domenica 15 giugno 2014

Il Consigliere Gian Maria Mosca, il coccio e la pubblicità


I romani, quando qualcuno proprio non la vuole capire, usano un'espressione vivace. Dicono: "E' de coccio".
E un po' ha a che vedere con il coccio la perseveranza con la quale il consigliere Gian Maria Mosca, uno dei 230 mila avvocati italiani (il triplo della media dell'Unione Europea) ha rivendicato a se stesso nel primo Consiglio Comunale, come fece ad libitum nella passata legislatura, la disponibilità a soccorrere il (certo immeritevole) sindaco di turno con la sua scienza e la sua sapienza: "Mi offro gratuitamente per chiarire ogni dubbio legale", ha detto a La Sesia. Proseguendo: "Sono disponibile ad aiutarli gratuitamente e in modo disinteressato affinché colmino le notevoli lacune giuridiche che hanno evidenziato da subito".  

Sono sensibile all'argomento, per via della triturazione degli organi che ho subito nel corso di 5 anni dal nostro emerito Consigliere, senz'altro dotato di indole generosa: va ricordato che fu l'unico consigliere di Minoranza, all'epoca, a contribuire personalmente alla somma che - come dazione assolutamente personale - avevamo raccolto in Giunta per finanziare il trasporto degli studenti indigenti verso le scuole fuori città; progetto, tanto per esser chiari, dal quale il compagno Allegranza si era tenuto prudentemente fuori. 

Ma sul fatto di utilizzare il proprio mestiere per rendere un servigio alla Città, occorre essere prudenti. Speranza, con la sua ditta, lavorava per il Palazzo Comunale, e diventato vicesindaco si è chiamato fuori; così è stato per Borgondo, che ha dimesso la propria carica all'interno di lavori comunali, pur pagati (come nel caso di Speranza) dalla Ilvo. 

E' vero, si trattava di lavori retribuiti, e invece magnanimamente Mosca avrebbe consigliato gratis. Ora, il caso recente del sindaco appena dimissionario di Venezia, avvocato Giorgio Orsoni - già presidente dell'Ordine degli Avvocati di Venezia, già presidente dell'Unione della Triveneta dei Consigli dell'Ordine - ci dice che non sempre un avvocato anche ai massimi livelli è infallibile, e non andiamo avanti per carità di patria. 

Morale, ogni sindaco al mondo ben fa a non accogliere l'offerta di consulenza gratuita da parte di un consigliere per giunta di opposizione, e a scegliersi invece quello che non a caso viene definito un avvocato di fiducia. D'altra parte, l'avvocato/consigliere Mosca tutto questo sa benissimo, ma quel che ricava è comunque un bel po' di pubblicità per la sua professione.  Del maiale non si butta via niente, come di ogni atto pubblico.


6 commenti:

dubbio ha detto...

Non so come funzioni e non ho ben capito. Se uno opera gratuitamente non sussiste conflitto di interessi tra il suo operato ed il comune?

Anonimo ha detto...

Egregia dottoressa, da quel progetto si erano pure tenuti fuori Gianni Taverna e Fabrizio Casa. Quando da informazioni, Lei è un'esperta, Le dia in modo completo, magari pure motivandole.
Distinti saluti
Franco Allegranza

MUBLE... MUBLE... ha detto...

Grande Marinella!!!!!!

Saint-Just ha detto...

Com'è che ultimamente concordo con quello che scrive la EX sindaca?Forse perchè ora la sento meglio essendo tornata fra la plebe dell'urbe

MV ha detto...

Non è l'unico che si sente meglio, SJ. Sono impegni, quelli, che vanno affrontati con una serenità che purtroppo non ho avuto.

portafoglio ha detto...

a proposito di completezza dell'informazione (materia di cui Venegoni è docente presso questo ateneo): perché non ci dice quanto ha speso, in cinque anni, in consulenze legali, e come sono finite le cause seguite dai suoi avvocatoni lautamente retribuiti? per esempio le ordinanze "inoppugnabili" contro la CH4...