giovedì 31 dicembre 2020

Buon Anno (senza strafare)

Filastrocca di Capodanno:
fammi gli auguri per tutto l’anno:

voglio un gennaio col sole d’aprile,
un luglio fresco, un marzo gentile;

voglio un giorno senza sera,
voglio un mare senza bufera;

voglio un pane sempre fresco,
sul cipresso il fiore del pesco;

che siano amici il gatto e il cane,
che diano latte le fontane.

Se voglio troppo, non darmi niente,
dammi una faccia allegra solamente.


(filastrocca di Gianni Rodari, la cui morale contemporanea sarebbe che non bisogna pretendere troppo dal 2021 in arrivo, visto ciò che ci sta ancora toccando)

mercoledì 30 dicembre 2020

La Spoon River di Crescentino

 Fra il 1914 e il 1915 il poeta statunitense Edgar Lee Master pubblicò sul Mirror di Saint Louis, Missouri, poesie che avrebbero formato l'Antologia di Spoon River, un paesino immaginario. Il successo fu straordinario. Masters immaginava l'epitaffio dei morti di Spoon River, che raccontavano la loro vita prendendosi tutte le libertà di chi, ormai nell'aldilà, non aveva più niente da nascondere. La prima edizione in italiano fu a cura di Fernanda Pivano, nel 1943, dopo una lunga lotta contro il regime che non amava la cultura anglosassone per ovvi motivi.

Non è che voglio riempirvi le tasche di Spoon River, ma questa antologia mi è venuta in mente questa settimana, passando davanti alla Parrocchia e vedendo 5 manifesti 5 che annunciavano la morte di altrettanti nostri concittadini.

E poiché noi che abbiamo compiuto 18 anni parecchie volte ci conosciamo tutti, almeno di vista, o magari per ricordi di infanzia, ho sentito dentro un gelo, pensando a una comunità che perde la sua memoria di questi decenni e dell'altro secolo, con queste persone che se ne vanno via.

Beppe Cipolla, che la memoria coltivava e diffondeva nei suoi libri, che vedevo spesso con il cappello da alpino come mio papà, mi ha stretto il cuore. Si è portato via con sé i miei ricordi di bambina, di quando andavo sempre con mio papà nella cartoleria di famiglia in via Roma, di fronte alla Corona Grossa, e dietro il banco c'era suo padre (un signore distinto, con gli occhiali d'oro) lo stesso Beppe e sua sorella Graziella, che adoravo e non ho mai più visto. Ricordo persino quando dietro il banco si aggiunse sua moglie. 

Parlava poco, Beppe, almeno con me negli anni più recenti, non so se fosse per diffidenza verso una sinistrorsa un po' sui generis. Lui era un democristiano doc. Ognuno con la sua testa, ma quando lo vedevo mi rallegravo perché pensavo alla mia infanzia. Mi ricordo che gli sorridevo sempre. In fondo, riportiamo tutto a noi.

L'Emilio Dappiano faceva l'Avviamento quando io ero alle Medie, me lo ricordo timido e buono. Poi la sua immagine è diventata una cosa sola con il suo tamburo, mi piaceva seguirlo singolarmente quando la Banda intonava l'Inno Nazionale e lui lì era perfetto, c'è un passaggio difficile ma non sbagliava mai un colpo. Il suo strumento è importante nell'Inno. Capitava che ci scambiassimo amarezze, lui responsabile della Banda e io Sindaca, ed erano più o meno dello stesso tipo e alla fine sorridevamo anche. 

Invece il Beppe Moretto, cugino dell'Emilio, è stato la prima persona con la pelle scura che ho visto da bambina. Vivace, gli occhi brillanti, ossuto e pieno di riccioli. Arrivò con la sua famiglia, il fratello che già non c'è più, la bellissima sorella Carla della quale diventai amica. Aveva questa mamma d'ebano, con un portamento che a me pareva regale. Mi raccontavano che suo padre era andato in Etiopia (spero di non sbagliarmi) per lavoro e lì aveva conosciuto questa signora e avevano messo su famiglia. Negli ultimi anni era venuto a trovarmi in Municipio per una cosa che lo faceva arrabbiare, e mi fece impressione vederlo privo di energie, non stava neanche bene e si lamentava. 

Ecco si potrebbero scrivere chissà quanti epitaffi come per Spoon River, dei nostri concittadini che se ne sono andati in un anno in cui ci sono stati morti a bizzeffe. Ma per me, per esempio loro tre, sono più significativi di Maradona. Perché hanno fatto parte della mia vita, e li penso spesso. 


giovedì 24 dicembre 2020

Buon Natale a Crescentino (il Natale più strano dai tempi dei tempi)

 


ALLA VIGILIA DI NATALE 

Oggi siamo seduti, alla vigiliaBertolt Brecht
di Natale, noi, gente misera,
in una gelida stanzetta,
il vento corre fuori, il vento entra.
Vieni, buon Signore Gesù, da noi, volgi lo sguardo:
perché tu ci sei davvero necessario.


Bertolt Brecht

(1898-1956)

domenica 20 dicembre 2020

Noi, il virus, il Natale

 Sembra una vendetta divina che Boris Johnson, il leader di Gran Bretagna che un tempo si faceva beffe del virus e poi finì malato, sia anche stato costretto ad autodenunciare una variante del Covid, una mutazione in un'altra versione più veloce, velocissima cioè ad infettare la gente, prima di chiudere a chiave il suo ex Impero. 

I contatti aerei e i treni dall'Inghilterra con il resto d'Europa sono stati interrotti nella giornata di domenica 20, ma ormai "la bestia nuova" gira già per Danimarca e Olanda, e nel tg7 della sera ho sentito che al Celio di Roma era arrivata una coppia già affetta da questo nuovo Covid di Natale (un bel regalino, eh): ma immunologi hanno poco dopo spiegato che il vaccino in arrivo sarà utile anche per quest'ultimo (mal)venuto. 

In questo frangente nel quale non si vede ancora una nuova alba, penso spesso ai negazionisti. A quel cretinetti del deputato tedesco Thomas Seitz del partito nazionalista AfD che si è presentato in Parlamento per beffa con una mascherina arancione a rete, ed è stato poi ricoverato puntualmente per Covid. 

Penso a quei partiti di destra (non sono tutti) che hanno fatto opposizione con  discorsi assurdi, pronunciati da persone non responsabili, mostrando un senso della collettività pari a zero, in una situazione come questa quando arrivavano e arrivano i DPCM (spesso confusi) per cercare di abbassare il tasso di infettività e mortalità che continua ad ammorbare l'Italia. 

