domenica 13 novembre 2016

Trump è presidente Usa, ma per la nostra piscina sono soddisfazioni vere

Il mondo è cambiato in pochi giorni, Trump irrompe non solo nella vita degli americani, e niente sarà più come prima. L'impoverimento della classe media, i diseredati in crescita fanno crescere il populismo, e gli storici ci dicono che una situazione simile negli Anni 20 del Novecento portò dritto filato ai regimi autoritari, al fascismo e al nazismo.
L'imprescindibile ex sindaco di Venezia e filosofo Massimo Cacciari, ha spiegato che questa deriva in Italia è stata fermata dal Movimento 5 Stelle, e tocca ringraziare Grillo, anche se vuole far pagare l'Imu ai Musei Vaticani che sono proprietà appunto del Vaticano. Un gaffologo. 
In preda a questi pensieri per il mio punto di vista non allegri, sfogliavo stasera La Stampa nelle pagine vercellesi, e mi sono rischiarata a un titolo: "I pendolari del nuoto scelgono Crescentino", con un articolo firmato da Laura Di Caro che tutti qui conosciamo.   
L'inizio: "E' diventato un punto di riferimento per il mondo del nuoto di tutto il Vercellese e oltre... ogni settimana sono oltre 2 mila le persone che frequentano l'impianto". Scrive Di Caro che oltre l'80 per cento vengono da fuori, da Vercelli e dagli altri Comuni della Provincia e del Torinese.
L'articolo vuole in fondo stigmatizzare la scandalosa assenza di una piscina coperta a Vercelli, ma loda "l'indubbia buona gestione delle attività e della struttura".
Vabbé. Musica per le mie orecchie. Fu dunque una decisione saggia la costruzione di quegli impianti sportivi, nel mio primo mandato dei Novanta, grazie a un fido del Ministero dello Sport e alla spinta del vicesindaco Franco Daniele, detto Lupo de' Lupis. E che fortuna trovare per la piscina un gestore come la società di Biella che è molto professionale. Ne avessimo di simili per il palasport...
Il Comune non ci guadagna niente, ma fa il suo mestiere: dà un servizio,  ai cittadini ma anche all'indotto, alla comunità del commercio, perché creando un giro di persone che vengono in città, esso se ne può avvantaggiare (almeno in una città normale e che non cada a pezzi per incuria dei privati). 
Mi viene in mente che alla mia prima fuga dal Comune, dopo il primo mandato, il mio successore non si espresse in modo favorevole nei confronti della struttura sportiva, e la lasciò anzi lì senza completarla, tanto che abbiamo finito per farlo noi, con parcheggi e quant'altro, al mio ritorno dopo 10 anni. 
Ora è veramente un formidabile pezzo di città, frequentatissimo in vari sport, da Crescentinesi e non. Una delle poche cose belle della nostra città, conosciute anche nei dintorni, di cui andare fieri. Alla faccia dei gufi. 


4 commenti:

mauro novo ha detto...

Si sente solo parlar bene della nostra piscina, non solo a Vercelli, ma anche a Casale temono la nostra concorrenza per i clienti potenziali di Trino e Palazzolo che forse preferiscono noi perchè c'è meno traffico a venire qui,
mauro novo

atleta ha detto...

la sfido trovare una società privata che gestisca un palasport costruito cosi male, da sempre piove dentro, è chiamato il palaghiaccio di Crescentino e dalla primavera in avanti si gioca con 50 gradi di temperatura non ci sono tribune e mi fermo qui, la stessa società che gestiva la piscina ( ora non la gestisce più ) si informo' per prenderne la gestione scappando a gambe levate dopo la prima visita all'impianto. Lei ha tutti i meriti per aver voluto quell'area sportiva, l'unica pecca è il palazzetto, sarebbe da tirare giù e farne uno nuovo di zecca

MV ha detto...

Caro Atleta, ha ragione, quel palasport lì è pieno di pecche, vuol che non lo sappia? Che vita ha fatto il povero Gabriele Massa che ci si metteva con ardore a farlo lavorare. Mannaggia mannaggia, architetto Pettene!!!

Anonimo ha detto...

sempre solo disfattisti nelle piccole cose ,che almeno ci sono e funzionano e lasciamo quando ci sono fatti più gravi ma sono degli amici . C'è ,lo usiamo, dà del lavoro, la prossima volta quando si appalta un lavoro si cerca una ditta seria onesta e volenterosa di poter continuare a lavorare a testa alta (cioè con onore)
pier piero