sabato 28 ottobre 2017

Mossi&Ghisolfi, ricerca di fondi per l'impianto USA

Da "La Stampa" del 28 ottobre, pagine economiche




M&G Polymers Usa, controllata americana di Mossi e Ghisolfi, ha presentato la richiesta di protezione dai creditori secondo la procedura del «Chapter 11» della legge fallimentare americana. Il ricorso alla procedura del Chapter 11 da parte di M&G Polimers dovrebbe «attrarre» anche le altre società americane del gruppo alla protezione dai creditori.

Il gruppo, che nei giorni scorsi ha presentato la richiesta di concordato preventivo per le attività italiane, è anche alla ricerca di finanziatori per completare il progetto dell’impanto di Corpus Christi, in Texas, i cui ritardi e aumenti di costi sono all’origine del dissesto del gruppo. 
Secondo quanto ricostruito, il fondo Och Ziff - uno dei principali creditori del gruppo - sarebbe tra i soggetti interessati a finanziare l’operazione. L’aumento dei costi per l’impianto di Corpus Christi, che dovrà produrre Pet e materie prime per la sua lavorazione,  ha causato un aumento del debito del gruppo del 32%, a 1,8 miliardi di euro.
Tra i creditori della M&G Polymers Usa figurano anche due banche italiane: Unicredit, che ha rilasciato lettere di credito per 15,7 milioni di euro, e Monte dei Paschi (filiale di New York) per un prestito di 10 milioni di euro. Gli altri creditori sono in prevalenza fornitori di materie prime per la realizzazione di materiali plastici. 

Tra gli altri creditori bancari del gruppo figurano, per le attività all’estero, BofA e Deutsche Bank. Tra le banche italiane Unicredit - uno dei principali debitori bancari, tra italia e estero - Banco Bpm e Intesa Sanpaolo.

La richiesta di concordato è stata depositata al tribunale di Alessandria lo scorso 17 ottobre e riguarda otto società del gruppo.

Mossi e Ghisolfi è assisitita da Rothschild in Usa e da Me- diobanca in Italia, con Alvarez & Marsal, specialista di ri- strutturazioni complesse, chiamato ad occuparsi della parte internazionale. [G. PAO.] 

giovedì 26 ottobre 2017

Il Presidente del Senato Grasso lascia il PD

Un momento veramente difficile per il PD. Il Rosatellum è fermentato a dismisura, il clima in Parlamento dev'essere terribile se dopo l'approvazione della legge elettorale la seconda carica dello Stato, Grasso, lascia la formazione. Tempi veramente bui, verrebbe da dire che forze oscure sembrano spingere il PD verso la dissoluzione, e Renzi come sempre ci mette del suo. 

(Dall'Ansa, a cura di Anna Laura Bussa)

   ROMA, 26 OTT - Ha ingoiato tutto in silenzio per

anni facendo buon viso a cattivo gioco perché il compito che 

gli  è stato affidato è quello di rappresentare e difendere l'

istituzione Senato. E spesso, come ha ricordato lui stesso in

Aula rispondendo al M5S, "è più difficile restare che andare

via". Ma ora la misura è colma e il presidente di Palazzo

Madama, nel giorno in cui passa al Senato in via definitiva il

"Rosatellum" e Denis Verdini entra ufficialmente nella

maggioranza, prende le distanze da un partito con il quale non

si trova più in sintonia e del quale non condivide più né metodi

usati, né contenuti, e lascia il gruppo del Pd. A norma di

regolamento sarà iscritto al gruppo Misto, quello presieduto da

Loredana De Petris che immediatamente gli dà "il benvenuto". 

Con il suo gesto, Grasso crea un precedente clamoroso, come osserva

anche Alessandro Di Battista (M5S), perché nella storia

repubblicana non si era mai visto un presidente del Senato

lasciare il gruppo di appartenenza a fine legislatura. Unica

eccezione: Cesare Merzagora che pur essendo stato eletto con la

Dc si era iscritto volutamente, ma sin dall'inizio, al Misto.