Penso a quell'industriale di Recanati, Guzzini, un altro genio, che lamentandosi della produttività scarsa ha invitato ad andare avanti come se niente fosse dicendo: "E se c'è qualche morto in più, pazienza".

In ogni angolo di città e anche nel nostro paesello c'è sempre qualcuno che fa il suo piccolo comizio di analogo tenore, come se fosse dotato di superpoteri e avesse in tasca la sicurezza che le cose vanno male perché non si fa come dice lui. Ne ho visti tanti sclerale, spero si ripiglino. 

Siamo un Paese disperato, senza soldi e fra i primi in Europa per morti di Covid e infettati, e c'è chi fa lo splendido. Sono esempi tristi, malinconici, di intelligenza annebbiata, di gente che non ricorda la storia, e preferisce urlare alla Luna.

Se ne incontrate qualcuno, intanto mantenete la distanza. E lasciateli parlare, non hanno i nervi saldi, non riescono a far fronte alle circostanze. 

Intanto il nostro Paesello ha perso tanti suoi abitanti, incappati nelle maglie della Bestiaccia. Un pensiero affettuoso va a Emilio Dappiano,  già dirigente della nostra Banda, che dolore che se ne sia andato, lui con quel sorriso timido e bonario.

Eppure qui mi sembra il posto più sicuro del mondo. State attenti, ragazzi miei, ragazze mie di tutte le età. Siamo quattro gatti in giro accidenti, come si fa??

Arriverà, questo benedetto vaccino. E quando tutto questo finirà, tanti di costoro, i negazionisti, i furbacchioni, gli urlanti, saranno in prima fila a spiegare che loro avevano capito tutto fin dagli inizi, ma non erano stati creduti (o più spesso, erano stati mal interpretati). 



domenica 6 dicembre 2020

Dal letame nascono i fior

 


Ho fatto i conti e ho visto che sono 25 anni (dal 1995) che sono preoccupata per il commercio del nostro Paesello. In quell'anno, primo del mio primo mandato, con Enzio Pistochini e altri commercianti mettemmo in piedi il concetto di "Centro commerciale naturale", che vedo si sta propagando nuovamente. Aspettavamo un finanziamento dalla Regione, che era di destra, e l'assessore (forse Picchetto, biellese) mi ricevette ascoltò disse "vedrò" e buonanotte al secchio. La destra fa sempre così, la sinistra no  va detto per onestà nei confronti dei fatti.

25 anni fa eravamo già preoccupati dei Centri Commerciali, che come si vede sono arrivati in massa e hanno affossato il piccolo e grande commercio nei villaggi e nelle metropoli.

Ma questo filmato che vedete qui sopra, uscito da pochi giorni, per aiutare i nostri negozi rimasti aperti, che soffrono per l'impatto Covid, mi ha colpita piacevolmente e mi ha fatto ricordare il verso "dal letame nascono i fior" di De André, nella canzone "Via del Campo".

Da una situazione orribile come quella che stiamo attraversando, è nata infatti la volontà dei commercianti di Crescentino di cercare di prendere in mano il proprio destino, e questo video colleziona i loro visi simpatici e/o timidi, con la solita occhiata perplessa della Angela del Gianduia che anche sotto la mascherina non si smentisce e mi ha fatta sorridere, con Luciano di Pistochini con le mani in tasca nel suo negozio accanto a Patrizia, con Moreno e la moglie, insomma non posso mica citarli tutti, però tutti questi nostri volti crescentinesi collezionati nel video (del quale sia chiaro non so nulla e chiedo scusa alla Compagnia delle Botteghe che ha messo su l'iniziativa) mostrano una volontà di uscire dal "papettismo" e provare a darsi da fare per tirare su almeno la stagione natalizia, e imparare a collaborare com'è avvenuto per il video.
Coraggio ragazze e ragazzi, noi tutti siamo qui e vi verremo a trovare, sotto le vostre mascherine tornerà il sorriso anche alla Angela, è una lezione che tutti quanti dobbiamo imparare. L'unione ha sempre fatto la forza. 
Unica obiezione al video: ci voleva una canzone italiana eddai.

mercoledì 11 novembre 2020

Spodestiamo Amazon

 Da un bravissimo operatore commerciale del nostro paesello mi è arrivato questo appello accorato, con la preghiera di diffusione


Per lo shopping natalizio facciamo una cosa utile a noi e non a chi non paga le tasse in Italia.
*Chiedi ad amici e familiare un buono acquisto per un'attività locale che potrebbe essere in difficoltà.*
Librerie, ristoranti, parrucchieri, estetisti, teatri, cinema, artigiani, commercianti, qualunque cosa ti interessi o ti serva.
Sperando che ciò li aiuti a non chiudere le loro attività.
*Fai girare questo messaggio a tutti i tuoi amici* Se ognuno di noi lo manda a 10 amici possiamo farlo arrivare a tutti in poco tempo e migliorare la situazione della nostra economia facendo sì che i soldi delle tredicesime rimangano in Italia e *non a foraggiare la sanguisuga Amazon*
**Contro lo spot di Amazon che incoraggia ad anticipare gli acquisti di Natale gira questo messaggio: compra italiano!!!*

Copia questo messaggio e incollalo ovunque.*
Grazie, anche da parte di quelli che non ce la fanno più.

Accolgo volentieri l'appello, e rifletto sul fatto che tutti i negozi chiusi da lockdown in Crescentino potrebbero consorziarsi e costruire (in fretta ormai) un sito dove esporre le loro merci e accettare ordini di magliette, spaghetti, bracciali occhiali frigoriferi e quant'altro con questo metodo e con i dovuti prezzi speciali. Ricevere ordini, prendere la bici (non per il frigorifero, non è consigliabile) e portare le cose a casa agli acquirenti (verificate se è possibile eh) facendosi pagare sulla porta. 

Secondo me in questo periodo la cosa potrebbe funzionare. Con i tempi che corrono, la faccenda potrebbe essere lunga. Sempre meglio provarci, almeno, invece di stare a casa a lamentarsi. Fatemi sapere, magari vi viene un'altra idea migliore della mia, ma almeno cerchiamo di uscire dal tunnel senza farci del male. 


venerdì 6 novembre 2020

Covid, e negozi, cerchiamo di dirla tutta

 Ieri a Bergamo alcuni commercianti, ristoratori, partite Iva, sono andati a manifestare contro il lockdown prima davanti al municipio poi sotto casa del sindaco Gori (che, conoscendo i suoi polli, aggiunge "La presenza di negazionisti, gruppi di estrema destra ed esponenti della Lega") . Anche da noi in Piazza Caretto c'è stata in piccolo una manifestazione simile, molto educata e colorata, e il nostro sindaco ha espresso naturalmente (come Gori) tutta la sua amarezza per la situazione nella quale versano i titolari di bar e negozi, e si è detto pronto ad aiutare (per quanto sia possibile al sindaco di un Comune di 8 mila abitanti). 

