venerdì 21 febbraio 2014

Ma che bello fare il Sindaco

Uffa. Ora, proprio basta. Per anni ho sopportato in silenzio vilipendi, insolenze, slealtà, dileggio, perfino volgari menzogne; da ogni parte. Da destra e da sinistra. L'ho fatto per amore della mia città, sacrificando il mio orgoglio e arricchendo la mia incredulità soltanto per evitare una possibile crisi istituzionale (sto reggendo il governo della città con una risicata maggioranza di 9 a 8, questo a oggi...).
Ma ora basta, mi sono proprio stufata.
Le insolenze e le villanie e la malaeducazione (non solo politica) di chi appare uno scaltro seguace di Azzeccagarbugli e usa l'istrionismo come arma politica, si congiungono felicemente – da parti opposte - con la cieca ambizione personale di chi dovrebbe difendere il lavoro del gruppo di maggioranza e invece si sgancia di continuo, per mettere in risalto la propria differenziazione, disprezzando ogni dovere di lealtà.
Ora basta, mi sono proprio stufata.
Questo mio lungo silenzio è stato considerato manifestazione di debolezza, e non di responsabilità, perchè la vacca di Valenza – quella che come la fa la pensa - ama praticare le strade di Crescentino, a destra e a sinistra. 

Invece la Giunta ha lavorato molto bene con impegno e sacrificio per realizzare il proprio obiettivo, di riportare al centro della vita pubblica della città l'egemonia dell'interesse pubblico su affari e traffici privati, ed è per questo atta sottoposta a ogni tipo di attacco. 

Presa a tenaglia tra questi due interessi così spregiudicatamente personali (mentre io considero l'attività politica come esercizio di un servizio all'interesse pubblico), sono apparsa stritolata nell'eco che fogli locali davano alle vicende politiche di Crescentino dipingendo con sollazzo presunte incapacità - e per questo ho anche dovuto querelare per tutelare la mia onorabilità, Non che io non faccia e non abbia fatto errori, ci mancherebbe. Ma sono stati sempre atti e scelte di cui mi sono assunta la responsabilità.  

Ma contrariamente a quanto queste due morse amavano mettere in giro, in Comune ci sto, eccome, lavorando in ufficio come qualunque persona che venga a cercarmi sa, a disposizione dei cittadini che vogliono incontrarmi e impegnandomi a risolvere i problemi, aiutare chi è in crisi o in difficoltà economiche, dare direttive sui progetti allo studio ascoltando tutti i pareri degli assessori che arrivando in Comune - tutti, meno uno - sono sempre passati nel mio ufficio a salutarmi e a discutere i problemi; quando debbo assentarmi, sto attaccata al telefono, in modo simile a quanto per esempio avrà fatto Renzi per dirne uno che conoscono tutti, e nessuno se n'è scandalizzato, sebbene i suoi incarichi e i suoi problemi fossero incommensurabilmente più gravi di questi di Crescentino. 
E comunque sempre ho assunto responsabilità mia, diretta, di ogni atto, anche quando c'era chi - come questa settimana, come fanno i topi se il gatto non c'è – approfittava della mia lontananza e si muoveva come se lui fosse quello che non è e che invece ambisce pazzamente di essere.

Penso che molti avranno trovato assai divertente che, dopo aver baccagliato per 5 anni a proporsi come “sindaco in pectore”, ora in una intervista pubblica c'è chi va professando che mai e poi mai lui ha pensato di candidarsi, e che è il popolo, invece, a chiamarlo a questo incarico. Petrolini, quando prendeva in giro Mussolini, non sarebbe stato capace d'inventare una gag altrettanto spassosa. E' però più grave che, vestendo malamente i panni deamicisiani di maestrino dalla penna rossa, si permetta di giudicare e votare il lavoro dei suoi colleghi, assegnando naturalmente a se stesso il 10 in condotta. Solo Berlusconi s'era visto capace di tanta presunzione.
A chi poi, nella stessa intervista, dice che “il pd mi ha dato i suoi voti” e legge i dati statistici preferendo ignorare il fattore “trascinamento” della leadership, ricordo che io ho apprezzato la presenza di membri del Pd nella mia Giunta e ho valorizzato il lavoro che i suoi assessori, tutti, hanno svolto insieme con gli altri assessori per realizzare il programma presentato 5 anni fa alla Città. E poi: è così difficile per il PD dire "grazie" a un sindaco come me, che da cinque anni le prende da destra e da sinistra? Come io dico "grazie" al Pd che mi ha sorretta, perché quel Pd di Crescentino fa così fatica a compiere un semplice gesto di gentilezza, e naturale cortesia istituzionale? Già, ma in questa storia il Pd di Crescentino, i suoi uomini e le sue donne, i suoi elettori anche senza tessera, non c'entrano nulla; sono altri che non sopportano la cortesia. 
Ma voglio anche ricordare con ogni chiarezza che mai e poi mai, né nel '94 né nel 2009, ho avanzato autonomamente una mia candidatura; in entrambe le elezioni, sono stata richiesta, o pregata, di candidarmi per aiutare un progetto di sinistra destinato altrimenti a essere sconfitto. Sono stati sconfitti gli altri, quelli della destra, ma l'intervistato, nella sua ossessione di delegittimare comunque la figura del sindaco, si affanna a precisare che il sindaco ha vinto perchè è stata la destra a perdere. Che genialità.

