mercoledì 25 maggio 2016

Il povero parco Alemanno della Madonna del Palazzo (e del Levi Montalcini)


Leggo su La Stampa di oggi che il dottore forestale Carmelo Fruscione vuol spiegare ai cittadini quanto siano importanti i parchi nella nostra vita: è indubbio che (anche a Crescentino) essi migliorino la qualità della vita, abbattano  i livelli di CO2 e il caldo d'estate.
Noi abbiamo dei viali bellissimi, e anche debbo dire ben tenuti in questo momento. Abbiamo anche bei parchi, bellissimo il Montalcini, poi parchi giochi per i bimbi, che è una fatica mantenere sempre intatti da vandali e superuso e usura del tempo.

Quello che è rimasto senza scalpo è il parchetto Alemanno di fianco al Santuario Madonna del Palazzo, che nei Novanta fu una delle opere per me più care della mia Amministrazione, come ora il Teatrino del Palazzo Comunale. Fu dedicato a Nello Alemanno, perché il terreno di sua proprietà giaceva in preda alle erbacce in attesa della chiusura della lottizzazione delle villette, e senza il suo assenso sarebbe andata sempre peggio: invece in 4 e 4 otto, appena glielo chiesi, sbloccò il terreno e poté nascere quella meraviglietta che è.
Però quando è stato tagliato lo scalpo a tutte le piante del Paesello, pure lì fu portata via una serie di alberi, evidentemente malati, che facevano da corona e chiusura al verde.
Mentre in piazza Garibaldi le piante tornarono quasi subito, con la popolazione che guardava i buchi in cagnesco, nessuno spese una parola per il parco Alemanno: e poverino è ancora lì con un buco grande come una alopecia vegetale, e non ho sentito nessuno lamentarsi (e mai ne sentirò). Perché? Un po' ha il peccato originale di esser stato fatto da me, un po' chissenefrega. 
Eppure basterebbe andare alla Forestale, e farsi dare delle piante. Gratis, che tanto dove non si vuole i soldi non si trovano.
Eddai mettete ste piante! Saranno 3, farete bella figura.

Ma intanto che ci sono, mi dolgo assai di un'altra opera incompiuta, a opera della mia Amministrazione 2. 
Il gazebo che dovrebbe ospitare orchestrine al parco Levi Montalcini giace come struttura metallica, un'idea platonica di una riparo al quale tenevo tantissimo per eventi nel parco medesimo. In compenso, fu completato a tempo di record quello che sarebbe dovuto diventare un bar, fra la perplessità di molti dei miei e il gradimento totale di uno solo. E combinazione, man mano che la struttura cresceva, spariva dalla mia vista chi del parco si occupava, preferendo egli frequentare altri uffici. Anche così si guarda al futuro, scegliendo le porte dove entrare: certo che poi se le cose van male, ti ritrovi con la porta chiusa e buonanotte. 
Così, adesso, abbiamo l'incompiuta del Montalcini, e meno male che agli attuali amministratori è venuto in mente di mettere gli Alpini nel futuro bar mai nato. Per evitare un altro fantasma. 



5 commenti:

preddy ha detto...

Il parco di per se era, anzi è bellissimo ancora oggi anche se sfoltito malamente.
Piuttosto il pavimento in autobloccanti si è alzato quasi subito perché mal progettato e posato ancora peggio. Una persona anziana rischia di ammazzarsi inciampando ogni mezzo metro. E l'illuminazione, come tutte le cose pubbliche è stata distrutta da bande di maleducati.

MV ha detto...

Ha ragione Preddy, è stato sbagliato mettere autobloccanti perché le radici li divelgono. Ma succederebbe la stessa cosa se ci fosse cemento. Mah. Bisognerebbe cambiare il percorso del sentiero, forse. Ma dove ci sono piante, occorre rispettarle e non buttarle giù, possibilmente no? Poi, i vandali, per carità. Mi ricordo che lì quasi ogni settimana ce n'era una. Ci vorrebbe una delle tante telecamere ma a chi importa, di quel posto?

Giovanni ha detto...

per quanto riguarda il parco Montalcini, l'opera inconpiuta dia lei una risposta come mai non c'è la copertura, visto che è stato costruito sotto il suo mandato, dimenticavo il giorno dell'inaugurazione queste sono state le sue parole "non chiedetemi perchè non c'è la copertura, perchè non lo so", adesso chiede agli altri di terminare il lavoro, perchè non ha indagato lei? l'appalto per i lavori è stato fatto quando lei era in comune, chi doveva controllare i lavori? nell'appalto c'era la copertura? che fine hanno fatto i soldi per la copertura?
Poi vogliamo parlare dei giochi messi nel parco, va bene forse per gli Alpini che vogliono allenarsi sulla parete di arrampicata, che svivolo avete messo?
Mi fermo quì da giornalista provi ad indagare chi frequenta il parco Montalcini, così potrà capire quali altri errori sono stati fatti. Si è pensato solo alla bellezza e non alla fruizione.

MV ha detto...

Come sarebbe bello, caro Giovanni così incazzato e così dentro il palazzo, poter discutere con lei e non con il suo fantasma.
Lei aveva più voglia di scrivere che di leggere, preso dalla fretta.
E non ha letto
E non ha afferrato che io scrivo qui sopra che è un mio rimpianto, della MIA amministrazione, non aver finito il gazebo. Non mi ricordavo che avevo detto che non sapevo, ma ancora così è, mica era una bugia, adesso ho tentato una ricostruzione.
Le lascio la sua recensione negativa del parco, secondo me la gente non ci va perché ancora c'è poca ombra. ma il labirinto è bellissimo no? E anche (a parte il gazebo e la baita) tutto il resto.

Anonimo ha detto...

Il parco è stata un'ottima iniziativa, da ricordare che è nato in collaborazione con la precedente Amministrazione dell'Infermeria S.Spirito. Ancora in fase di progetto erano state avanzate delle perplessità su alcune soluzioni architettoniche, in particolare proprio riguardo alla mancanza di copertura della "rotonda" (era così già sulla carta, nessuna dimenticanza), poi la stranezza del bar fatto in quel modo (non ha mai visto come sono i bar nei parchi?), sul tipo di recinzione. Avete scelto di fare il bar e di fare economia sulla sistemazione perimetrale e sull'arredo interno.
Il labirinto è una buona idea, riprende un po l'aiuola che si trovava nello slargo del viale di fronte, qualcuno se la ricorderà. Nel complesso, penso che si sia fatto un buon lavoro, poteva essere meglio e con la stessa spesa, ma va bene lo stesso.
M.O.