La situazione è difficile, purtroppo non solo economicamente. Mi permetto di ricordare, en passant, che in Piemonte i dati di oggi 6 novembre sono: 

 

 4.878 nuovi contagi con sintomi

   268 in terapia intensiva

43.777 in terapia domiciliare

   428 deceduti 

quasi 90 mila si sono ammalati dall'inizio della pandemia


Ora, per tornare al tema iniziale, dobbiamo ammettere che sarebbe assai difficile isolare Crescentino dal resto del Piemonte, finiremmo come nella vignetta di oggi di Mauro Biani, dove un tipo guarda l'Italia screziata degli attuali colori differenziati delle Regioni, e mescolando concettualmente con le elezioni Usa, sbotta: "Voglio il riconteggio del mio giardino".

Ma per tornare al punto 2, quel che mi impressiona, in generale, è la trascuratezza (per così dire) con la quale si guarda ai dati che ho sopra riportato. Un'indifferenza impressionante.

Mi impressiona anche che nessuno sembri ricordarsi di come è passata l'estate, con una fretta infantile di cancellare tutto quello che avevamo appena vissuto, il lockdown 1, le chiusure, i posti di lavoro perduti, gli impegni non rispettati del Governo e delle Regioni che ci rendono oggi la vita così difficile: gli ospedali non pronti, il personale neppure. Peggio dell'altra volta, che era la prima.

Come i bambini, migliaia e credo milioni gli italiani hanno preso l'aereo e sono scappati in vacanza all'estero, dove non era ragionevole andare quest'anno, e in varie località italiane di villeggiatura, dove hanno vissuto felici e immemori delle ore recenti di ansia e depressione, festeggiando al Billionnare (dove secondo me si è riacceso il falò del contagio) e dintorni alla grande. Ricorda qualcuno che il Governatore sardo quasi non voleva far entrare i turisti, in luglio?

Resto muta di fronte al fatto che il Governo e le Regioni non si siano fatti in 4 per dissuadere sonoramente da tanti comportamenti irresponsabili. In realtà ci sarebbero dovuti essere i divieti nudi e crudi, di abbandonare il territorio italiano, il che avrebbe significato forse rinunciare a qualcuno degli avventurosi ospiti stranieri (pochi) che sono arrivati e dunque... si è fatto finta di nulla.

Le raccomandazioni, si sa, da noi non servono. 

Morale che siamo arrivati all'autunno con il virus nell'aria bello vigoroso, ben amalgamato in tutte le regioni. Questo lockdown era inevitabile, se si tiene alla vita umana, la cosa più preziosa che abbiamo (o no?). E' vero che nella distribuzione dei colori (cioè situazioni) si sono fatti grandi pasticci figli di chissà quali logiche. L'attribuzione della zona gialla alla Campania fa quasi ridere (per non piangere), non si capisce che traffici ci siano dietro.

Mi fa quasi ridere (per non piangere) Fontana che protesta per la zona rossa in Lombardia, ieri con 8 mila nuovi contagiati: come se si contagiasse tutta Crescentino (oggi sono diventati 10 mila). Importa, a Fontana, della vita umana?

Cirio non scherza. Il Piemonte è andato peggiorando giorno dopo giorno, ma quel che rende grave (e rossa) la nostra situazione è la condizione ospedaliera, la mancanza di strutture che per esempio ha reso necessario il pellegrinaggio da Torino di 102 ambulanze per portare i malati a Tortona (che ha protestato).

Allora nessuno è contento (si fa per dire). Non dei negozi chiusi, e tantomeno della mancanza di posti letto: ognuno di noi potrebbe ammalarsi domani ed essere lasciato su una barella per terra, come si è visto davanti al Mauriziano.

Ho messo provocatoriamente in testa i negozi chiusi. Amici commercianti, fatevene una ragione. Siamo nati o abitiamo qui, non si può farci nulla. Avrete tempo in questi giorni di riflettere sulla morte, che è definitiva. Avete tempo di studiare un po' l'e-commerce, di leggere cose utili al vostro lavoro che vi arricchiscano, se magari in queste prime settimane saremo così bravi tutti noi piemontesi, da far arretrare il virus e far riaprire i negozi in anticipo. 

E comunque ogni popolo ha i governanti che si merita, visto che li ha votati.





   








mercoledì 14 ottobre 2020

Crescentino fra il Bene e il Male 2)

A riportare un poco di ottimismo nel nostro Paesello messo sottosopra dalla vicenda dell'Anagrafe, venerdì e sabato due accadimenti che hanno al centro la stessa persona, Mimmo Cándito, che ho avuto la fortuna di avere come marito. Un uomo forte, una fonte inesauribile di cultura, ma ciò che lo faceva apprezzare da tutti era la gentilezza, l'educazione, anche la bontà e la generosità che manifestava nelle situazioni con le quali veniva a contatto durante la sua vita avventurosa. Esprimo concetti che sono di dominio pubblico, e l'attuale sindaco di Crescentino, con la sua Giunta, per tutte queste sue caratteristiche gli ha intitolato il teatrino all'interno del Comune, riportato di recente in vita.

Di quest'uomo non si perde la memoria. Sabato pomeriggio alle 16, all'ex Chiesa della Resurrezione di via Bena, sarà inaugurata la mostra delle fotografie che egli scattava sui fronti più caldi del mondo. S'intitola "Con la guerra negli occhi" e sta girando per ora poco, per via dell'inesorabile pandemia che ci perseguita.

L'ha ideata e realizzata un preside dell'Alessandrino, Maurizio Carandini, che poi ha anche scritto un libro, "Mimmo Cándito - La storia di un super eroe", destinato ai bambini delle ultime classi delle elementari e delle medie. Un librino affettuoso che racconta la storia di una bambina di Tripoli salvata da Mimmo. Il prof. Carandini sarà venerdì sera 16 ottobre al teatro Angelini alle 21 a parlar del suo libro. Per ora non si capisce con chi dialogherà, perché il manifesto appeso in giro non lo dice: e questo è alquanto strano. 

In città si parla molto di questo vuoto che persiste, la mancanza di un interlocutore per lo scrittore, e si fanno le ipotesi più fantasiose: ricompare per esempio un diavoletto, anche in questo regno del bene che è appannaggio di Mimmo, che avrebbe intenzionalmente evitato di scrivere un nome che non gli è, nei secoli, simpatico. Come cantava il poeta, lo scopriremo solo vivendo. 

