lunedì 23 luglio 2018

Le piante dei vasi di Piazza Caretto mandati a morire all'Ente Risi

Non so voi, ma io sono una grande appassionata del verde, e ancora ho in mente i vasoni eleganti che adornavano Piazza Caretto, con le piante che fiorivano d'inverno.
Dicono che le hanno tolte perché portavano ratti, caso unico al mondo.
Quelle che sono rimaste davanti all'ingresso del Comune non  sono tra l'altro curate, non sono state potate e aggiustate come si deve fare ogni  anno, e insomma sono lì poverine e selvagge.
I vasi che invece sono scomparsi, sono finiti - mi dicono - all'Ente Risi, con ancora le loro piante dentro che aspettano di morire.
Ma sì può lasciar morire delle piante che sono costate un sacco di soldi?
Inciviltà
Come se io, dopo aver contemplato la facciata del Calamandrei appena dipinta da una certa ditta vicina all'ora vicesindaco, e contrariata (come sono e come sono stata) per la mancata accuratezza del lavoro che si stava  già sfaldando (e così è rimasto nei secoli) mi fossi messa a  farci sopra anche dei graffiti. 
Ché, si sa, le facciate non si possono portare all'Ente Risi


giovedì 19 luglio 2018

Asta Mossi&Ghisolfi, chi compra s'impegna per gli oltre 200 dipendenti


Dobbiamo sempre alla professionalità di Silvana Mossano quest'altro esauriente riassunto sui beni Mossi&Ghisolfi - compreso lo stabilimento di Crescentino - che andranno all'asta il 25 settembre.
Articolo comparso nei giorni scorsi sulle pagine di Alessandria de La Stampa

SILVANA MOSSANO

ALESSANDRIA

Chiunque comprerà le quattro aziende del cosiddetto “perimetro bio” del Gruppo tortonese Mossi & Ghisolfi (Biochemtex, Beta Renewables, Ibp e Ibp Energia, queste ultime due con sede a Crescentino) si impegnerà a mantenere tutti gli oltre duecento dipendenti che vi lavorano.

La vendita all’asta, che il tribunale di Alessandria (presidente Caterina Santinello, giudici Enrica Bertolotto e Pierluigi Mela) ha fissato per il 25 settembre prossimo, garantisce questo primo fondamentale risultato: la completa salvaguardia occupazionale.

“Speravamo che il decreto di gara fosse pubblicato prima delle vacanze: il tribunale ha compreso l’urgenza e ha agito di conseguenza dimostrandosi molto efficiente” commenta Lorenzo Montagna, portavoce del gruppo Mossi & Ghisolfi, che sottolinea l’importanza della decisione di vendere in blocco le quattro aziende con la garanzia di salvare il posto a tutti gli addetti in forza.

La gara è stata bandita sulla base della “offerta irrevocabile di acquisto” che era stata avanzata da Eni Versalis spa e che aveva validità iniziale fino al 31 luglio, poi prorogata al 30 settembre per consentire lo svolgimento della “procedura competitiva” cui può partecipare chiunque abbia interesse nel settore delle “bioenergie e delle tecnologie avanzate per la sintesi di biocombustibili e molecole verdi di nuova generazione da biomasse biocellulosiche rinnovabili”.

Oltre a Versalis spa, altre società, magari anche straniere, potrebbero partecipare. Non è affatto escluso, anche se va detto, realisticamente, che Mediobanca, sei/sette mesi fa, aveva già svolto un’accurata e approfondita indagine per cercare un potenziale offerente, individuato nella società del gruppo Eni.

A quel punto, Mossi & Ghisolfi si era presentato al tribunale con una proposta di concordato fondata, in modo preminente, proprio sull’offerta di acquisto delle aziende bio. I giudici hanno dunque deciso di bandire la gara. Le offerte vanno presentate il giorno precedente (cioè entro le 12 del 24 settembre, anche con il deposito di una cauzione di dieci milioni di euro), mentre l’apertura delle buste si svolge alle 15 del 25 settembre nel palazzo di giustizia di corso Crimea. La base d’asta è di ottanta milioni per la cosiddetta “componente fissa”, con rilanci minimi di 5 milioni in caso di gara tra più offerenti. Il compratore si accollerà inoltre l’ammontare del tfr (poco più di 960 mila euro) e si impegnerà a versare la “componente variabile” fino a un massimo di venti milioni se, nel quinquennio successivo all’acquisizione, avrà raggiunto determinati obbiettivi di fatturato.

Nel caso ci siano più offerte, il “blocco bio” sarà assegnato dal tribunale a chi avrà proposto di più. Se ci fossero offerte di pari importo, tutte ritenute valide, e nessuno intendesse fare rilanci, l’aggiudicazione avverrà tramite estrazione a sorte.

Il bando è già stato pubblicato sul portale  www.portalevenditepubbliche.giustizia.it e su quello del tribunale www.tribunale.alessandria.giustizia.it, ma quanto prima sarà divulgato anche tramite altri canali.

