mercoledì 6 novembre 2019

C'ero anch'io

C'ero pure io, quella notte lì. Ero sola, chissà dov'era Mimmo. Il giorno prima era venuto un amico dalla Liguria, eravamo andati verso il Po e non ci era sembrato un fiume socievole. Gianni era poi ripartito verso Varazze, io avevo deciso di fermarmi ancora un giorno. E all'ora di pranzo, mentre cuocevo un uovo delle mie galline, mi aveva chiamata la Comazzi dalla redazione della Stampa per dirmi che girava voce che si fosse ucciso il mio amico di una vita (già allora) Mario Luzzatto Fegiz: "Dicono che si è impiccato in bagno".
Che colpo. Come approfondire? Con il cuore in gola chiamai tutti i colleghi, che cadevano dal pero. Finché uno (Mangiarotti, del Giorno) ebbe l'idea geniale di chiamare il suicida, per capire se fosse vivo o no. Quello rispose serenamente, e si sparse la notizia così che Fegiz era vivo. Lo chiamai, restammo al telefono a ridere per mezz'ora, io ancora turbatissima. 
Guarda cosa mi viene in mente.
Poi la sera andai verso viale Po, con un senso di angoscia che non mi aveva comunque mollata, perché la storia del fiume pericoloso si era attaccata a quella vissuta durante la giornata.
Nella mia zona non era percepibile il dramma.
Seppi della tragedia il giorno dopo.
L'anno dopo, 23 aprile 1995, diventai sindaca per la prima volta.
Ricordo che in questa stessa stagione quell'anno il Po tornò bello spesso, ed eravamo tutti tremebondi.
Ricordo che passai casa per casa in via Po a bussare e rassicurare, quella sera,  portando le notizie che arrivavano da Vercelli.
Ero davanti alla porta degli Ulla, quando mi suonò il cellulare.
Era Fegiz.
"Dove sei che non sei qui? Io sono dai Take That al Palazzetto tal dei tali", disse.
"Io sono sul Po".
**************
Giusto per stemperare.
Ho vissuto 4 anni, nel mio primo mandato, pappa e ciccia con il Magistrato del Po e con la Protezione Civile che si andava formando. Facemmo un piano di evacuazione, in caso di pericolo montante. Rifacemmo gli argini, il lavoro durò tutto il mandato. Il sacrificio delle Sorelle Ierinò aveva costretto il Magispo a occuparsi del nostro Paesello con particolare dedizione. 

Nel 2001 o 2002, non ricordo, ci fu un altro pienone. Ma gli argini tennero. Com'è noto ai più anziani, anche allora non mi ero voluta ricandidare. Ma mi chiamarono un paio di persone, per sapere come avevo fatto a rendere il Po più sicuro. Risposta scientifica: "Rompendo le palle ogni giorno".
Una piccola soddisfazione.
Sono ancora ovviamente contenta di aver dedicato la piazza, che nasceva nei miei anni, alle sorelle Ierinò, giovanissime vittime di una tragedia che resta ancora con noi. Quando Greppi la inaugurò, volli essere presente. 
Mi dispiace tanto non essere stata oggi a Crescentino.
Ma la mente era lì.
Come adesso, del resto.
Ciao a tutti.



4 commenti:

mauro novo ha detto...

Grazie per il tuo ricordo e grazie per aver rotto tanto le palle ogni giorno per gli argini, rivedere quelle foto e rileggendo alla mostra gli articoli dei giornali d'epoca vengono i brividi.

Il ricordo delle sorelle Ierino' e' indelebile e scolpito nelle menti di tutti.

Mauro Novo

Marinella ha detto...

Ciao Mauro! Grazie a te che mi hai fatto ricordare tante cose con il tuo racconto drammatico... Speriamo non accada mai più

preddy ha detto...

Ricordo quella sera...come fosse ieri…..
Ricordo l'impotenza delle persone in strada, ricordo la mancanza di coordinamento, purtroppo questa tragedia ha innescato la consapevolezza che un minimo di organizzazione collettiva puo' salvare vite umane e impedire catastrofi. Oggi esiste un piano di evacuazione, una protezione civile con mezzi avanzati, un'organizzazione di base. Allora no. Arrivarono i pompieri con un motore del motoscafo rotto, con il "pignata" che cercava di capire come aggiustare tale motore per poter andare a caricare le persone, con i vigili che chiedevano a noi per strada se ci fossero persone da aiutare. Nessun piano, nessuna organizzaione, solo tanta buona volontà da parte di tutti, che non ha impedito pero' la tragedia.
Brividi

Marinella ha detto...

Davvero Preddy momenti terribili... quando arrivai in Comune nel'95 dovemmo iniziare il percorso da neofiti, e non fu facile ma qualcosa mettemmo in piedi. Adesso ormai sono organizzazioni che vanno avanti da sole, cominciare è un'altra cosa.