I dati italiani non sono ancora ufficiali ma si aggirano sul 70 per cento per l'ex segretario: mentre sono invece ufficiali le cifre del nostro amato Paesello, dove Matteo Renzi ha portato a casa alle Primarie del PD il 77,01 per cento dei consensi. Il 16,67 è andato a Orlando, e solo il 6,32 al governatore della Puglia Emiliano.
In tutto, i voti validi di Crescentino sono stati 174.
Non è la nostra l'unica località del Nord dove si è registrata una contrazione dei votanti rispetto alla volta scorsa: il fenomeno è stato registrato da tutti i media, e ha certo a che fare con le recenti tumultuose vicende interne al partito Democratico, con l'abbandono della formazione da parte di Bersani, D'Alema e altri maggiorenti storici.
domenica 30 aprile 2017
Le Primarie del PD, Pisapia: "Faremo il Centrosinistra anche senza il PD"
Domenica 30 aprile è il giorno delle Primarie del PD. Se ne sono lette (per chi legge) e dette (per tutti gli altri) tante. Tutto sembra deporre a favore di un bel 60 per cento di Renzi, e questo porterebbe in sintesi ad alleanze con Forza Italia e all'abbandono di tutto il popolo tradizionale della Sinistra. Ma la situazione è magmatica, non solo i renziani votano, e solo alla fine si faranno i conti. Per guardare un po' oltre, mi piace riprodurre qui un articolo del Manifesto di sabato 29 che è andato a sfrucugliare quel sant'uomo di Pisapia, ex sindaco di Milano (che naturalmente è a favore di Orlando).
Il Centrosinistra nel gazebo. Pisapia:
"Lo faremo anche senza il PD"
"Nessun veto su D'Alema, senza coalizione sarebbe un disastro per tutti"
(Daniela Preziosi per Il Manifesto)
Per tutta la campagna delle primarie si è tenuto alla larga dal tema delle alleanze a sinistra. Per evitare che il suo «niet» freddasse un pezzo del suo elettorato. Ma negli ultimi giorni Renzi non ha potuto eludere l’argomento, squadernato con sempre maggiore insistenza dallo sfidante Andrea Orlando. Così ha mandato un messaggio a Giuliano Pisapia: va bene il dialogo ma a patto che scarichi D’Alema e Ditta bersaniana.
Stavolta è Pisapia a chiudere la porta per non farsi stritolare in un angolo: da una parte il diktat renziano («molla D’Alema»), dall’altra quello della sinistra-sinistra che esclude l’alleanza con il Pd e lo invita a prendere la testa di un nuovo rassemblement sul modello (sconfitto) dell’Arcobaleno del 2008. Per questo da Pisa, nel giorno della chiusura della campagna per le primarie dem, l’ex sindaco di Milano avverte: «Se il Pd non ci sarà, faremo un centrosinistra alternativo, con il popolo del Pd e oltre. Perché io non parlo ai dirigenti Pd, parlo al suo popolo». Per Pisapia le alleanze a sinistra sono un imperativo categorico: «Sarebbe un disastro per tutto il centrosinistra e quindi anche per la sinistra se non si raggiungesse l’accordo per una coalizione. Credo che anche tanti renziani auspichino questa soluzione e spero che si faccia di tutto in questa direzione». Il rischio è una disfatta di lungo periodo: «Perderemmo per una o due generazioni la possibilità di ricompattare il nostro elettorato».
Durante il confronto su Sky fra i candidati che domani si peseranno nei gazebo, Pisapia è rimasto colpito da una frase pronunciata da Renzi, messo alle strette da Orlando: «Non posso escludere le alleanze con Forza italia». Per Pisapia qui è Rodi e qui si deve saltare. La sua replica infatti è: «Nessun veto a D’Alema. I veti semmai si mettono su Berlusconi». Certo, il Pd ha già fatto larghe intese con il Cavaliere ma pazienza, «è uno scenario diverso da quello del 2013 quando non c’erano altre possibilità in parlamento per uscire dall’impasse che si era determinato». Insomma, «non sto né con Renzi né con D’Alema, lavoro a un centrosinistra ampio, nuovo e unito. E le novità spesso risultano vincenti».
Così le alleanze di centrosinistra, e una legge elettorale che le renda possibili, entrano prepotentemente nell’urna dei gazebo che aprono domattina. Renzi lo sa, per questo nelle ultime ore ha fatto circolare una retromarcia rispetto alle parole sbeffeggianti di questi giorni: Pisapia è alleabile, i suoi compagni di strada no.
