giovedì 14 settembre 2017

L'orchestra della Sinistra prova gli accordi, ma ancora non ci siamo...

Prosegue la saga dell'ex sindaco Pisapia e degli ex esponenti del PD (e non solo) alla ricerca di un accordo all'interno della Sinistra oltre il PD, in vista delle prossime elezioni
Come si sa, c'è stato un incontro di 4 ore fra Pisapia, Bersani, D'Alema, Tabacci & C. che non si è concluso malissimo (ma nemmeno benissimo)
Qui la cronaca di Repubblica, per la penna di Giovanna Casadio.

«Sono contento delle assonanze, certo restano dissonanze ». L' orchestra della sinistra ancora non suona come dovrebbe. Giuliano Pisapia, lasciando prima degli altri la riunione con Mdp («Scusatemi, ho il treno per il dibattito con Delrio a FestaReggio ») saluta con l' invito: andiamo avanti insieme, però di strada per trovare l' accordo ce n' è tanta da fare.

E il tempo stringe, perché le elezioni politiche sono dietro l' angolo e la lista della sinistra deve essere pronta presto: vanno scelti in fretta simbolo, programma, se coinvolgere anche Fratoianni, Civati e Tomaso Montanari e Anna Falcone, come comportarsi con il governo sulla manovra economica. Ma soprattutto va sgombrato il campo dai malintesi sulla leadership. «Non ci sto al fuoco amico». Esordisce Pisapia, ieri. Il leader di Campo progressista che ha lanciato il progetto del nuovo centrosinistra, è stato bersaglio di bordate da parte di Mdp fino allo strappo sulle regionali in Sicilia. 

«Caro Giuliano, la leadership si esercita», gli fa da controcanto Arturo Scotto. «Si esercita? Ma se non mi avete neppure consultato sulla scelta del candidato governatore siciliano!».Controbatte Pisapia. A confermare la leadership di Pisapia è Pierluigi Bersani: «Nessuno vuole metterti in discussione». In conclave la sinistra di Mdp e Campo progressista ci resta quattro ore. È il giorno del chiarimento: ripete Roberto Speranza. Riunione affollata (in 18) e ciascuno vuole dire la sua. Ci sono i vecchi leoni ( Bersani , Massimo D' Alema, Guglielmo Epifani per Mdp, Bruno Tabacci con Campo Progressista), i neofiti, gli uomini-macchina come Ciccio Ferrara per Pisapia e Nico Stumpo e Massimo Paolucci per Mdp, gli esperti di legge elettorale Franco Monaco (accanto all' ex sindaco di Milano) e Alfredo D' Attorre, bersaniano, Francesco Laforgia, Cecilia Guerra e Massimiliano Smeriglio. Ogni dubbio è sollevato.

Scoppiano scintille sul governo, dalla manovra economica alla politica sui migranti. D' Alema critica il ministro Minniti sulla Libia. «Ha fatto come Berlusconi con Gheddafi». «Beh, Massimo sono tutti uomini tuoi», osserva Franco Monaco dopo la riunione e fa i nomi di Matteo Orfini, presidente del Pd, di Fabrizio Rondolino e Claudio Velardi, consiglieri renziani, di Gianni Cuperlo. «Cuperlo è un intellettuale. Alcuni hanno non il pelo ma una "amazzonia" sullo stomaco », è la freddura di D' Alema.

Ma il leader Massimo pone una questione politica: «Non ci deve essere nessuno alla nostra sinistra, dobbiamo essere inclusivi il più possibile». A parte Rifondazione, dobbiamo stare tutti insieme: è la proposta. Ma Campo progressista nicchia: un caravanserraglio non porta lontano. E poi c' è il rapporto con il Pd. La nuova sinistra si pone come alternativa al Pd di Renzi ma alle regionali del 2018 il centrosinistra deve marciare unito: insiste Pisapia.

Che la spunta sulla strada da seguire per correggere la manovra: «Per favore, niente demagogia, ma proposte da presentare...», avverte l' ex sindaco di Milano. «Mdp è nata come vestale del governo Gentiloni, sarebbe il colmo farlo cadere adesso»: attacca Tabacci. Bersani assicura senso di responsabilità («Se ci fosse la Troika alle porte, daremmo la fiducia tecnica »), ma punta a modifiche profonde della manovra. Quindi la soluzione sono incontri settimanali di Mdp-Campo progressista per proposte da presentare a Gentiloni. Tutta aperte sono le questioni Assemblea costituente e candidature. Speranza assicura che nessuno vuole prevaricare a colpi di iscritti. Tabacci: «Io non ho iscritti ma "740", ovvero sostenitori, come si pesano?». Pisapia allontana i sospetti di essere disposto a un listone con il Pd, ma canale aperto con Andrea Orlando, Enrico Letta e soprattutto con Romano Prodi.




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