lunedì 31 maggio 2010
San Crescentino: Orchestra in Chiesa, bande, pranzo sotto i portici, Musica in Comune
Vediamo se almeno questa volta riesco a render noto il programma che ho steso prima dell'amico Mauro Novo. Spesso non accade, e non ho nemmeno salutato la fine dei Venerdì Letterari, che cercherò di far ritornare questo autunno.
Domenica, com'è noto, è San Crescentino, nostro Santo Patrono.
I festeggiamenti si aprono SABATO SERA 5 GIUGNO alle 21 nella Chiesa Parrocchiale, dove Don Edoardo gentilmente ospita un concerto dell'Orchestra da Camera A.Vivaldi della Valle Camonica, che arriva grazie al pensiero e all' omaggio del Rag.Buzzi proprietario della Ilvo. Direttore il M°Silvio Maggioni, eseguirà musiche di Bach, Mozart, Mangani e Marcello.
DOMENICA, alle 10,30, ci troviamo in piazza Vische con la Banda Arditi e la delegazione di Vische. Alle 11, Messa e Processione con l'urna del Santo Patrono.
Alle 12,30, pranzo sotto i portici con le Autorità Comunali, la Delegazione di Vische, le Autorità Ecclesiastiche (c'è anche il Parroco di Vische). La cittadinanza è invitata a partecipare: prenotazioni presso Bar In e Pro Loco 347.19.88.096. Costo 20 euro (diciamo subito che noi dell'Amministrazione ci pagheremo il nostro pranzo, che sarà invece offerto ai Vischiani e ai Parroci tutti).
Ore 15. In Piazza Garibaldi, premiazione dei "Bimbi Poeti" a cura della Lega Tumori, Fiduciariato di Crescentino (la cara instancabile Vanna).
Ore 15.30. Ritrovo in piazza Vische delle bande L.Arditi di Crescentino e La Fenice di Brusasco. Sfilata per le vie della Città.
Ore 16, Piazza Vische: Concertone a Bande Unificate.
LUNEDI' 7 GIUGNO
Ore 20,30 Villaggio Annunziata. Saggio Laboratori Musicali - Progetto "Musica in Comune" - Allievi Scuole dell'Infanzia, Elementari e Medie. Coro, strumenti e danza.
(Si raccomanda la puntualità).
sabato 29 maggio 2010
Provincia di Vercelli, il Grande Rischio
(Da "La Stampa" del 29 maggio 2010)
Alessandro Ballesio
VERCELLI
Il giorno dopo la grande illusione (o la grande paura) di Vercelli senza più Provincia, la speranza è bipartisan: «L’accorpamento? È quello che ci serve. Ogni tanto torna d’attualità ma sì, va fatto. È l’unica soluzione».Con i dovuti distinguo è il pensiero di due ex esponenti della Provincia che fino a pochi mesi fa erano in opposte fazioni: vice presidente e reggente, Paolo Tiramani; leader dell’opposizione, Alessandro Portinaro. Dopo i chiarimenti di Berlusconi («Nessun accenno alle province italiane nella manovra») che spazzano via tutti i dubbi, rimangono le riflessioni e le tracce di due giornate convulse. «Che è successo? Certi equilibri politici non hanno permesso di completare la manovra, questo è chiaro - dice Tiramani -. Anche se noi siamo già fortunati ad avere a disposizione le somme dei Fondi Scanzano, troppe piccole province fanno fatica a sopravvivere. Accorparsi è l’unico modo per andare avanti, prima o poi si deve fare perchè il problema c’è». Mentre Portinaro osserva: «Forse una sola provincia per Vercelli, Biella, Verbania e Novara è eccessivo, ma un percorso di aggregazione va fatto. In ogni caso serve un collegamento intermedio tra Comuni e Regione, ma bisogna sedersi attorno a un tavolo e ragionare sul funzionamento. In questi giorni si è consumato soltanto un ridicolo spot».
Alessandro Ballesio
VERCELLI
Il giorno dopo la grande illusione (o la grande paura) di Vercelli senza più Provincia, la speranza è bipartisan: «L’accorpamento? È quello che ci serve. Ogni tanto torna d’attualità ma sì, va fatto. È l’unica soluzione».Con i dovuti distinguo è il pensiero di due ex esponenti della Provincia che fino a pochi mesi fa erano in opposte fazioni: vice presidente e reggente, Paolo Tiramani; leader dell’opposizione, Alessandro Portinaro. Dopo i chiarimenti di Berlusconi («Nessun accenno alle province italiane nella manovra») che spazzano via tutti i dubbi, rimangono le riflessioni e le tracce di due giornate convulse. «Che è successo? Certi equilibri politici non hanno permesso di completare la manovra, questo è chiaro - dice Tiramani -. Anche se noi siamo già fortunati ad avere a disposizione le somme dei Fondi Scanzano, troppe piccole province fanno fatica a sopravvivere. Accorparsi è l’unico modo per andare avanti, prima o poi si deve fare perchè il problema c’è». Mentre Portinaro osserva: «Forse una sola provincia per Vercelli, Biella, Verbania e Novara è eccessivo, ma un percorso di aggregazione va fatto. In ogni caso serve un collegamento intermedio tra Comuni e Regione, ma bisogna sedersi attorno a un tavolo e ragionare sul funzionamento. In questi giorni si è consumato soltanto un ridicolo spot».
martedì 25 maggio 2010
Come siamo fatti noi Crescentinesi
Io capisco tante cose della mia storia e della mia vita, quando leggo questi blog. Blog che - ricordo - ho avuto la fortuna (o la disgrazia) di inaugurare in un lontano dicembre del 2008, con questo che voleva essere un modo di agitare le acque nella palude in cui mi sembrava immersa la mia amata cittadina.