Ma è solo un trucchetto della vigilia: l’ex premier resta granitico sul premio alla lista. E nel caso da lunedì per Pisapia non ci sarà che un invito ad accomodarsi nelle liste Pd, qualche seggio sicuro per lui e alcune personalità di spicco (come Laura Boldrini). O forse neanche questo: a svelarlo o, meglio, a raccontare il segreto di pulcinella, è Roberto Giachetti, specialista del parlare papale papale: «Pisapia e premio alla coalizione? Così facciamo rientrare dalla finestra chi è uscito e ha umiliato il Pd promuovendo il no al referendum. Sarebbe peggio dell’Unione. Vi ricordate quando con Prodi c’erano 14 partiti e gli stessi ministri che la mattina erano in consiglio, il pomeriggio erano in piazza a protestare contro il governo. Vogliamo tornare a quella stagione?».
La domanda è retorica per Giachetti. Ma anche per Renzi e per tutto il gruppo di testa renziano, preoccupato di dover cedere qualche futuro seggio dei non troppi all’orizzonte.
Ma pure Pisapia lo esclude. Anche se teme l’abbraccio della sinistra, radicale e non, con tutto il suo passato che non passa di rancori incrociati. Ieri l’ex sindaco ha fatto il suo ennesimo endorsement per Orlando: «Non posso che auspicare un buon risultato per quel candidato che dice che si batterà per una coalizione di centrosinistra», ha risposto a chi lo intervistava. Non Renzi quindi. La replica: «No, infatti».
Per Orlando l’alleanza è l’asso per il voto di domani. Lo ha ripetuto a Torino in un’iniziativa con i Moderati di Giacomo Portas: «Alla fine sarà molto semplice: se vince Renzi si farà l’alleanza con Berlusconi, se vinco io si costruirà un nuovo centrosinistra. Penso che alla fine il congresso abbia messo a fuoco la questione cruciale».
martedì 25 aprile 2017
Viva il 25 aprile (bravo Sindaco ma togliti quel cappello)
Bravo il Sindaco Greppi, ha organizzato una degna celebrazione del 25 aprile. E che bello sia andato a rendere omaggio alla targa che ricorda Steiner, salvatore di tanti crescentinesi e non durante la Resistenza.
Un unico appunto: ma quando deciderà, lui e tutti gli altri, di togliersi il cappello da alpino durante questo genere di manifestazioni? Non c'entra, non c'entra...
Un unico appunto: ma quando deciderà, lui e tutti gli altri, di togliersi il cappello da alpino durante questo genere di manifestazioni? Non c'entra, non c'entra...
domenica 23 aprile 2017
Lampedusa: Il Pd Locale molla la sindaca Nicolini
Uno dei personaggi più popolari della scena amministrativa italiana è la sindaca di Lampedusa Giusi Nicolini: perfino Obama l'ha invitata all'ultima cena alla Casa Bianca, con altri nomi simbolici per la sua visione del mondo. E' stata proposta per il Nobel della pace, per la sua politica di accoglienza e garanzia dei disperati che arrivano sui barconi, si è occupata dei drammatici casi di bambini che vengono mandati soli... però però: durante la trasmissione Gazebo su Rai Tre l'altra sera, ha annunciato di ricandidarsi alle elezioni con una lista civica, e quindi di non correre con il Partito Democratico.
Sembrerebbe una follia, per una donna che ha così ben lavorato nella sua isola magica, dal mare bellissimo, il cui nome è ora conosciuto in tutto il mondo per motivi tutti diversi dal turismo.
Infatti si sono fatte sentire le prime voci da parte di alcuni esponenti del Pd: «Pur rispettando l’autonomia delle organizzazioni territoriali del Partito Democratico, considero veramente singolare che il Pd locale non abbia già deciso da tempo che Giusi Nicolini sia la nostra candidata a sindaco a Lampedusa» ha detto Gennaro Migliore del coordinamento nazionale della mozione Renzi.
«Considero improbabile che una delle figure più prestigiose a livello mondiale nella lotta per i diritti di donne, uomini e bambini non riceva il pieno e convinto sostegno di tutto il Partito Democratico. Tutti noi siamo orgogliosi del lavoro svolto da una donna e da un’amministratrice che da un avamposto dell’Europa ha saputo tracciarne la autentica vocazione contro ogni muro e chiusura. Oggi più che mai - ha concluso Migliore - Giusi Nicolini è la nostra sindaca».