  Grasso ha un temperamento mite, non è uomo uso a sfuriate,

scatti d'ira o colpi di testa. Quindi se è arrivato a una simile

decisione è perché la situazione è diventata complicata. 


"Quando mi sono candidato nel Pd - motiva il suo gesto la seconda carica

dello Stato - mi riconoscevo in principi, valori e metodi che

poi si sono andati perdendo nel corso degli anni". Pertanto

meglio prendere le distanze da un partito e da un segretario che

anche con forzature come quella delle 8 fiducie sulla legge

elettorale contribuisce a comprimere il ruolo del Parlamento. 

  La decisione di "Grasso è inaspettata e non prevedibile"

commenta il presidente dei senatori Dem Luigi Zanda, mentre 

Maurizio Martina parla di "una scelta che amareggia". "Mi

meraviglio che non lo avesse già fatto" è l'osservazione al

vetriolo di Roberto Giachetti. In realtà è "una scelta tardiva"

ribatte Vito Crimi (M5S) perché "se si fosse dimesso ieri, come

gli avevamo chiesto, il suo nome non comparirebbe ora tra i

responsabili del "Rosatellum". 


Ed è proprio rispondendo a Crimi

in Aula che Grasso, già ieri, aveva fatto trapelare un certo

disagio. In risposta alla richiesta di dimissioni aveva infatti

reagito affermando che "può essere più duro resistere che

abbandonare con una fuga vigliacca". 


E aveva rivendicato il "no"

alla candidatura in Sicilia per il suo senso delle istituzioni.

"Ora faccio il presidente del Senato - aveva osservato - e porto

avanti il mio compito. Si può esprimere il malessere ma non è

detto che, quando si ha il senso delle istituzioni, si debba

obbedire ai propri sentimenti". Oggi però un segno ha voluto

lanciarlo. 


E la scelta di lasciare il gruppo è stata sofferta.

Anche se la rottura con il partito e Renzi sembra venire da

lontano, dai tempi della riforma. Da quando si forzarono anche

in quel caso tempi e norme e si ricorse a escamotage come il

"canguro" per tagliare gli emendamenti. Poi fu la volta della

campagna referendaria dai "toni eccessivi e personalistici" non

condivisa anche dal presidente Giorgio Napolitano che pure si

era impegnato tanto per la riforma. Ma di screzi tra la seconda

carica dello Stato e il Pd ce n'è più di uno. Non ultimo quello

del 24 settembre quando Matteo Orfini lo accusò di usare i toni

"dell'antipolitica" e di non rispettare il ruolo dei partiti.

Un'accusa alla quale Grasso ribatté: "Io rispetto i partiti ma

loro rispettino il Parlamento". E ancora: "Mi sono saltati

addosso senza che io dicessi niente". Ma il dissapore più

recente risale a qualche ora fa quando durante la Conferenza dei

Capigruppo convocata per il calendario della manovra, Zanda ha

criticato Grasso per il modo in cui ha condotto l'Aula ieri

senza che si riuscisse a stoppare la protesta dei 5 stelle.

Grasso si è difeso, ha spiegato (come poi riferito dallo stesso

Zanda ha detto anche che se lui avesse votato avrebbe detto no a

"Rosatellum" e fiducia) e poi ha deciso. Ora sul suo futuro sono

in molti a interrogarsi e c'è chi lo vede in corsa con Mdp. 



A

chi riesce a parlarci però dichiara secco: "Per il futuro si

vedrà, non è certo oggi la giornata giusta per parlarne".

