domenica 30 gennaio 2011
"Porrajmos", l'altra faccia della Shoah in mostra a Crescentino
In pochi conoscono il significato della parola «porrajmos», anche se fa parte della nostra storia tanto quanto la Shoah. Vuol dire «divoramento», in lingua sinti. E racchiude in sé tutta l’atrocità del destino subito, al pari degli ebrei, da sinti e rom. E’ anche il titolo della mostra allestita nella sala consiliare del Comune di Crescentino dall’Istituto per la Storia della Resistenza di Biella e Vercelli.
«Abbiamo scelto Crescentino – spiega il direttore dell’istituto, Enrico Pagano - seguendo le vicende legate alla presenza nel paese di un campo rom. Il nostro intento è quello di diffondere il più possibile la storia di queste persecuzioni, di cui pochi hanno notizia e memoria». E il sindaco, Marinella Venegoni, ha accolto subito con interesse la proposta.
«Porrajmos. Altre tracce di un sentiero per Auschwitz» si snoda attraverso una trentina di pannelli espositivi con immagini, fotografie e testimonianze scelte tra la scarsa produzione storiografica di rom e sinti. L’Europa nazista e fascista fu il teatro dell’annientamento di almeno metà dell’intera popolazione nomade europea: 500 mila uomini, donne e bambini uccisi, deportati nei lager e seviziati, vittime di esperimenti medici, sterminati nelle camere a gas e nei forni crematori.
Ma in nessuno dei processi ai nazisti, nemmeno in quello di Norimberga, la loro tragedia ebbe spazio: solo nel 1980 il governo tedesco riconobbe ufficialmente la persecuzione razziale. E neanche la legge del 2000 che istituisce il Giorno della Memoria ricorda lo sterminio di rom e sinti.
Eppure Porrajmos e Shoah sono stati generati dalla stessa Europa cristiana e cattolica in cui viviamo oggi: «Ci appartengono intimamente - aggiunge Pagano - e per non perpetrare l’oblio nel quale si rischia di cancellarli, ecco iniziative come questa».
La mostra resterà aperta fino al 7 febbraio, dal lunedì al venerdì, dalle 8,30 alle 12,30. L’esposizione, presentata per la prima volta a Biella in occasione del «Giorno della Memoria» nel 2008 e realizzata dall’istituto di cultura Sinta di Mantova con l’associazione Nevo Drom di Bolzano, è curata da Carlo Berini e Paola Dispoto e ha il patrocinio dell’assessorato alla Cultura di Crescentino e della Regione.
Esposta anche in altre città piemontesi, nel Vercellese registra la sua prima assoluta a Crescentino in occasione della celebrazione 2011 del Giorno della Memoria.
(da "La Stampa" del 30 gennaio, di Laura Di Caro)
«Abbiamo scelto Crescentino – spiega il direttore dell’istituto, Enrico Pagano - seguendo le vicende legate alla presenza nel paese di un campo rom. Il nostro intento è quello di diffondere il più possibile la storia di queste persecuzioni, di cui pochi hanno notizia e memoria». E il sindaco, Marinella Venegoni, ha accolto subito con interesse la proposta.
«Porrajmos. Altre tracce di un sentiero per Auschwitz» si snoda attraverso una trentina di pannelli espositivi con immagini, fotografie e testimonianze scelte tra la scarsa produzione storiografica di rom e sinti. L’Europa nazista e fascista fu il teatro dell’annientamento di almeno metà dell’intera popolazione nomade europea: 500 mila uomini, donne e bambini uccisi, deportati nei lager e seviziati, vittime di esperimenti medici, sterminati nelle camere a gas e nei forni crematori.
Ma in nessuno dei processi ai nazisti, nemmeno in quello di Norimberga, la loro tragedia ebbe spazio: solo nel 1980 il governo tedesco riconobbe ufficialmente la persecuzione razziale. E neanche la legge del 2000 che istituisce il Giorno della Memoria ricorda lo sterminio di rom e sinti.
Eppure Porrajmos e Shoah sono stati generati dalla stessa Europa cristiana e cattolica in cui viviamo oggi: «Ci appartengono intimamente - aggiunge Pagano - e per non perpetrare l’oblio nel quale si rischia di cancellarli, ecco iniziative come questa».