Capisco tante cose. Per esempio, la difficoltà che c'è nel godersi la vita. Non siamo capaci. Dobbiamo sempre guardare il pelo nell'uovo, quel particolare che ci disturba, e a quello ci appendiamo per non dover ammettere la piacevolezza di un attimo di pausa. Le positività, insomma, ci danno fastidio.
Capisco tante cose. Per esempio, la tendenza a dilatare un particolare, a farci sopra una ricerca ossessiva che permea ogni altro angolo del nostro essere. Per esempio, la tendenza a credere al primo gonzo che ne spara una grossa, e ricamarci sopra fino a farla diventare reale.
Capisco tante cose. Che i blog, anche il mio, sono di opposizione, per poter dire indisturbati e protetti dall'anonimato quello che ci aggrada. Cose, anche, che non diremmo mai a viso aperto, se non altro per non fare brutta figura: quella, è l'unica cosa che temiamo.
Capisco tante cose. Che se il Chicobum va male, la colpa sarà mia. E se andrà bene, il merito sarà di sicuro di qualcun altro. Ma io non ho colpe né meriti, ho voluto dare un'opportunità alla mia città, con i miei Amministratori.
Capisco tante cose. Ma una non mi somiglia e non mi va giù. Abbiamo occasione di vedere dei concerti gratis. Nomi mai passati dalle nostre parti e anche nei dintorni, nomi della scena contemporanea e non soltanto del passato.
Ma non vogliamo spendere neanche due euro per un parcheggio. E, a parte il fatto che si potrebbe andare a piedi con una bella pila in mano come fanno in tutti i Festival del mondo che Dio ha creato negli ultimi 50 anni dalla Lapponia fino al Portogallo, a parte che c'è un pullmino (mi risulta almeno), niente da fare. Vogliamo andarci con la macchina, e parcheggiare davanti al tettoione ma senza spendere una lira, e in un posto perfetto, perbacco: che modi sono, come si permettono?
Ecco, questo come crescentinese mi ferisce. Mi dispiace che ci sia tanta gente con il braccino corto, o più che altro propensa a fare la furba sotto le mentite spoglie del diritto. Ma che diritto?
Questo non mi piace, non va bene, non è civile. E mi dispiace per lo spettacolo di Crescentino che stanno offrendo i blog in questo momento. Come ha scritto qualcuno da qualche parte: ma perché non si chiedono più notizie della bonifica della Teksid?
giovedì 20 maggio 2010
Grande successo per negozi aperti di domenica
Grande successo per la proposta di tenere aperti i negozi di domenica fino a metà luglio, in Crescentino.
Una delle Associazioni di Categoria ha sottoposto ai commercianti un questionario: su 39 restituiti , 29 hanno dichiarato di non essere interessati all'iniziativa.
mercoledì 19 maggio 2010
Allegranza, il futuro della Scuola Materna
Nei giorni scorsi, su questo blog, la signora Gillio ha lamentato che non si completino i lavori della Scuola Materna.
Il vicesindaco Franco Allegranza risponde e spiega.
"Signora Piera Gillio, non è mia abitudine rispondere ai commenti dei blog, ma questa volta lo faccio volentieri perchè richiestomi dalla Sindaca e perchè il quesito è di estrema importanza e posto in modo costruttivo.
Cerco di sintetizzare:
1) I lavori avviati alla scuola materna sono un'eredità del commissario prefettizio e della precedente amministrazione. Suppongo fosse noto fin dall'inizio che con i fondi disponibili non sarebbe stato possibile completare la struttura. Comunque, ciò che è stato fatto è meglio di nulla e si tratta ora di completare l'opera per la quale, nuovo tunnel compreso, sono necessari almeno 100.000 euro. In questo momento, purtroppo, non ci sono fondi disponibili per eseguire quanto è necessario al completamento dell'opera ed inoltre, qualora vi fossero i fondi, non sarebbe comunque possibile giungere al termine dei lavori entro ottobre causa i dovuti passaggi burocratici ( teniamo presente che ciò che normalmente si realizza nel privato in pochi giorni nell’ente pubblico necessitano più mesi).
Realisticamente sarà tecnicamente possibile concludere i lavori non prima di 7/9 mesi e quindi non in tempo utile per l’avvio dell’anno scolastico (2010/2011), ma sarà nostra cura fare tutto il possibile affinchè ciò si realizzi.
2) Riguardo i fondi per la messa in sicurezza delle scuole, in questo momento non è possibile dare risposte certe circa il loro utilizzo. A mio avviso sarà difficile poterli utilizzare in parte per adeguare la scuola materna, soprattutto perché i fondi dovranno essere utilizzati per la messa in sicurezza di edifici e impianti e non per ampliamenti o nuove costruzioni e perché sono destinati alla scuola primaria e non a quella dell’infanzia..
Quando avremo notizie certe dal Ministero, comunicheremo in merito. Nell'ipotesi peggiore, ovvero che il Comune non riesca a reperire finanziamenti per completare l'opera, si procederà al completamento dell'opera con fondi comunali (mutuo).