Sembrerebbe una follia, per una donna che ha così ben lavorato nella sua isola magica, dal mare bellissimo, il cui nome è ora conosciuto in tutto il mondo per motivi tutti diversi dal turismo.
Infatti si sono fatte sentire le prime voci da parte di alcuni esponenti del Pd: «Pur rispettando l’autonomia delle organizzazioni territoriali del Partito Democratico, considero veramente singolare che il Pd locale non abbia già deciso da tempo che Giusi Nicolini sia la nostra candidata a sindaco a Lampedusa» ha detto Gennaro Migliore del coordinamento nazionale della mozione Renzi.
«Considero improbabile che una delle figure più prestigiose a livello mondiale nella lotta per i diritti di donne, uomini e bambini non riceva il pieno e convinto sostegno di tutto il Partito Democratico. Tutti noi siamo orgogliosi del lavoro svolto da una donna e da un’amministratrice che da un avamposto dell’Europa ha saputo tracciarne la autentica vocazione contro ogni muro e chiusura. Oggi più che mai - ha concluso Migliore - Giusi Nicolini è la nostra sindaca».
Ma Giusi conosce i suoi polli. E in tv ha spiegato: “il Pd è spaccato a Lampedusa, avrà un suo candidato. In questo momento ci sono quattro candidati: io, l’ex senatrice leghista Angela Maraventano, un ragazzo di destra che ora è 5 stelle e questo qui che è Pd”. "Questo qui" è l'ex sindaco Martello, che viene ricandidato dal PD locale.
Vi dice qualcosa questo sfasamento?
venerdì 21 aprile 2017
Visite agli impianti nucleari il 6/7 maggio
Purtroppo me ne sono accorta tardi, e tardi ne hanno dato notizia i quotidiani. Le iscrizioni infatti si sono chiuse il 20 aprile. Quello che segue è un annuncio pubblicato da Repubblica che racconta come sarà possibile visitare il 6 e 7 maggio gli impianti nucleari italiani, che sono stati un "vanto" della nostra zona. Conto che ne sia stata data notizia attraverso i Comuni: per noi, che siamo "di casa", sarebbe una esperienza da non perdere.
LE CENTRALI nucleari italiane riaprono le porte ai cittadini. Sabato 6 e domenica 7 maggio si terrà infatti la seconda edizione di "Open Gate", l'iniziativa con cui Sogin (Società Gestione Impianti Nucleari) offre l'opportunità al pubblico di visitare gli impianti nucleari italiani in fase di smantellamento. La prima edizione si era svolta nel 2015.
Come nella precedente edizione, l'iniziativa coinvolge le centrali nucleari di Trino Vercellese, che detenne il record mondiale di funzionamento ininterrotto a piena potenza, Caorso (Piacenza), la più grande centrale italiana, Latina, la prima a entrare in attività nel 1963, e Garigliano (Caserta). La novità di quest'anno è la possibilità di visitare l'impianto Eurex di Saluggia (Vercelli), destinato in passato alla ricerca sul riprocessamento del combustibile irraggiato.
Le visite dureranno circa due ore e saranno guidate dai tecnici Sogin, che racconteranno la storia degli impianti e descriveranno le modalità e le tecnologie adottate per smantellare in sicurezza le centrali nucleari e gestire i rifiuti radioattivi. Per i siti di Saluggia, Trino, Caorso e Garigliano sono previsti due tipi di percorso, in "zona controllata" e "zona non controllata". La "zona controllata" è un ambiente in cui l'accesso, per motivi di protezione dalle radiazioni ionizzanti, è regolamentato da procedure specifiche ed è vietato ai minori, mentre nella "zona non controllata" possono accedere, se accompagnati, anche i bambini dai sei anni in su. Nella sola centrale di Latina è programmato un unico percorso in "zona non controllata". Inoltre, sempre a Latina, le due giornate saranno anticipate da una visita didattica di circa 200 alunni del territorio pontino.
Per partecipare è necessario iscriversi sul sito internet www.sogin.it entro giovedì 20 aprile.
