Il mondo è diviso in buoni e cattivi.
I buoni dormono meglio la notte, i cattivi se la spassano meglio di giorno
(Woody Allen)
lunedì 30 giugno 2014
mercoledì 25 giugno 2014
PD (Poi Decidiamo)
(Si ricorda che questo blog non accetta commenti anonimi, e propone la semplice formalità di un nick name, ovvero di un nome che se è il proprio è meglio anzi è grasso che cola, ma può pure essere di fantasia)
Ho profondo rispetto per i problemi del Pd di Crescentino, dopo la pesante débâcle delle elezioni amministrative di ormai un mese fa. Immagino il travaglio per coloro che avevano accarezzato un progetto diverso, che avevano lavorato a una lista unitaria che avrebbe avuto - lo si è visto dai voti sommati delle due formazioni avversarie ma di simile ispirazione - ottime possibilità di successo. Essa è stata irrimediabilmente ostacolata, perché sulla candidatura alternativa a quella del partito aleggiava il mio fantasma: soltanto perché io avevo fatto per prima il nome di Gabriele Massa, egli non poteva essere scelto.
Dalla sconfitta in poi, quel che è capitato in via De Gregori - prima e dopo le elezioni - è peggio del terzo segreto di Fatima.
Un mese dopo, le porte di quella sede polverosa rimangono chiuse. Una sola persona ha parlato, attraverso il blog di Mauro Novo, ma ho letto che le è stato rimproverato che avrebbe dovuto esprimersi nel Direttivo, che non era quella la sede. Insomma, i panni sporchi si lavano in casa: roba da profondo Sud Anni '50, ma anche da stalinismo bello e buono.
Il mondo è cambiato e cambia ogni giorno, i giornali raccontano che nel PD ferve il dibattito, che esso venga apprezzato lo dice anche la valanga di voti a favore di Renzi. Perché a Crescentino bisogna stare zitti? Nemmeno la pagina Facebook è aggiornata.
Aprite le finestre, please, e fate entrare un po' d'aria, in via De Gregori. Provate a portare gente nuova, a organizzare dibattiti e discussioni sui problemi del nostro paese e dell'Italia intera. Vedrete che non è difficile, si può fare. Le stanze silenziose e polverose, non servono a nessuno.
Ho profondo rispetto per i problemi del Pd di Crescentino, dopo la pesante débâcle delle elezioni amministrative di ormai un mese fa. Immagino il travaglio per coloro che avevano accarezzato un progetto diverso, che avevano lavorato a una lista unitaria che avrebbe avuto - lo si è visto dai voti sommati delle due formazioni avversarie ma di simile ispirazione - ottime possibilità di successo. Essa è stata irrimediabilmente ostacolata, perché sulla candidatura alternativa a quella del partito aleggiava il mio fantasma: soltanto perché io avevo fatto per prima il nome di Gabriele Massa, egli non poteva essere scelto.
Dalla sconfitta in poi, quel che è capitato in via De Gregori - prima e dopo le elezioni - è peggio del terzo segreto di Fatima.
Un mese dopo, le porte di quella sede polverosa rimangono chiuse. Una sola persona ha parlato, attraverso il blog di Mauro Novo, ma ho letto che le è stato rimproverato che avrebbe dovuto esprimersi nel Direttivo, che non era quella la sede. Insomma, i panni sporchi si lavano in casa: roba da profondo Sud Anni '50, ma anche da stalinismo bello e buono.
Il mondo è cambiato e cambia ogni giorno, i giornali raccontano che nel PD ferve il dibattito, che esso venga apprezzato lo dice anche la valanga di voti a favore di Renzi. Perché a Crescentino bisogna stare zitti? Nemmeno la pagina Facebook è aggiornata.
Aprite le finestre, please, e fate entrare un po' d'aria, in via De Gregori. Provate a portare gente nuova, a organizzare dibattiti e discussioni sui problemi del nostro paese e dell'Italia intera. Vedrete che non è difficile, si può fare. Le stanze silenziose e polverose, non servono a nessuno.
venerdì 20 giugno 2014
S.E.L.
Sinistra
Eutanasia
Libertà
(Jena, La Stampa di oggi, pag. 3)
"I grandi animali come il leone non fanno più paura a nessuno - faceva dire Corrado Guzzanti al suo irresistibile Bertinotti qualche anno fa -. Spaventano invece i virus, microrganismi che non si possono neanche vedere. E allora, compagni, noi dobbiamo continuare a scinderci sempre di più".