Sito Ufficiale del Tribunale di Alessandria
www.tribunale.alessandria.giustizia.it
Benvenuti sul sito Ufficiale del Tribunale di Alessandria. Notizie su come arrivare al Tribunale, operativita dell'ufficio, vendite giudiziarie, modulistica e molti altri servizi utili.

domenica 15 luglio 2018

Mossi&Ghisolfi, asta il 25 settembre, base OTTANTA milioni di euro + i TFR

Come si diceva nel post precedente (peraltro non troppo letto, e comunque molto meno di quelli nei quali si tagliano panni politici a questo e a quello...) la macchina giudiziaria si è avviata con lodevole fretta per consentire velocemente l'asta per la Mossi&Ghisolfi, e la salvezza di un patrimonio industriale che per noi "crescentini" rappresenta soprattutto 200 posti di lavoro (in totale nelle aziende) e una possibilità economica in più in un paese che è in crisi da tempo.
Questo l'articolo della brava e precisa Silvana Mossano sulle pagine di Vercelli de La Stampa di oggi domenica 15 luglio.

Di Silvana Mossano.
Da La Stampa

Il «perimetro bio» del Gruppo Mossi Ghisolfi va all’asta. Vengono messe in vendita, in blocco, le quattro aziende Biochemtex, Beta Renewables, Ipb (Italian Bio Products) e Ipb energia (queste due ultime con sede a Crescentino), impegnate nel settore delle «bioenergie e delle tecnologie avanzate per la sintesi di biocombustibili e molecole verdi di nuova generazione da biomasse biocellulosiche rinnovabili». Il prezzo a base d’asta è stato fissato in 80 milioni di euro, più l’accollo del Tfr (pari a 963 mila euro) di tutti i dipendenti in forza nelle quattro strutture oltre alla cosiddetta «componente variabile» indicata «fino a 20 milioni in funzione dei ricavi del quinquennio successivo». Rilancio minimo di 5 milioni.  


Sono i termini indicati nel decreto emesso dal tribunale di Alessandria e pubblicato sul portale delle vendite pubbliche (www.portalevenditepubbliche.giustizia.it) e sul sito www.tribunale.alessandria.giustizia.it. La gara per la cessione delle aziende si svolgerà il 25 settembre alle 15 nel Palazzo di giustizia di corso Crimea. La decisione di bandire l’asta rappresenta un primo risultato, giudicato importante e positivo, in direzione della istanza di concordato avanzata dal Gruppo Mossi Ghisolfi. La proposta concordataria contiene, infatti, l’offerta di acquisto da parte della società Eni Versalis che, inizialmente, aveva scadenza a fine luglio. Per consentire lo svolgimento della «procedura competitiva» (cioè la gara), la società offerente ha accettato di prorogare il termine di validità della propria proposta fino al 30 settembre.  

Il tribunale, dopo aver incontrato, nei giorni scorsi, legali e consulenti di Mossi Ghisolfi, a cui ha richiesto una serie di chiarimenti, ha bandito la gara proprio per rimanere nei tempi fissati. Chi è interessato a partecipare deve depositare, entro il 24, alla cancelleria del tribunale fallimentare di Alessandria, la busta contenente l’offerta, oltre al bonifico della cauzione, fissata in 10 milioni di euro. Trattandosi di «procedura competitiva», oltre a quella di Eni Versalis potrebbero pervenire anche altre offerte, non escluso da società straniere. Se fossero più d’una, la scelta cadrà su quella di maggiore importo; e se fosse diversa da Eni Versalis, quest’ultima potrà partecipare a una gara a due, con rilanci testa a testa.  

La garanzia è che chiunque sarà l’acquirente darà continuità all’attività produttiva e all’occupazione: insomma, i posti di lavoro (circa duecento) vengono salvati. Intanto, il Gruppo Mossi Ghisolfi, grazie alla vendita del comparto del cosiddetto «perimetro bio», recupererebbe le risorse per attuare il piano che, se giudicato adeguato dal tribunale, consentirà di ottenere l’omologazione del concordato 

(chiedo scusa per aver saltato lo Zero degli 80 milioni)))