LE CENTRALI nucleari italiane riaprono le porte ai cittadini. Sabato 6 e domenica 7 maggio si terrà infatti la seconda edizione di "Open Gate", l'iniziativa con cui Sogin (Società Gestione Impianti Nucleari) offre l'opportunità al pubblico di visitare gli impianti nucleari italiani in fase di smantellamento. La prima edizione si era svolta nel 2015.
Come nella precedente edizione, l'iniziativa coinvolge le centrali nucleari di Trino Vercellese, che detenne il record mondiale di funzionamento ininterrotto a piena potenza, Caorso (Piacenza), la più grande centrale italiana, Latina, la prima a entrare in attività nel 1963, e Garigliano (Caserta). La novità di quest'anno è la possibilità di visitare l'impianto Eurex di Saluggia (Vercelli), destinato in passato alla ricerca sul riprocessamento del combustibile irraggiato.
Le visite dureranno circa due ore e saranno guidate dai tecnici Sogin, che racconteranno la storia degli impianti e descriveranno le modalità e le tecnologie adottate per smantellare in sicurezza le centrali nucleari e gestire i rifiuti radioattivi. Per i siti di Saluggia, Trino, Caorso e Garigliano sono previsti due tipi di percorso, in "zona controllata" e "zona non controllata". La "zona controllata" è un ambiente in cui l'accesso, per motivi di protezione dalle radiazioni ionizzanti, è regolamentato da procedure specifiche ed è vietato ai minori, mentre nella "zona non controllata" possono accedere, se accompagnati, anche i bambini dai sei anni in su. Nella sola centrale di Latina è programmato un unico percorso in "zona non controllata". Inoltre, sempre a Latina, le due giornate saranno anticipate da una visita didattica di circa 200 alunni del territorio pontino.
Per partecipare è necessario iscriversi sul sito internet www.sogin.it entro giovedì 20 aprile.
È possibile prenotarsi a una sola giornata e per un solo percorso di visita, scegliendo uno tra i diversi turni programmati dalla mattina fino al tardo pomeriggio. Potranno essere accolti complessivamente 3.240 visitatori: 320 a Saluggia, 800 a Trino, 760 a Caorso, 640 a Latina e 720 al Garigliano.
domenica 16 aprile 2017
Buona Pasqua a tutti
Buona Pasqua a tutti i Crescentinesi, con la speranza di poter presto ammirare anche l'interno della Resurrezione
venerdì 14 aprile 2017
Quel 25 aprile proibito a Crescentino
Solo una annotazione di grande tristezza, nel ricordarsi che il 25 Aprile, festa nazionale italiana, di questi tempi nel nostro Paesello sembra proprio non venire considerato.
Annullato e sostituito?
Dalle 9 del mattino al Parco Tournon è annunciata una lieta mostramercato florovivaistica, con allegato "mercatino enogastronomico e hobbistico".
Bravi, bravi. Una bella idea.
Viva la Resistenza.
(e comunque oggi 19 aprile vedo il manifesto del Comune e me ne congratulo: forza ragazzi, ce la farete)))
Annullato e sostituito?
Dalle 9 del mattino al Parco Tournon è annunciata una lieta mostramercato florovivaistica, con allegato "mercatino enogastronomico e hobbistico".
Bravi, bravi. Una bella idea.
Viva la Resistenza.
(e comunque oggi 19 aprile vedo il manifesto del Comune e me ne congratulo: forza ragazzi, ce la farete)))
martedì 11 aprile 2017
Giovanni Mongiano, eroe dei nostri giorni
L'attore, e direttore del Teatro Lieve a Fontanetto, in scena a Gallarate per un’ora e 25 minuti davanti alla platea vuota: “L’ho fatto per me e per il teatro”.
Dalle nostre parti può non rivelarsi una grande sorpresa, ma le passioni di Giovanni Mongiano, 66 anni, già libraio in Crescentino, diplomato allo Stabile, già attore per Sbragia e Bresson, sono queste. E lui ha seguito la propria passione, è andato avanti.
Sempre dalle nostre parti, comunque, il tener duro è un requisito indispensabile alla sopravvivenza, diciamocelo fra noi almeno.
Sempre dalle nostre parti, comunque, il tener duro è un requisito indispensabile alla sopravvivenza, diciamocelo fra noi almeno.
Ma queste sue ultime gesta non sono rimaste sconosciute al mondo.