La mostra resterà aperta fino al 7 febbraio, dal lunedì al venerdì, dalle 8,30 alle 12,30. L’esposizione, presentata per la prima volta a Biella in occasione del «Giorno della Memoria» nel 2008 e realizzata dall’istituto di cultura Sinta di Mantova con l’associazione Nevo Drom di Bolzano, è curata da Carlo Berini e Paola Dispoto e ha il patrocinio dell’assessorato alla Cultura di Crescentino e della Regione.
Esposta anche in altre città piemontesi, nel Vercellese registra la sua prima assoluta a Crescentino in occasione della celebrazione 2011 del Giorno della Memoria.
(da "La Stampa" del 30 gennaio, di Laura Di Caro)
sabato 29 gennaio 2011
Non solo ribellione
Gli egiziani pensano a Mubarak e si ribellano, i tunisini pensano a Ben Ali e si ribellano, gli albanesi pensano a Berisha e si ribellano, gli italiani pensano a Berlusconi e si masturbano
(Dai pensieri di Jena, La Stampa, 29 gennaio 2011)
"Prova a metterti nei panni di Berlusconi...
Panni? Quali panni?"
(Dai Panni di Jena, La Stampa, 30 gennaio 2011)
venerdì 28 gennaio 2011
I container e quei simpaticoni della Regione
Il 20 gennaio è arrivata in Comune una lettera della Direzione Opere Pubbliche, Difesa del Suolo, Economia Montana e Foreste della Regione Piemonte, con la quale il dirigente incaricato chiede la restituzione dei suoi moduli abitativi - cioè i container sulla Statale nei quali la famiglia Rom di 6 persone ha fin qui passato l'inverno - perché in un sopralluogo non è stato ravvisato un loro impiego coerente con la richiesta del Comune. E citano le nostre motivazioni: "...per sopperire all'emergenza abitativa sempre più crescente nel nostro territorio, dovuta all'aumento degli sfratti esecutivi". Secondo loro, motivazioni inesistenti.
La lettera tira in ballo pure una tesi cara a molti che ne hanno fatto un cavallo di battaglia contro l'Amministrazione, per il campo nomadi provvisoriamente messo su dal Comune proprio per far fronte all'emergenza abitativa. Si legge: "i moduli sono stati ubicati all'interno di un'area di proprietà comunale adibita a campo nomadi abusivo". Cosa non vera.
Bene. I nomadi hanno distrutto le loro casette ottemperando a un ordine del Comune, e sono rimasti perciò senza casa. Per questo sono stati chiesti i container alla Protezione Civile, appunto per emergenza abitativa.
Mi ha impressionato l'assoluta assenza, nella lettera della Regione, di riferimento a qualunque essere umano stia lì dentro: come se sei persone - due genitori che da almeno 16 anni vivono lì, 4 figlie tre delle quali minori - non esistessero, ed esistesse solo il problema container.
Ho cercato l'assessore della Regione Ravello, ho lasciato il mio numero di telefono. Non mi ha richiamata. Scortesia istituzionale? E' vero, non appartengo alla sua formazione politica: ma basta, questo, per non richiamare un sindaco che ti cerca?
Si potrebbe intavolare una battaglia, sul tema, con quei simpaticoni della Regione. Ma non lo faremo. Troveremo un'altra soluzione per la vita di queste persone che sono residenti qui da tanti anni e non se ne vogliono andare, con l'augurio che alle figlie possa toccare un futuro migliore rispetto ai loro genitori.
Con l'augurio, anche, che sia per sempre bandita la storia che ci racconta la Mostra ora esposta in Comune in occasione del Giorno della Memoria, dove si parla delle persecuzioni dei Rom durante il Nazismo, e dei loro bimbetti simpaticamente seppelliti vivi.
mercoledì 26 gennaio 2011
In Comune Mostra per il Giorno della Memoria
Si inaugura giovedì 26 gennaio alle ore 17, in occasione della Giornata della Memoria, nell'atrio del Comune di Crescentino, la mostra "Porrajmos-altre tracce del sentiero per Auschwitz", realizzata dall'Istituto di Cultura Sinta di Mantova e dall'Associazione Nevo Drom di Bolzano. Il progetto è a cura dell'Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nelle province di Biella e di Vercelli "Cino Moscatelli".
La Mostra rimarrà aperta fino al 7 febbraio.
Siete tutti invitati a partecipare all'inaugurazione, e non perdetevi la Mostra.
La Mostra rimarrà aperta fino al 7 febbraio.
