domenica 5 aprile 2015

Il possibile futuro della Mossi&Ghisolfi

Dopo la drammatica scomparsa, il mese scorso, del patron della prima bioraffineria italiana, Guido Ghisolfi, la già non brillante situazione industriale di Crescentino è stata funestata nei giorni scorsi dall'annuncio (da me paventato, fra le righe, già quando scrissi del suicidio dell'imprenditore) della riduzione di 30 unità di personale con contratti a termine, da parte della M&G. 
A questa si aggiunge la voce che il Centro Ricerche del colosso di Tortona starebbe per chiudere, e comunque parte del suo personale lavora ormai all'area ex Teksid. 
La bioraffineria era il sogno personale e più importante, a quel che avevo capito, di Guido Ghisolfi: ci aveva lavorato per anni tessendo la sua ragnatela sapiente di scienza e conoscenze, aveva ottenuto l'approvazione e il cospicuo finanziamento dell'Unione Europea, visto che l'Italia - come prevede la legge - era l'unica a non aver avviato ancora il processo del bioetanolo, a differenza di tutti gli altri paesi europei. 
Ghisolfi era anche un politico consumato, un industriale fra i rari che avevano scelto di appoggiarsi al centro-sinistra, un paladino del progetto renziano. Poi, certo, l'industria per sua vocazione è governativa, come diceva sempre l'Avvocato Agnelli: in questo caso e chissà per quanto, i due fatti coincidono. 
E' ovvio che la sua scomparsa abbia portato i componenti della famiglia a cominciare a rivedere alcune priorità, in attesa di decidere in che termini proseguire l'intero progetto, e l'attività del centro pionieristico di Crescentino, che comunque mi sento di dire che lì rimarrà, in qualche modo, a produrre e sperimentare, se non altro per onorare l'immensa cifra sborsata dalla UE. 
Fra le varie voci che circolano c'è anche quella di una possibile vendita del progetto sperimentale ad altro marchio, insieme con i complessi in costruzione in Puglia e fra mille difficoltà in Sardegna. Ma, ripeto, voci.
Tra l'altro questa situazione si riflette sull'area ancora libera da attività economiche nell'area ex Teksid, attualmente in disponibilità della Mossi&Ghisolfi. Si immaginava che altre attività fiorissero, ai "miei tempi" se ne parlava molto, ma chissà a questo punto. 
Immagino che colloqui siano in corso con l'Amministrazione Comunale attuale, credo che a breve il Sindaco dovrà rassicurare (o no) le persone che ancora lavorano nell'area ex Teksid. Non so se l'abbia già fatto. (Ma anche i sindaci, spesso, alcune cose sono gli ultimi a saperle). 


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