Crescentino fra il Male e il Bene 1)

 E così Crescentino è finita sui tg e sui giornali, il 14 ottobre 2020, non per aver vinto un Nobel e nemmeno un Nastro d'Argento, ma per questa brutta faccenda degli impiegati infedeli che, secondo l'accusa, lucravano sulle cittadinanze di estroversi brasiliani, convinti di farla franca a lungo. Ci ha messo la coda il diavolo travestito da lockdown, e poi la conta delle mascherine, per questa simpatica decisione della distribuzione porta a porta del Comune,  ha fatto il resto. Il Sindaco ha fatto il suo dovere, che non è solo di tagliar nastri (qui se ne tagliano pochissimi tra l'altro) ma soprattutto di vigilare sulla legalità, e sull'onestà dei comportamenti nella sfera comunale.

Il Male è spesso banale. Indossa abiti dimessi e veste grandi sogni silenziosi. Non si occupa troppo dei rischi, perché agire nel male sembra facile, a chi non coltiva il necessario discernimento. Vite tranquille, poi vite inutilmente rovinate. 

Rovinati anche i servizi comunali, già alle prese con le fughe di vari dipendenti verso altri comuni o con le uscite dal lavoro che si sono radunate tutte insieme, lasciando uffici vuoti e il lavoro quotidiano in sofferenza. 

Morale, l'anagrafe nel frattempo resterà chiusa. Per fortuna c'è l'interconnessione internet, si troverà una soluzione.

Una soluzione al Male, per il momento, non s'è ancora trovata. Ci sta provando persino il Papa, del resto...


domenica 27 settembre 2020

Trino, Pane al Pane

 Allarme rosso per questa nostra area territoriale che non dice mai di no, e per questo si è trovata in casa un deposito di scorie nucleari (a 6 km da noi, Saluggia), la prima centrale nucleare italiana (a 15 km da noi, Trino), una futura centrale nucleare sulla strada delle Grange, che solo il referendum del 1987 aveva provvidenzialmente bloccato sul nascere. 

Si sa che il mondo sta andando stabilmente verso l'utilizzo di diverse fonti di energia. Nel Nord Europa ma anche in Italia si scaldano con gli impianti di biomasse ricavati dai rifiuti organici, si allargano gli impianti di fotovoltaico e anche il geotermico, che pure è così caro. Ma il sindaco di Trino, Daniele Pane, come ormai sapete tutti, vorrebbe ora trumpianamente tornare a far fruttare il gioiello della sua terra, e candida la città ad ospitare il deposito nazionale di scorie radioattive, per il quale proprio in questi tempi il governo sta cercando un sito adatto in gran segreto.  

Le scorie di Saluggia hanno i piedi nell'acqua della Dora, la centrale Fermi di Trino aspetta ancora lo smantellamento del reattore, e ha i piedi nell'acqua pure lei: ma quella del Po com'è noto sempre più spesso tracima, con una faglia a rischio. La centrale chiusa sulla strada delle Grange è circondata di risaie, che producono riso anche da esportazione di grande qualità.

Si può impostare la vita dei propri concittadini su un pericolo permanente? Gli ha mai detto nulla, a Pane, Chernobyl?

Con questa idea, lanciata nel pericolosissimo momento giusto, Pane mette in vendita per quattro soldi non solo le vite dei suoi concittadini, ma quelle di tutte le zone circostanti; comprese le nostre, perché tutti i rischi che gente come lui prende, poi li colloca sempre ai confini dei propri territori, cosicché il pericolo arrivi soprattutto ai vicini.

Bravo signor Pane, lei è il campione degli incoscienti, degli irresponsabili, dei non curanti.  Spero che questa volta il territorio si sollevi, per proteggere quel poco di integrità che gli è rimasto, e per preservare le proprie vite da un futuro miserando. 


domenica 6 settembre 2020

Il Parco Levi Montalcini cosa vi ha fatto di male?

(Mancata ma ovvia premessa: un parco non si riduce così in un anno...)

Ricordo a tutti che, là dove c'è il parco Levi Montalcini, che fa da cornice all'elegante ancorché un po' moscio palazzo Infermeria Santo Spirito, regnava una immensa discarica di legna e robacce abbandonate che non si poteva guardare. Fu un piacere e un onore poter trasformare quell'abbandono in un elegante giardino dotato di un gazebo per piccoli spettacoli e concerti (con l'ultimo dispetto a me di non costruirci la copertura per accontentare altri che volevano un piccolo edificio da edibire a bar, ora sede degli alpini), un altrettanto elegante labirinto di siepi, più un piccolo parco giochi. 
Questo piccolo gioiello dedicato a Rita Levi Montalcini giace ora chiuso, ed è già ricominciato il degrado. 
Si era riusciti durante il mio ultimo mandato a mettere apertura automatica al cimitero, non dovrebbe essere difficile farlo anche qui. E cos'è successo al labirinto di storica ispirazione, che mi sembra assai malandato?
Che cosa vi ha fatto il parco Levi Montalcini per trattarlo così?

Mentre ci siamo, ricorderei anche che la lunga siepe che costeggia la roggia subito dopo il parco, è infestata di erbe che la soffocano, e che vanno estirpate per evitare che muoia anche la siepe medesima, oltre il labirinto. Già alcuni tratti hanno esalato l'ultimo respiro. Ci saranno cantieri di lavoro, è anche un lavoro che qualche volontario potrebbe fare in mezza giornata.
eddajje, non fate così.

domenica 23 agosto 2020

Il nostro Santuario, il vecchio oratorio e il nuovo (più il Borneo)


La Festa della Madonna del Palazzo si rinnova miracolosamente, in tempo di Covid e di fatiche umane ed esistenziali.
Sulla spianata del nostro amato Santuario il tendone tristemente grigiastro aveva bisogno di una lavata ma pazienza, è grande e protegge tutti da questo caldo tropicale.

Il Santuario, anch'esso, non è che se la passi benissimo. Ha bisogno di rappezzi, di consolidamenti anche (credo), ed è tristissimo che non si riesca a dargli nemmeno una ripulita fuori, e una mano di bianco. Abbiamo tante ditte di imbianchini, potrebbero mettersi d'accordo, fare un'opera buona e  poco per volta ripulirlo: non per fare un favore a nessuno, ma perché è il nostro Santuario. Lo so, i ponteggi costano, la generosità in tempi duri è un miraggio.

Gira che ti rigira, tutta quell'area soffre - è inutile negarlo - per la decisione - anni fa - di tirar su il nuovo oratorio, visto che la Cei offriva un mutuo. Ancora mi viene il magone a pensare a quello splendido parco con alberi alti e freschi tagliati senza pietà, sotto i quali i bambini giocavano, i vecchietti pure ma a bocce, e il povero Bellofatto tirava su qualche soldo facendo caffè. Un saluto a lui, lassù. 