Oggi Gramellini ne parla in prima pagina sul Corriere della Sera, e ne parla Alberto Mattioli su La Stampa, cominciando così:
"Per imperscrutabili ragioni, si dice che un teatro «fa forno» se gli spettatori in sala sono pochi. Sabato sera, il Teatro del Popolo di Gallarate era un forno per la pizza, un forno industriale, un forno al quadrato. Perché in platea, aspettando che si alzasse il sipario su Improvvisazioni di un attore che legge di e con Giovanni Mongiano, di spettatori non ce n’era nemmeno uno. Zero pubblico, vuoto completo, totale, assoluto. Super-mega-maxi-forno. Capita, si dirà.
Ma non era mai capitato quel che è successo dopo. Mongiano, invece di annullare la rappresentazione e andarsene a casa, l'ha fatta, nonostante tutto e tutti. E ha recitato il suo testo, un'ora e 20 minuti di monologo, davanti a una platea che nel frattempo si era "riempita" con due-spettatori-due, la cassiera e il tecnico di palcoscenico. "E' stato in impulso irresistibile, una questione di rispetto per me stesso e per il teatro", racconta.
Evvai Giovanni, siamo tutti con te. Do it again
domenica 9 aprile 2017
"pulire a fini politici", l'ultima gag del vice Speranza
E niente, non gli va proprio giù nessuno al Vicesindaco Speranza, che non sia della sua parte. Dopo aver fatto l'uomo-panino sulla questione migranti, ha visto con raccapriccio due parti "nemiche" - i migranti medesimi e qualche sopravvissuto di Centro-Sinistra - coalizzarsi per fare un'azione virtuosa non a proprio tornaconto (come a lui magari sembrerebbe naturale) ma per la città e i suoi dintorni.
E chissà se c'era anche qualche calabrese, nel volenteroso gruppetto, da mandare a benedire.
Comunque, dice lui Speranza, non dovevano: come si permettono di pulire? E perché pulivano? "Mi permetto di dirlo, questo tipo di raccolta non è avvenuta per un fine ambientale bensì per scopi politici".
Ah si?
Pensa te. Vivere in un luogo pulito, con dintorni puliti, è uno scopo politico.
Tutto sommato è vero, a pensarci bene. Una città pulita è un diritto di ogni cittadino che paghi le tasse.
Allora ci si guarda intorno, si sospira, e si attende che a Crescentino ritorni la politica (con comodo, per carità).
E chissà se c'era anche qualche calabrese, nel volenteroso gruppetto, da mandare a benedire.
Comunque, dice lui Speranza, non dovevano: come si permettono di pulire? E perché pulivano? "Mi permetto di dirlo, questo tipo di raccolta non è avvenuta per un fine ambientale bensì per scopi politici".
Ah si?
Pensa te. Vivere in un luogo pulito, con dintorni puliti, è uno scopo politico.
Tutto sommato è vero, a pensarci bene. Una città pulita è un diritto di ogni cittadino che paghi le tasse.
Allora ci si guarda intorno, si sospira, e si attende che a Crescentino ritorni la politica (con comodo, per carità).
venerdì 7 aprile 2017
I doppiogiochisti, Calderoli, il PD (e Tasso, e Allegranza...)
La sapete, no, quella della presidenza della Commissione degli Affari Costituzionali? Il dentista Calderoli ha candidamente raccontato a chiunque di essere stato l'artefice del ribaltone che ha portato alla prestigiosa carica l'alfaniano (ormai ex alfaniano, anzi) Torrisi: "Ho lavorato sia su Maggioranza che Opposizione, ma anche su Sinistra Italiana e 5Stelle".
Il candidato originario, si ricorderà, era il piddino Giorgio Pagliari: il candidato di Renzi, il quale poi ha utilizzato l'episodio per dimostrare che ormai non esiste altra possibilità che andare alle urne in autunno. Peccato che Mattarella non ne voglia sapere, e che non abbia nemmeno aperto la porta a Orfini che voleva scavare un varco alla possibilità. Niente elezioni, niente da fare.
Torrisi l'hanno votato un sacco di Dem, tra l'altro, e non si dimetterà manco morto.
Anche questo episodio - che ha riempito le cronache prima dell'orribile attentato di Stoccolma e dei venti di guerra che scuotono Russia, America e anche tutti noi che non contiamo un tubo - la dice lunga sullo sfilacciamento della politica e sull'urgenza (con una legge, beninteso, che ancora non c'è) di andare alle urne.
