Da "La Stampa" del 28 ottobre, articolo di Gianfranco Quaglia (si parla anche di mini-centrali idroelettriche: che il Comune ha allo studio nel territorio di Crescentino...)
VERCELLI
La «Green Economy» non è un’utopia fra le risaie. Anzi, è qualcosa di più concreto. Il Vercellese potrebbe diventare capitale delle energie rinnovabili, collocandosi all’avanguardia in Piemonte.Non è la prima volta che il tema viene affrontato e in alcuni casi è sfociato anche in clamorose prese di posizione contrarie (come a Desana e Caresana, che si sono opposti alla costruzione di impianti a biogas alimentate da paglia di riso). Ora l’argomento torna di attualità. Ieri alla Sala Pastore della Camera di Commercio il convegno «Le energie rinnovabili e le amministrazioni locali» ha tracciato un quadro di possibili applicazioni in tema di agroenergie. Insomma, dall’agricoltura possono derivare nuove fonti di energia alternativa. Ne è pienamente convinto l’ingegner Roberto Isola, consulente di Confindustria, che si occupa del coordinamento tecnico del Polo di Innovazione: «Vercelli è stata scelta come uno dei quattro poli regionali di energia rinnovabile. In Piemonte sono 79 le aziende che operano nel settore dello sfruttamento energetico, una trentina nel Vercellese. Al momento siamo in fase di idee e progetti che vogliono sperimentare tutte le possibilità in questo comparto. Molte di queste iniziative sono direttamente collegate al mondo agricolo (legno, paglie di riso, stocchi di mais, sfalci d’erba). Uno dei capitoli più interessanti riguarda la pirogassificazione (bruciare la biomassa). Questo sistema può avere grosse ricadute su impianti di piccola taglia. E’ sulle piccole centrali di biomassa che noi puntiamo. La provincia di Vercelli può dare un grosso contributo. Anche la paglia di riso, ad esmepio, è da valorizzare in un’ottica di mini-impianti. Insomma, esistono ampi sbocchi di mercato». Isola è anche fautore di un altro progetto ad ampio raggio, che proprio nel Vercellese, grazie alle caratteristiche idrogeografiche, troverebbe vasta applicazione: si chiama «Mini Idro» e vuole sfruttare il sistema di piccoli «salti» realizzati per il deflusso e il controllo delle acque nei canali irrigui che alimentano le risaie. Isola è convinto che da queste opportunità possono essere ricavate decine di mini-centrali idroelettriche in grado di fornire energia, contribuendo alla diversificazione degli impianti tradizionali. Paolo Balsari, dell’Università di Torino, traccia un quadro dell’esistente in Italia: 186 impianti di biogas foraggiati con derivati agricoli, reflui zootecnici, scarti industriali. Di questi, 34 sono in Piemonte. Tutte le province sono praticamente coperte, tranne Novara e Verbania. L’energia che arriva da questi impianti attualmente copre lo 0,6 per cento del fabbisogno nazionale.Ma siamo ancora lontani dalla diffusione capillare che ormai da anni esiste negli altri Paesi europei, soprattutto quelli del Nord. In Germania, ad esempio, gli impianti in funzione sono 4 mila.
VERCELLI
La «Green Economy» non è un’utopia fra le risaie. Anzi, è qualcosa di più concreto. Il Vercellese potrebbe diventare capitale delle energie rinnovabili, collocandosi all’avanguardia in Piemonte.Non è la prima volta che il tema viene affrontato e in alcuni casi è sfociato anche in clamorose prese di posizione contrarie (come a Desana e Caresana, che si sono opposti alla costruzione di impianti a biogas alimentate da paglia di riso). Ora l’argomento torna di attualità. Ieri alla Sala Pastore della Camera di Commercio il convegno «Le energie rinnovabili e le amministrazioni locali» ha tracciato un quadro di possibili applicazioni in tema di agroenergie. Insomma, dall’agricoltura possono derivare nuove fonti di energia alternativa. Ne è pienamente convinto l’ingegner Roberto Isola, consulente di Confindustria, che si occupa del coordinamento tecnico del Polo di Innovazione: «Vercelli è stata scelta come uno dei quattro poli regionali di energia rinnovabile. In Piemonte sono 79 le aziende che operano nel settore dello sfruttamento energetico, una trentina nel Vercellese. Al momento siamo in fase di idee e progetti che vogliono sperimentare tutte le possibilità in questo comparto. Molte di queste iniziative sono direttamente collegate al mondo agricolo (legno, paglie di riso, stocchi di mais, sfalci d’erba). Uno dei capitoli più interessanti riguarda la pirogassificazione (bruciare la biomassa). Questo sistema può avere grosse ricadute su impianti di piccola taglia. E’ sulle piccole centrali di biomassa che noi puntiamo. La provincia di Vercelli può dare un grosso contributo. Anche la paglia di riso, ad esmepio, è da valorizzare in un’ottica di mini-impianti. Insomma, esistono ampi sbocchi di mercato». Isola è anche fautore di un altro progetto ad ampio raggio, che proprio nel Vercellese, grazie alle caratteristiche idrogeografiche, troverebbe vasta applicazione: si chiama «Mini Idro» e vuole sfruttare il sistema di piccoli «salti» realizzati per il deflusso e il controllo delle acque nei canali irrigui che alimentano le risaie. Isola è convinto che da queste opportunità possono essere ricavate decine di mini-centrali idroelettriche in grado di fornire energia, contribuendo alla diversificazione degli impianti tradizionali. Paolo Balsari, dell’Università di Torino, traccia un quadro dell’esistente in Italia: 186 impianti di biogas foraggiati con derivati agricoli, reflui zootecnici, scarti industriali. Di questi, 34 sono in Piemonte. Tutte le province sono praticamente coperte, tranne Novara e Verbania. L’energia che arriva da questi impianti attualmente copre lo 0,6 per cento del fabbisogno nazionale.Ma siamo ancora lontani dalla diffusione capillare che ormai da anni esiste negli altri Paesi europei, soprattutto quelli del Nord. In Germania, ad esempio, gli impianti in funzione sono 4 mila.
3 commenti:
A proposito di Mini Idro, perchè non mettere in funzione la nostra ruota del mulino, frettolosamente installata da greppi per pubblicità elettorale (terrificante quel colore marroncino), e renderla utile pr la produzione di energia, invece di lasciarla ferma a prendere polvere?
Questo è quel che si sta studiando di fare, cara Mugnaia. Ma non con la ruota, credo (non sono un tecnico)
L'impianto allo studio è del tipo "coclea idraulica" basato su un pricipio antico "vite di Archimede" e supportato da tecnologia moderna (purtroppo ancora una volta prodotto da ditta estera). L'impatto ambientale è molto basso e il danno alla fauna ittica è praticamente nullo.Il sistema produrrà (con la collaborazione del Consorzio Ovest-Sesia)oltre 200MWh anno (equivalente al consumo medio di 200 famiglie).La riduzione di CO2 nell'atmosfera è di oltre 100 ton.
Se la burocrazia non crea INTOPPI.... l'impianto entrerà in funzione nella metà del 2010.
un tecnico
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