3) I lavori di manutenzione ordinaria, attesi da almeno 5-6 anni, si stanno realizzando, compreso il riscaldamento del vecchio tunnel. L'architetto Gallina ed il geom. Preti sono impegnati tutti i giorni per accelerare gli interventi necessari, nonostante il grande carico di lavoro a cui sono sottoposti per concretizzare le varie iniziative dell’amministrazione ( piazza Caretto, portici, asfaltatura strade, area stazione, ecc..) e per questo colgo l’occasione per ringraziarli.
4) La collega Nicoletta Ravarino sta valutando tutte le possibilità per poter soddisfare, anche se in modo provvisorio, le richieste delle famiglie ed evitare che ad ottobre alcune di esse non possano usufruire del servizio.
Con la speranza di essere stato esauriente, colgo l’occasione per porgere
cordiali saluti
Franco Allegranza
Il vicesindaco Franco Allegranza risponde e spiega.
"Signora Piera Gillio, non è mia abitudine rispondere ai commenti dei blog, ma questa volta lo faccio volentieri perchè richiestomi dalla Sindaca e perchè il quesito è di estrema importanza e posto in modo costruttivo.
Cerco di sintetizzare:
1) I lavori avviati alla scuola materna sono un'eredità del commissario prefettizio e della precedente amministrazione. Suppongo fosse noto fin dall'inizio che con i fondi disponibili non sarebbe stato possibile completare la struttura. Comunque, ciò che è stato fatto è meglio di nulla e si tratta ora di completare l'opera per la quale, nuovo tunnel compreso, sono necessari almeno 100.000 euro. In questo momento, purtroppo, non ci sono fondi disponibili per eseguire quanto è necessario al completamento dell'opera ed inoltre, qualora vi fossero i fondi, non sarebbe comunque possibile giungere al termine dei lavori entro ottobre causa i dovuti passaggi burocratici ( teniamo presente che ciò che normalmente si realizza nel privato in pochi giorni nell’ente pubblico necessitano più mesi).
Realisticamente sarà tecnicamente possibile concludere i lavori non prima di 7/9 mesi e quindi non in tempo utile per l’avvio dell’anno scolastico (2010/2011), ma sarà nostra cura fare tutto il possibile affinchè ciò si realizzi.
2) Riguardo i fondi per la messa in sicurezza delle scuole, in questo momento non è possibile dare risposte certe circa il loro utilizzo. A mio avviso sarà difficile poterli utilizzare in parte per adeguare la scuola materna, soprattutto perché i fondi dovranno essere utilizzati per la messa in sicurezza di edifici e impianti e non per ampliamenti o nuove costruzioni e perché sono destinati alla scuola primaria e non a quella dell’infanzia..
Quando avremo notizie certe dal Ministero, comunicheremo in merito. Nell'ipotesi peggiore, ovvero che il Comune non riesca a reperire finanziamenti per completare l'opera, si procederà al completamento dell'opera con fondi comunali (mutuo).
3) I lavori di manutenzione ordinaria, attesi da almeno 5-6 anni, si stanno realizzando, compreso il riscaldamento del vecchio tunnel. L'architetto Gallina ed il geom. Preti sono impegnati tutti i giorni per accelerare gli interventi necessari, nonostante il grande carico di lavoro a cui sono sottoposti per concretizzare le varie iniziative dell’amministrazione ( piazza Caretto, portici, asfaltatura strade, area stazione, ecc..) e per questo colgo l’occasione per ringraziarli.
4) La collega Nicoletta Ravarino sta valutando tutte le possibilità per poter soddisfare, anche se in modo provvisorio, le richieste delle famiglie ed evitare che ad ottobre alcune di esse non possano usufruire del servizio.
Con la speranza di essere stato esauriente, colgo l’occasione per porgere
cordiali saluti
Franco Allegranza
martedì 18 maggio 2010
Venerdì Letterari: Politica e magistratura
Venerdì 21 alle 18,15, proseguono nella Biblioteca di Villa Tournon i Venerdì Letterari.
Marilena Vittone incontrerà l'ex Procuratore Aggiunto di Torino Bruno Tinti, che dal 2008 ha lasciato la magistratura e fa, come dice lui, il cantastorie: scrive e racconta quello che ha imparato riguardo a leggi, politica, giustizia.
Il suo libro, edito da Chiarelettere, s'intitola "La Questione morale-Perché la politica vuole controllare la magistratura".
sabato 15 maggio 2010
Notiziona, un vecchio miliardo per le Elementari
Notiziona. Colpevolmente ultimo fra i blog, anche "Amare Crescentino" ha il piacere e l'onore di raccontare che il Ministero dell'Istruzione ci ha concesso 500.000 Euro per la messa in sicurezza delle nostre scuole elementari: un bellissimo edificio sul quale però gravano i segni del tempo e tutte le carenze accumulatesi nei decenni.
Fondamentale l'iperattivismo del vicesindaco Franco Allegranza, l'aiuto del sindaco di Verrua Valesio al quale va un grande "grazie", e soprattutto il decisivo intervento dell'ex assessore all'Istruzione della Regione, la prof.Pentenero.
Altri 150 mila euro vengono destinati alla messa in sicurezza dell'Istituto Calamandrei.
Sogni di una scuola più moderna che si possono realizzare.
Siamo contenti, e speriamo pure voi....
venerdì 14 maggio 2010
Piazza Caretto, nuova
Leggo su alcuni blog critiche perché si sta rifacendo piazza Caretto, la piazza del Comune.