Intanto da Mdp arriva un commento benevolo: "Rispetto Grasso -

dichiara Speranza - c'è bisogno di buoni esempi". Mentre

Fratoianni parla di "fatto politico importante".(ANSA).

lunedì 23 ottobre 2017

Ben tornato, al Circolo del PD. E buona fortuna a Direttivo e Segretario


Il Pd crescentinese ha un nuovo Direttivo e un  nuovo Segretario. Pur avvertendo sempre di essere considerata una sorta di corpo estraneo dall'interno del partito (che, eppure, fu parte organica delle mie due amministrazioni come sindaca), comunque mi sono sempre impegnata a denunciare un tempo troppo lungo di silenzi e di omissione d'ogni azione politica, in una componente ideale che considero fondamentale per lo sviluppo della nostra società cittadina; per questo, ora sono lieta che finalmente ci sia una ripresa di attività e un avvio di rinnovamento, quanto meno in alcuni degli eletti dal congresso cittadino. E perciò mi auguro che questo "risveglio" apra un tempo nuovo.

Tuttavia, devo accompagnare questo augurio con alcune mie osservazioni.

Credo di essere fra coloro che meglio conoscono la dott.ssa Livia Scucio, eletta nuovo segretario. Infatti, per un periodo iniziale fu Segretaria Comunale del nostro Comune durante il mio primo mandato da Sindaca, negli Anni Novanta. Avevamo un rapporto diciamo dialettico.
Lei mi parve fin troppo abituata a muoversi con agilità nei meandri del potere istituzionale, mentre io - neofita assoluta - mi sentivo spaesata e già allora presa di mira come un punching-ball da più parti; ma decisa a vendere cara la pelle, pur con tutte le mie ingenuità del politichese

Erano anche, i nostri, due mondi diversi, e modi diversi di vedere il rapporto fra le donne e il potere, e di considerare - in questi tanti poteri che avevamo intorno - una valenza ben diversa. 
Nulla di drammatico, all'interno di una dialettica che talvolta occorre tra Sindaco e Segretario comunale; ma talvolta questa dialettica finisce per rendere difficile il rispetto dei ruoli. E così fu.

Ci siamo poi perse di vista, ma ci siamo ritrovate casualmente giorni fa a una riunione del PD al caffè Vanilla, insieme con tante persone che non rivedevo da tempo. 
Ho sentito nell'occasione Laura Chiò proporre la dott. Scuncio come segretaria del PD locale, e ho avvertito in alcuni un risveglio di attenzione che mi ha piacevolmente stupefatta. E questo risveglio porta ora al nuovo Direttivo e al nuovo Segretario cittadino.
Osserverò con interesse e con attenzione anche questa nuova fase. Spero che il PD crescentinese, adesso che c'è, si apra, e faccia conoscere il suo dibattito, e le sue idee. 

La nostra città ha molto bisogno di parlare, dibattere, confrontare  idee, proporre programmi. E' rimasto tutto zitto  troppo a lungo: nel 2014 l'orrenda fine della legislatura che mi ha riguardata ha sancito una spaccatura che ancora non si è rimarginata, e che ha prodotto anni improduttivi nell'azione politica nel Comune. 

Spero che i personalismi incauti, e le omissioni, vengano messi da parte. Io sono cresciuta libera da ogni logica obbligata di schieramento, negli anni bollenti della contestazione, a dispetto di tutti e di tutto. E sempre con un gran senso del dovere e dell'onestà a tutti i costi.

Forse anche per questo soffro molto la situazione presente, sia per quanto riguarda la sinistra nel suo complesso - a mio avviso in grave crisi soprattutto da quando l'arroganza divisiva di Renzi ha soffocato il gioco vitale del rapporto con le minoranze - sia a Crescentino per il non-ruolo che l'opposizione si è finora assegnato. 
Penso che sia quanti stanno in Comune, sia chi sta fuori, abbiano il dovere di smuovere le acque, aprire le porte di un  dibattito reale, ascoltare e accettare chi non si conforma, dentro e fuori da un partito.  La città è veramente triste, depressa e mal messa. Se l'arrivo sulla scena di un  nuovo direttivo e della dott. Scuncio aiuterà ad aprire una nuova fase, dal tempo immobile e muto del lontano 2014, siano i benvenuti lei e il nuovo direttivo.

giovedì 19 ottobre 2017

Mossi&Ghisolfi in cassa integrazione (e la vita scorre)


"Non scrive niente? Prova molta vergogna per aver favorito la pagliacciata del bioetanolo che adesso fallisce (lo sapevamo tutti dal principio) e ci lascia l'inquinamento del bruciatore. Bisognerebbe chiamarlo "inceneritore Venegoni". Si vergogni".