Il mondo è impietoso, a volte, anche nelle dimensioni minime.

Ma l'area soffre soprattutto perché per 5 anni la passata amministrazione ha annullato tutti i progetti che erano in piedi: acquistare l'Oratorio vetusto di via San Giuseppe, e con i 100 mila euro la Parrocchia avrebbe potuto completare i lavori, visto che ormai il nostro piccolo Borneo era stato disboscato e la struttura eretta.

Cos'hanno fatto, i nostri governanti dal '14 al '19, con quei 100 mila euro? Ma niente: neanche, per dire, qualcosa nell'altra struttura da loro acquisita tempo prima, le ex Suore della Carità. Era una questione di principio: per lo più, annientare ciò che si poteva dei progetti messi in piedi dall'amministrazione precedente. 

Per fortuna è stato ora ripreso il filo dall'Amministrazione presente, e l'Oratorio anziano acquistato, e i lavori proseguiranno. Lo ha ben riassunto il Sindaco stamattina al termine della Messa: sono stati dati anche 15 mila euro alla Parrocchia per acquistare gli arredi. Il vecchio Oratorio in centro si riempirà di nuove attività, conoscendo i ragazzi del Comune non ho dubbi. Però, prima bisogna ristrutturarlo. Non son cose che durano due minuti.

Ma sapete cosa? Quell'area è importante per Crescentino perché c'è il Santuario, non solo come edificio di culto ma come edificio storico caro ai cittadini e alla storia della Città, parte delle sue radici più antiche. E lasciarlo in quelle condizioni è veramente triste. 






sabato 15 agosto 2020

Buon Ferragosto e attenti alla settimana che viene (aggiornamento)

Amici miei, tanto per dirvi che facevo sul serio, oggi 20 agosto i casi sono diventati 845 con 6 morti nelle ultime 24 ore...
Io credo (mia opinione) che l'aumento sia frutto delle feste scatenate di Ferragosto, pancia a pancia, fiato a fiato, discoteca a discoteca: pensate che la metà dei contagi in Emilia-Romagna sono sotto i 25 anni. Poi ci sono quelli che sono andati in vacanza all'estero e si sono portati a casa il souvenir.
Ahimè. 
Non andate ai rave, vi prego (scherzo ma non troppo, penso che qui i lettori siano "maturi")
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Post originario del 15 agosto

Oggi i  nuovi contagiati sono 629. Ieri erano 574. Il 13 erano 523. Il 12 "soltanto" 481. E via, a scendere.
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Buon Ferragosto ai crescentinesi e ai loro fans, in questo lungo fine settimana di "per così dire" festa, che ci farà confondere i giorni e le ore (e speriamo non la testa). 
Chi è qui è più fortunato di chi è al mare, anche a Ibiza o perfino a Cortina, dove - mi dicono amici che ci stanno passando le vacanze - non si riesce nemmeno a camminare per strada dalla gente che c'è.
Fortunati siamo, nel senso che siamo pochi e corriamo meno rischi di incontri pericolosi, fiato a fiato. I contagi come si vede stanno aumentando anche da noi, anche se siamo molto più bravi dei francesi, degli inglesi e soprattutto degli spagnoli che sono nuovamente nei guai fino al collo.
Ma la prova del nove per noi Italiani amanti delle feste consacrate come questa, arriverà verso metà della settimana prossima, quando gli eventuali distratti o (anche peggio) negazionisti, potrebbero far salire a livelli di guardia il numero dei contagiati e costringere il Governo a decisioni sagge come quelle di alcune chiusure: sperando che le Regioni la smettano di andare ognuna per la sua strada, con pericolo per tutta la comunità nazionale. 
"Noi siamo da secoli/ calpesti e derisi/ perché non siam popolo/ perché siam divisi", dice il nostro Inno Nazionale. 
Per ora, l'Italia è il Paese che meglio si è comportato con il Covid. Una volta nella vita, dai.
Facciamo ancora un piccolo sforzo. Pensiamo al futuro e non all'eterno presente. 


lunedì 10 agosto 2020

Dove si vacanza questa settimana? Facile


Un mio collega appena arrivato al mare ha twittato questa mattina di avere già consumato tre liti per mancato distanziamento, con i vicini di ombrellone.
Gli ho risposto che in  questa settimana santa delle vacanze COVID NON SI VA AL MARE. Le spiagge sono piene, i ragazzi pensano di essere immortali e stanno stretti, si appiccicano sudano insieme si sussurrano cose. Altri li guardano e si distraggono e fanno come loro. L'imitazione genera mostri, come il sonno della ragione che sembra catturare le masse in questo scorcio di anno.

Sono stata due giorni in montagna fino a stamattina, nelle Valli di Lanzo, anche in alto. E sui sentieri toccava dare la precedenza come in piazza del Plebiscito a Napoli.
Nelle vacanze COVID SI VA IN MONTAGNA CON PRUDENZA ESTREMA

MA VOLETE METTERE CRESCENTINO?
Regna una pace sovrana, qui l'avvicinamento non ce l'hai nemmeno se lo vuoi, perché gli altri indietreggiano (sempre ammesso che incontri qualcuno). Al bar sono tutti attenti e rispettosi,  così come nei supermercati (almeno alla Conad perché com'è noto ad alcuni, al Mercato non ci vado) C'è tutto ciò che serve, la città è pulita checché dica l'ex vicesindaco. Abbiamo i viali per passeggiare all'ombra. C'è un grande silenzio interrotto solo dalle campane e da qualche canto del gallo.
MA DOVE VOLETE ANDARE CHE QUI SI STA COSI' SICURI, OLTRE CHE BENE?

venerdì 24 luglio 2020

Come eravamo: quando sembrava che Palazzo Jona sarebbe stato ristrutturato

Ho visto che parecchi seguaci del blog stanno leggendo di quando, nel '16, speravo che fosse ristrutturato Palazzo Jona. Sono andata a rileggere pure io e ho pensato che magari a qualche altro crescentinese farebbe piacere sognare nuovamente che la cosa avvenisse. Così facciamo anche un pensierino al dott. Alati, l'unico che davvero ci voleva provare. Ciao Leo, dacci una mano da lassù dai! 