Non ci posso credere.
Si vede che piacevano le toppe di asfalto fra i sanpietrini.
Come si fa a non capire che un paese con le strade e le piazze in ordine, con le facciate (magari!) pulite, è più gradevole di un paese cadente e a pezzi?
Ma come si sono abituati, costoro?
Ringraziamo che ci sia offerta questa possibilità di ripristinare un minimo decoro, con i fondi Scanzano.
O si preferisce che nessuno passi più da queste parti, schifato per ciò che vede intorno a sé?
Vogliamo rimanere lontani dal consesso civile?
Noi, no
Marinella
lunedì 10 maggio 2010
Asti, alle Elementari a piedi
(ANSA) - ASTI, 10 MAG - Ad Asti, da questa mattina e per
tutto il mese di maggio per portare i bambini alle elementari
del centro città, non ci saranno le auto dei genitori e neppure
gli autobus, ma i "pedibus". L'iniziativa della civica
amministrazione ha trovato la collaborazione delle autorità
scolastiche e dei genitori.
"Questo progetto - dichiara Diego Zavattaro - potrà rendere
la nostra città più vivibile, meno inquinata e pericolosa".
I genitori potranno partecipare a realizzare "l'autobus che
va a piedi" accompagnando la "carovana" o lasciando i bambini
nei punti di ritrovo, tutte le mattine alle 8. Hanno assicurato
la collaborazione al "pedibus" che naturalmente viaggia
gratuitamente, ecovolontari e personale del settore ambiente del
Comune. (ANSA).
tutto il mese di maggio per portare i bambini alle elementari
del centro città, non ci saranno le auto dei genitori e neppure
gli autobus, ma i "pedibus". L'iniziativa della civica
amministrazione ha trovato la collaborazione delle autorità
scolastiche e dei genitori.
"Questo progetto - dichiara Diego Zavattaro - potrà rendere
la nostra città più vivibile, meno inquinata e pericolosa".
I genitori potranno partecipare a realizzare "l'autobus che
va a piedi" accompagnando la "carovana" o lasciando i bambini
nei punti di ritrovo, tutte le mattine alle 8. Hanno assicurato
la collaborazione al "pedibus" che naturalmente viaggia
gratuitamente, ecovolontari e personale del settore ambiente del
Comune. (ANSA).
domenica 9 maggio 2010
Filca: tagli del 30 per cento
Da "La Stampa" del 9 maggio 2010
Sarà la «Castagna Univel» di Piacenza ad avere l’80% della Filca di Crescentino ed è previsto un calo del 30% del personale. L’accordo tra le società e le rappresentanze della Sic Cgil è stato firmato all’Unione Industriale di Vercelli e domani sarà illustrato ai dipendenti. Sono 89 i dipendenti della Spa crescentinese: «La Filca Spa – spiega la presidente, Stefania Favre – affitterà, a giorni la stipula dei contratti, alla ditta del Piacentino un ramo d’azienda pari all’80 per cento. La decisione scaturisce da una grossa crisi economica della nostra società». Tempo di difficoltà per le tante famiglie crescentinesi impiegate nella multinazionale che realizza imballaggi per gelati, patatine, biscotti e caramelle. A rilevarla sarà appunto la «Castagna Univel» che rivolge la sua produzione sempre agli imballaggi con stampaggio a rotocalco però rivolto al mercato alimentare del fresco con contenitori per ditte come Aia e Rovagnati. Spiega Alberto Soffiati, segretario Sic Cgil: «La Castagna Univel si presenta come una società solida, che già in passato ha rilevato un’altra azienda risanandola, non continuerà l’intera produzione ma si è impegnata, se le cose andranno bene, a reintegrare man mano il personale. L’accordo prevede l’assorbimento di circa 60 persone entro la fine del mese, mentre per gli altri si aprono le possibilità di prepensionamento e la cassa integrazione straordinaria per un anno». Carlo Patrucco, componente della Rsu interna insieme ad Enrico Gafforio, dice: «Domani c’è l’assemblea dei dipendenti e martedì la raccolta firme per la rinuncia da parte del personale dei diritti di rivalsa sulle 2 aziende, condizione, quest’ultima posta dall’azienda che subentra». Con l’affitto del ramo d’azienda viene costituita la «Filca packaging srl»: «La Castagna Univel – aggiunge Stefania Favre – si è impegnata a non spostare la produzione da Crescentino».
Sarà la «Castagna Univel» di Piacenza ad avere l’80% della Filca di Crescentino ed è previsto un calo del 30% del personale. L’accordo tra le società e le rappresentanze della Sic Cgil è stato firmato all’Unione Industriale di Vercelli e domani sarà illustrato ai dipendenti. Sono 89 i dipendenti della Spa crescentinese: «La Filca Spa – spiega la presidente, Stefania Favre – affitterà, a giorni la stipula dei contratti, alla ditta del Piacentino un ramo d’azienda pari all’80 per cento. La decisione scaturisce da una grossa crisi economica della nostra società». Tempo di difficoltà per le tante famiglie crescentinesi impiegate nella multinazionale che realizza imballaggi per gelati, patatine, biscotti e caramelle. A rilevarla sarà appunto la «Castagna Univel» che rivolge la sua produzione sempre agli imballaggi con stampaggio a rotocalco però rivolto al mercato alimentare del fresco con contenitori per ditte come Aia e Rovagnati. Spiega Alberto Soffiati, segretario Sic Cgil: «La Castagna Univel si presenta come una società solida, che già in passato ha rilevato un’altra azienda risanandola, non continuerà l’intera produzione ma si è impegnata, se le cose andranno bene, a reintegrare man mano il personale. L’accordo prevede l’assorbimento di circa 60 persone entro la fine del mese, mentre per gli altri si aprono le possibilità di prepensionamento e la cassa integrazione straordinaria per un anno». Carlo Patrucco, componente della Rsu interna insieme ad Enrico Gafforio, dice: «Domani c’è l’assemblea dei dipendenti e martedì la raccolta firme per la rinuncia da parte del personale dei diritti di rivalsa sulle 2 aziende, condizione, quest’ultima posta dall’azienda che subentra». Con l’affitto del ramo d’azienda viene costituita la «Filca packaging srl»: «La Castagna Univel – aggiunge Stefania Favre – si è impegnata a non spostare la produzione da Crescentino».