Siete tutti invitati a partecipare all'inaugurazione, e non perdetevi la Mostra.
sabato 22 gennaio 2011
Kennedy, parole valide 50 anni dopo
Il 20 gennaio del 1961, in un discorso, il presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy pronunciava una frase celeberrima, e ancora utile:
"Non chiedete che cosa il vostro Paese può fare per voi, ma cosa voi potete fare per il vostro Paese".
"Non chiedete che cosa il vostro Paese può fare per voi, ma cosa voi potete fare per il vostro Paese".
mercoledì 19 gennaio 2011
Rosso indagato per Terre d'Acqua
Da "La Stampa" del 18 gennaio 2011 - edizione Vercelli
di Roberta Martini
Spuntano sei nomi nell’inchiesta su Terre d’acqua. Sono in calce alla notifica, con la proroga delle indagini, chiesta dalla procura che sui conti della Fondazione ha disposto una perizia contabile. E sono i nomi dei sei indagati: Roberto Rosso, Alessandro Giolito, Tino Candeli, Nicola Sirchia, Roberto Saviolo e Gianfranco Chessa.Finora era nota soltanto la posizione di Alessandro Giolito, ex assessore di Trino ed ex componente del Consiglio di amministrazione di Terre d’acqua: per questa doppia posizione è indagato per abuso d’ufficio.
E’ la prima volta invece in cui emerge il nome del parlamentare trinese Roberto Rosso, che di Terre d’acqua è stato l’artefice. Le ipotesi d’accusa per il deputato, e oggi coordinatore regionale del Fli, sono peculato (in un periodo compreso tra il 2005 e il 2008), turbata libertà dei pubblici incanti (in un periodo precedente il febbraio 2007) e truffa aggravata per ottenere erogazioni pubbliche (in più occasioni, dal febbraio al dicembre 2007). Ancora peculato, turbata libertà dei pubblici incanti e truffa sono le ipotesi d’accusa per il libero professionista casalese Nicola Sirchia, il solo peculato per il commercialista e consigliere comunale vercellese Tino Candeli. L’ex assessore provinciale Roberto Saviolo è indagato invece per concussione, con episodi legati all’estate del 2006, mentre per l’ex direttore generale della Provincia Gianfranco Chessa l’ipotesi d’accusa è la truffa aggravata. Roberto Rosso, Alessandro Giolito, Nicola Sirchia e Tino Candeli sono chiamati in causa come amministratori della Fondazione, Gianfranco Chessa e Roberto Saviolo come rappresentanti della Provincia nei confronti di Terre d’acqua.
Altri dettagli dell’inchiesta, condotta dalla sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri e coordinata dal sostituto procuratore Pier Luigi Pianta, al momento non emergono. La nuova perizia - è l’unico commento degli inquirenti - è anche a tutela degli interessi degli indagati. Restano invece le notizie dei sequestri di documenti dalla sede trinese della Fondazione, in corso Italia, e la lunga serie di interrogatori a Palazzo di giustizia di Vercelli di persone che, per ragioni diverse, hanno ricevuto compensi dalla Fondazione, nata nel 2005 come società consortile a responsabilità limitata, controllata per il 62,5 per cento dalla Provincia e per il 37,5 dal Comune di Trino.L’ex assessore Giolito, già in settembre, si era detto tranquillo: il suo ruolo era contemplato dallo statuto del Comune di Trino.
Oggi è invece Roberto Rosso a parlare: «Mi sembra una follia. Abbiamo evitato di toccare noi i soldi, infatti la Fondazione ha un amministratore delegato. Non abbiamo mai fatto grandi cose. Non abbiamo preso o estorto denaro: sfido chiunque a dimostrare il contrario». Tranquillità è anche la parola d’ordine del parlamentare di Trino: «E’ giusto che la magistratura verifichi. E confido che venga dimostrata la completa estraneità ad ogni accusa. Siamo tranquilli di non aver fatto nulla di cui poterci vergognare». Anzi, Rosso capovolge il concetto: «Questa è una vicenda legata a iniziative culturali di cui sono orgoglioso, che non credo possano aver creato scompensi di qualsiasi tipo».Tra le ipotesi d’accusa il peculato e la truffa per ottenere erogazioni pubbliche.
di Roberta Martini
Spuntano sei nomi nell’inchiesta su Terre d’acqua. Sono in calce alla notifica, con la proroga delle indagini, chiesta dalla procura che sui conti della Fondazione ha disposto una perizia contabile. E sono i nomi dei sei indagati: Roberto Rosso, Alessandro Giolito, Tino Candeli, Nicola Sirchia, Roberto Saviolo e Gianfranco Chessa.Finora era nota soltanto la posizione di Alessandro Giolito, ex assessore di Trino ed ex componente del Consiglio di amministrazione di Terre d’acqua: per questa doppia posizione è indagato per abuso d’ufficio.
