giovedì 2 luglio 2015

Il lavoro titanico di Fabrizio Barca nel PD

Per i cultori e i seguaci delle cose interne al PD, pubblico questo trafiletto dell'edizione romana del Corriere della Sera, dove si riassume l'andamento del lavoro titanico di Fabrizio Barca nelle sezioni romane del partito: ci sono alla fine brevi considerazioni che possono essere oggetto di riflessione da Bolzano a Canicattì (Crescentino compresa).
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Il PD bene ai Parioli, male nelle periferie. 

Dopo lo scontro con le «sezioni», l’ex ministro torna a scrivere della situazione romana e fotografa un partito che vola nelle zone pregiate e fatica lontano dal centro storico

di Alessandro Capponi

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Alcuni circoli hanno «scelto un modo chiuso di reagire, con pressioni ricercate attraverso i loro referenti nel Pd romano o nazionale». Al terremoto successivo alla presentazione di «Mappa il Pd» da parte di Fabrizio Barca sono seguite, evidentemente, scosse d’assestamento: è lo stesso Barca a parlarne nella «nota aggiuntiva» con la quale ritorna sul lavoro per modificarlo (tre circoli) e ampliarlo. Ci sono i «sei passi» (suicidi) che hanno portato il Pd allo stato trovato da Barca; soprattutto, però, c’è una parte dedicata a Roma «per constatare quanta poca cura se ne abbia». Sia chiaro: lo dice parlando del Pd, non del Campidoglio. Barca sceglie di rendere nota «un’informazione elaborata negli ultimi giorni» che, in sintesi, racconta la «fatica del Pd» nelle aree in difficoltà, quelle nelle quali il livello di istruzione è basso. 
E così, incrociando i dati  con quelle delle Europee, Barca scopre che le zone nelle quali i voti Pd crescono più della media cittadina sono quelle — «nobili», benestanti, pregiate — che presentano un alto numero di laureati: Parioli, Eur, Ponte Milvio, Balduina, Centro, Tor Di Nona «dove il Pd non ha mai avuto un forte radicamento elettorale»; con livelli di istruzione bassi, invece, i voti Pd calano (Quarticciolo, San Basilio, La Rustica, Torre Spaccata). Per quel che riguarda le «criticità sociali» della città, Magliana e Torre Spaccata sono nei guai e Centro e Eur nella condizione migliore. E mentre la direzione regionale Pd istituisce «l’albo degli elettori» (per le primarie hanno diritto al voto gli iscritti «in una data non successiva al ventesimo giorno antecedente», quindi basta iscriversi venti giorni prima) Fabrizio Barca torna, senza complimenti, sul Pd Roma. 
Cambia la valutazione di tre circoli: Torrino (fu «terreno di conquista» che però venne «scongiurata») e Ponte Mammolo vengono recuperati nella categoria «inerzia» e lasciano il «potere per il potere»; Testaccio, invece, pur rimanendo nella graduatoria peggiore conquista una valutazione positiva, un «+». 

Nel lavoro vengono richiamati i «sei passi» che hanno portato il Pd allo stato di qualche mese fa: tra questi «l’incapacità di rinnovare gli strumenti di esternalizzazione di funzioni pubbliche (consorzi di “auto-recupero” e “cooperative sociali”), «l’avallo implicito che viene alla logica trasformista dalla ricerca di allargamento di consenso nelle comunali 2006», le modalità di nascita del Pd nel 2007 come affiancamento e non come amalgama di componenti», «le Parlamentarie 2013 per la logica personale che guida la ricerca di preferenze e per la disattenzione allo svuotamento di quadri che la selezione produce», e "il mancato presidio del Congresso 2013". 

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