sabato 8 maggio 2010
La vecchiaia, la gioventù, la Rita
Ho perso un po' la vista, molto l'udito.
Alle conferenze non vedo le proiezioni e non sento bene.
Ma penso più adesso di quando avevo vent'anni.
Il corpo faccia quello che vuole.
Io non sono il corpo: io sono la mente.
(Rita Levi Montalcini)
Alle conferenze non vedo le proiezioni e non sento bene.
Ma penso più adesso di quando avevo vent'anni.
Il corpo faccia quello che vuole.
Io non sono il corpo: io sono la mente.
(Rita Levi Montalcini)
mercoledì 5 maggio 2010
Napolitano, perché celebrare i Mille 150 anni dopo
Intervento del Presidente Napolitano in occasione delle celebrazioni del 150° anniversario della partenza dei Mille
Genova, 05/05/2010
Non è per caso, e non è solo per ragioni di cronologia storica che l'itinerario delle visite ai "Luoghi della memoria" per il centocinquantenario dell'Unità d'Italia parte dalla spiaggia e dallo scoglio di Quarto a Genova. In effetti, fu qui che il 5 maggio del 1860 prese avvio, con la spedizione dei Mille, la fase conclusiva del lungo percorso del movimento per l'Unità, che sarebbe culminata nella proclamazione, il 17 marzo 1861, di Vittorio Emanuele II Re d'Italia, nella nascita cioè dello Stato unitario.
Si aggiunga che se si ripercorrono gli eventi sfociati nella decisiva scelta dell'impresa garibaldina per la liberazione della Sicilia e del Mezzogiorno, è possibile cogliere le componenti e gli intrecci essenziali del moto unitario, i suoi tratti originali e i motivi del suo successo. L'Unità d'Italia fu perseguita e conseguita attraverso la confluenza di diverse visioni, strategie e tattiche, la combinazione di trame diplomatiche, iniziative politiche e azioni militari, l'intreccio di componenti moderate e componenti democratico-rivoluzionarie. Fu davvero una combinazione prodigiosa, che risultò vincente perché più forte delle tensioni anche aspre che l'attraversarono.
Le tensioni non mancarono anche alla vigilia della decisione di salpare da Quarto per la Sicilia : non mancarono in Garibaldi i dubbi sulle possibilità di riuscita dell'impresa ; non mancarono le preoccupazioni e le riserve di Cavour per una spedizione guidata da Garibaldi, i cui svolgimenti e le cui ricadute potessero sfuggire al controllo politico e diplomatico del massimo stratega del processo unitario. Pesarono, e non poco, diffidenze e rivalità personali nel cui giuoco era ben presente anche Vittorio Emanuele. Al fondo, era in questione, o così sembrava, l'egemonia, l'impronta - moderata o democratica - del movimento per l'Unità e della costruzione del nuovo Stato che ne sarebbe scaturito. Ma su tutto prevalsero le ragioni dettate dallo sviluppo degli avvenimenti, gli imperativi del processo storico, con cui tutti i protagonisti della causa italiana dovettero fare i conti.
La Seconda Guerra d'Indipendenza si era conclusa con una vittoria, costata un pesante tributo di sangue anche alle forze del Regno sardo ; la scelta dell'alleanza con Napoleone III si era rivelata obbligata e feconda, anche se comportò il duro sacrificio della cessione alla Francia di Nizza e della Savoia ; attaccato per questo sacrificio, Cavour poté comprensibilmente vantare per la sua politica "l'averci condotto" - disse - "in così breve tempo a Milano, a Firenze e a Bologna".
In effetti, con l'annessione della Lombardia, dell'Emilia e della Toscana, il regno sabaudo superò gli 11 milioni di abitanti, divenendo un non più trascurabile Regno centro-settentrionale.
Ma questo, come ha scritto un grande storico, Rosario Romeo, restava "troppo lontano dall'ideale, non solo mazziniano, di un'Italia unita, che fosse opera soprattutto degli italiani stessi". Si erano peraltro esauriti, con i risultati ottenuti, i margini dell'iniziativa politica e diplomatica e delle alleanze di guerra fino allora sperimentate. Lo disse chiaramente nel luglio 1859 l'accordo di Villafranca tra Napoleone III e l'Imperatore Francesco Giuseppe, che prospettava per l'Italia la soluzione mortificante di una Confederazione di tutti gli Stati esistenti sotto la presidenza onoraria del Pontefice. A Cavour non restò che rassegnare le dimissioni. Spettava ormai "alle forze democratiche e rivoluzionarie" - è sempre il giudizio del nostro maggiore storico di quegli eventi - "imprimere una nuova spinta in avanti al processo unitario". Era venuto il momento di Garibaldi.