La spregiudicatezza è arrivata al punto che mi è stato mandato un messo con un ultimatum, come si comporterebbe un qualsiasi padrone del vapore e non chi esercita soltanto un semplice compito vicario (compito al quale, poi, è stato chiamato soltanto come terza scelta, come scelta di ripiego, dopo che altri due candidati che a me apparivano più adeguati avevano dovuto rifiutare per impegni professionali).
Con questi ultimi atti sconsiderati, che mi sembrano non più sopportabili, lesivi del lavoro di gruppo, e comunque strumentali a una provocazione per chissà quali fini, il vicariato appare definitivamente inadatto a chi l'avevo assegnato. Spiace per il lavoro che ha fatto, indubbio, e del quale lo ringrazio. Ma non è soltanto il lavoro che qualifica una persona. La correttezza e lo spirito di gruppo non hanno mai ammazzato nessuno. 

Ho ritirato quindi le deleghe a Franco Allegranza, tenendole per ora ad interim nelle mie mani,  e al suo posto di vicario ho scelto l'assessore Gabriele Massa.
Sono perfettamente consapevole della gravità di questo momento, e dei rischi nei quali vengo trascinata a forza data l'esiguità dei numeri, ma il tempo della chiarezza e delle responsabilità è giunto, alla fine. In questi 5 anni, ho tentato di realizzare un compito che rendesse manifesta la totale mancanza d'un qualsiasi interesse personale nell'attività politica che svolgevo per la mia città, e ho trovato compagni di strada come Taverna, Malara, Massa, Ravarino, Casa, Ratto, Graziano non soltanto leali ma, anche, portatori d'una forte concezione dell'impegno individuale, spesso anche con il costo di sacrifici non comuni. 
Sono grata a ciascuno di loro a nome della città intera, quali che siano le scelte elettorali che i cittadini avevano fatto: sappiano, i cittadini di Crescentino, di aver avuto alla guida della città donne e uomini preziosi, che hanno sempre operato per il bene comune e mai per stessi, quando hanno fatto bene o anche quando hanno sbagliato. E quando hanno sbagliato, se errori ci sono stati, la responsabilità è stata sempre mia, comunque. 
L'idea è stata di mostrare concretamente che è possibile esercitare il potere pubblico con le mani pulite e senza badare a interessi di parte. Solo un'assunzione, alla Mossi&Ghisolfi, soprattutto perché nemmeno a me comunicata anche solo per pura cortesia, mi ha fatto molto male. Per me, per noi, essere alla guida del Comune non è stato mai conquista del potere ma gestione degli interessi comuni, spesso con a disposizione più fantasia che non soldi se non i propri (vero, dott. Ravarino?). In questo, qualcuno, purtroppo, è mancato, e ha minato l'efficacia del nostro lavoro e la coesione del gruppo, al punto che il presunto “candidato del popolo” non è riuscito a trovare per la sua lista elettorale in preparazione nemmeno l'adesione di coloro che, eppure, erano stati suoi compagni nella difficile avventura di “Amare Crescentino”.
Le figure divisive raccolgono soltanto tempesta (io, nella mia ingenuità, sono perfino stata più volte a parlare con i dirigenti provinciali del partito comunque coinvolto, perchè riportassero alla ragione chi stava danneggiando il nostro comune lavoro). L'ultima esternazione pubblica così furente e fuori da ogni ragionevolezza mi ha però costretto a un atto che per 5 anni non avevo voluto decidere, perchè io “amo Crescentino”. Però, c'è un limite. 
Quando, tra non molto, tornerò al mio lavoro professionale e alla vita privata, potrò essere orgogliosa delle energie e del tempo che in questi difficili momenti ho dedicato alla mia città, per tentare di aiutarla a venir fuori dalla drammatica crisi che sta vivendo insieme con il nostro Paese. 

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