MERCOLEDÌ 23 NOVEMBRE 2016

Evviva!!! Lavori a palazzo Jona, finisce la decadenza in Piazza Vische


Vi rompo sempre così tanto le scatole con il Centro Storico che perde i pezzi... e ogni tanto qualcuno se ne ricorda. E mi arriva una bella notizia.
Il palazzo avito già della famiglia Jona a mio parere è il più bello di Crescentino. Non da oggi perde i pezzi, le gelosie sdentate, i mattoni e pezzi di stucco che volano, finestre senza vetri al secondo piano, che sono l'inizio della fine per la piccioneria, l'umidità e il degrado (come si vede in Piazza Caretto: sindaco, sindaco...)
Bene, mi ha chiamata il dott. Leo Alati e mi ha annunciato che c'è un accordo fra i tre proprietari (lui è uno dei tre) per una ristrutturazione che dovrebbe cominciare la prossima primavera. 
L'architetto Carpegna, che si occuperà dei lavori (e che mi deve sempre la cupola del gazebo nei giardini Levi Montalcini) mi ha spiegato che si tratta di una ristrutturazione semplice: per prima cosa sarà rifatto il tetto, poi ci sarà una ripulita generale alla facciata e naturalmente il rifacimento degli infissi che sono diventati una vera schifezza. 
Tutto questo per ora sulla carta, naturalmente. Perché il progetto dovrà passare in Comune, vedersela con l'ing Mascara e diventare un fiore all'occhiello dell'Amministrazione, se mai fosse sensibile al tema.
Già il palazzo giallo della Biverbanca, con i suoi occhioni spalancati vuoti sul nulla, dice che queste non sono priorità. Lo dice in verità anche l'ex scuola guida Vigé, che è stata sventrata completamente ma giace lì come uno scheletro e non succede più niente da tempo, hanno perfino tolto la gru. E' di proprietà del Sindaco, casualmente, e mi è stato persino detto che c'è un problema di violazione di regolamenti e per questo i lavori sono stati bloccati. Ci sarebbero addirittura risvolti penali. Spero che qualcuno si faccio vivo su questo blog a smentire con decisione, ne sarei veramente felice: perché come dicono a Roma, se una casa del Sindaco finisce sotto tiro, annamo bene. 
Sono comunque molto felice di aver molto battuto sul tasto del Palazzo Jona, e grazie a Leo Alati che asfissiato da me su questo problema quando facevo il sindaco, si è ricordato di avvertirmi che il piccolo miracolo in controtendenza sta per avvenire. 
Bravi, ragazzi! 

domenica 5 luglio 2020

Piazza Caretto, la vittoria del senso civico, contro l'indifferenza alla bellezza

La vittoria è di Vittorio, si sa. Ma è anche la vittoria del senso civico: e anche - diciamola tutta - la vittoria del buon senso. Perché un palazzo antico lasciato senza gelosie e senza vetri,  è un palazzo votato a una distruzione rapida, oltre a rappresentare il degrado assoluto: il che è tanto più grave perché questo palazzo è nel cuore della città di Crescentino, in piazza Caretto, di fianco al Comune. 

Già in piazza Vische ci troviamo ad assistere alla morte lenta del più bel palazzo della città, Palazzo Jona. Una tristezza infinita. Qualche anno fa il compianto Leo Alati, uno dei proprietari, aveva pensato di cominciare a provarci, e me lo fece subito sapere anche se non ero più sindaco. Lo avevo martellato. Si trattò purtroppo di un falso allarme. L'indifferenza alla bellezza degli attuali proprietari è evidente. 

Invece è stata una gran gioia, veder riapparire le persiane su quegli occhi vuoti del palazzo giallo di Piazza Caretto. Non so come si sia potuto permettere che vetri e protezioni venissero tolte. Ogni sindaco di buon senso avrebbe fatto l'impossibile perché ciò non accadesse, Vittorio ha fatto anche di più. Le ha fatte rimettere, e grazie pure al proprietario che alla fine ha capito, speriamo non succeda mai più da nessuna altra parte; mi viene anche il nervoso a pensare alla Biver che è stata lì per tanti anni  tronfia sotto la sua brutta insegna senza mai rendersi partecipe del decoro cittadino con qualche iniziativa: che so, magari anche farsi promotrice attiva di una ripulita alla facciata. Ma si sa che le banche fanno altro, e basta. Un'indifferenza incredibile.

Circola tra l'altro la voce che presto potrebbe essere ridipinta la facciata del condominio Lanza, l'altro scandalo storico di Piazza Caretto, di fronte al municipio. Un palazzo bellissimo del Settecento ridotto a un rudere (come me che sono nata proprio lì, al secondo piano), con una parte che era stata rimessa a nuovo ma il tempo aveva già degradato; anni fa avevano persino dipinto un cortile interno perché gli abitanti non lo potevano vedere com'era. E fuori?  

Però ci sono alcuni proprietari che da tempo erano d'accordo sull'operazione facciata, e speriamo che davvero sia arrivato il momento di riannodare il filo del buon senso anche lì, e che questa piazza possa tornare a quella bellezza che doveva esser stata in un lontano passato. 

Intanto, complimenti per il restauro del palazzo ancor più antico, penso, di via Tournon angolo via Clerico. Su quello proprio avevo perso le speranze, e invece eccolo nel suo bel giallo trionfare su tutte le muffe decrepite che gli sono intorno, e ora si vedono ancora di più.

martedì 16 giugno 2020

Se arriva un pericolo pubblico fatevi un po' di coraggio

L'altro ieri mattina ero in un ufficio del nostro Paesello. Un ufficio a modo, impiegati con mascherina e silenziosi, davanti al posto di lavoro il plexiglass che separa dal pubblico. C'erano due clienti (una ero io) con la mascherina. 

E' arrivato un tipo sui trent'anni in canotta arancione, che la mascherina non aveva, e si è piazzato davanti allo sportello libero. Ha cominciato a parlare, mentre parlava ha starnutito e si è pulito il naso con la mano.

Tutti zitti. Pure io, che però minacciosamente mi sono avvicinata a lui e con il dito puntato gli ho mostrato la boccetta del disinfettante davanti all'ingresso.  

Lui ha fatto: "Ehhh?" come se non capisse. Io ho replicato con decisione il gesto e lui ha fatto: "Ahhh" e si è diretto lì, si è alfine disinfettato le mani ed è uscito. 

Un killer,  un untore.  Probabilmente un ignorante, un sordo a tutto o uno alla Trump di quelli che dicono "questi ci raccontano un sacco di palle" e semplicemente se ne frega. Ce ne sono. Infatti...

Roba da bloccarlo e chiamare i carabinieri, mi ha poi detto qualcuno al quale l'ho raccontato.  

Nessuno, dopo la sua l'uscita, ha fatto una parola.

Ma, dico io: non ne abbiamo avuti abbastanza di morti? Non avete ascoltato diecimila volte al giorno in tv radio dal vicino dal medico dal farmacista come ci si deve comportare in questa pandemia che non è finita??