Cari tutti, 
questo signore (anonimo) che mi vuole "vergognata" sulla Mossi&Ghisolfi in cassa integrazione, anzi sull'inquinamento da bruciatore, vive nel suo puntino di mondo e sono certa che niente e nessuno potrebbe spostarlo. Lui  ha paura dell'"inquinamento del bruciatore" e non si è premurato di informarsi con l'ufficio del Comune di che cosa capiti, in caso di arresto dell'attività complessiva dell'azienda. Lui ha paura, a prescindere, e vuole scegliere un colpevole che lo faccia dormire sereno. 

2,5 miliardi di debiti nel mondo

Ma anche lui come tutti (?) avrà letto (La Stampa) che M&G è schiacciata da 2,5 miliardi di debiti nel mondo, e avrà sentito al TG di ieri che l'origine dei guai di una già fiorente azienda internazionale con base piemontese, è dovuta ad un impianto in costruzione in Texas per la fabbricazione di bottiglie in plastica in PET riciclato: leggo che M&G deve 49 milioni di dollari alla compagnia chimica messicana Alpek, la quale ha perciò smesso di foraggiare del materiale fondamentale per la lavorazione, due insediamenti M&G, in Messico e in Brasile. E, secondo il sito "c&en", la stessa Alpek dubita che M&G riesca a completare l'enorme nuovo impianto. 
E' la globalizzazione, baby. Pesti un piede in Brasile, e senti il male a Crescentino. Esempio migliore non ci potrebbe essere, sempre se il sito che ho visitato di notizie sulla chimica in America ha detto il giusto: anche il nostro anonimo avrà letto che esistono le fake news, notizie finte, e bisogna andarci con i piedi di piombo.

Da Mediobanca ai Rothschild

Una cosa è certa. Il già fiorente gruppo chimico di rilevanza mondiale è nei guai e sta cercando di proteggersi con gli strumenti che le leggi internazionali offrono. In Italia se ne stanno occupando Mediobanca e Gop, in America tra l'altro i Rothschild, Allen Overy, Alvarez&Marsal.

Il gesto estremo di Guido Ghisolfi
e l'interesse intorno al nostro sito

I dipendenti italiani sono circa 700, all'estero ben 2.500. 
Non sarò stata l'unica in questi giorni a pensare a Guido Ghisolfi e al suo gesto estremo del 3 marzo 2015. L'uomo che era al centro dell'azienda se n'è andato portando con sé i suoi segreti. 

So che ci sono enormi realtà economiche italiane del settore che si stanno interessando degli insediamenti di M&G, non resta che sperare che si trovi una soluzione anche per Crescentino.

Caro Salvatore, caro signor Vergogna....

Ma a quelli come il nostro amabile signor Vergogna che si guarda la punta dei piedi senza neanche mettere gli occhiali, e anche al mio amico Salvatore Sellaro che non vedo da tanto tempo, vorrei chiedere sul caso M&G: voi, che cosa avreste fatto se vi avessero offerto di permettere sul vostro territorio un impianto pilota unico al mondo, finanziato dall'Unione Europea, e per giunta nel periodo più nero per l'economia italiana?

Assodato che lì c'era stata per 40 anni una fonderia e non una spiaggia dorata sulla riva della Dora, 
assodato che non c'era la fila per venire a impiantare la famosa spiaggia dal nulla, 
preso atto che nessuno voleva costruire qui la sezione italiana del Louvre
né un campo da golf che sembra inquini più di una stalla con 10 mila mucche
constatato che posti di lavoro mancavano (mancano e mancheranno), 
Capito che tutti quelli che si affacciavano per costruire una fabbrichetta di lavorazioni in legname o in latta sparivano dopo qualche nanosecondo...

