giovedì 17 dicembre 2015

Un altro modo di guardare a Licio Gelli


Tutti avrete seguito nei decenni la parabola di Licio Gelli e i suoi percorsi sghembi e furbastri. Dice Bisignani (un altro che di queste tecniche se ne intende) che andandosene a 96 anni, il re della P2 abbia portato nella tomba i suoi veri segreti. Ma fra le sue caratteristiche palesi, l'ex materassaio ne aveva alcune che vengono messe in rilievo dal Buongiorno di Gramellini sulla Stampa di oggi (lo potete leggere qui sotto). E proprio Gramellini mi fa venire in mente tanti personaggi che incontro ed ho incontrato e che conoscete pure voi, anche al nostro Paesello, senza cultura e con quei pochi talenti che sempre funzionano al mondo, e che a Crescentino come dovunque danno risultati. Anche ottimi. 

Marinella  






SfraGelli d’Italia


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17/12/2015
Di Licio Gelli ho sempre trovato sconvolgente il divario tra l’enormità della sua influenza e la pochezza della sua cultura. Quando uno immagina il Potere tende a raffigurarsi luoghi inaccessibili solcati da creature eteree e raffinate che decidono le sorti degli altri mettendo intelligenza e competenza al servizio di cinismo e crudeltà. Licio Gelli parlava un italiano da terza elementare, trafficava in affari dozzinali e tesseva trame da operetta in una stanza d’albergo di via Veneto dove riceveva cialtroni e spioni, generali e sensali, complottisti e fancazzisti. Era un trapezista del nulla, capace di saltare con una capriola dal fascismo all’antifascismo e di infilarsi in tutti i posti dove ci fosse odore di chiuso e non per aprire le finestre, ma per abbassare le serrande. Non esiste mistero italiano da cui non spunti la sua faccia di italiano qualunque, più furbo che intelligente. E questo la dice lunga sulla qualità mediocre che da noi hanno persino i misteri.  

Mi sono sempre chiesto come mai il Gotha della politica, dell’amministrazione, del giornalismo e dell’imprenditoria si sia servito o messo al servizio di questo misirizzi di provincia, privo di carisma e capace di mettere insieme un cardinale con un generale, ma non tre frasi di senso compiuto. L’unica risposta possibile è che la nostra classe dirigente di intrallazzoni raccomandati senza spessore vale anche meno di Gelli. Allora come oggi, chi ha talento e passione non ha tempo per tramare e millantare, cioè per acquisire potere. È troppo impegnato a lavorare.  

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Gelli è morto contento, il suo progetto alla fine si è realizzato. Oppure Renzi è sbucato una notte da sotto i cavoli?
P2.uno

MV ha detto...

Ah il complottismo! Quanto è divertente.

maria salvador ha detto...

È fuori da ogni dubbio che alcuni punti del programma p2 siano stati realizzati da renzi.
Questo non fa di lui un servo dei massoni (forse) ma sulla cosa c'è poco da ridere.

MV ha detto...

Beh caro signor Maria, il complottiamo è una tentazione irresistibile per gli italici, e qui da noi di più. Ci rido per questo, ma penso che non discenda da Gelli quel che fa Renzi, bensì da indole e consenso, ci piaccia o no. Venti anni di Berlusconi ci hanno stracciati.

Eolo ha detto...

ovvio, è solo una sfortunata coincidenza però prima Berlusconi e poi Renzi hanno attuato per davvero alcuni punti del programma P2.
Guarda te il caso...

Anonimo ha detto...

MV, lei sopravvaluta la capacità generativa dei cavoli. Che si sappia, la cosa che sicuramente Renzi sa fare è .. comprare una vocale. Lei sa bene, da donna che conosce il mondo, che in politica si va va avanti i due modi: per capacità personali o per essere uno strumento utile a particolari interessi. Poi il consenso per qualcuno si crea, non è difficile per chi ne ha i mezzi e se la persona è adatta allo scopo. Indubbiamente le radici del renzismo sono casualmente le stesse di dove stava Gelli. Con Berlusconi il Gellismo ha fallito (l'ex cavaliere non aveva solo la tessera di Fozza Italia..) per manifesta incapacità del medesimo.
Al-complot