(Da Esopo, segue traduzione…)
Lupus et agnus
Ad rivum eundem lupus et agnus venerant, siti compulsi.
Superior stabat lupus, Tunc fauce improba "Cur - inquit - turbulentam fecisti
aquam mihi bibenti?"
Laniger contra timens "Qui possum - quaeso - facere quod quereris, lupe?
A te decurrit ad meos haustus liquor."
Repulsus ille veritatis viribus: "Ante hos sex menses male - ait - dixisti mihi". Respondit agnus: "Equidem natus non eram!" "Pater, hercle, tuus - ille inquit - male dixit mihi!" Atque ita correptum lacerat iniusta nece. qui fictis causis innocentes opprimunt. |
Il lupo e l'agnello
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4 commenti:
La volpe e l'uva
Olim vulpes, quam fames vehementer opprimebat, in alta vinea uvam rubentem viderat eamque, summis viribus saliens, appetebat. Cum pluries conatus suos iteravisset, numquam dulcem illum cibum potuit attingere, beluae fames igitur gravior semper erat neque vulpes rationem inveniebat, qua illam placaret. Uvae racemi ante vulpis oculos manebant, proximi iidemque remotissimi, quos ut tangere non potuit, vulpes a vinea maerens discessit exclamans: «Nondum sunt maturi, nolo acerbos sumere». Hac fabula vetus ille poeta homines ita monet: Qui verbis elevant quae facere non possunt, hoc exemplum sibi adscribere deberunt.
Trad.: “Una volta una volpe, che era oppressa dalla fame, su un'alta vigna aveva visto dell'uva rosseggiante e, saltando con tutte le forze, cercava di raggiungerla. Ripeté più volte i suoi tentativi, ma non potè raggiungere quel dolce cibo. La fame dell'animale però era sempre più forte e la volpe non trovava una soluzione che la placasse. I grappoli di uva restavano davanti gli occhi della volpe, vicini ma allo stesso tempo lontanissimi, così siccome non potè toccarli, la volpe scese dalla vigna lamentandosi ed esclamò: «Non sono ancora maturi, non voglio prenderli acerbi». Questa favola ammonisce così gli uomini: Coloro che con le parole sminuiscono ciò che non possono fare, devono attribuire questo esempio a se stessi.
Caro Fedro, ma io l'uva l'ho mangiata, senza faticare, e non aveva il sapore che immaginavo.
cara quasi ex sindaca , ti do' del tu perchè devi abituartici e non siamo in Comune
Mi sei venuta in mente leggendo un pezzo sul Carrefour Vercelli su http://www.vercellioggi.it/
" Gli ipermercati hanno desertificato le città, svuotando le piazze, aiutati poi dai talebani delle isole pedonali.
La modernità, si diceva. "
Mi sei venuta in mente assieme alla nostra inutile piazza.
Almeno tu l'uva l'hai mangiata, senza faticare, e senza badare al sapore.
Come quasi ex assessore al commercio hai fatto i conti di quanti negozi hanno chiuso durante il tuo mandato?
Ma a te interessa solo la facciata
( o le facciate).
Prova a fare un po' di conti.
Caro Marco, le rispondo perché mi dà provocatoriamente del tu, o mi dice ciao nella vita chi lo sa. Ma le rispondo anche perché Crescentino non sta nell'isola deserta, è sottoposta a tutti i terremoti di tutte le piccole e grandi città. E' mai stato in via Accademia Albertina a Torino, per esempio, a vedere interi isolati con le serrande abbassate, o in via Fabio Filzi a Milano con identico problema? Questa crisi economica fra 20 anni sarà ricordata come una guerra mondiale del secolo presente, solo con fortissima determinazione qualcuno si può salvare, studiando e provando, anche da commerciante. Ma lo sa che alla presentazione del wi-fi, utilissimo nel commercio e utilizzato da molti negozi come attività ormai parallela, i commercianti crescentinesi sono venuti in 7? Lei parla della piazza Caretto, non ha notato che lì ci sono negozi di successo che hanno anzi ingrandito il proprio spazio proprio lì? E ci sono negozi che proprio in questi tempi hanno addirittura raddoppiato: vada da loro, cerchi di capire, si informi, usi la sua intelligenza. Studi, studi anche il marketing, e capirà perché così com'è piazza Caretto è una grande risorsa per i nostri tempi. Lei vorrebbe vedere auto dappertutto, e magari non le viene in mente niente per migliorare invece il SUO business? Allora è lei che sbaglia qualcosa, caro ragazzo. Certo, è più comodo accusare gli altri, ma le dico chiaramente che la sua battaglia è di retroguardia.
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