(Filippo Ceccarelli, La Repubblica di oggi, pag.1)
lunedì 16 giugno 2014
Il Signor Brizio e la puzza politica
La Sesia della scorsa settimana ha pubblicato la visione dei guai della puzza della CH4 secondo i proprietari, anzi secondo il dott. Marco Brizio, uno dei due soci.
Ci sono state ancora lamentele sugli odori? Chiede Sara Corsini.
E il dott. Brizio risponde: "Non ci sono state più lamentele. Evidentemente la situazione contingente era strettamente legata alle elezioni crescentinesi".
Non ho parole.
Ci sono state ancora lamentele sugli odori? Chiede Sara Corsini.
E il dott. Brizio risponde: "Non ci sono state più lamentele. Evidentemente la situazione contingente era strettamente legata alle elezioni crescentinesi".
Non ho parole.
domenica 15 giugno 2014
Il Consigliere Gian Maria Mosca, il coccio e la pubblicità
I romani, quando qualcuno proprio non la vuole capire, usano un'espressione vivace. Dicono: "E' de coccio".
E un po' ha a che vedere con il coccio la perseveranza con la quale il consigliere Gian Maria Mosca, uno dei 230 mila avvocati italiani (il triplo della media dell'Unione Europea) ha rivendicato a se stesso nel primo Consiglio Comunale, come fece ad libitum nella passata legislatura, la disponibilità a soccorrere il (certo immeritevole) sindaco di turno con la sua scienza e la sua sapienza: "Mi offro gratuitamente per chiarire ogni dubbio legale", ha detto a La Sesia. Proseguendo: "Sono disponibile ad aiutarli gratuitamente e in modo disinteressato affinché colmino le notevoli lacune giuridiche che hanno evidenziato da subito".
Sono sensibile all'argomento, per via della triturazione degli organi che ho subito nel corso di 5 anni dal nostro emerito Consigliere, senz'altro dotato di indole generosa: va ricordato che fu l'unico consigliere di Minoranza, all'epoca, a contribuire personalmente alla somma che - come dazione assolutamente personale - avevamo raccolto in Giunta per finanziare il trasporto degli studenti indigenti verso le scuole fuori città; progetto, tanto per esser chiari, dal quale il compagno Allegranza si era tenuto prudentemente fuori.
Ma sul fatto di utilizzare il proprio mestiere per rendere un servigio alla Città, occorre essere prudenti. Speranza, con la sua ditta, lavorava per il Palazzo Comunale, e diventato vicesindaco si è chiamato fuori; così è stato per Borgondo, che ha dimesso la propria carica all'interno di lavori comunali, pur pagati (come nel caso di Speranza) dalla Ilvo.
E' vero, si trattava di lavori retribuiti, e invece magnanimamente Mosca avrebbe consigliato gratis. Ora, il caso recente del sindaco appena dimissionario di Venezia, avvocato Giorgio Orsoni - già presidente dell'Ordine degli Avvocati di Venezia, già presidente dell'Unione della Triveneta dei Consigli dell'Ordine - ci dice che non sempre un avvocato anche ai massimi livelli è infallibile, e non andiamo avanti per carità di patria.
Morale, ogni sindaco al mondo ben fa a non accogliere l'offerta di consulenza gratuita da parte di un consigliere per giunta di opposizione, e a scegliersi invece quello che non a caso viene definito un avvocato di fiducia. D'altra parte, l'avvocato/consigliere Mosca tutto questo sa benissimo, ma quel che ricava è comunque un bel po' di pubblicità per la sua professione. Del maiale non si butta via niente, come di ogni atto pubblico.
giovedì 12 giugno 2014
I sindaci chiedono sempre
Mi fa sorridere l'insistenza con la quale si riparla, in questo periodo dannatamente tangentistico, del fatto che Cacciari abbia dichiarato di aver chiesto aiuto come sindaco di Venezia a Mazzacurati e Consorzio Venezia Nuova, ora nella bufera per tangenti.
Ogni sindaco che si rispetti, chiede. Ovviamente non per sé ma per la sua gente, per le aziende del territorio: "io non ho mai chiesto favori personali. Ma solo interventi per aziende in crisi o faccende di interesse locale. Facevo il mio mestiere di sindaco", ha detto oggi al Corriere della Sera Cacciari.
