martedì 13 settembre 2011

Incidente nucleare in Francia


(vi ricorda qualcosa?)
Da "La Stampa" del 13 settembre 2011
Di Alberto Mattioli

Un’altra Fukushima, sei mesi e un giorno dopo l’originale? E stavolta non dall’altra parte del mondo, ma a Marcoule, in Linguadoca, a pochi chilometri da due visitatissimi gioielli romani, il Pont du Gard di Nîmes e il teatro di Orange, a 30 da Avignone e a 257 da Torino? C’è da rabbrividire. E, nonostante l’incidente sia avvenuto alle 11,45 e alle 16 le autorità l’abbiano dichiarato chiuso, tutto il mondo ha trattenuto il fiato. Tutto, tranne gli interessati più diretti, cioè i 700 abitanti di Codolet, il paese più vicino al forno esploso, che in pratica ieri pomeriggio si sono divisi in due gruppi: la minoranza ha sentito la sirena d’allarme della centrale e si è preoccupata, la maggioranza non l’ha sentita e si è accorta di abitare nella Fukushima europea solo quando i parenti emigrati a Parigi hanno iniziato a telefonare e i giornalisti di tutto il mondo ad aggirarsi per le strade facendo domande idiote alla ricerca di una psicosi da nucleare che proprio non c’è.

Il villaggio è talmente tipico da sembrare finto. C’è una bella chiesa antica, purtroppo deturpata dalla decisione di qualcuno che dovrebbe finire sotto processo, di installare un orologio al centro del rosone sulla facciata. C’è il solito municipio magniloquente. Ci sono un panificio, un market e una tabaccheria. Tutti si conoscono, tutti si salutano per la strada e tutti sono convinti che la centrale è forse un pericolo, ma certamente un’opportunità. In effetti qui le possibilità di lavoro sono due: o il nucleare o le vigne (Tavel, dove si produce un celebratissimo rosé, è appena qualche campo più in là). Così ieri mattina, da bravo amministratore, il sindaco, Serge Boissin («Partito? Ma quale partito, qui la politica non esiste», spiegano gli amministrati), si è affrettato a mettere le mani avanti, dicendo che non c’è pericolo e che qui nessuno è contrario al nucleare. Insomma, nessuno tocchi la centrale.

Poi il sindaco è andato a ricevere la rampante ministra dell’Ecologia, Nathalie Kosciusko-Morizet (tanto rampante che ha già diritto alla sigla, massimo segno di considerazione francese: dunque per tutti è Nkm) che, pallidissima, elegantissima, pariginissima, ha reso omaggio alle vittime (un morto, un ferito gravissimo - ustioni sull’80 per cento del corpo - e tre più leggeri) e ripetuto per l’ennesima volta il mantra della giornata: «È un incidente industriale, non nucleare». Poi ha aggiunto che non c’erano fughe radioattive e non ci sarebbero nemmeno state, che era appena uscita dalla centrale di controllo dove tutto era, appunto, sotto controllo, che il piano d’emergenza interno era scattato come previsto e via rassicurando. Anche se poi, incalzata dai giornalisti, la gaffe le è scappata e dal suo labbro è uscita l’empia parola: «Incidente nucleare». Ma si è subito corretta.

Il sindaco non ha nemmeno fatto suonare le sirene comunali, che pure ci sono. Chi a Codolet ha sentito quelle della centrale ha creduto che fosse l’allarme per il Rodano, che in effetti scorre a due passi, e si è molto stupito perché il grande fiume non è affatto in piena. L’unico panico clamoroso è stato quello di un avventore dell’albergoristorante «La petite hutte», che ha ricevuto una telefonata sul cellulare, si è alzato di scatto, ha lasciato lì il «flan patissier» che aveva davanti «ed è scappato a gambe levate», ride la padrona Sibylle Angeli. Qualcun altro è andato a fare incetta di bottiglie d’acqua nell’unica bottega di alimentari, quella di Chantal e Alain Benedicto: «E già, ci hanno avvisati: in caso di allarme, dobbiamo restare chiusi in casa e non bere l’acqua del rubinetto. Ah, e dobbiamo inghiottire le pastiglie di iodio, ma le nostre per la verità sono scadute da un pezzo e in paese non c’è la farmacia, quindi in realtà non le ha nessuno». Anche voi favorevoli alla centrale? «Se l’alternativa è la disoccupazione, sì. Certo, sarebbe meglio l’eolico. Infatti il nostro gatto l’abbiamo battezzato Eole».

