Nel mio elenco dei giorni scorsi ho improvvidamente mancato il nome di un amico e anche ex collaboratore in Comune, come assessore. Alle prossime elezioni del 4 marzo Leo Alati corre per "Insieme" (Socialisti, Verdi e Area Civica).
Tante volte candidato, l'amico Leo. Una volta anche con me, nel lontano 1995. Fummo per un po' di tempo insieme in Giunta, e Segretaria Comunale (com'è piccolo il mondo) era la dott. Livia Scuncio.
Per i socialisti erano tempi un po' così, Nel 1992 c'era stato l'arresto del "mariuolo" Mario Chiesa per il Pio Albergo Trivulzio, improvvidamente evocato l'altro giorno da Renzi. Era scoppiata Mani Pulite, Di Pietro era un eroe nazionale (pensate quanto tempo è passato) e una eco spiacevole dei casini del PSI era arrivata fino nelle nostre terre (dove il Partito Socialista dell'epoca era in gran spolvero) per certi comportamenti che mi avevano costretta a fare denunce, nel senso che era un mio dovere, venendo a conoscenza di reati. Chi c'era si ricorda, tranquilli che non mi metto a raccontare la storia.
I rapporti all'interno del Comune erano un po' nervosi, ma la Giunta era sana.
Poi ci fu una bufera, legata a un'occasione per me fatale: pensate un po': la convenzione con la Parrocchia per rimettere in piedi l'ex chiesa della Resurrezione (CHE VI PREGO TUTTI DI NON DIMENTICARE). Difendevo la necessità di quel trattato per sanare l'edificio che era già pericoloso: Leo non condivideva il punto in cui si diceva che le iniziative da attuare in quello spazio dovevano essere concordate con la Parrocchia e si pronunciò per il no. Io gli risposi che magari lui, non essendo crescentinese, non ci teneva tanto a quella ex chiesa. Si offese moltissimo e mi disse che ero come Borghezio (cosa per me alquanto offensiva). Comunque ci lasciammo, i socialisti ed io, Alati compreso: furono tempi difficili, tanto per cambiare. E' il mio karma. La Resurrezione restò com'era, a continuare a distruggersi: e adesso che è a posto, non se la fila nessuno. Con quel che è costata di soldi ed energie. Che dramma.
Con Leo rimanemmo naturalmente amici: avevo imparato che la politica è una cosa e la vita un'altra (non ho mai imparato bene, in verità). Leo ha continuato a far politica a livello locale provinciale regionale e non lo so, non sempre ho seguito le sue gesta. Certo son rimasta perplessa quando l'ho visto una volta candidato sindaco della Sinistra nel 2004 e la volta dopo in lista con Greppi sempre alle Comunali.
Il fatto è che Leo Alati è un tipo moderno, adesso sono tutti disinvolti così come lui. Oppure coubertiniani: l'importante è partecipare.
Io meno. Molto meno.
Adesso leggo in una sua intervista di qualche settimana fa, sulla Voce, che fra le varie domande, a quella "E Venegoni?" Alati risponde: "Che dire? E' il passato ormai".
Fossi un uomo mi toccherei. Ma sono lieta di essere il passato, visto che il secondo round in Comune 10 anni dopo è stato molto più pesante del primo, cercando io di essere più aperta verso le cose che non condividevo, e di tenere in piedi la baracca che rotolava sotto un gigantesco Ego mascherato da politica.
Poi nell'intervista, Leo dice però una cosa che mi trova d'accordo:
"Non ho apprezzato la confusione di ruoli che, quando lei era sindaco, s'è creata per le domande di assunzione alla Mossi&Ghisolfi e al Mercatò. Che bisogno c'era di raccoglierle in Municipio? In politica non conta solo la buona volontà, non l'ho mica inventato io che le strade per l'inferno sono lastricate di buone intenzioni".
Dio solo sa quanto fossi in imbarazzo io. Non ho nemmeno mai messo un piede al Mercatò, per dire, neanche a comprare una mela, per dire. E non voglio ripercorrere poi un episodio di un'assunzione alla M&G della quale non fui nemmeno avvertita.
Però a volte devi abbozzare, devi sperare che le cose filino dritte se vuoi mantenere la compattezza di un gruppo che già aveva perso dei pezzi. Così feci, mangiai la mia palata di letame per il quieto vivere e per arrivare alla fine della legislatura, ché molte occasioni erano buone per lasciare, a chi cercava lo scontro.
Ecco, detto ciò caro Leo, mi chiedo come puoi tu così intransigente (e magari, sui principi, a ragione) perdere talvolta il senso del tuo cammino . E diventare così sportivo. Io, che sono una donna del passato, non ci riuscirei.
Buone elezioni comunque!
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1 commento:
Ma Signora Venegoni quando è che scrive un libro? Lettura piacevole questa, al di là del fatto che non mette un nome, e chi non era qui vent'anni fa non ci capisce niente.
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