E' ipocrita fare i pelosi, e lascia immaginare ben altre responsabilità
Più interessante, ricordare come sei trattato quando chiedi, senza nulla dare in cambio naturalmente. Spesso con indifferenza, spesso male. Spesso non ti rispondono nemmeno al telefono, e non richiamano. Mi è successo molte volte cercando di aiutare qualche poveretto ad entrare alla Mossi&Ghisolfi, per esempio. Eppure quante facce di Crescentino ho visto, entrando lì.
Ogni tanto penso al faldone di curricula che c'era sulla mia scrivania, un centinaio di persone bisognose. Spero abbiano prima o poi fortuna.
Ogni sindaco che si rispetti, chiede. Ovviamente non per sé ma per la sua gente, per le aziende del territorio: "io non ho mai chiesto favori personali. Ma solo interventi per aziende in crisi o faccende di interesse locale. Facevo il mio mestiere di sindaco", ha detto oggi al Corriere della Sera Cacciari.
E' ipocrita fare i pelosi, e lascia immaginare ben altre responsabilità
Più interessante, ricordare come sei trattato quando chiedi, senza nulla dare in cambio naturalmente. Spesso con indifferenza, spesso male. Spesso non ti rispondono nemmeno al telefono, e non richiamano. Mi è successo molte volte cercando di aiutare qualche poveretto ad entrare alla Mossi&Ghisolfi, per esempio. Eppure quante facce di Crescentino ho visto, entrando lì.
Ogni tanto penso al faldone di curricula che c'era sulla mia scrivania, un centinaio di persone bisognose. Spero abbiano prima o poi fortuna.
martedì 10 giugno 2014
Addio al basso Ivo Vinco, marito della mezzosoprano Fiorenza Cossotto
Se n'è andato ieri dopo una lunga malattia, all'età di 87 anni, il basso Ivo Vinco. Nato a Bosco Chiesanuova in provincia di Verona, dov'era tornato negli ultimi anni, Ivo Vinco era ben conosciuto nel nostro paese, avendo condiviso la vita privata e artistica con la moglie Fiorenza Cossotto, mezzosoprano celebre in tutto il mondo, e nostra concittadina.
Dalla loro unione è nato Roberto.
Molti lo ricorderanno, seduto spesso nei bar sotto i portici, a chiacchierare amabilmente con coloro che lo salutavano. Era una persona semplice e simpatica.
Ivo Vinco, che si era perfezionato all'Accademia della Scala di Milano, si è esibito nei maggiori teatri d'Italia e del mondo, ed è stato uno dei maggiori bassi verdiani della sua epoca. Lascia una copiosa produzione discografica, spesso accanto alla moglie che nel tempo era diventata assai famosa e richiesta dai maggiori teatri.
A Fiorenza e a Roby le mie più affettuose condoglianze.
lunedì 9 giugno 2014
La disperazione più grave
La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società, è il dubbio che vivere onestamente sia inutile
(Corrado Alvaro)
giovedì 5 giugno 2014
Damnatio Memoriae: l'orto nelle scuole, la Biblioteca, la Salerno-Reggio Calabria del Palazzo Comunale
Oggi ho visto sul Corriere in prima pagina un titolo che diceva "Educare e coltivare nelle scuole, così si ridurranno gli sprechi: Orti ai bambini per salvare il cibo".
Anche in un paese di campagna come il nostro, c'è il rischio che un bimbo cresca senza mai vedere una gallina o un cespo d'insalata salire intrepido dal terreno. Per questo l'assessore Nicoletta Ravarino aveva voluto l'orto nelle scuole, e fatto lavorare nonni entusiasti per evitare tale eventualità, e avvicinare intanto i bambini alla natura.
Adesso speriamo che il nuovo assessore voglia proseguire quest'opera meritoria per l'educazione.
La "Damnatio Memoriae" è la cancellazione attuata dal Senato romano nei confronti di cose e persone che venivano ritenute indegne. Si estendeva all'abbattimento di statue e iscrizioni.
Ovviamente la mia è un'iperbole, una provocazione; ma le buone abitudini, da qualunque parte esse provengano, dovrebbero essere salvate in un cambio di amministrazione.
