sabato 12 ottobre 2013
Giornalismo locale (per sorridere un po?)
Giusto per cambiare discorsi, e sorridere un momento. Sfogliando i settimanali locali del mercoledì, con l'occhio della giornalista oltre che del sindaco, ho notato:
1. Sulla Periferia sezione di Crescentino a pag. 45 una fuoritesto con titolo "104 candeline per nonna Amalia" e sotto una foto: la fortunata Amalia (ancora lucida, eh...) sulla sua poltrona e alle sue spalle il presidente dell'Infermeria Gualtiero Cornero ma anche una inconfondibile figura con la giacca rossa (rossa), il sindaco. Pro-tempore, ma sempre il sindaco di un posto dove la Nuova Periferia vende copie.
2. La didascalia lunga, cioè il racconto della foto, nomina l'ultracentenaria e il presidente, ma si guarda bene dal nominare il sindaco o metterne il nome.
3. Che sarà successo? Si saranno scordati, erano distratti? Credo proprio di no, non è la prima volta. Parla il linguaggio del silenzio, è come se dicessero "Quella stronza noi non la nominiamo". Se non fosse un attentato alle regole più ovvie dell'informazione, sarebbe troppo divertente. Ma lo è comunque, a prescindere. Io ho proprio riso, lo ammetto.
Ma qui viene il bello.
La Gazzetta invece, a pagina 2, racconta di aver vinto una causa intentata da Marco Bogetto. Chi è costui? Redattore della Periferia, è una mia vecchia conoscenza: siamo in causa da dieci anni per diffamazione, avendo vinto io tutto il penale, in attesa della conclusione del processo civile che deve anche stabilire l'entità del danno.
Bene, per questo sant'uomo di Bogetto la professione giornalistica dev'esser più di una missione sacerdotale, a giudicare l'impegno con il quale la affronta, quando decide di andare all'attacco della sua vittima com'è successo a me: una pagina, confezionata per farmi sembrare la vera colpevole nel caso della famosa impiegata infedele. Lo posso dire, perché questo ha sentenziato il Tribunale di Casale prima e la Corte d'Assise di Torino poi.
Bene, il sant'uomo Bogetto ha per l'appunto recentemente querelato per diffamazione Umberto Lorini, il mio amico direttore della Gazzetta, che aveva definito la Periferia "Settimanale di gossip" in un resoconto da Crescentino. Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Biella ha ritenuto la querela infondata e l'ha archiviata.
Quel che ora mi chiedo, è: se Bogetto si ritiene diffamato dalla definizione "settimanale di gossip" data al giornale nel quale lavora, che cosa penserà dei redattori che ci lavorano dentro, e in particolare che cosa penserà di se stesso, quando armato di alta deontologia professionale affronta ogni settimana le pagine di Crescentino?
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