D'altronde, già in vista della II Guerra d'Indipendenza, Garibaldi era stato richiesto da Cavour di reclutare volontari che sarebbero stati chiamati a far parte del corpo dei "Cacciatori delle Alpi" e avrebbero dato un contributo decisivo alla vittoria contro gli austriaci in Lombardia. Al di là di ogni sospetto e circospezione nei confronti di Garibaldi, Cavour non dubitava - così si espresse - che egli fosse una "delle maggiori forze di cui l'Italia potesse valersi". Se non si voleva rinunciare al compimento, in Sicilia e nel Mezzogiorno, dell'unificazione nazionale, e non si voleva dare per chiusa la questione romana - e nessuno dei diversi protagonisti poteva volerlo - anche le incognite di una spedizione in Sicilia guidata da Garibaldi andavano accettate, sia pure con prudenza.
D'altra parte, le aspettative per ulteriori sviluppi del movimento per l'Unità d'Italia erano cresciute e crescevano in tutte le regioni non ancora liberate. E una spinta decisiva venne - mentre a Genova affluivano i volontari - dai moti rivoluzionari scoppiati a Palermo e nel palermitano nell'aprile 1860. Il moto unitario cresceva dal basso, scaturiva dal seno della società civile e non solo dai disegni di ristretti vertici politici. Ne dava la misura il fenomeno del volontariato, stimolato e coordinato dalla Società nazionale creata nel 1857, e incanalato dapprima verso il Piemonte in vista della guerra contro l'Austria.
Senza l'apporto del volontariato non sarebbe stata concepibile la spedizione dei Mille. Esso rifletteva il diffondersi di quel sentimento di italianità che poi affratellò gli imbarcati sulle due navi dirette in Sicilia - Piemonte e Lombardo. Erano in realtà anche più di mille, in grande maggioranza lombardi, veneti, liguri : nelle sue famose e sempre fascinose "Noterelle", Abba dice di udire a bordo "tutti i dialetti dell'Alta Italia", e parla di "Veneti, giovani belli e di maniere signorili", di Genovesi e Lombardi, "gente colta all'aspetto, ai modi e anche ai discorsi". Insomma, italiani che si sentivano italiani e che accorrevano là dove altri italiani andavano sorretti nella lotta per liberarsi e ricongiungersi in un'Italia finalmente unificata.
(dal sito del Quirinale)
Genova, 05/05/2010
Non è per caso, e non è solo per ragioni di cronologia storica che l'itinerario delle visite ai "Luoghi della memoria" per il centocinquantenario dell'Unità d'Italia parte dalla spiaggia e dallo scoglio di Quarto a Genova. In effetti, fu qui che il 5 maggio del 1860 prese avvio, con la spedizione dei Mille, la fase conclusiva del lungo percorso del movimento per l'Unità, che sarebbe culminata nella proclamazione, il 17 marzo 1861, di Vittorio Emanuele II Re d'Italia, nella nascita cioè dello Stato unitario.
Si aggiunga che se si ripercorrono gli eventi sfociati nella decisiva scelta dell'impresa garibaldina per la liberazione della Sicilia e del Mezzogiorno, è possibile cogliere le componenti e gli intrecci essenziali del moto unitario, i suoi tratti originali e i motivi del suo successo. L'Unità d'Italia fu perseguita e conseguita attraverso la confluenza di diverse visioni, strategie e tattiche, la combinazione di trame diplomatiche, iniziative politiche e azioni militari, l'intreccio di componenti moderate e componenti democratico-rivoluzionarie. Fu davvero una combinazione prodigiosa, che risultò vincente perché più forte delle tensioni anche aspre che l'attraversarono.
Le tensioni non mancarono anche alla vigilia della decisione di salpare da Quarto per la Sicilia : non mancarono in Garibaldi i dubbi sulle possibilità di riuscita dell'impresa ; non mancarono le preoccupazioni e le riserve di Cavour per una spedizione guidata da Garibaldi, i cui svolgimenti e le cui ricadute potessero sfuggire al controllo politico e diplomatico del massimo stratega del processo unitario. Pesarono, e non poco, diffidenze e rivalità personali nel cui giuoco era ben presente anche Vittorio Emanuele. Al fondo, era in questione, o così sembrava, l'egemonia, l'impronta - moderata o democratica - del movimento per l'Unità e della costruzione del nuovo Stato che ne sarebbe scaturito. Ma su tutto prevalsero le ragioni dettate dallo sviluppo degli avvenimenti, gli imperativi del processo storico, con cui tutti i protagonisti della causa italiana dovettero fare i conti.
La Seconda Guerra d'Indipendenza si era conclusa con una vittoria, costata un pesante tributo di sangue anche alle forze del Regno sardo ; la scelta dell'alleanza con Napoleone III si era rivelata obbligata e feconda, anche se comportò il duro sacrificio della cessione alla Francia di Nizza e della Savoia ; attaccato per questo sacrificio, Cavour poté comprensibilmente vantare per la sua politica "l'averci condotto" - disse - "in così breve tempo a Milano, a Firenze e a Bologna".
In effetti, con l'annessione della Lombardia, dell'Emilia e della Toscana, il regno sabaudo superò gli 11 milioni di abitanti, divenendo un non più trascurabile Regno centro-settentrionale.