Penso anche alla Biblioteca e all'ufficio dell'assessore liberato di scatole e scatoloni e polvere che avevamo trovato: dentro si è scoperto giacere il Fondo Casalone, penso alla catalogazione di questo come del Fondo Marchese. Penso che questo lavoro fatto, naturalmente, non possa scomparire. Ormai è fatto, almeno quello.
E penso alla mia personale Salerno-Reggio Calabria, la sfinente ristrutturazione del Palazzo Comunale della quale ho potuto vedere un decimo, mentre i lavori del Teatrino galoppavano felici alla conclusione. Non son riuscita a vedere pulita la scala d'ingresso che dà sui portici, fino a poco tempo fa sotterrata dalla muffa di una parete, per una perdita d'acqua che aveva almeno 50 anni di vita o giù di lì.
Due giorni prima che me ne andassi, sono stati terminati i bagni per i dipendenti, che mai ne avevano avuti. Mi avevano garantito che sarebbero terminati l'anno scorso.
Ora uno degli interlocutori che avevo - durante le inutili e sfinenti riunioni per mandare avanti il lavoro - è in Comune: come si comporterà dialogando con se stesso? Metterà la famosa finestra, che gli ho chiesto invano circa 6.790 volte, al piano sopra l'alloggio del custode, per impedire nuove infiltrazioni che renderebbero inutile il lavoro fatto?
Sono domande. Ci passerò, guarderò in su e vi farò sapere. Con il dovere di mantenere l'ottimismo.
domenica 1 giugno 2014
Il venditore di lucciole
Uno dei principi sacri del giornalismo e' la separazione dei fatti dalle opinioni. E' un principio dietro il quale si maschera molta ipocrisia, ma la sua difesa serve comunque a conservare quel minimo di credibilità cui il giornalismo affida la propria sopravvivenza.
Questo principio vale per i giornali nazionali come per i piccoli fogli locali, dove chi scrive e pubblica fa comunque giornalismo anche se non sempre la deontologia trova assertori difendibili. Chi mescola fatti ed opinioni rischia pesantemente di avviare forme di manipolazione, sottraendo al lettore la possibilità di distinguere tra ciò che è realtà e ciò che invece è "interpretazione" della realtà. E far passare per realtà quella che è una personale rappresentazione di essa è un grave atto di disonestà intellettuale.
Forse non vorrebbe nemmeno la pena di spendere tante parole per chi questo atto compie, poiché lo compie consapevolmente, non...a sua insaputa. Ma se dico questo, e' per coloro che sono le vittime di questa operazione. Un avviso ai naviganti, insomma.
Nelle due pagine che "la Gazzetta" ha dedicato ai risultati delle elezioni a Crescentino viene offerto al lettore un panorama delle sei liste che concorrevano alla elezione del sindaco. L'intera offerta grafica e gli spazi riportavano i commenti dei protagonisti e le analisi a loro correlate. In altre parole, l'identità della offerta proposta al lettore era segnata dal carattere cronachistico, di un racconto dei fatti, lista per lista. Di queste sei, una però si staccava, quella relativa alla "Città che cambia", che era null'altro che una accidiosa manifestazione del noto pensiero di u.l. con l'eleganza e la levità stilistica che lo contraddistinguono.
Il personaggio e' ampiamente noto per la sua incapacità di trovare nei 5 anni della mia gestione un solo operato positivo; anche la faziosità fa parte della libertà di pensiero, il personaggio va accettato con pazienza e senso di misericordia per il suo fegato. Tuttavia, contrabbandare per racconto cronachistico la sua personale biliosa interpretazione della storia e del risultato del voto e' certamente un atto che contraddice i fondamenti del giornalismo (non soltanto la struttura grafica dei sei racconti e' omogenea, ma il commento - la bile deve aver debordato - sta in basso, nelle due pagine, ben distinto da quelle che vengono offerte come ricostruzioni di cronaca e non opinioni).
Per 5 anni ho seguito con ammirazione la costanza della protervia con la quale si rappresentava quanto accadeva in Consiglio Comunale e, soprattutto, il mio ruolo. I Sallusti di paese hanno grandi ambizioni di crescita, e a loro comunque va tutto il mio augurio di collega giornalista. Solo che l'originale - il Sallusti vero, quello del "Giornale" - scrive per un quotidiano che ha una chiara linea politica ed editoriale; il personaggio u.l. si propone invece con una immagine di obiettività informativa. E le lucciole sono spacciate per lanterne.
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