Ecco, Codolet è così. Mentre il resto del mondo si angoscia, qui la centrale è un mostro buono, magari pericoloso ma alla fine innocuo: «In trent’anni queste benedette sirene le abbiamo sentite poco, e quel poco per il Rodano». Quelli che ci lavorano hanno anche un soprannome, «les marcouliens». Che l’Asn, l’Autorità per la sicurezza nucleare (Asn), dal 2000 abbia recensito 18 incidenti alla Centraco, l’inceneritore-succursale dov’è capitato anche quello di ieri, non lo sa nessuno.

«Non è il Giappone, via - conclude Jean-Yves Caporale (molta gente ha cognomi italiani, questa è terra di emigrazione) -. E poi, chiudiamo pure la centrale di Marcoule. Ma a pochi chilometri c’è quella di Pierrelatte, e siamo daccapo». Per trovare un antinuclearista convinto bisogna davvero fare il tour del paese. Si chiama Florian Jacrot, porta i capelli rasta, gira a torso e piedi nudi e, insomma, si capisce che è l’hippie locale: «Incidenti? Ci sono tutti i giorni. Poi ne capiterà uno più grave e bum!, salteremo tutti per aria. Ma è inutile dirlo: sulla centrale mangia troppa gente».

Dunque tutti prendono per buone le rassicurazioni delle autorità. Magari con beneficio d’inventario. Il tassista che porta i giornalisti da Avignone a Codolet è lapidario: «Incidente chiuso? Lo dissero anche a Cernobil...».

Ricordiamo ai visitatori che questo blog non pubblica commenti anonimi

18 commenti:

atomo ha detto...

e noi abbiamo fatto il referendum....lo diciamo da sempre se esplode in Francia una centrale, tempo 10 anni si muore tutti di leucemia in Piemonte. Dunque perchè spendere soldi per un referendum??mah....

mv ha detto...

Caro Atomo, avrebbe preferito spendere di meno e morire più velocemente, causa una bella fonte ravvicinata? Il risparmio sopra ogni cosa, qui è il caso di dirlo.

Laura R. ha detto...

Il silenzio,ecco cosa mi spaventa, di fronte a queste notizie, c'è il silenzio. Come dire l'abbiamo scampata. Questa volta ci è andata bene. Il problema non è nostro.
Condizionatori a manetta, luci accese anche quando non ce n'è bisogno.
Ora i costruttori di centrali si dedicano a piantare il fotovoltaico, forse chissà, poi nasceranno altri pannelli a occupare le nostre risaie.
Dietro la centrale di Leri che il disonorevole rosso chi ha regalato e che non produce niente, e dico niente (neanche il 10% di quello che potrebbe produrre - per favore chi sa quando produce me lo dica) seminerà una distesa di pannelli, tanto ormai il terreno secondo lui non può essere utilizzato. Costruiscono per distruggere.
Questo ci danno i disonorevoli signori che abbiamo nei governi,unico obiettivo reale riempirsi le tasche.

libertè ha detto...

16 Settembre 2011
da you reporter
Incidente nucleare Marcoule. Media in silenzio


Se non fosse per il giornale Le Figaro , forse tanti francesi non saprebbero neanche quello che e successo a Marcoule. Nella nazione della libertà, uguaglianza, e fratellanza, dovrebbero aggiungete il fattore verità o trasparenza. In Francia la censura e cosa seria , non ne parla più nessuno, quello che e strano e che non ci sono filmati anche in rete con qualcuno che misura con strumenti anche non professionali le aree limitrofe? I francesi pensano nella stragrande maggioranza o gli hanno fatto credere che si tratta di un incidente industriale . Addirittura hanno fatto fare dichiarazioni al ex pilota Ferrari Jean Alesi , sulle centrali nucleari che le difende a spada tratta . " io e la mia famiglia siamo vissuti e viviamo a 4 km non succede niente, e sono sicurissime ". Chissà caro Jean se la penseranno così i tuoi pro nipoti nei prossimi 12.000 anni? Poverini questi francesi sembrano soldatini uno in fila all altro che attendono ordini per il martirio. Cazzo ma possibile che li vogliono il nucleare ? Le balle le raccontano anche sul combustibile.. Quello delle centrali super Fenix. Francesi sveglia avete 57 polveriere sotto il vostro sedere, se non vi interessa per voi perché Sarkozy vi ha anestetizzati il cervello con, l euro , la Libia, Carla Bruni eccetera , fatali per i vostri figli o per i figli dei vostri figli. W la France W la libertà di espressione.