Sul doppio gioco si è costruito molto terreno politico, nel grande ma anche nel piccolo: Fiorenzo Tasso che andava dal notaio con l'opposizione per mandare a casa Greppi nel 2008, Allegranza che aspettava che partissi per Sanremo per scrivere a tutti i giornali quanto incapace io fossi... così va quel mondo, e che sollievo esserne lontani.
Come diceva giustamente Greppi a Mauro Novo: ditecelo in faccia, così non sprechiamo tempo. seeeeeee
Bisogna avere il pelo sullo stomaco, per vivere agevolmente in quegli ambienti. Non dico che tutti siano privi di senso etico: ma quello non basta e da certe parti fa ridere i polli. Di Berlinguer ne nasce uno ogni 100 anni. Adesso, non ne vedo in giro (né di qua, né di là, né sul grande né sul piccolo).
Povero PD, che voleva essere un grande partito democratico ed è finito a farsi maneggiare da Calderoli (complice il malcontento verso il vincitore annunciato delle primarie Renzi).
Il candidato originario, si ricorderà, era il piddino Giorgio Pagliari: il candidato di Renzi, il quale poi ha utilizzato l'episodio per dimostrare che ormai non esiste altra possibilità che andare alle urne in autunno. Peccato che Mattarella non ne voglia sapere, e che non abbia nemmeno aperto la porta a Orfini che voleva scavare un varco alla possibilità. Niente elezioni, niente da fare.
Torrisi l'hanno votato un sacco di Dem, tra l'altro, e non si dimetterà manco morto.
Anche questo episodio - che ha riempito le cronache prima dell'orribile attentato di Stoccolma e dei venti di guerra che scuotono Russia, America e anche tutti noi che non contiamo un tubo - la dice lunga sullo sfilacciamento della politica e sull'urgenza (con una legge, beninteso, che ancora non c'è) di andare alle urne.
Sul doppio gioco si è costruito molto terreno politico, nel grande ma anche nel piccolo: Fiorenzo Tasso che andava dal notaio con l'opposizione per mandare a casa Greppi nel 2008, Allegranza che aspettava che partissi per Sanremo per scrivere a tutti i giornali quanto incapace io fossi... così va quel mondo, e che sollievo esserne lontani.
Come diceva giustamente Greppi a Mauro Novo: ditecelo in faccia, così non sprechiamo tempo. seeeeeee
Bisogna avere il pelo sullo stomaco, per vivere agevolmente in quegli ambienti. Non dico che tutti siano privi di senso etico: ma quello non basta e da certe parti fa ridere i polli. Di Berlinguer ne nasce uno ogni 100 anni. Adesso, non ne vedo in giro (né di qua, né di là, né sul grande né sul piccolo).
Povero PD, che voleva essere un grande partito democratico ed è finito a farsi maneggiare da Calderoli (complice il malcontento verso il vincitore annunciato delle primarie Renzi).
martedì 4 aprile 2017
Grazie degli auguri
Ieri 3 aprile ho compiuto 70 anni. Essendo i miei genitori morti giovani (entrambi lo stesso anno, papà d'infarto e mamma di cancro, lui 56 e lei 49) un po' stupita lo sono, di essere ancora viva malgrado uno stile di vita non proprio rilassato, e ho dunque festeggiato in questi giorni, in tutti i luoghi e in tutti i laghi.
Quando il 3 era ormai finito è arrivato (via blog di Mauro Novo) il regalo del sindaco Greppi, gli auguri e la maliziosa attribuzione di "vecchietta" (nella quale non vedo, da parte sua, un colore di simpatia). Già, mi debbo abituare anche a questo, nel frattempo auguro pure a lui di diventare "vecchietto", che vuol sempre dire (non scordarselo mai) non morire giovani.
La vita (come dice il film di Benigni) è bella, anche nei suoi anfratti più difficili e misteriosi, anche con le rabbie e le impotenze. Di questo la vita è fatta, soprattutto. Io sono stata molto fortunata, anche in mezzo a grandi dolori e a preoccupazioni che sono tornate a farsi vive.
Partendo dal Bar della Stazione, ho potuto studiare, girare il mondo, incontrare gente interessantissima (da Paul McCartney ad Allegranza, da Bono degli U2 al consigliere Mosca, da Madonna a Greppi che ho avuto l'onore di vedere sempre all'opposizione) e sposare un uomo meraviglioso.