Uffici e negozi  aperti debbono prendersi la responsabilità della salute dei loro clienti, tenere mascherine di riserva da allungare al primo che entra senza, segnalare ai clienti che non lo fanno che si debbono disinfettare le mani all'entrata. 

Non è un gioco, non sono regole stupide. Sono la salute, la salvezza della nostra vita. La vita.

E per timidi che si sia, bisogna tirar fuori le palle quando lavori in un negozio o in un locale pubblico e ti càpita uno del genere. 

Il silenzio è un reato.
Non state zitti, per favore.
Un po' di coraggio può salvare la vita.



martedì 2 giugno 2020

La nostra Italia, la nostra Crescentino


E' passato più di un mese, ma ancora questa foto scattata il 25 Aprile, del nostro Sindaco solo davanti alla lapide dei Nove Martiri della stazione, mi emoziona e mi fa pensare anche alla figura un po' curva e canuta del Presidente Mattarella che piccolo piccolo solo solo sale lo scalone dell'Altare della Patria a rendere omaggio al Milite Ignoto. Vittorio in nome dei Crescentinesi, Mattarella in nome di tutti noi italiani. Ieri sera e stamattina, per la Festa della Repubblica, la scena si ripete, con una rappresentanza un po' più allargata: ma niente assembramenti, non è ancora l'ora; solo gli sprovveduti e gli ignoranti pensano che non sia vero e arzigogolano modelli complottistici da barzelletta. 

"Basta con le risse, adesso serve l'unità morale" ha detto il Presidente in un discorso denso e senza fronzoli, definendo certi comportamenti "inaccettabili".  

L'unità non c'è, come sappiamo. Le liti sorde e cieche, anche nella Maggioranza parlamentare, si sono ripetute nel momento più difficile che l'Italia abbia attraversato dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Gente priva di senso di responsabilità, attenta solo a farsi notare per il proprio tornaconto politico e personale, sulla quale il giudizio sarà dato dalla Storia, mentre il mondo ha già saputo valutare sbrigativamente e senza troppa benevolenza. Eppure anche un grande coro di ammirazione per i medici, di rispetto per il loro sacrificio; e un'obbedienza inconsueta alle regole imposte per salvarci il bene più prezioso, la vita. 

Gesti di generosità, e gesti inconsulti dei giubbotti arancione che speriamo non pesino sulla salute generale in un momento molto delicato. Questa è la dicotomia italiana. 

In questi mesi, la nostra Crescentino si è fatta ancora più deserta in una bellissima primavera fiorita. Ma il senso di sicurezza che ho provato qui in questi lunghi mesi di quarantena, e pure in una solitudine estrema, racconta di quanto sia importante la percezione di una Amministrazione responsabile, sempre connessa, con la gente e con il wi-fi, anche in un mare di guai come quelli che stiamo passando. 

Buona Festa della Repubblica. E buon San Crescentino a tutti.







sabato 25 aprile 2020

Ciao Daniela


Dalla chat del mio gruppo è uscita la notizia che se n'è andata Daniela Mosca, e sono rimasta basita. Veramente dispiaciuta.
Daniela Mosca era un panzer, una donna d'azione con la quale la mia vita si è incrociata tante volte durante i due mandati di sindaca. Durante il mio primo mandato nei Novanta era presidente degli Amici della Biblioteca, dove militava anche Mauro Novo, e ricordo bene un contributo culturale a vasto raggio e di bello spessore.
Più tardi si è poi impegnata nel volontariato, tanto da diventare presidente del Centro Territoriale Volontariato nel Vercellese, un lavoro molto impegnativo che ha esercitato per anni con autorevolezza. 
Nel mio secondo mandato le ho chiesto di far parte del Consiglio d'Amministrazione del Santo Spirito e anche questo aveva accettato, unendolo alle tante altre attività. 
Penso che fosse un poco timida, ma come energia non scherzava. Si buttava su quel che faceva con grande spirito di iniziativa. Era poco ideologica, e più pragmatica. 
La rispettavo molto per questo suo tratto. C'è tanta gente che parla tanto e fa poco, lei faceva tanto e parlava poco.
Mi dispiace davvero di questa scomparsa prematura in questi tempi immondi. 
Ciao  Daniela, e grazie.


giovedì 16 aprile 2020

I nostri tempi bui


Cerco di scrivere in verde speranza, sperando che anche questo aiuti.
Ne ho viste tante nella mia ormai lunga vita, ma mai avrei pensato di vivere ciò che tutti stiamo vivendo.
Questa pandemia è feroce, un killer spietato che si prende con la vita il nostro istinto naturale ad abbracciarci, a parlarci da vicino. 
Ho letto dalle comunicazioni del Sindaco la lunga serie di ammalati e anche defunti, soprattutto nella nostra Infermeria Santo Spirito: sono numeri grandi per la nostra piccola comunità, ma piccolissimi quando ogni sera alle 6 sentiamo il briefing della Protezione Civile, dove il Piemonte sta quasi raggiungendo la Lombardia per numeri di vittime. Terribile.
Anche da noi, chi lavora in queste strutture viene colpito, pensiamo a quanti medici e infermieri sono morti in Italia. Un sacrificio da eroi, e di loro ci dobbiamo soprattutto ricordare quando chi sopravviverà racconterà questo periodo, invece che di quei governatori e politici che scambiano questo disastro per un'occasione promozionale della propria parte politica, e farebbero ridere se non ci fosse da piangere. Miserabili. Da questa storia la politica uscirà ancora peggio di come c'è entrata. 

Per fortuna abbiamo questa giovane Amministrazione che lavora a testa bassa e tutt'intorno a loro vedo un silenzio rispettoso e fiducioso. Io mi sono quasi commossa quando la scorsa domenica sono venuti a suonarmi il campanello il Presidente del Consiglio Comunale e un'Assessora per consegnarmi la mascherina (se penso al Presidente che avevo io, e alla sua sicumera, buonanotte). 

