Uffa.
Ora, proprio basta. Per anni ho sopportato in silenzio vilipendi, insolenze,
slealtà, dileggio, perfino volgari menzogne; da ogni parte. Da
destra e da sinistra. L'ho fatto per amore della mia città,
sacrificando il mio orgoglio e arricchendo la mia incredulità
soltanto per evitare una possibile crisi istituzionale (sto reggendo
il governo della città con una risicata maggioranza di 9 a 8, questo a oggi...).
Ma
ora basta, mi sono proprio stufata.
Le
insolenze e le villanie e la malaeducazione (non solo politica) di
chi appare uno scaltro seguace di Azzeccagarbugli e usa l'istrionismo
come arma politica, si congiungono felicemente – da parti opposte -
con la cieca ambizione personale di chi dovrebbe difendere il lavoro
del gruppo di maggioranza e invece si sgancia di continuo, per
mettere in risalto la propria differenziazione, disprezzando ogni
dovere di lealtà.
Ora
basta, mi sono proprio stufata.
Questo
mio lungo silenzio è stato considerato manifestazione di debolezza,
e non di responsabilità, perchè la vacca di Valenza – quella che
come la fa la pensa - ama praticare le strade di Crescentino, a
destra e a sinistra.
Invece la Giunta ha lavorato
molto bene con impegno e sacrificio per realizzare il proprio
obiettivo, di riportare al centro della vita pubblica della città
l'egemonia dell'interesse pubblico su affari e traffici privati, ed è per questo atta sottoposta a ogni tipo di attacco.
Presa
a tenaglia tra questi due interessi così spregiudicatamente
personali (mentre io considero l'attività politica come esercizio di
un servizio all'interesse pubblico), sono apparsa stritolata nell'eco
che fogli locali davano alle vicende politiche di Crescentino
dipingendo con sollazzo presunte incapacità - e per questo ho anche dovuto querelare per tutelare la mia onorabilità, Non
che io non faccia e non abbia fatto errori, ci mancherebbe. Ma sono stati
sempre atti e scelte di cui mi sono assunta la responsabilità.
Ma contrariamente a quanto queste due morse amavano mettere in giro, in
Comune ci sto, eccome, lavorando in ufficio come qualunque persona che venga a cercarmi sa, a disposizione dei cittadini che vogliono incontrarmi e
impegnandomi a risolvere i problemi, aiutare chi è in crisi o in
difficoltà economiche, dare direttive sui progetti allo studio
ascoltando tutti i pareri degli assessori che arrivando in Comune - tutti, meno uno - sono sempre passati nel mio ufficio a salutarmi e a discutere i problemi; quando debbo assentarmi, sto attaccata al telefono, in modo simile a quanto per esempio avrà fatto Renzi per dirne uno che conoscono tutti, e nessuno se n'è scandalizzato, sebbene i suoi
incarichi e i suoi problemi fossero incommensurabilmente più gravi
di questi di Crescentino.
E comunque sempre ho
assunto responsabilità mia, diretta, di ogni atto, anche quando
c'era chi - come questa settimana, come fanno i topi se il gatto non c'è – approfittava
della mia lontananza e si muoveva come se lui fosse quello che non è
e che invece ambisce pazzamente di essere.
Penso
che molti avranno trovato assai divertente che, dopo aver baccagliato
per 5 anni a proporsi come “sindaco in pectore”, ora in una
intervista pubblica c'è chi va professando che mai e poi
mai lui ha pensato di candidarsi, e che è il popolo, invece, a
chiamarlo a questo incarico. Petrolini, quando prendeva in giro
Mussolini, non sarebbe stato capace d'inventare una gag altrettanto
spassosa. E' però più grave che, vestendo malamente i panni
deamicisiani di maestrino dalla penna rossa, si permetta di giudicare
e votare il lavoro dei suoi colleghi, assegnando naturalmente a se
stesso il 10 in condotta. Solo Berlusconi s'era visto capace di tanta
presunzione.
A
chi poi, nella stessa intervista, dice che “il pd mi ha dato i suoi
voti” e legge i dati statistici preferendo ignorare il fattore
“trascinamento” della leadership, ricordo che io ho apprezzato la
presenza di membri del Pd nella mia Giunta e ho valorizzato il lavoro
che i suoi assessori, tutti, hanno svolto insieme con gli altri
assessori per realizzare il programma presentato 5 anni fa alla
Città. E poi: è così difficile per il PD dire "grazie" a un sindaco come me, che da cinque anni le prende da destra e da sinistra? Come io dico "grazie" al Pd che mi ha sorretta, perché quel Pd di Crescentino fa così fatica a compiere un semplice gesto di gentilezza, e naturale cortesia istituzionale? Già, ma in questa storia il Pd di Crescentino, i suoi uomini e le sue donne, i suoi elettori anche senza tessera, non c'entrano nulla; sono altri che non sopportano la cortesia.
