Il PD, partito che proprio oggi compie dieci tribolatissimi anni, avendo perso per strada i volti che ne hanno fatto la storia, è in un momento difficile.
Come leggiamo su La Stampa dalla penna di Francesco Grignetti, c'è un esperto pronto a fare le pulci a quanto è successo. Il filosofo Massimo Cacciari non è per nulla contento:
Cacciari, questa legge elettorale non le va proprio giù.
«Lasciamo perdere che si riproduce un Parlamento di nominati. E lasciamo perdere che lo fanno a colpi di voti di fiducia. Quel che più mi indigna è che fanno una legge solo per fottere i grillini; li capisco se protestano. È stata una mossa ignobile. In cambio dal giorno dopo avremo l' ingovernabilità delle accozzaglie politiche. Delle pseudocoalizioni. Della paccottiglia. Più una marea di partitini perché lo sbarramento al 3% è una burla».
Ma la legge non nasce per aiutare il formarsi di coalizioni omogenee?
«Guardi, la logica di questa legge è chiarissima. Con i collegi, i grillini vengono tagliati fuori perché non hanno nessuno con cui coalizzarsi e gli resta solo la quota proporzionale. Ma il Pd secondo me non ha fatto bene i suoi calcoli. Renzi con chi si va ad alleare? Con Alfano? Non so in Sicilia, ma qui al Nord con Alfano i voti si perdono. Oppure con Risappia?
Ma dai. L' unico effetto che vedo è che bersaniani e compagnia si raggrupperanno in chiave antirenziana. E che anche il centrodestra si unirà: dio non voglia, magari vincerà le elezioni. Capisco bene, quindi, l' interesse di Berlusconi: gli hanno ridato centralità. E capisco pure l' interesse di Salvini, che si è fatto i suoi calcoli, e medita di ripercorrere la strada di Bossi che nel 1994 si fece pagare caro, in numero di seggi sicuri, l' appoggio a Berlusconi».
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