domenica 14 maggio 2017

Il "Corriere": "Renzi non ha elaborato la sconfitta del Referendum"

Si può pensare naturalmente ciò che si vuole, ma dopo la vittoria delle Primarie per Matteo Renzi non sono cominciate rose e fiori, anzi. L'ennesimo caso Boschi riportato alla ribalta nel libro di Ferruccio De Bortoli, ex direttore del Corriere della Sera e giornalista con la schiena dritta, è un ulteriore colpo alla sua immagine. Il fondo della domenica dell'attuale direttore del quotidiano milanese, Fontana, fa il punto sulla situazione, sul conflittone di interessoni della Ministra, e ripercorre gli accadimenti per i più distratti.
Qui l'articolo

Luciano Fontana
Il rapporto tra informazione e potere politico sta vivendo in questi giorni un’altra puntata singolare. Si evocano complotti, complicità, ossessioni. Un calderone dove scompare il merito, si prendono strade laterali per non rispondere a interrogativi molto chiari e semplici.

Riassumiamo: nel libro, appena pubblicato, dell’ex direttore e attuale editorialista del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli si racconta di un intervento, nei giorni caldi della crisi di Banca Etruria, di Maria Elena Boschi presso UniCredit (e il suo amministratore delegato Federico Ghizzoni) per sollecitare il salvataggio dell’Istituto di credito toscano in bancarotta.

La ministra non ha alcun titolo per occuparsi della vicenda, anzi ha un ostacolo insormontabile: suo padre è il vicepresidente della banca, il conflitto d’interessi è evidente. Boschi replica di non aver mai fatto pressioni (in Parlamento aveva anche dichiarato in passato di non essersi mai occupata di Etruria) e annuncia querele, senza specificare nei confronti di chi. Federico Ghizzoni (adesso ex amministratore) si limita finora a un «no comment» (o a qualche breve dichiarazione), così come ambienti di UniCredit che affermano di aver esaminato il dossier e di aver scartato la possibilità di intervenire.

Ieri la vicenda ha avuto una nuova escalation con l’intervista al Foglio di Matteo Renzi. Anche qui si allarga a dismisura il campo, non si sta alla questione di merito e si sferra un attacco incredibile a de Bortoli: avrebbe un’ossessione contro l’ex premier che lo porta a scrivere cose false. Si mettono insieme un errore su Carrai, che de Bortoli ha onestamente riconosciuto, con il fastidio di Renzi per la presenza di un giornalista del Corriere nel suo albergo di vacanza a Forte dei Marmi. Un giornalista che stava solo facendo il suo mestiere e per questo venne minacciato dalla scorta presidenziale.

Si capisce bene che la vicenda delle banche toscane, con il colpo durissimo inferto da una gestione clientelare e dissennata a investitori e risparmiatori, sia una spina nel fianco del segretario Pd e della Boschi. È un capitolo oscuro, le inchieste e le intercettazioni dimostrano che intorno al salvataggio si mossero personaggi con un passato non raccomandabile. In quei giorni si raccontava, tra i soggetti istituzionali incaricati di trovare una soluzione alla crisi di Etruria, la seguente storia: a molte società di credito e a tanti investitori, anche stranieri, fu chiesto di intervenire per il salvataggio.

Accadeva sempre questo: esaminavano le carte, facevano alcuni incontri e poi si ritiravano dopo aver conosciuto i personaggi e gli interessi «strani» che pesavano in quel piccolo mondo. Invece di immaginare trame si dovrebbe rispondere a queste semplici questioni sulla vicenda. De Bortoli ha raccolto, durante la stesura del suo libro, un’informazione e l’ha pubblicata.

Così si comporta un giornalista. Il ministro ha reagito dicendo che non è vera ma il «no comment» di Ghizzoni e quello che ha aggiunto ieri al Corriere pesano. Non sono certo una smentita, anzi. Forse sarebbe meglio che anche il mondo bancario parlasse chiaramente. La trasparenza, dopo tutto quello che è accaduto in questi anni in cui le banche e le loro sofferenze sono state una zavorra per il Paese, dovrebbe essere un valore assoluto per tutti.

Il rapporto con l’informazione di Renzi e del suo mondo è, per usare un eufemismo, complicato. Un rapporto questo sì ossessionato dall’idea di nemici sempre in agguato. L’ex premier non ha ancora «elaborato» la sconfitta referendaria, è tornato sulla scena, dopo la vittoria delle primarie, come se nulla fosse accaduto. Parole d’ordine e atteggiamenti simili. E tanta insofferenza per le voci critiche e le notizie scomode. C’è un lavoro di ricostruzione e una sfida riformatrice su cui le forze politiche, tutte, dovrebbero concentrarsi. Macron insegna. Ma di Macron per il momento non se ne vedono in circolazione.

7 commenti:

Tulipano ha detto...

Cara Marinella Renzi non elabora niente, non ci vuole il Corriere, lo capiamo da soli ma i nostri lo votano e tocca tenerselo

Un renziano qualsiasi ha detto...