Rassegnati da tali ventate negative, e ugualmente amanti del nostro adorato paesello, che nessuno è in grado di capire,..,..

non restava che governare con attenzione il processo di insediamento, cosa che è stata fatta con l'aiuto di moltissimi esperti di varie discipline.

Le opere: il Centro Sportivo, I Giardini Montalcini...

E poiché le leggi vigenti prevedevano per Crescentino circa 5 milioni di euro in compensazioni e mitigazioni da parte di M&G a fronte della costruzione del primo impianto al mondo per produrre bioetanolo da residui agricoli, abbiamo cercato di utilizzare virtuosamente le somme, facendo in paese alcune opere che nessuno avrebbe mai neanche potuto immaginare, viste le tradizionali ristrettezze locali. Abbiamo terminato gli impianti sportivi che da dieci anni giacevano abbandonati, fatti i parcheggi, costruito dal nulla i giardini Levi Montalcini accanto all'Infermeria Santo Spirito, eccetera eccetera.... Le opere sono sotto gli occhi di tutti, meno che quelle assai necessarie della ristrutturazione del Municipio:  segreto custodito meglio del terzo Segreto di Fatima dalla mia partenza nel 2014 a oggi, visto che nessuno è interessato e forse neanche il Municipio stesso. 

E il signor Vergogna, e Salvatore stesso, sarebbero forse più contenti che le opere non si fossero fatte? 
Salvatore Salvatore, guarda che una Appendino basta e avanza.















sabato 14 ottobre 2017

Ciucca di Rosatellum. Renzi: "Io candidato premier". Cacciari : "Legge ignobile"

Non c'è una grande aria di trionfo in giro, dopo l'approvazione della nuova e discussissima legge elettorale detta Rosatellum. Stamattina Repubblica è uscita con una dichiarazione di Renzi a piena prima pagina: "Il segretario del PD è il candidato premier, per statuto. Punto".
Il PD, partito che proprio oggi compie dieci tribolatissimi anni, avendo perso per strada i volti che ne hanno fatto la storia, è in un momento difficile.

Come leggiamo su La Stampa dalla penna di Francesco Grignetti, c'è un esperto pronto a fare le pulci a quanto è successo. Il filosofo Massimo Cacciari non è per nulla contento: 


Cacciari, questa legge elettorale non le va proprio giù.

«Lasciamo perdere che si riproduce un Parlamento di nominati. E lasciamo perdere che lo fanno a colpi di voti di fiducia. Quel che più mi indigna è che fanno una legge solo per fottere i grillini; li capisco se protestano. È stata una mossa ignobile. In cambio dal giorno dopo avremo l' ingovernabilità delle  accozzaglie politiche. Delle pseudocoalizioni. Della paccottiglia. Più una marea di partitini perché lo sbarramento al 3% è una burla».

Ma la legge non nasce per aiutare il formarsi di coalizioni omogenee?


«Guardi, la logica di questa legge è chiarissima. Con i collegi, i grillini vengono tagliati fuori perché non hanno nessuno con cui coalizzarsi e gli resta solo la quota proporzionale. Ma il Pd secondo me non ha fatto bene i suoi calcoli. Renzi con chi si va ad alleare? Con Alfano? Non so in Sicilia, ma qui al Nord con Alfano i voti si perdono. Oppure con Risappia? 