Ma questo, come ha scritto un grande storico, Rosario Romeo, restava "troppo lontano dall'ideale, non solo mazziniano, di un'Italia unita, che fosse opera soprattutto degli italiani stessi". Si erano peraltro esauriti, con i risultati ottenuti, i margini dell'iniziativa politica e diplomatica e delle alleanze di guerra fino allora sperimentate. Lo disse chiaramente nel luglio 1859 l'accordo di Villafranca tra Napoleone III e l'Imperatore Francesco Giuseppe, che prospettava per l'Italia la soluzione mortificante di una Confederazione di tutti gli Stati esistenti sotto la presidenza onoraria del Pontefice. A Cavour non restò che rassegnare le dimissioni. Spettava ormai "alle forze democratiche e rivoluzionarie" - è sempre il giudizio del nostro maggiore storico di quegli eventi - "imprimere una nuova spinta in avanti al processo unitario". Era venuto il momento di Garibaldi.
D'altronde, già in vista della II Guerra d'Indipendenza, Garibaldi era stato richiesto da Cavour di reclutare volontari che sarebbero stati chiamati a far parte del corpo dei "Cacciatori delle Alpi" e avrebbero dato un contributo decisivo alla vittoria contro gli austriaci in Lombardia. Al di là di ogni sospetto e circospezione nei confronti di Garibaldi, Cavour non dubitava - così si espresse - che egli fosse una "delle maggiori forze di cui l'Italia potesse valersi". Se non si voleva rinunciare al compimento, in Sicilia e nel Mezzogiorno, dell'unificazione nazionale, e non si voleva dare per chiusa la questione romana - e nessuno dei diversi protagonisti poteva volerlo - anche le incognite di una spedizione in Sicilia guidata da Garibaldi andavano accettate, sia pure con prudenza.
D'altra parte, le aspettative per ulteriori sviluppi del movimento per l'Unità d'Italia erano cresciute e crescevano in tutte le regioni non ancora liberate. E una spinta decisiva venne - mentre a Genova affluivano i volontari - dai moti rivoluzionari scoppiati a Palermo e nel palermitano nell'aprile 1860. Il moto unitario cresceva dal basso, scaturiva dal seno della società civile e non solo dai disegni di ristretti vertici politici. Ne dava la misura il fenomeno del volontariato, stimolato e coordinato dalla Società nazionale creata nel 1857, e incanalato dapprima verso il Piemonte in vista della guerra contro l'Austria.
Senza l'apporto del volontariato non sarebbe stata concepibile la spedizione dei Mille. Esso rifletteva il diffondersi di quel sentimento di italianità che poi affratellò gli imbarcati sulle due navi dirette in Sicilia - Piemonte e Lombardo. Erano in realtà anche più di mille, in grande maggioranza lombardi, veneti, liguri : nelle sue famose e sempre fascinose "Noterelle", Abba dice di udire a bordo "tutti i dialetti dell'Alta Italia", e parla di "Veneti, giovani belli e di maniere signorili", di Genovesi e Lombardi, "gente colta all'aspetto, ai modi e anche ai discorsi". Insomma, italiani che si sentivano italiani e che accorrevano là dove altri italiani andavano sorretti nella lotta per liberarsi e ricongiungersi in un'Italia finalmente unificata.
(dal sito del Quirinale)
domenica 2 maggio 2010
Che cosa cercano i PM in Provincia a Vercelli
Da "La Stampa" del Primo Maggio
ENRICO DE MARIA
VERCELLI
La procura, l’altro giorno, è stata chiara: «Roberto Saviolo può tornare libero, tanto nessuno può più inquinare le prove». Hanno molto in mano i magistrati: l’hanno raccolto attraverso intercettazioni, interrogatori, indagini informatiche.
E ieri, con un’iniziativa senza precedenti, sono andati in quello che Pasolini avrebbe definito «Il Palazzo» e l’hanno passato al setaccio. Senza anticipare alcunché ai giornali, cercando di tutelare il più possibile il diritto degli indagati a non essere condannati senza appello dall’opionione pubblica. Però il messaggio è stato chiaro: stiamo aggiungendo tassello a tassello, inutile mentire, cercare di cambiare le carte in tavola.
Ma che cosa stanno ancora cercando i pm? Possiamo tentare di mettere a fuoco alcuni filoni dell’indagine partita l’11 febbraio scorso con l’arresto di Masoero.
La vicenda Zanotti
E’ suo è il settore nel mirino, anche se nulla lo lasciava prevedere ai tempi dell’arresto di Masoero. Nell’ordinanza del gip Maria Teresa Guaschino, il nome dell’assessore Zanotti compariva solo in questo passaggio: «E’ evidente come Masoero abbia abusato della sua posizione di presidente per influire sull’assessore ai Lavori pubblici Zanotti nell’assegnazione di lavori stradali relativi a rotonde stradali e abbia richiesto finanziamenti alla sua campagna elettorale a imprese che lavoravano con la Provincia».
Evidentemente c’era dell’altro, visto che Zanotti è poi stato raggiunto da un avviso di garanzia con le ipotesi di concussione e corruzione, che ha avuto gli uffici perquisiti, che è stato interrogato dai pm. Per quanto lo riguarda le indagini sono davvero a 360 gradi: appalti, gare, amicizie. Vincevano sempre le stesse imprese? Tutto da provare, dalla Bassa alla Valsesia.