Per fortuna in tutto questo ci sono bellissime giornate e l'aria è tersa e la primavera esplode come a dare una mano agli umani.
Vivere in città un periodo come questo è indubbiamente più pesante, le code ai supermercati lunghissime, i palazzi alti, l'aria sembra mancare. Ringraziamo il cielo che siamo qui in un ambiente piccolo e protetto, pieno di verde. E più silenzioso che mai.
In bocca al lupo a tutti noi. E che Dio ci aiuti.

martedì 24 marzo 2020

Il Corona ha una poesia

(l'autrice dovrebbe essere l'irlandese Kitty O'Meara, ma sulla rete c'è una corsa al riconoscimento da parte di altri sedicenti autori. E' stata scritta dopo lo scoppio della pandemia: vale la pena leggerla, con il suo finale bene augurante)

"E la gente rimase a casa"


E la gente rimase a casa
e lesse libri e ascoltò
e si riposò e fece esercizi
e fece arte e giocò
e imparò nuovi modi di essere
e si fermò
e ascoltò più in profondità
qualcuno meditava
qualcuno pregava
qualcuno ballava
qualcuno incontrò la propria ombra
e la gente cominciò a pensare in modo differente
e la gente guarì.
E nell’assenza di gente che viveva
in modi ignoranti
pericolosi
senza senso e senza cuore,
anche la terra cominciò a guarire
e quando il pericolo finì
e la gente si ritrovò
si addolorarono per i morti
e fecero nuove scelte
e sognarono nuove visioni
e crearono nuovi modi di vivere
e guarirono completamente la terra
così come erano guariti loro.
I

mercoledì 18 marzo 2020

L'anniversario della piazza tricolore

Tengo appesa su varie pareti questa fotografia, che avrei voluto postare il 17 marzo, sono un po' in ritardino e scusatemi.
Era il 17 marzo 2011, cadeva l'anniversario n. 150  della proclamazione del Regno d'Italia, da parte di Vittorio Emanuele II.
Era una mattinata fredda e piovosa, e sul balcone del Comune in piazza Caretto avevo aspettato a lungo l'arrivo degli studenti, che stavano celebrando l'anniversario, e avrebbero chiuso proprio in piazza la loro manifestazione.
I ragazzi arrivarono da tre strade diverse. Ogni strada indossava una maglietta di una sola tinta. Quando si sono riuniti e hanno formato  il Tricolore sono stata presa da un'emozione fortissima e mi sono venute le lacrime agli occhi. 
Una sensazione che non ho dimenticato mai e mai vorrò dimenticare. Di orgoglio per tutti noi, di consapevolezza di un ruolo che mi onorava, .
Uno di quei bei giorni del mio mandato.
Me ne sono ricordata anche questo 17 marzo, e stridente è stato il paragone con queste giornate solitarie, per fortuna con mille cose da fare che scacciano i cattivi pensieri. Un silenzio irreale contro l'allegra caciara di quei deliziosi studenti, il peso di un vuoto contro una vita molto movimentata ma degna di essere vissuta.
Un meraviglioso 17 marzo contro un altro come questo, come ogni giorno di questi giorni pieni di angoscia. 
Finirà



giovedì 5 marzo 2020

Crescentino, Italia

Ricordo vagamente, perché frequentavo le scuole medie, l'Asiatica. Non mi ricordo se a casa mia qualcuno se la prese. Invece mia nonna mi parlava sempre della Spagnola, che fece stragi nel 1918, quando lei ancora non era sposata: mi raccontò che si era ammalata ed era miracolosamente guarita, mentre a casa sua nessuno ci avrebbe scommesso.
Ci risiamo adesso, ma un po' è peggio - perché si sa tutto di questo Coronavirus - però è anche meglio perché ci sono strumenti e scienza che evitano stragi, anche se non possono impedire vittime: non ci sono riusciti nemmeno i cinesi che obbediscono agli ordini, a impedire vittime. Figuriamoci noi, che siamo un popolo anarchico, distratto e purtroppo anche più ignorante di un tempo.
Sapere tutto però non sempre fa bene alla psiche. Si può entrare in stato di agitazione, si possono sviluppare fobie magari latenti. Ho un amico ipocondriaco che mi fa delle telefonate di mezz'ora grondanti terrore.
Non serve.  Bisogna farsene una ragione, e seguite le indicazioni delle autorità sanitarie.  E soprattutto non bisogna farsela sotto dalla paura. 
Neanche ora che anche qui da noi sono arrivate cattive notizie. Il nostro concittadino è ormai ricoverato e al sicuro, anche se il percorso verso la cura è stato alquanto problematico; i suoi cari sono in quarantena. 
Però adesso non svuotiamo le strade, che sono già deserte di per sé ed è difficile riuscire a trovare qualcuno che ti stia lontano un metro, perché è sempre lontano almeno due. 
E i nostri supermercati non sono i Carrefour o le Esselunga, peraltro anch'essi semideserti nelle città. 
Da noi, nei bar più di 4 persone per volta non trovi. 
Qui a Crescentino siamo sempre stati un po' il deserto, negli ultimi anni; e infatti il virus, chi l'ha preso ha dovuto andare a cercarlo fuori città.
Però, anche, non organizziamo gite, passeggiate collettive, mostre, pranzi fuori porta, balli del debuttante. Basta rinviare, è facile. A data da destinarsi, ovvio.
Diamo retta a chi ne sa. La tv ci informa in continuazione, anche troppo. Facciamocene una ragione, e approfittiamo di questa antipatica occasione per ritrovare noi stessi. Ne usciremo rafforzati. Se poi ne approfittiamo per leggere qualche libro, ne usciremo pure migliorati.




venerdì 14 febbraio 2020

Grazie per avermi fatta piangere

Come si fa a tornare qui dopo quasi due mesi facendo finta di nulla?
Potrei trovare una scusa. Mio papà, la sera quando scendevo dopo cena in piazza Garibaldi dicendo: "Vado a ritirare la macchina", mi rispondeva con una battuta: "Vado a comprare le sigarette. E tornò dopo 25 anni". In effetti, ci mettevo parecchio, chiacchieravo in piazza, gironzolavo. Sono sempre stata social, anche quando non esisteva nemmeno il termine.
Intanto penso al teatrino, e penso al destino: gli sono stata dietro 20 anni, a quel teatrino, da quando nel '95 appena eletta salii lassù e ne vidi la bellezza violata. Sempre avrei voluto rimetterlo in sesto, non c'era verso e ci riuscii in extremis a fine mandato 2014, lo inaugurammo il 27 aprile con un concerto per la Liberazione, e il 24 maggio me ne andai da Piazza Caretto.
Il destino ha voluto che ora il gioiellino sia intitolato a Mimmo, e sono grata all'unanimità del Consiglio Comunale e ora al Prefetto che ha dato l'OK (e così Speranza può stare tranquillo che tutto è in ordine, dal punto di vista del regolamento). Ma Grazie Grazie prima di tutti al Sindaco che ha avuto l'idea. Sono onorata.
E grazie a tutti i Crescentini, io lo so che Mimmo piaceva a tutti, tutti lo salutavano e lui salutava tutti. Un uomo meraviglioso, 
e non perché era mio marito. Si è meritato questo teatro, che intanto gli piaceva moltissimo, vi confesso. 
Adesso, a bocce ferme e finito l'iter, vi posso confessare che mi avete fatta piangere (tanto per cambiare). 
Grazie davvero.