Ma dai. L' unico effetto che vedo è che bersaniani e compagnia si raggrupperanno in chiave antirenziana. E che anche il centrodestra si unirà: dio non voglia, magari vincerà le elezioni. Capisco bene, quindi, l' interesse di Berlusconi: gli hanno ridato centralità. E capisco pure l' interesse di Salvini, che si è fatto i suoi calcoli, e medita di ripercorrere la strada di Bossi che nel 1994 si fece pagare caro, in numero di seggi sicuri, l' appoggio a Berlusconi».


venerdì 13 ottobre 2017

Quel vuoto a ogni scalino

Ho sceso
Dandoti il braccio
Almeno
Un milione di scale
E ora
Che non ci sei
E' il vuoto
Ad ogni gradino 

(Eugenio Montale 1896-1981)

lunedì 9 ottobre 2017

Caos a sinistra del PD, Pisapia saluta Speranza, MDP si spacca


E' stata una domenica di fuoco, per chi non è convinto di Renzi e non è nemmeno sicuro di voler abbracciare Bersani e soprattutto D'Alema. L'ex sindaco di Milano, leader di Campo Progressista, e Speranza di MDP (dove militano Bersani e D'Alema: bisogna precisare altrimenti capiscono solo gli addetti ai lavori) si sono confrontati a distanza dopo un'intervista di Speranza al Corriere della Sera, nella quale l'esponente emmedipino (mi è venuta così, spero si capisca) ha definito l'attendismo di Pisapia "una soap opera insopportabile".

Speranza, riassume il Corriere il cui ottimo lavoro giornalistico ha di fatto sbloccato la situazione, s'è stufato di aspettare Pisapia ed è in "netto disaccordo sull'alleanza farlocca con il PD renziano".
Pisapia legge e gli manda a dire "Non c'è problema. Buon viaggio a Speranza e al suo partitino del 3 per cento".

Uno a uno palla al centro. Ma mentre Speranza guarda per metà novembre a un incontro con Sinistra Italiana di Fratoianni e Possibile di Civati, Pisapia intende giocarsi altre carte come la Boldrini e Grasso, presidenti di Camera e Senato, ed  Emma Bonino che vedrà il 28 alla Convention Europeista insieme con Prodi ed Enrico Letta.

Insomma un po' di movimento si è creato, alcuni deputati MDP sono in transumanza, e mi chiedo cosa farà il povero Bersani, una persona ragionevole alla quale Renzi aveva fatto saltare i nervi: per me trattare così Bersani è stato davvero come sparare sulla CroceRossa. 

Qui sotto intanto, dal Corriere della Sera, autore Carlo Vulpio, il racconto di ciò che Pisapia ha spiegato in Puglia...
Traete le vostre conclusioni, ma la parola fine non è ancora scritta da nessuna parte, temo.


MESAGNE (Brindisi) 

Alla fine, pur con il tatto e la prudenza che lo contraddistinguono, Giuliano Pisapia lo dice. «Renzi è stato votato alle primarie del Pd da milioni di persone. Non è il candidato premier, ma è il segretario del partito più grande del centrosinistra. Il mio ragionamento, con i personalismi, non c’entra nulla. Io voglio valorizzare ciò che unisce e non ciò che divide, per battere le destre risorgenti e i populismi come quello del M5S. Voglio che sia il centrosinistra a governare e a cambiare l’Italia». Le persone che alle primarie del Pd hanno votato Renzi, per l’esattezza, non sono state «milioni», ma un milione 250 mila. Poiché però rappresentano quasi il 70 per cento di chi ha partecipato alle primarie del Pd, il discorso di Pisapia non si presta a equivoci: chi altri, all’interno del centrosinistra, può vantare un consenso così ampio?


Guardarsi intorno bene, per non sbagliare cavallo

La sala del castello normanno-svevo di Mesagne è piena, ci saranno duecento persone, e Pisapia sembra quasi meravigliato per l’interesse e l’accoglienza, anche perché è una domenica di sole e il tema dell’incontro, «Per un campo largo e plurale», non è particolarmente eccitante. E poi perché da queste parti Pisapia non ha truppe cammellate che lavorino per lui. Questo è il Salento in cui D’Alema riusciva a essere eletto anche quando la sinistra perdeva e dove è in atto un rimescolamento e un «riposizionamento» di tutte le figure di secondo e terzo piano che stavano con Sel, con il Pd, con Emiliano, con Vendola, con D’Alema, con tutti e poi contro qualcuno e poi di nuovo con tutti, e che oggi cercano soprattutto di fiutare bene la direzione del vento per non sbagliare cavallo.