Ho avuto anche l'onore di essere per due volte sindaca della mia città, la prima donna della storia del nostro amato Paese: due volte brevi, per mia scelta sempre, di un solo mandato. Sono fiera di essere stata rieletta a distanza di dieci anni.
Dico questo perché giova ricordare che non mi sono seduta da sola in Piazza Caretto, mi hanno votata. In tanti tendono a dimenticarlo.
E non voglio questa volta mettermi lì a spulciare tutte le piccole e grandi cattiverie delle quali il discorso di Greppi è intessuto: ho già visto il primo commento da Mauro:
"Greppi porti pazienza ma...
Negli ultimi 18 anni lei è stato sindaco per 13 e adesso tutti i mali di crescentino sono colpa della venegoni.
Pensa te se mi tocca anche difendere la venegoni....dove siamo finiti :-)
Quando il 3 era ormai finito è arrivato (via blog di Mauro Novo) il regalo del sindaco Greppi, gli auguri e la maliziosa attribuzione di "vecchietta" (nella quale non vedo, da parte sua, un colore di simpatia). Già, mi debbo abituare anche a questo, nel frattempo auguro pure a lui di diventare "vecchietto", che vuol sempre dire (non scordarselo mai) non morire giovani.
La vita (come dice il film di Benigni) è bella, anche nei suoi anfratti più difficili e misteriosi, anche con le rabbie e le impotenze. Di questo la vita è fatta, soprattutto. Io sono stata molto fortunata, anche in mezzo a grandi dolori e a preoccupazioni che sono tornate a farsi vive.
Partendo dal Bar della Stazione, ho potuto studiare, girare il mondo, incontrare gente interessantissima (da Paul McCartney ad Allegranza, da Bono degli U2 al consigliere Mosca, da Madonna a Greppi che ho avuto l'onore di vedere sempre all'opposizione) e sposare un uomo meraviglioso.
Ho avuto anche l'onore di essere per due volte sindaca della mia città, la prima donna della storia del nostro amato Paese: due volte brevi, per mia scelta sempre, di un solo mandato. Sono fiera di essere stata rieletta a distanza di dieci anni.
Dico questo perché giova ricordare che non mi sono seduta da sola in Piazza Caretto, mi hanno votata. In tanti tendono a dimenticarlo.
E non voglio questa volta mettermi lì a spulciare tutte le piccole e grandi cattiverie delle quali il discorso di Greppi è intessuto: ho già visto il primo commento da Mauro:
"Greppi porti pazienza ma...
Negli ultimi 18 anni lei è stato sindaco per 13 e adesso tutti i mali di crescentino sono colpa della venegoni.
Pensa te se mi tocca anche difendere la venegoni....dove siamo finiti :-)
Detto da uno che si firma TG4, dunque berlusconista, mi sembra possa bastare.
Diverse sono le nostre culture, le frequentazioni, gli studi, i viaggi, la vita, le abitudini. Normale che abbiamo idee diverse, modi diversi di fare.
La nostra piccola storia dirà invece chi aveva torto o ragione, chi ha lasciato un segno per la città e chi meno. Ognuno si può guardare intorno e dare il proprio giudizio.
Una cosa sola, infine. Il vero orgoglio, per me, è che mai nessuno ha potuto pensare che abbia agito per interesse personale. Non ho fatto assumere figli, non ho ambìto a posizioni politiche superiori (mi è stato proposto, ma trovo noiosissimi questi mezzi livelli di potere per i quali c'è gente che si sbrana), non ho case da ristrutturare né aziende da difendere. Sono una persona libera e ringrazio Dio per questo.
Diverse sono le nostre culture, le frequentazioni, gli studi, i viaggi, la vita, le abitudini. Normale che abbiamo idee diverse, modi diversi di fare.
La nostra piccola storia dirà invece chi aveva torto o ragione, chi ha lasciato un segno per la città e chi meno. Ognuno si può guardare intorno e dare il proprio giudizio.
Una cosa sola, infine. Il vero orgoglio, per me, è che mai nessuno ha potuto pensare che abbia agito per interesse personale. Non ho fatto assumere figli, non ho ambìto a posizioni politiche superiori (mi è stato proposto, ma trovo noiosissimi questi mezzi livelli di potere per i quali c'è gente che si sbrana), non ho case da ristrutturare né aziende da difendere. Sono una persona libera e ringrazio Dio per questo.
