giovedì 19 luglio 2018

Asta Mossi&Ghisolfi, chi compra s'impegna per gli oltre 200 dipendenti


Dobbiamo sempre alla professionalità di Silvana Mossano quest'altro esauriente riassunto sui beni Mossi&Ghisolfi - compreso lo stabilimento di Crescentino - che andranno all'asta il 25 settembre.
Articolo comparso nei giorni scorsi sulle pagine di Alessandria de La Stampa

SILVANA MOSSANO

ALESSANDRIA

Chiunque comprerà le quattro aziende del cosiddetto “perimetro bio” del Gruppo tortonese Mossi & Ghisolfi (Biochemtex, Beta Renewables, Ibp e Ibp Energia, queste ultime due con sede a Crescentino) si impegnerà a mantenere tutti gli oltre duecento dipendenti che vi lavorano.

La vendita all’asta, che il tribunale di Alessandria (presidente Caterina Santinello, giudici Enrica Bertolotto e Pierluigi Mela) ha fissato per il 25 settembre prossimo, garantisce questo primo fondamentale risultato: la completa salvaguardia occupazionale.

“Speravamo che il decreto di gara fosse pubblicato prima delle vacanze: il tribunale ha compreso l’urgenza e ha agito di conseguenza dimostrandosi molto efficiente” commenta Lorenzo Montagna, portavoce del gruppo Mossi & Ghisolfi, che sottolinea l’importanza della decisione di vendere in blocco le quattro aziende con la garanzia di salvare il posto a tutti gli addetti in forza.

La gara è stata bandita sulla base della “offerta irrevocabile di acquisto” che era stata avanzata da Eni Versalis spa e che aveva validità iniziale fino al 31 luglio, poi prorogata al 30 settembre per consentire lo svolgimento della “procedura competitiva” cui può partecipare chiunque abbia interesse nel settore delle “bioenergie e delle tecnologie avanzate per la sintesi di biocombustibili e molecole verdi di nuova generazione da biomasse biocellulosiche rinnovabili”.

Oltre a Versalis spa, altre società, magari anche straniere, potrebbero partecipare. Non è affatto escluso, anche se va detto, realisticamente, che Mediobanca, sei/sette mesi fa, aveva già svolto un’accurata e approfondita indagine per cercare un potenziale offerente, individuato nella società del gruppo Eni.

A quel punto, Mossi & Ghisolfi si era presentato al tribunale con una proposta di concordato fondata, in modo preminente, proprio sull’offerta di acquisto delle aziende bio. I giudici hanno dunque deciso di bandire la gara. Le offerte vanno presentate il giorno precedente (cioè entro le 12 del 24 settembre, anche con il deposito di una cauzione di dieci milioni di euro), mentre l’apertura delle buste si svolge alle 15 del 25 settembre nel palazzo di giustizia di corso Crimea. La base d’asta è di ottanta milioni per la cosiddetta “componente fissa”, con rilanci minimi di 5 milioni in caso di gara tra più offerenti. Il compratore si accollerà inoltre l’ammontare del tfr (poco più di 960 mila euro) e si impegnerà a versare la “componente variabile” fino a un massimo di venti milioni se, nel quinquennio successivo all’acquisizione, avrà raggiunto determinati obbiettivi di fatturato.

Nel caso ci siano più offerte, il “blocco bio” sarà assegnato dal tribunale a chi avrà proposto di più. Se ci fossero offerte di pari importo, tutte ritenute valide, e nessuno intendesse fare rilanci, l’aggiudicazione avverrà tramite estrazione a sorte.

Il bando è già stato pubblicato sul portale  www.portalevenditepubbliche.giustizia.it e su quello del tribunale www.tribunale.alessandria.giustizia.it, ma quanto prima sarà divulgato anche tramite altri canali.

Sito Ufficiale del Tribunale di Alessandria
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