sabato 18 luglio 2015

I lavori socialmente utili per chi non può pagare le tasse (e l'affitto...)

Il Sindaco del Comune novarese di Invorio è finito su tutti i giornali perché ha applicato la legge 164 del 2014, la "Sblocca Italia", decidendo con la sua Giunta che chi non riesce a pagare le tasse comunali possa estinguere il proprio debito grazie a una sorta di baratto amministrativo: pulizia delle strade, manutenzione delle aree verdi e altre incombenze possono - quantificate - cancellare nel tempo il debito dei morosi. 
La decisione è riferita a coloro che hanno un Isee non superiore a 8.500 euro, con tasse comunali non pagate o che hanno ottenuto contributi come inquilini morosi negli ultimi tre anni.
Com'è noto, questo "baratto" era stato applicato, grazie all'ideazione di quella santa (immaginatevi perché, fra le varie cose) della Segretaria dell'epoca, Maria Grazia De Santis,  durante la mia Amministrazione nella gestione delle Case Bianco: in alcuni casi con successo, in altri non c'era niente da fare, e negli ultimi anni del mio mandato avevamo intensificato gli sforzi per metter con le spalle al muro quelli che non ne volevano sapere, che c'erano eccome.
Ma per coloro che si erano comportati correttamente (tante brave persone davvero, alle quali penso spesso) sarebbe stato giusto, anche nell'interesse collettivo della Comunità, continuare con il baratto: i lavori socialmente utili sono utili davvero, in tempo di vacche magre.
Invece la Nuova Amministrazione non ne ha voluto sapere, si vuole liberare di questo esperimento e mi dicono che l'Assessore Arlotta fa lunghe intemerate contro di me ogni volta che gli è possibile. 
Capisco che cercare di aiutare i poveri non è molto di destra, ma di certi servizi c'era bisogno, e basta andare in giro per il Paese per vedere. 
Si prendevano due piccioni con una fava.
Certo l'importante è che la faccenda funzioni. Nel nostro caso è mancata la figura di un mediatore culturale, fondamentale in questi casi, surrogato per qualche tempo dal capo della Protezione Civile che era assai dedito ma aveva anche tante altre cose da fare. Il mediatore culturale è uno che entra nella logica della povertà e lavora per l'uscita da essa, coinvolgendo le persone che si vogliono far coinvolgere. 
Il progetto originario doveva avere i finanziamenti di qualche Fondazione, in questo senso si era mosso il dott. Bianco ma essi non arrivarono mai. Anche il dott. Bianco poteva pure tirar fuori qualcosa di tasca sua, noi più di quel tanto non potevamo.
Ma è stato un esperimento che rifarei, e che bisognerebbe proseguire, togliendo le mele marce o liquidandole senza pietà. Ma perché castigare invece coloro che si sono sempre comportati correttamente? 

2 commenti:

Basta ha detto...

Per esempio nel viale Madonna di fronte al Fasciola sarebbe ora che mandassero qualche pecora a pulire, o direttamente mettere una stalla.

titina ha detto...

ecco e anche la bestemmia sul muro della via dei Piccioni, un tempo via Roma lato arrivo da Torino, la cancellassero i socialmente utili, se ci sono.