedirettore vicario Luca Ubaldeschi. E i compagni di avventure e viaggi di Mimmo: Ettore Mo del Corriere, decano, che ha raccontato di come evitava le pallottole grazie al fatto che era piccolo. Mi sono immaginata che articolo IL facessero, Mimmo e lui quando andavano in giro insieme: Mimmo è alto 1.92.
Antonio Ferrari del Corriere ha ri-raccontato ai convenuti dei pranzi collettivi dei corrispondenti di guerra, tutti che mangiavano bevevano e fumavano a quattro ganasce, e l'Uomo Mio che ci dava di arance mandarini e ogni tipo di frutta, beveva acqua, e diceva loro sommessamente che forse sarebbe stato meglio fumare un po' meno, anzi niente. Mimmo era la virtù praticata contro ogni stravizio. Quando andavano alle guerre arabe nascondevano gli alcolici nella sua stanza, perché sarebbe stato l'unico che non li avrebbe consumati. Era certo.
Ma lui si aggira ora per le nuvole, e loro sono qui vispi e arzilli a raccontare. Con amore, con grande rispetto per Mimmo.
Grande consolazione.
Vittorio Dell'Uva, del Mattino, e Lorenzo Bianchi del Carlino. E Claudio Monici dell'Avvenire, Gabriella Simoni di Mediaset, unica donna inviata di guerra all'epoca. Tanti altri. Lo chiamavano sempre, anzi era Vittorio incaricato di prendere notizie sulla sua salute e diffonderle agli altri in tutti questi anni.
Che Dio li benedica, anche se non credono.
Il viceparroco, don Gian Maria, è stato così bravo da raccontare la sua fresca scoperta di Mimmo come persona e inviato di guerra, attraverso le letture su Internet. Ci ha beccato in pieno, anche se quasi non lo conosceva. Bravo davvero, mi ha colpita.
Poi c'era la Banda Comunale del mio paese, Crescentino in provincia di Vercelli appunto, dove ora Mimmo riposa nella mia tomba di famiglia accanto ai suoi genitori e a suo fratello.
La Banda ha suonato "Bella Ciao" davanti al Cimitero. Un regalo per lui, che credeva in alcuni valori conquistati a fatica e ora in dispersione. Ma anche, era come se salutasse la sua bella. E spero di essere stata io.
Marinella
(continua)
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