Si è tenuta il 4 luglio scorso nel tribunale di Alessandria, presieduta dal giudice Caterina Santinello, l'udienza per esaminare e approfondire alcuni aspetti del piano allegato dal gruppo Mossi & Ghisolfi alla richiesta di concordato preventivo cui erano state ammesse, a ottobre scorso, alcune società del gruppo.
Ne ha dato notizia nei giorni scorsi la giornalista Silvana Mussano su La Stampa.
Nel piano è contenuta, tra l'altro, l’offerta avanzata da Eni Versalis spa, leader nel settore chimico italiano e internazionale, per rilevare in blocco i contenuti (investimenti, persone, contratti), e non le azioni, di quattro aziende del gruppo tortonese: Biochemtex, Beta Renewables, Ibp e Ibp Energia (queste ultime due costituiscono il polo di Crescentino).
«Il tribunale - ha spiegato a La Stampa Lorenzo Montagna, responsabile della comunicazione per Mossi & Ghisolfi - ha fatto dei rilievi su questa proposta. L’udienza ha avuto proprio lo scopo di fornire chiarimenti». Presente uno stuolo di avvocati e consulenti, si è dato avvio ieri alle spiegazioni chieste dalla dottoressa Santinello. Non esaurite del tutto, alcune sono state rimandate a un’udienza nel giorno successivo.
Il 5, terminati gli approfondimenti, si è saputo tra l'altro che l'Eni ha spostato il proprio termine che aveva previsto per l'acquisto dal 31 luglio al 30 settembre: il che viene visto come un segnale positivo anche per l'impianto di Crescentino. Inoltre, già intorno al 15 luglio il Tribunale potrebbe decidere di battere l'asta, e in caso di vittoria di Eni Versalis sui concorrenti anche stranieri, ci sarebbero ottime speranze per il personale assunto a suo tempo nella nostra cittadina.
Il portavoce del gruppo Mossi & Ghisolfi Montagna ha aggiunto di confidare che la vicenda vada a buon fine: "l’importante è che l’attività in queste quattro aziende prosegua, anche se non più nella proprietà del gruppo, ma in continuità".
I lavoratori coinvolti sono circa duecento.
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