martedì 21 ottobre 2014

Rimborsopoli, ce n'è per tutti

Da "La Stampa" edizione cartacea, del 21 ottobre 2014

TORINO
Ai vecchi militanti del Pd, Stefano Lepri, ex consigliere regionale del Piemonte oggi senatore, regalava i panettoni dispensando in cambio consigli sulle pensioni. Davide Gariglio, tra i massimi esponenti Pd, a Natale 2010 ha regalato 30 bottiglie di prosecco a nome del partito, chiedendone poi il rimborso come «spese di rappresentanza». Aldo Reschigna, ex capo gruppo Pd oggi braccio destro di Sergio Chiamparino con delega al Bilancio, ha gestito con parsimonia i rimborsi personali, ma non ha saputo contenere le spese di partito per insalate di riso, macedonie e tranci di pizza consumati nelle riunioni «programmatiche». 

Ecco la coda dell’inchiesta sui rimborsi regionali che ha travolto l’ex governatore Roberto Cota e la sua maggioranza di centrodestra, già a giudizio. Adesso tocca anche al Pd finire nell’elenco dei «cattivi» assieme a pochi altri esponenti dell’ex Pdl scampati alla prima fase giudiziaria. Su circa sessanta indagati per i rimborsi illegittimi percepiti tra 2010 e 2012, sedici si erano «salvati»: per loro la procura torinese aveva deciso si archiviare le accuse di peculato.  

Ieri mattina il giudice Roberto Ruscello, dopo aver sollevato d’ufficio la procedura di «opposizione», ha respinto le richieste di archiviazione per dieci di loro, imponendo ai pm di formulare un’imputazione «coatta» e procedere alla richiesta di rinvio a giudizio. Restringendo le valutazioni della procura, il giudice ha riesaminato con cura, in un’ordinanza di circa 60 pagine, tutti gli scontrini dei consiglieri «salvati», ritenendo alcune spese destinate alle «esigenze alimentari» non compatibili con la normale attività istituzionale. Ad esempio pranzi e spuntini al bar. Tra i sei che hanno superato i tempi supplementari della giustizia, c’è l’ex zarina del Piemonte, Mercedes Bresso, ora europarlamentare, tirata in ballo con l’accusa di finanziamento illecito ai partiti, per un documentario realizzato nella campagna elettorale contro Cota.  

Tra questi dieci indagati quattro facevano parte del gruppo Pdl: Fabrizio Comba, Giampiero Leo, Gianluca Vignale, Luca Pedrale, (che ha già patteggiato l’estate scorsa per le spese personali ma qui viene ripescato come ex capogruppo). Quattro militano nel Pd: oltre a Reschigna, Gariglio e Lepri, c’è anche Angela Motta, tuttora in consiglio regionale. Due invece sono di Sel: l’ex consigliera Eleonora Artesio, in passato assessore regionale alla Sanità, e Monica Cerutti, assessore in carica con delega alla politiche giovanili. Spulciando tra i rimborsi di Eleonora Artesio, il giudice ha scovato uno scontrino di 2,90 euro dell’autogrill Crocetta Sud sull’A21: un accendino Bic e un caffè. Due minuti dopo altro scontrino di 10,70 euro: una birra media, un panino, pacchetto di sigarette Lucky Strike. Monica Cerutti, invece, ha oltre 9 mila euro di spese per ristoranti, spese per trasporti per oltre 10 mila euro. Tra queste voci, annota il giudice, compare quella di un rimborso in Tunisia a «favore di tale Marco Furfaro (per euro 240) e altri importi erogati al medesimo soggetto in relazione ad altri viaggi, nonché ricariche telefoniche effettuate a favore di beneficiari non identificati».  

Per tutti partirà d’ufficio una richiesta di rinvio a giudizio su cui deciderà un nuovo giudice. In linea di principio la procura potrebbe ribadire le scelte iniziali chiedendo, alla fine dell’udienza preliminare, il proscioglimento, affidandosi alla discrezione del nuovo giudice. Nel commentare l’ordinanza di Ruscello, il procuratore aggiunto Andrea Beconi ha detto che il «giudice ha adottato criteri più restrittivi ma in linea con l’impostazione della procura». 
Oggi intanto si apre il processo a Roberto Cota ed altri 24 imputati. La Regione sarà parte civile contro chi non ha risarcito. Cota ha restituito i rimborsi. Anche per le «mutande». 

7 commenti:

Walter ha detto...

Per correttezza di informazione (c'è ne per tutti)
non mi pare ci sia nessuno del M5*
meglio ancora, Davide Bono indagato per atto dovuto ma non rinviato a giudizio

joe ha detto...

in effetti c'è da stupirsi che non ci siano i grillini

vedi
http://www.lospiffero.com/buco-della-serratura/restitution-il-bluff-dei-grillini-9157.html

forse le maschere antigas servivano a non sentire l'acre odore delle epurazioni

joe

Fabruca ha detto...

Quindi l'attuale capo di Greppi, cioè Pedrale, alla fine lo processano?! Mannaggia

Mario ha detto...

dire che Pedrale è capo di Greppi è come dire che il vicesindaco e la sindaca della passata legislatura hanno mantenuto un ottimo rapporto di reciproca amicizia e stima .

Non penso che Greppi sia dispiaciuto delle disavventure giudiziarie di Pedrale.

LAURA R. ha detto...

Correva il 2 febbraio 2014 quando Chiamparino disse: "non voglio indagati nella mia lista per quei reati lì", si riferiva agli indagati per Rimborsopoli.

Mantenga le promesse e li metta da una parte finchè tutto non sia chiarito.
In un momento di crisi come questo tolga i vitalizi di 3000 Euro dopo solo 5 anni, abbassi gli stipendi dei suoi consiglieri almeno sotto i 4000 euro netti , faccia vedere una volta per tutte che non ha legami con quella gente li, se non lo fa, mi spiace, ma anche il Chiampa è uno dei tanti.

LAURA R. ha detto...

Per quelli che ce l'hanno con i M5S, dico solo che una buona opposizione è il sale della democrazia, dobbiamo controllare e denunciare, in questi anni, non è stato così e si sono visti i frutti.(avete visto REPORT - Domenica? chiaro il legame dei due partiti PDL e PD) Siamo allo sfascio totale, quindi ben venga un'opposizione costruttiva e seria come quella del M5S, sopportateci se diciamo le cose che non vanno, per ora siamo ancora in democrazia.

Saint-Just ha detto...

Lo processeranno con quelli del PD, nella stessa aula.
Mannaggia
Ma probabilmente quelli saranno assolti, Chiamparino ha messo la mano sul fuoco per loro.
(rifornitelo di unguento per le scottature..)