domenica 8 luglio 2018

Mossi&Ghisolfi, l'udienza ad Alessandria: ottimismo se Eni vincerà l'asta


 Si è tenuta il 4 luglio scorso nel tribunale di Alessandria, presieduta dal giudice Caterina Santinello, l'udienza per esaminare e approfondire alcuni aspetti del piano allegato dal gruppo Mossi & Ghisolfi alla richiesta di concordato preventivo cui erano state ammesse, a ottobre scorso, alcune società del gruppo.  
Ne ha dato notizia nei giorni scorsi la giornalista Silvana Mussano su La Stampa.
Nel piano è contenuta, tra l'altro, l’offerta avanzata da Eni Versalis spa, leader nel settore chimico italiano e internazionale, per rilevare in blocco i contenuti (investimenti, persone, contratti), e non le azioni, di quattro aziende del gruppo tortonese: Biochemtex, Beta Renewables, Ibp e Ibp Energia (queste ultime due costituiscono il polo di Crescentino). 
«Il tribunale - ha spiegato a La Stampa Lorenzo Montagna, responsabile della comunicazione per Mossi & Ghisolfi - ha fatto dei rilievi su questa proposta. L’udienza ha avuto proprio lo scopo di fornire chiarimenti». Presente uno stuolo di avvocati e consulenti, si è dato avvio ieri alle spiegazioni chieste dalla dottoressa Santinello. Non esaurite del tutto, alcune sono state rimandate a un’udienza nel giorno successivo. 
Il 5, terminati gli approfondimenti, si è saputo tra l'altro che l'Eni ha spostato il proprio termine che aveva previsto per l'acquisto dal 31 luglio al 30 settembre: il che viene visto come un segnale positivo anche per l'impianto di Crescentino. Inoltre, già intorno al 15 luglio il Tribunale potrebbe decidere di battere l'asta, e in caso di vittoria di Eni Versalis sui concorrenti anche stranieri, ci sarebbero ottime speranze per il personale assunto a suo tempo nella nostra cittadina.
Il portavoce del gruppo Mossi & Ghisolfi Montagna ha aggiunto di confidare che la vicenda vada a buon fine: "l’importante è che l’attività in queste quattro aziende prosegua, anche se non più nella proprietà del gruppo, ma in continuità". 
I lavoratori coinvolti sono circa duecento. 




lunedì 2 luglio 2018

Grandi manovre preelettorali: una vittima a caso (io)

Gli osservatori più attenti non potranno non notare che quando comincia a tirare aria di elezioni (prossimo sindaco, nuovo o vecchio, nel 2019), un nome erompe sui giornali. Il mio. Ma non per candidatura (Dio ce ne scampi e calamari, diceva quello là) bensì per ritirare fuori storie trite e ritrite e buttare una bella pacca di guano in faccia alla sottoscritta. Casomai si fosse seccato lo strato precedente.
Così, mentre il mio ex Vice è impegnatissimo a litigare (finalmente alla pari, come se fosse un piccolo sindaco anche lui) con il sindaco attivo, il buon Fabrizio le pietre le tira a me: sempre sulla Periferia, tramite la leggendaria "Bocca della verità". E allora andiamo sugli "Sprechi della Giunta Venegoni".

1. Il Chicobum. Costò al Comune 7 mila euro, perché la seconda rata non fu mai pagata. Ancora oggi vengono considerati sul mercato della musica pochi, questi danari, per quel che fu possibile ascoltare, dai Nomadi alla PFM ad altri gruppi che fecero in tempo ad esibirsi prima che l'organizzatore se la desse a gambe, travolto dai mancati incassi (nei quali anche moltissimi furbetti crescentinesi fecero la loro parte).

2. Campo nomadi di via Torino: lì vicino il parcheggio dell'Italcardano. 
E' vero che adesso va di moda vedere i bambini morire e non fare una piega. Ma allora c'era una famiglia (ROM, debbo ammettere, e lo dico in modo ironico no?) con quattro bimbe piccole e non un luogo dove dormire, avendo essi obbedito all'ordine del Comune (di Greppi appunto, come egli stesso giustamente rivendica) di abbattere le proprie abitazioni abusive. Avrebbe anche dovuto cercargli un posto di fortuna, il sindaco, ma si sa che i Rom non fanno voti. Io cercai di dar loro una mano. 
Greppi, Speranza, Mosca e un quarto del quale non ricordo il nome mi denunciarono. Stranamente, in zona agricola come quella dove sorgeva l'insediamento abusivo ROM (proprio poco distante) è appena sorto il nuovo parcheggio dell'Italiacardano, e non è neanche di proprietà del Comune: però questa va bene a tutti, non mi risulta che ci sia stata una denuncia. Greppi e l'Italcardano sono presentabili, i Rom e la Venegoni erano da cacciare e mettere nei guai. 
Fui prosciolta dal GIP, comunque.  Grazie amici, non sapete cosa si dice ancora oggi nei tribunali di quel caso. Siete indimenticabili.

3. Sui problemi - reali - delle piste ciclabili che Greppi ricorda, non possiamo parlare di quel che ha fatto lui, perché per usare un eufemismo non è uomo di grandi opere.

4. Case Tao. Era cominciata l'emergenza economica ancora in atto.  800 famiglie erano rimaste senza lavoro per la chiusura della Teksid, la città cadeva in ginocchio e passavo il tempo a dare una mano a gente che non riusciva a pagare le bollette o era sfrattata. Non era mai successo. Fu uno scegliere fra disperati, ma una iniziativa secondo me degna quella di dare una casa a indigenti cronici, con un programma di uscita dalla povertà. Purtroppo, ha ragione Greppi, alcuni di essi si rifiutarono pervicacemente di fare lavori socialmente utili, e ancora ricordo discussioni invereconde con i suddetti. Chissà che fine hanno fatto, adesso che non c'è più pietà per nessuno e loro si sono comportati così male. Quello era solo l'inizio di un periodo orrendo e non ancora finito. 

Il mio pensiero va alla Segretaria Margherita De Santis, che una santa era davvero e che si diede molto da fare per quel progetto, con vero spirito di servizio. Ho ancora nostalgia di lei.