martedì 12 agosto 2014

O Capitano, mio capitano

Cordoglio generale per la morte di un grandissimo attore, forse suicida per depressione, Robin Williams. Il suo must, L'attimo Fuggente.
Tutti abbiamo avuto un professore che ha dato il là alla nostra vita. In quel film, egli lo impersonò magistralmente.
Il professore che mi ha dato il là è stato Carlo Talenti, che insegnava storia e filosofia al liceo classico Palli di Casale Monferrato che ho frequentato. Mi viene in mente, dall'altra parte della barricata, un episodio del 25 aprile di 2 anni fa, quando al teatro Angelini durante la commemorazione della Resistenza salì sul palco un uomo canuto e riccioluto, che cominciò a leggere e declamare con grande abilità. Ne fummo tutti affascinati. Al termine del suo discorso, l'uomo scese e mi si avvicinò, spiegandomi di essere stato mio allievo al Liceo Scientifico di Borgosesia, dove avevo insegnato (a mia volta) storia e filosofia; mi disse anche di essere l'attuale preside del medesimo liceo, con la stessa laurea.  Che colpo. E' uno dei ricordi che mi ripagano in parte di tutte le amarezze che ho ingurgitato negli ultimi cinque anni.
Vabbé, eccovi la poesia di Walt Whitman dopo l'assassinio di Abramo Lincoln, pezzo forte del film "L'attimo fuggente", e RIP Robin Williams.


Oh! Capitano, mio Capitano, il tremendo viaggio è compiuto,
La nostra nave ha resistito ogni tempesta: abbiamo conseguito il premio desiderato.

Il porto è prossimo; odo le campane, il popolo tutto esulta.
Mentre gli occhi seguono la salda carena,
la nave austera e ardita.

Ma o cuore, cuore, cuore,
O stillanti gocce rosse
Dove sul ponte giace il mio Capitano.
Caduto freddo e morto.

O Capitano, mio Capitano, levati e ascolta le campane.
Levati, per te la bandiera sventola, squilla per te la tromba;
Per te mazzi e corone e nastri; per te le sponde si affollano;
Te acclamano le folle ondeggianti, volgendo i cupidi volti.

Qui Capitano, caro padre,
Questo mio braccio sotto la tua testa;
È un sogno che qui sopra il ponte
Tu giaccia freddo e morto.

Il mio Capitano tace: le sue labbra sono pallide e serrate;
Il mio padre non sente il mio braccio,
Non ha polso, né volontà
La nave è ancorata sicura e ferma ed il ciclo del viaggio è compiuto.
Dal tremendo viaggio la nave vincitrice arriva col compito esaurito,

Esultino le sponde e suonino le campane!
Ma io con passo dolorante
Passeggio sul ponte, ove giace il mio Capitano caduto freddo e morto.

(traduzione di Antonio Agresti, in "Abramo Lincoln", Formiggini, Genova 1913)

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Si ma basta lamentarsi degli ultimi cinque anni. Che noia.
Nano nano

Marinella ha detto...

Non mi lamento degli anni ma delle amarezze. Si prepari, che ho appena cominciato.

preddy ha detto...

Ciao bob. Nano nano anche a te. Splendido il Gooooood moooorning Vietnam del dj Adrian Cronauer e il venditore di auto in cadillac man. R.I.P. Robin.

Anonimo ha detto...

Avrà appena cominciato ma ci ha già stancato.
Nano nano

MV ha detto...

Lei parla come il Papa, Nano Nano, si da' del noi. E se è stanco, può anche non passare di qui ragazzo mio, stia dov'è no? Oppure si faccia un blog e si diverta.

mauro novo ha detto...

Bel post Marinella, per ricordare un grande attore, complimenti
mauro novo

Anonimo ha detto...

E' una vita che ci stanchi. Un pochino di riposo per favore, per stare bene Lei e noi.
Buon ferragosto1
Davide

Marinella ha detto...

Caro Mauro You're fishing for compliments. Grazie e Buon Ferragosto

MV ha detto...

Caro Davide, ma mi da del lei o del tu, dandosi del noi? grazie molto gentile, si prepari perché continuerò (però se non passa di qui si stanca di meno).

mauro novo ha detto...

ma Marinella, perchè a Crescentino ( e dintorni,,,,dicasi Saluggia ) ci sono persone che vorrebbero tanto che chiudessimo bottega?.....Ma diamo cosi' noia?
mauro novo

Marinella ha detto...

Mauro caro, non ti curar di lor ma guarda e passa. Baci

solo più ha detto...

chissà cosa significa «dare il là» (scritto così due volte, con l'accento: evidentemente non è un refuso).
chi si intende di musica sa che prima di cominciare a suonare si usa «dare il la» (che è una nota, quella del diapason, quella della terza ottava del pianoforte) per accordare gli strumenti. ma è una cosa che sa chi suona, non chi scrive di suonatori.
[c'è poi quell'aneddoto di Gino Paoli invitato ad esibirsi dal vivo con il suo gruppo a una trasmissione tv di Renzo Arbore, diversi anni fa. se la contano un po', gigioneggiano come san fare loro, poi al momento di suonare Arbore si gira verso il bassista e dice «la facciamo in la», e Paoli bofonchia «mah, io preferirei farla in qua»].

MV ha detto...

Eh caro Solo più, purtroppo il suo errore di piemontesismo non viene rilevato dal correttore automatico, che invece corregge le cose giuste e tante volte uno è convinto di aver scritto giusto e non sta a riguardare. Sto correttore automatico è una iattura, prima o poi riuscirò a toglierlo. Per il resto, grazie degli apprezzati complimenti.