"Se non piacciamo, D'Alema ed io dobbiamo fare un passo indietro"

Pisapia lo sa, e sorvola sul fatto che a presentarlo sia un deputato locale, Toni Matarrelli, che incarna, diciamo così, questa incertezza, e che in tempi record è transitato da Sel a Possibile e da qui a Mdp, e ora è pronto a sostenere l’ex sindaco di Milano. Anche i duecento in sala ne sembrano consapevoli e infatti vogliono ascoltare solo Pisapia, capire se è vero che ce l’ha con D’Alema o se il suo discorso sui personalismi da evitare valga per tutti, e quindi anche per lui, che su questo elemento basa la sua proposta. «Vale per tutti. E quindi vale anche per me — dice Pisapia, incassando gli applausi —. Ho detto e ribadisco che se per un centrosinistra largo, coeso, che vuole vincere le elezioni, D’Alema risultasse divisivo, dovrebbe fare un passo a lato. Lo stesso vale per me, che in tal caso farei non solo un passo a lato, ma un passo indietro. Se tutti vogliamo contribuire a ottenere il risultato che ci prefiggiamo, ognuno di noi deve capire questo. Altrimenti regaleremo il Paese a quelli che diciamo di voler sconfiggere».

"Non credo che in Italia ci voglia un quarto polo"

Per far comprendere meglio cosa è venuto a dire, Pisapia ricorre a due esempi. Uno da imitare e uno da evitare. «Lecce è l’esempio di centrosinistra come lo vorrei io — dice —, mentre Sesto San Giovanni, ora governato dalla destra, è ciò che non voglio». Pisapia sostiene che con Renzi sia necessario parlare e che questo non significhi mutare l’orizzonte di un impegno politico «basato sul civismo, l’ambientalismo, il volontariato, l’interazione con il cattolicesimo democratico». E alle critiche «da sinistra» (i suoi ex compagni di Rifondazione, oggi in Sinistra italiana) risponde così: «Loro pensano che oggi in Italia ci voglia un quarto polo. Non sono d’accordo. Non mi interessa un polo di testimonianza. Abbiamo il dovere di proporre, di governare e di cambiare l’Italia. Senza personalismi».

mercoledì 4 ottobre 2017

La maestra Pedrale, una donna con gli attributi


Edda Pedrale da quasi una cinquantina d'anni è anche mia vicina di casa. Ciò malgrado, credo di non averle parlato più di venti volte in tutta la mia vita. Apparteniamo a mondi diversissimi, sia ideologicamente che socialmente, ma dopo aver avuto la notizia della sua dipartita, stamattina, mi sono dispiaciuta. E ho pensato che mi ha sempre dato un'idea di grande sicurezza, di confidenza nelle proprie forze.  Si può dire? Penso sia stata una donna con gli attributi. 
Sarà anche per i suoi modi apparentemente  un po' scostanti,  ma l'ho sempre vissuta come una persona altera, mentre in realtà nella conversazione è apparsa molto gentile, e sempre si è informata della salute dei miei famigliari, dai genitori alle nonne e poi al marito. Aveva un'empatia secca, diretta, venata di comprensione.  Durante i miei due mandati di sindaco, invece,  mi era parsa più riservata e fredda. 
Ho capito tardi che i suoi tailleurs, i suoi cappelli a tesa larga con i quali andava a messa la domenica,  erano un modo per rendere più visibile il profilo di una persona di rispetto, come può essere la figura di moglie di ex sindaco di un piccolo paese come il nostro. 
Mi ha dato l'impressione che si sia occupata con grande scrupolo della sua famiglia, del figlio Luca come del marito. Ancora di recente, affrontava la passeggiata salutista fino ai Galli, malgrado fossero suonate le ottanta primavere. 
Mancherà la sua presenza, in via Michelangelo.