In tutti i piccoli centri della nostra Penisola, ci sono persone che riescono a catturare la simpatia popolare senza gesti eroici, con l'arma della semplicità. Franco Saluzzo, il nostro Bumbardin, era un tipo particolare. Aveva appunto suonato nella Banda Comunale, girava con un'Ape riconoscibilissima da chiunque, era una persona generosa che faceva molto volontariato. Era sempre pronto a una battuta, a un sorriso, rispondeva per le rime quando si scherzava nelle tavolate delle quali era sempre ghiotto ed entusiasta ospite.
Cose piccole, certo. Ma in un paese come il nostro che non sorride con facilità, facevano la differenza.
E' così che prima un tardivo amore, per il quale in tanti abbiamo fatto il tifo, poi la repentina malattia e la scomparsa di Franco sono stati seguiti con trasporto e preoccupazione da tanti crescentinesi, che si ricorderanno a lungo di lui, detto il Bumbardin. Un altro pezzo della vecchia Crescentino se ne va. Ciao Franco, non fate troppo casino lassù con il Madur.
domenica 29 maggio 2016
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