Sergio ex vigile del fuoco del comando di Milano addetto alle misurazioni di sorgenti radioattive.

MV ha detto...

Ricordo ai frequentatori che non si pubblicano commenti anonimi

Anonimo ha detto...

Che dire...
Grande Sergio.

E lei, Marinella, da professionista del settore, che ne pensa della stampa italiana e dei suoi direttori?

In generale naturalmente.
Saluti
Walter

Anonimo ha detto...

Passiamo alle energie alternative... ma non a quelle Insalubri a detta dell'ASl di Vercelli.... come una centrale a biomassa vicina alle case.
Amnt

Anonimo ha detto...

A quanto pare non si pubblicano nemmeno i commenti in cui si dice che l'ASL di Vercelli dichiara "insalubri" le centrali a biomasse in prossimità di zone abitate.
Amnt

mv ha detto...

Caro AMNT-MARTELLO, magari le sue reprimende sono sfuggite al computer, si figuri. In quanto alla Provincia, ha in mano le pratiche.

mv ha detto...

Caro Walter, sui nostri direttori ci vorrebbe un trattato, mica mi posso sbrigare con poche righe. Il mio direttore mi piace, è una persona per bene. Ezio Mauro, lo conosco da quando eravamo piccoli e facevamo sindacato insieme, è uno intelligente e astuto. Ferruccio De Bortoli, una persona per bene: Dagospia lo chiama "Flebuccio", alludendo a un poco nerbo. Ma fare il direttore di una corazzata come il Corriere della Sera è un'impresa che esige anche tatto. E poi bisogna avere tanta pazienza, anche in quei mestieri lì ognuno ha i suoi Saint-Just, o i suoi AMNT.

el dievel ha detto...

perchè amnt non parla del parere favorevole alle biomasse crescentinesi dato dall'asl?

un'amica ha detto...

per Laura R.......Penati docet!!!
Tutti si riempono le tasche mia cara .

Anonimo ha detto...

E' bello avere degli amministratori che ascoltano i cittadini.. sulla centrale a biomasse Ponzio Pilato si sarebbe sbilanciato di più...
Amnt

Anonimo ha detto...

el dievel
Favorevole? Pubblicatelo il parere dell'Asl, integrale, così lo leggiamo insieme e mi convinco.
Amnt

el sant ha detto...

amnt e quello dell'arpa, provincia e regione?

Anonimo ha detto...

Ma certo ... pubblicateli tutti, in versione integrale e con tutte le date al loro posto.
Leggiamo insieme e magari mi convinco.
Amnt

Laura R. ha detto...

cara amica, lo so

viva la rete ha detto...

un'esempio
"
Risalita meccanizzata a RIVOLI
Agosto 2010: il cantiere è finito, ma c'è un contenzioso con la ditta costruttrice che chiede 5 milioni in più. In totale, il costo lievita quindi da 2,6 a 8 milioni, mentre intorno al tapis lievitano erbacce e ruggine.

·Novembre 2010: l'architetto Bruno, che ha curato il restauro del castello, a proposito della risalita dice lapidario: "Non serve a nulla, e vista dal piazzale del castello sembra un bunker".

Fonte: Rivalta Sostenibile

Arriviamo a oggi, finalmente Sabato 17 Settembre 2011, in silenzio e senza nessuna inaugurazione ufficiale, è entrata in funzione la risalita meccanizzata costata milioni di euro e voluta fortemente dai vertici del PD locale. Come è andata? Pochissima gente il Sindaco,il progettista, e qualche esponente del PD locale che passeggiavano su e giù e due persone disabili, la Dott.sa Tania Bocchino responsabile Asamsi Piemonte e Michele Santarella, cittadino rivolese. Naturalmente i due disabili, come più volte fatto notare all'amministrazione all'interno delle commissioni consiliari dal gruppo del MoVimento 5 Stelle, non hanno potuto accedere alla struttura. "

chissà perchè mi fa venire in mente la TAV