mercoledì 16 marzo 2011

Per gli studenti di Crescentino nei 150 anni d'Italia

Questa mattina, per i bambini della Scuola Materna e delle Elementari, e per i ragazzi delle Scuole Medie, ho tenuto un breve discorso.

Si sono riuniti in piazza Caretto per festeggiare i 150 anni dell'Unità d'Italia. Uno spettacolo bellissimo, vederli con le loro magliette tricolori, e sentirli cantare l'Inno, con la presenza degli Alpini che hanno fatto l'Alzabandiera, e con due trombettisti, padre e figlio, che hanno suonato una versione di "Fratelli d'Italia" con il loro strumento.

Che cosa gli ho detto.


Cari ragazzi.

Se c’è una cosa che vorrei fermamente oggi, è che questa nostra festa in piazza non venga vissuta da voi come una cerimonia ufficiale, di quelle che si fanno per obbligo, perché così ha deciso la scuola, o il preside, o il calendario istituzionale. Per carità, teniamoci alla larga da qualsiasi ombra di rituale o di liturgia canonica. Guardiamoci in faccia, e parliamo, senza parolone ridondanti o tamburi solenni.

Sia ben chiaro. Voi siete venuti qui per fare una festa di famiglia, una di quelle feste che si fanno tutti assieme – sapete, quelle feste dove si mescolano e fanno una felice confusione papà, mamma, nonni, zii, cugini, parenti anche lontani e mai conosciuti – tutti assieme per riscoprire l’uno accanto all’altro chi siamo, per ritrovarci simbolicamente in un legame unico che ci confermi nella nostra comune identità.

Una festa di famiglia che – ne sono certa – ricorderete con nostalgia dolce tra 50 anni, quando celebrerete i 200 anni di vita dell’Italia e sarete ormai adulti, papà e mamme felici, e ripenserete a quel lontano 16 marzo del 2011, a una giornata umida di pioggia nella quale voi, ancora ragazzi, siete stati invitati a far sventolare una bandiera o a celebrare con la vostra semplice presenza in piazza una identità che è vostra, incancellabile, orgogliosamente unica.

Tra 50 anni sarete, ben più che oggi, cittadini dell’Europa, viaggiatori del mondo. Parlerete più lingue, vi muoverete con mezzi oggi nemmeno immaginabili, Internet e il computer saranno strumenti comuni d’ogni vostro minuto di vita.

Eppure, passati quei 50 anni, sarete, ancora quel giorno come oggi, interpreti d’una storia che è soltanto vostra, dove ci stanno certamente Garibaldi, Cavour, Mazzini, Pisacane, i fratelli Bandiera, i mille della camicia rossa, Vittorio Emanuele, e tutti quelli che hanno fatto l’unità nazionale del nostro paese, ma una storia dove stanno anche Dante e Leonardo da Vinci, Cesare e Cicerone, Michelangelo e Petrarca, Boccaccio e Moravia e Pasolini, Marconi e Belli, Cristoforo Colombo e Amerigo Vespucci: una storia, insomma, fatta di un lungo tempo che ha saputo segnare la cultura, l’intelligenza, il sapere di un mondo intero, anche ancor prima di farsi unità nazionale.

Siate orgogliosi di questo patrimonio, che è vostro soltanto. Non cedete alle lusinghe che qualche speculatore tenta agli umori facili delle emozioni irrazionali piuttosto che alla vostra intelligenza; Dante, Colombo, Marconi, Leonardo sono la vostra storia, e lo saranno sempre, anche tra 50 anni, e la vostra storia sarà - quel giorno del 2061 – una bella storia come oggi.

Una storia con la bandiera tricolore di tutti noi, una bandiera nella quale, accanto a quei nomi orgogliosi che avete studiato e state studiando sui libri di scuola, Giulio Cesare, Dante, Colombo, Leonardo, c’è scritto anche – e se guardate bene lo vedrete – il nome di quanti, i vostri papà, le vostre mamme, gli interpreti senza grandi nome di un lavoro quotidiano e semisconosciuto che fa la vita della nostra società, nomi tutti che trovano nelle parole della nostra Costituzione - la Costituzione mia e di ciascuno di tutti voi – l’affermazione concreta di un impegno a difendere sempre una società che è e sia democratica nel convincimento comune che la difesa della legalità, l’onestà dei poteri, il rispetto dei doveri, la parità delle persone senza differenza di sesso, lingua, religione, condizione sociale, sono la struttura fondamentale della nostra convivenza.

Se rispetteremo quanto sta scritto nella Costituzione, e lo difenderemo, non cedendo alla forza illegittima dei potenti, battendoci perché giustizia e libertà siano nostri compagni di vita, allora quel 16 marzo del 2061 voi potrete ricordare con dolce nostalgia questo 16 marzo di oggi e ancora una volta potrete cantare tutti insieme le parole, certamente retoriche, anche un tantino roboanti, che scrisse 150 anni fa un giovanotto, poco più di un ragazzo della vostra stessa età, ma sincere, autentiche, sentite nel profondo dell’animo: “Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta”.

Ragazzi miei cari, sognate quel giorno tra 50 anni. E abbiate una vita felice, orgogliosi di essere italiani. Italiani liberi, senza distinzioni di sesso, razza, religione, condizione sociale.
Italiani tutti.

8 commenti:

Maria ha detto...

Cara Sindaca, che bel discorso ha commosso anche me, mi spiace che nessuno scriva

Anonimo ha detto...

Il motivo che la gente non commenta potrebbe essere.... tanta scena e poca sostanza.
(non solo il discorso, ma tutto quanto)
S.J.

Bertoldo ha detto...

sangiust a l'è 'n povr'om

Anonimo ha detto...

Saint-Just ha tanti difetti, ma se sbaglia lo fa usando la propria testa.
Vedo invece in giro tanti pecoroni.
S.J.

cristina ha detto...

Gentile Sindaca,
Grazie a nome di tutti i ragazzi e gli insegnanti.
cristina

Laura R. ha detto...

Mi hanno detto che la manifestazione con le scuole è venuta proprio bene e le mamme con cui ho parlato erano molto soddisfatte.
Brave che non si sono spaventate della pioggia.
La manifestazione di ieri a mio avviso è stata molto bella e sentita, la gente ha partecipato fino al termine.
Proprio carina.
Lo spettacolo all'auditorio è stato proprio interessante e il coro è stato bravissimo, pur eseguendo pezzi molto impegnativi.
Proprio una bella giornata.
Grazie a tutti.

marinella ha detto...

Grazie a voi e al vostro gran lavoro, Cristina!!

MV ha detto...

Cara Laura, sono stati giorni che hanno dato gran soddisfazione a chi ci ha lavorato, dalle insegnanti di tutte le scuole (ma sono rimasta malissimo che non ci fosse la Ragioneria) alla prof.Balboni per la serata di ieri, con il coro bravissimo e il prof.Vercelli assai divulgativo. Pure la Banda Musicale è stata molto simpatica: hanno perfino cantato, e il "Silenzio" è suonato perfetto.