Promozioni facili
Un filone solo all’apparenza nuovo (con sequestri ad hoc ieri mattina), ma in realtà già datato, perché alcune persone erano già state ascoltate su questo argomento: i pm vogliono capire se ci siano state assunzioni «agevolate» oppure promozioni (in termine tecnico si chiamano «progressioni») ottenute attraverso vie preferenziali.
Fondazione chiacchierata
"Terre d’acqua" è il filone più spinoso perché si tratta della società fondata il 3 gennaio 2005 dall’on. Roberto Rosso, oggi neo vice presidente della Regione. Nacque come società consortile a responsabilità limitata, dopo aver avuto il via dal Consiglio provinciale il 21 dicembre del 2004, con il 62,5 per cento di quote a carico della Provincia e il 37,5 detenute dal Comune di Trino. Successivamente, è diventata una società in house e, di recente, ha avuto l’autorizzazione della Regione per diventare Fondazione. Negli anni, nel Cda si sono succeduti lo stesso Rosso, Alessandro Giolito, Nicola Sirchia, Tino Candeli, Pier Giorgio Ferraris ed Enrico Gasparro, con la supervisione di più assessori.
«Terre d’Acqua della provincia aurea» (è la denominazione completa) si occupa della valorizzazione del territorio attraverso iniziative varie: dal recupero di stabili, a concerti a grandi feste all’aperto. Ha usufruito di forti finanziamenti pubblici.
Il caso-Saviolo
Tornato proprio l’altro giorno in libertà, dopo l’arresto del 19 aprile, è accusato di aver intascato piccole somme, a più riprese, da un imprenditore: dal suo arresto, si sono sviluppate ulteriori indagini nei settori del Lavoro e della Formazione professionale.
ENRICO DE MARIA
VERCELLI
La procura, l’altro giorno, è stata chiara: «Roberto Saviolo può tornare libero, tanto nessuno può più inquinare le prove». Hanno molto in mano i magistrati: l’hanno raccolto attraverso intercettazioni, interrogatori, indagini informatiche.
E ieri, con un’iniziativa senza precedenti, sono andati in quello che Pasolini avrebbe definito «Il Palazzo» e l’hanno passato al setaccio. Senza anticipare alcunché ai giornali, cercando di tutelare il più possibile il diritto degli indagati a non essere condannati senza appello dall’opionione pubblica. Però il messaggio è stato chiaro: stiamo aggiungendo tassello a tassello, inutile mentire, cercare di cambiare le carte in tavola.
Ma che cosa stanno ancora cercando i pm? Possiamo tentare di mettere a fuoco alcuni filoni dell’indagine partita l’11 febbraio scorso con l’arresto di Masoero.
La vicenda Zanotti
E’ suo è il settore nel mirino, anche se nulla lo lasciava prevedere ai tempi dell’arresto di Masoero. Nell’ordinanza del gip Maria Teresa Guaschino, il nome dell’assessore Zanotti compariva solo in questo passaggio: «E’ evidente come Masoero abbia abusato della sua posizione di presidente per influire sull’assessore ai Lavori pubblici Zanotti nell’assegnazione di lavori stradali relativi a rotonde stradali e abbia richiesto finanziamenti alla sua campagna elettorale a imprese che lavoravano con la Provincia».
Evidentemente c’era dell’altro, visto che Zanotti è poi stato raggiunto da un avviso di garanzia con le ipotesi di concussione e corruzione, che ha avuto gli uffici perquisiti, che è stato interrogato dai pm. Per quanto lo riguarda le indagini sono davvero a 360 gradi: appalti, gare, amicizie. Vincevano sempre le stesse imprese? Tutto da provare, dalla Bassa alla Valsesia.
Promozioni facili
Un filone solo all’apparenza nuovo (con sequestri ad hoc ieri mattina), ma in realtà già datato, perché alcune persone erano già state ascoltate su questo argomento: i pm vogliono capire se ci siano state assunzioni «agevolate» oppure promozioni (in termine tecnico si chiamano «progressioni») ottenute attraverso vie preferenziali.
Fondazione chiacchierata
"Terre d’acqua" è il filone più spinoso perché si tratta della società fondata il 3 gennaio 2005 dall’on. Roberto Rosso, oggi neo vice presidente della Regione. Nacque come società consortile a responsabilità limitata, dopo aver avuto il via dal Consiglio provinciale il 21 dicembre del 2004, con il 62,5 per cento di quote a carico della Provincia e il 37,5 detenute dal Comune di Trino. Successivamente, è diventata una società in house e, di recente, ha avuto l’autorizzazione della Regione per diventare Fondazione. Negli anni, nel Cda si sono succeduti lo stesso Rosso, Alessandro Giolito, Nicola Sirchia, Tino Candeli, Pier Giorgio Ferraris ed Enrico Gasparro, con la supervisione di più assessori.
«Terre d’Acqua della provincia aurea» (è la denominazione completa) si occupa della valorizzazione del territorio attraverso iniziative varie: dal recupero di stabili, a concerti a grandi feste all’aperto. Ha usufruito di forti finanziamenti pubblici.
Il caso-Saviolo
Tornato proprio l’altro giorno in libertà, dopo l’arresto del 19 aprile, è accusato di aver intascato piccole somme, a più riprese, da un imprenditore: dal suo arresto, si sono sviluppate ulteriori indagini nei settori del Lavoro e della Formazione professionale.
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