Ma voglio anche ricordare con ogni chiarezza che mai e poi
mai, né nel '94 né nel 2009, ho avanzato autonomamente una mia
candidatura; in entrambe le elezioni, sono stata richiesta, o pregata, di candidarmi per aiutare un progetto di sinistra
destinato altrimenti a essere sconfitto. Sono stati sconfitti gli
altri, quelli della destra, ma l'intervistato, nella sua ossessione
di delegittimare comunque la figura del sindaco, si affanna a
precisare che il sindaco ha vinto perchè è stata la destra a
perdere. Che genialità.
La
spregiudicatezza è arrivata al punto che mi è stato mandato un
messo con un ultimatum, come si comporterebbe un qualsiasi padrone
del vapore e non chi esercita soltanto un semplice compito vicario
(compito al quale, poi, è stato chiamato soltanto come terza scelta,
come scelta di ripiego, dopo che altri due candidati che a me
apparivano più adeguati avevano dovuto rifiutare per impegni
professionali).
Con
questi ultimi atti sconsiderati, che mi sembrano non più
sopportabili, lesivi del lavoro di gruppo, e comunque strumentali a
una provocazione per chissà quali fini, il vicariato appare
definitivamente inadatto a chi l'avevo assegnato. Spiace per il lavoro che ha fatto, indubbio, e del quale lo ringrazio. Ma non è soltanto il lavoro che qualifica una persona. La correttezza e lo spirito di gruppo non hanno mai ammazzato nessuno.
Ho
ritirato quindi le deleghe a Franco Allegranza, tenendole per ora ad interim nelle mie mani, e al suo posto di vicario ho scelto l'assessore Gabriele Massa.
Sono perfettamente consapevole della
gravità di questo momento, e dei rischi nei quali vengo trascinata a
forza data l'esiguità dei numeri, ma il tempo della chiarezza e delle responsabilità è giunto,
alla fine. In questi 5 anni, ho tentato di realizzare un compito che
rendesse manifesta la totale mancanza d'un qualsiasi interesse
personale nell'attività politica che svolgevo per la mia città, e
ho trovato compagni di strada come Taverna, Malara, Massa, Ravarino, Casa, Ratto, Graziano non soltanto leali ma, anche, portatori
d'una forte concezione dell'impegno individuale, spesso anche con il
costo di sacrifici non comuni.
Sono grata a ciascuno di loro a nome
della città intera, quali che siano le scelte elettorali che i
cittadini avevano fatto: sappiano, i cittadini di Crescentino, di
aver avuto alla guida della città donne e uomini preziosi, che hanno
sempre operato per il bene comune e mai per stessi, quando hanno
fatto bene o anche quando hanno sbagliato. E quando hanno sbagliato,
se errori ci sono stati, la responsabilità è stata sempre mia, comunque.
L'idea è stata di mostrare concretamente che è possibile esercitare il
potere pubblico con le mani pulite e senza badare a interessi di
parte. Solo un'assunzione, alla Mossi&Ghisolfi, soprattutto perché nemmeno a me comunicata anche solo per pura cortesia, mi ha fatto molto male. Per me, per noi, essere alla guida del Comune non è stato mai
conquista del potere ma gestione degli interessi comuni, spesso con a disposizione più fantasia che non soldi se non i propri (vero, dott. Ravarino?). In questo,
qualcuno, purtroppo, è mancato, e ha minato l'efficacia del nostro
lavoro e la coesione del gruppo, al punto che il presunto “candidato
del popolo” non è riuscito a trovare per la sua lista elettorale in
preparazione nemmeno l'adesione di coloro che, eppure, erano stati
suoi compagni nella difficile avventura di “Amare Crescentino”.
Le figure divisive raccolgono soltanto
tempesta (io, nella mia ingenuità, sono perfino stata più volte a
parlare con i dirigenti provinciali del partito comunque coinvolto,
perchè riportassero alla ragione chi stava danneggiando il nostro
comune lavoro). L'ultima esternazione pubblica così furente e fuori da ogni ragionevolezza mi ha però costretto
a un atto che per 5 anni non avevo voluto decidere, perchè io “amo
Crescentino”. Però, c'è un limite.
Quando, tra non molto, tornerò al mio
lavoro professionale e alla vita privata, potrò essere orgogliosa
delle energie e del tempo che in questi difficili momenti ho
dedicato alla mia città, per tentare di aiutarla a venir fuori dalla
drammatica crisi che sta vivendo insieme con il nostro Paese.
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