Grazie degli auguri, a tutti quelli che me li hanno fatti.
sabato 1 aprile 2017
Congresso PD, lite Renzi-Orlando. D'Alema: Renzi perderà le politiche
Non sono tutte rose e fiori sui partiti, e non è che nel PD vada diversamente. I dati su voti e partecipazione degli iscritti vengono contestati, il Guardasigilli dice "Stop alle anomalie" e si ritira da qualche convention.
No buono.
Così ci racconta la vicenda amara di questi giorni Giovanna Casadio su "La Repubblica" di oggi.
Come finirà?
«Di questo passo dovremo chiedere una ulteriore verifica dell' anagrafe degli iscritti del Pd». Attacca Andrea Martella, coordinatore della mozione del ministro Guardasigilli Andrea Orlando al congresso dem. «La commissione del congresso ha già certificato il tesseramento».
Replicano dal Nazareno, sede del Pd. Ma è uno scontro a colpi di cifre tra Orlando e il segretario uscente Renzi. Mentre arrivano ricorsi: giovedì ce n' erano un' altra decina sul tavolo della commissione per il congresso.
Orlando quindi ha deciso di sfilarsi dai congressi nei circoli di Crotone, Cassino nel frusinate, Barletta in Puglia, Pompei, Scampia, Castellammare di Stabia, San Carlo all' Arena, Quarto nel napoletano e nel circolo romano "Ambiente e salute". Non ci vede chiaro il ministro. Dice: «Il rispetto delle regole è inderogabile».
E sta valutando se dare forfait anche a Reggio Calabria. Mentre i suoi supporter denunciano caso per caso: «A Cassino registriamo un tesseramento con numeri ingiustificati che ha avuto come conseguenza le dimissioni del commissario di circolo. A Castellammare, Pompei e Quarto non esistono le condizioni minime per tenere i congressi, così come nei quartieri di Scampia e San Carlo, quest' ultimo finito sotto i riflettori per un tesseramento più che anomalo...».
Mancano 48 ore e 4 mila circoli alla chiusura domani sera del primo atto del congresso dem, quello che si tiene tra gli iscritti al partito e che dovrebbe servire a "scremare" i candidati che si sfideranno alle primarie del 30 aprile. Non più di tre e che abbiano raggiunto almeno il 5% . Questa volta gli sfidanti del Pd sono solo tre. Però Michele Emiliano, il governatore della Puglia, arranca nei circoli al 3,70 per cento. Dato accolto con ironia dall' outsider Emiliano: «Abbiamo voluto creare un po' di pathos, lo scopo è questo. Ma la soglia del 5% dovrebbe già essere stata superata». I dati divergono. Orlando pubblica quelli di 1.400 circoli sui 6.324 e conteggia: Renzi al 64,6%; Orlando al 30,4% e Emiliano al 5%.
Renzi ne fornisce di diversi su 2000 circoli: l' ex segretario sarebbe stabilmente in testa con il 69,18%; Orlando al 27% e Emiliano al 3,7%. Passano poche ore e dal quartier generale di Emiliano sono diffusi altri numeri: su 55 mila 428 voti validi tra gli iscritti (che sono 420 mila) Emiliano ha già il 5,6% (Orlando il 26,9% e Renzi il 67,5).Francesco Boccia parla di «valanga che arriverà dal Sud nelle prossime ore». Ed è scontro anche sull' affluenza: sfiora il 60% per Renzi, solo un iscritto su due (il 54%) per Orlando vota. Numeri bassi, anzi irrilevanti per Massimo D' Alema, uscito dal Pd e ora tra i leader di Mdp. Che stronca: «Sono numeri davvero modesti, alla fine se andranno a votare in 200 mila sarà un grande risultato».
Danno la misura, per D'Alema, di quello che sta accadendo, cioé di un Pd diventato solo PdR, partito renziano. Ma soprattutto lasciano «prevedere una sconfitta perché il Pd tende a perdere una quota crescente del suo elettorato tradizionale e non ne conquista di nuovo, in particolare tra i giovani dove è più clamoroso il fallimento del renzismo». Spiega il lìder Massimo che non ha quindi nessun rimpianto per avere lasciato i Dem: «L' unico vero trauma della mia vita è stato quando non sono più stato iscritto al Pci».
Iscriviti a:
Post (Atom)