Tutti i partiti hanno bisogno di un leader di un Capo una guida senza di cui lo schieramento politico o il movimento si trova senza linea politica.
Nei partiti democratici c'è una elezione congressuale , in altri ci sono gli unti dal signore dove il riccone o il buffone di turno comanda come fosse un Dio.
Nel partito la minoranza può accettare il capo , eventualmente stimolarlo , se lo attacchi fai il gioco degli avversari politici.
Nel PD sono state accettate le parole di D'alema e i suoi giochini , le parafrasi e gli esempi bizzarri di Bersani .il sano immobilismo di Letta .
Per loro valeva il centralismo democratico. Ora non più O comandi oppure fai polemica o peggio ancora te ne vai.
Lei è libera di pensare quello che vuole , trovo fastidioso il suo Odio verso Renzi .
Se lei avesse avuto la tolleranza verso le critiche ( e non entro nel merito se giuste o sbagliate )che il Segretario dimostra nel partito , non sarebbe successo il parapiglia che ha portato allo sfascio della sinistra Crescentinese .
Lei mi ricorda quelle persone di sinistra che preferirebbero i democratici Grillo , salvini al governo.

Anonimo ha detto...

Il renziano si rottama da solo (è un classico)... infatti non ha come riferimento un valore politico ma una persona .. un personaggio diciamo.. un tizio.. un coso... dal quale spera di ricavarne un utile personale, non si spiega diversamente l'atteggiamento tipico da "clientes" come nell'antica Roma.
Più che sul carro del vincitore mi pare attaccato alla coda di un cavallo zoppo.
Renzolo

Modena ha detto...

Renzi e sinistra sono ossimori

Marinella Venegoni ha detto...

Caro Renziano qualsiasi,
capisco la sua amarezza, da renziano qualsiasi (o magari non tanto qualsiasi)..
Io non odio Renzi ma penso che i contenuti che lui ha portato non c'entrino nulla con la storia del PD, punto.
E che si sia impossessato della "ditta" a partire dalla famigerata trovata della rottamazione, che ha avuto molta eco fino a portarlo in cima all'albero della cuccagna (si fa per dire, sia chiaro, ché come si vede non sono rose e fiori nemmeno per lui) ma si sia poi mostrato a questa rottamazione del tutto refrattario, per quanto lo riguardava, quando è apparso chiaro (e ancora lo appare) che la ricetta non funzionava, di destra o di sinistra che fosse.
Doveva fondare un altro partito, era così semplice)))
Quel che si legge su questi post del mio blog, sono pezzi di giornali che in un modo o nell'altro mostrano le sue carenze e il suo carattere. I signori che hanno scritto qui sotto già hanno espresso alcuni concetti in proposito, ce ne sarebbero tanti altri.
Ma resta il punto che il Segretario ha fatto del PD un'altra cosa, e senza mai nominare quelli che lo criticavano, con una crudeltà degna di miglior causa abbia costretto alla fuga quelli che il PD avevano fondato, con tutt'altre speranze.
Vabbé, quest'ultimo ragionamento fa parte della mia sensibilità personale, e ci riporta all'ultima parte del suo commento: "se lei avesse avuto tolleranza Verso le critiche che il Segretario dimostra...non sarebbe successo il parapiglia che ha portato allo sfascio la sinistra crescentinese".
Io sono stata tollerantissima, ho sempre fatto la gnorri ogni volta che uno o l'altro mi riferiva quel che obiettava il suo vicino. altrimenti non sarei durata 10 minuti. Ho accettato cose che non fanno parte della mia natura, perché capivo che la situazione del paese richiedeva di correre rischi, per svoltare e non afflosciarsi come succede invece adesso. Complici tutti quanti nell'amministrazione, la città è rifiorita, ma chi l'ha fatta rifiorire non ha saputo cogliere i frutti del proprio lavoro.

Però su una cosa non transigo, per carattere, ed è l'onestà e la chiarezza. Non accetto che mi si tirino le frecce avvelenate non di fronte, lealmente, come farebbe qualunque vero uomo, ma mentre non ci sono, e sui giornali. Non ho accettato, infatti, quella pugnalata alla schiena.
Quel che è stato per me terribile è che il PD poi abbia preso la decisione di dare fiducia a chi si comportava in quel modo, per fare la sua lista, avallando dunque le accuse nei miei confronti: senza il lavoro necessario a superare l'empasse e a prefigurare altri scenari. Sono scesi in campo tutti i soloni, da Bobba in là, malgrado conoscessero bene la situazione, senza capire questo, con la certezza di una vittoria facile che io vedevo bene non esisteva. Anche molte donne (non parlo di Nicoletta Ravarino, naturalmente) si sono comportate da uomini, nel senso deteriore del termine.
Quindi respingo le accuse al mittente, e per quanto riguarda il Segretario, mi tengo la mia idea: che Renzi, se fosse stato davvero bravo, avrebbe dovuto mediare con lo spirito originario del partito nel compiere le sue scelte di governo, e di partito. E lui si che l'ha combinata grossa.

La verità ha detto...

A parte il fatto, cara Venegoni, che tutti sembrano dimenticare: la sinistra o il centro sinistra, dal 1995 ad oggi a Crescentino hanno vinto solo con lei

Sempre io ha detto...

E adesso per fare pagare le tasse ai ricchi in Italia bisogna che si metta l'Europa. Vergogna.