Ho segnalato a "La Stampa" il caso del progetto wi-fi di Verrua Savoia curato dal prof. Daniele Trinchero, e ieri mattina l'illuminata (aggettivo che amo moltissimo, al contrario di quelli che se ne fanno beffe perché guardano sempre per terra) idea è stata l'inizio di un articolo a piena pagina intitolato "L'Italia che fa da sé - Quando i servizi sono autogestiti".
Sono felice per Verrua e per il prof. Trinchero, stasera c'è la presentazione nel paese nostro vicino al di là del Po. Tanto più mi rincresce per il mio paese, che aveva avviato nel mio mandato, con l'assessore Gabriele Massa, una possibilità per progredire nel campo delle innumeri applicazioni legate al wi-fi, accantonando le necessarie risorse e collaborando con il Politecnico e il prof. Trinchero medesimo, originario di Crescentino. Purtroppo il progetto è stato ora interrotto con motivazioni economiche, e immiserito e ridotto alle sole telecamere di controllo.
La rete crea economia, la rete crea futuro: se quel futuro sanno vedere i cittadini, i commercianti (a Crescentino alla prima riunione sull'argomento sono venuti in 7), le amministrazioni alle prese con la più difficile delle congiunture di crisi. Il prof. Trinchero è riuscito a internettizzare le riserve degli Indiani in America, ma con Crescentino non ce l'ha fatta. Si vede che gli indiani hanno gli occhi più lunghi...
Qui di seguito la parte dell'articolo de La Stampa che si occupa di Verrua Savoia.
Di ANDREA ROSSI
È vero, in Italia lo Stato spesso latita. E il privato non sempre lo rimpiazza: là dove c’è poco da guadagnare, poi, se ne guarda bene. Ci abbiamo messo del nostro: 3.512 comuni su 8.094 hanno me- no di 2 mila abitanti. Addirittura, 3.538 sono adagiati in montagna, spersi in territori ostili e isolati. Garantire i servizi non sempre è facile. Le amministrazioni locali non hanno le forze. E il privato si mobilita solo se ne vale la pena. Ma portare la banda larga in un piccolo paese non conviene a nessun operatore, a meno che non paghi il Comune. Far circolare gli autobus con una certa regolarità costa molto più di quanto si incassi dai biglietti. Garantire la raccolta dei rifiuti, la difesa del territorio e l’assistenza a volte è un’impresa. Fortuna che ci pensano i cittadini: riuniti in asso- ciazioni e comitati arrivano là dove lo Stato si arrende e il privato si dilegua.
Arriva la banda larga e costa 4 euro al mese
Verrua Savoia (To)
Meno di 1.500 abitanti, i cittadini si sono portati da sé la banda larga
L’Italia è una distesa di esperimenti, alcuni visionari. L’ultimo nascerà domani a Verrua Savoia, 1.477 abitanti a 60 chilometri da Torino: sarà il primo Comune italiano a essere considerato un provider, ovvero un fornitore di servizi Internet, sul modello delle compagnie telefoniche. Meglio, il provider non sarà il Comune (la legge lo vieta) ma un’associazione di cittadini creata ad hoc. L’hanno chiamata «Senza Fili, Senza confini», fornirà una connessione Internet a 20 Mb/s a qualunque abitante lo richieda e diventi socio dell’associazione. Costo: 50 euro l’anno, 4 al mese per una connessione che nessuna compagnia telefonica riuscirebbe a garantire a quel prezzo e a quella velocità. Il merito è di Daniele Trinchero, un professore del Politecnico di Torino, che da anni porta Internet negli angoli più remoti del pianeta e ora ha deciso di farlo anche a casa sua. Di un gruppo di cittadini, che ha aderito all’esperimento e di un team di esperti che ha trovato la formula giuridica per trasformarlo in realtà. Il ministero dello Sviluppo ha autorizzato l’associazione a
Sono felice per Verrua e per il prof. Trinchero, stasera c'è la presentazione nel paese nostro vicino al di là del Po. Tanto più mi rincresce per il mio paese, che aveva avviato nel mio mandato, con l'assessore Gabriele Massa, una possibilità per progredire nel campo delle innumeri applicazioni legate al wi-fi, accantonando le necessarie risorse e collaborando con il Politecnico e il prof. Trinchero medesimo, originario di Crescentino. Purtroppo il progetto è stato ora interrotto con motivazioni economiche, e immiserito e ridotto alle sole telecamere di controllo.
La rete crea economia, la rete crea futuro: se quel futuro sanno vedere i cittadini, i commercianti (a Crescentino alla prima riunione sull'argomento sono venuti in 7), le amministrazioni alle prese con la più difficile delle congiunture di crisi. Il prof. Trinchero è riuscito a internettizzare le riserve degli Indiani in America, ma con Crescentino non ce l'ha fatta. Si vede che gli indiani hanno gli occhi più lunghi...
Qui di seguito la parte dell'articolo de La Stampa che si occupa di Verrua Savoia.
Di ANDREA ROSSI
È vero, in Italia lo Stato spesso latita. E il privato non sempre lo rimpiazza: là dove c’è poco da guadagnare, poi, se ne guarda bene. Ci abbiamo messo del nostro: 3.512 comuni su 8.094 hanno me- no di 2 mila abitanti. Addirittura, 3.538 sono adagiati in montagna, spersi in territori ostili e isolati. Garantire i servizi non sempre è facile. Le amministrazioni locali non hanno le forze. E il privato si mobilita solo se ne vale la pena. Ma portare la banda larga in un piccolo paese non conviene a nessun operatore, a meno che non paghi il Comune. Far circolare gli autobus con una certa regolarità costa molto più di quanto si incassi dai biglietti. Garantire la raccolta dei rifiuti, la difesa del territorio e l’assistenza a volte è un’impresa. Fortuna che ci pensano i cittadini: riuniti in asso- ciazioni e comitati arrivano là dove lo Stato si arrende e il privato si dilegua.
Arriva la banda larga e costa 4 euro al mese
Verrua Savoia (To)
Meno di 1.500 abitanti, i cittadini si sono portati da sé la banda larga
L’Italia è una distesa di esperimenti, alcuni visionari. L’ultimo nascerà domani a Verrua Savoia, 1.477 abitanti a 60 chilometri da Torino: sarà il primo Comune italiano a essere considerato un provider, ovvero un fornitore di servizi Internet, sul modello delle compagnie telefoniche. Meglio, il provider non sarà il Comune (la legge lo vieta) ma un’associazione di cittadini creata ad hoc. L’hanno chiamata «Senza Fili, Senza confini», fornirà una connessione Internet a 20 Mb/s a qualunque abitante lo richieda e diventi socio dell’associazione. Costo: 50 euro l’anno, 4 al mese per una connessione che nessuna compagnia telefonica riuscirebbe a garantire a quel prezzo e a quella velocità. Il merito è di Daniele Trinchero, un professore del Politecnico di Torino, che da anni porta Internet negli angoli più remoti del pianeta e ora ha deciso di farlo anche a casa sua. Di un gruppo di cittadini, che ha aderito all’esperimento e di un team di esperti che ha trovato la formula giuridica per trasformarlo in realtà. Il ministero dello Sviluppo ha autorizzato l’associazione a
funzionare come provider. È il
primo caso in Italia. Potrebbe
essere il primo di tanti.