E’ la prima volta invece in cui emerge il nome del parlamentare trinese Roberto Rosso, che di Terre d’acqua è stato l’artefice. Le ipotesi d’accusa per il deputato, e oggi coordinatore regionale del Fli, sono peculato (in un periodo compreso tra il 2005 e il 2008), turbata libertà dei pubblici incanti (in un periodo precedente il febbraio 2007) e truffa aggravata per ottenere erogazioni pubbliche (in più occasioni, dal febbraio al dicembre 2007). Ancora peculato, turbata libertà dei pubblici incanti e truffa sono le ipotesi d’accusa per il libero professionista casalese Nicola Sirchia, il solo peculato per il commercialista e consigliere comunale vercellese Tino Candeli. L’ex assessore provinciale Roberto Saviolo è indagato invece per concussione, con episodi legati all’estate del 2006, mentre per l’ex direttore generale della Provincia Gianfranco Chessa l’ipotesi d’accusa è la truffa aggravata. Roberto Rosso, Alessandro Giolito, Nicola Sirchia e Tino Candeli sono chiamati in causa come amministratori della Fondazione, Gianfranco Chessa e Roberto Saviolo come rappresentanti della Provincia nei confronti di Terre d’acqua.
Altri dettagli dell’inchiesta, condotta dalla sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri e coordinata dal sostituto procuratore Pier Luigi Pianta, al momento non emergono. La nuova perizia - è l’unico commento degli inquirenti - è anche a tutela degli interessi degli indagati. Restano invece le notizie dei sequestri di documenti dalla sede trinese della Fondazione, in corso Italia, e la lunga serie di interrogatori a Palazzo di giustizia di Vercelli di persone che, per ragioni diverse, hanno ricevuto compensi dalla Fondazione, nata nel 2005 come società consortile a responsabilità limitata, controllata per il 62,5 per cento dalla Provincia e per il 37,5 dal Comune di Trino.L’ex assessore Giolito, già in settembre, si era detto tranquillo: il suo ruolo era contemplato dallo statuto del Comune di Trino.
Oggi è invece Roberto Rosso a parlare: «Mi sembra una follia. Abbiamo evitato di toccare noi i soldi, infatti la Fondazione ha un amministratore delegato. Non abbiamo mai fatto grandi cose. Non abbiamo preso o estorto denaro: sfido chiunque a dimostrare il contrario». Tranquillità è anche la parola d’ordine del parlamentare di Trino: «E’ giusto che la magistratura verifichi. E confido che venga dimostrata la completa estraneità ad ogni accusa. Siamo tranquilli di non aver fatto nulla di cui poterci vergognare». Anzi, Rosso capovolge il concetto: «Questa è una vicenda legata a iniziative culturali di cui sono orgoglioso, che non credo possano aver creato scompensi di qualsiasi tipo».Tra le ipotesi d’accusa il peculato e la truffa per ottenere erogazioni pubbliche.
martedì 18 gennaio 2011
Il Coro di Crescentino, il tiro al piccione e il Silenzio
Nel Consiglio Comunale di oggi pomeriggio, su proposta di Fabrizio Greppi, anche il Coro Città di Crescentino diretto dal maestro Cortese è stato proclamato Gruppo di interesse comunale, dopo che il Maestro ha firmato una dichiarazione nella quale s'impegna a costituire una Associazione: il Coro diventerà una realtà stabile, come la Banda, della quale Emilio - nel frattempo molto tranquillo - ci ha raccontato in sala del Consiglio la storia che affonda i suoi inizi nell'800.
Bella serata, che pensavo esente per una volta (visto l'argomento unificante, la musica) dal Tiro al Piccione (io, il sindaco). Invece il Consigliere Speranza ha ritenuto che fosse il momento opportuno per rimproverarmi di aver "criticato la banda nell'occasione del concerto di Natale, fatta da volontari che sottraggono tempo alla loro vita".
Ohibò. Non son stata al concerto di Natale, ma al finale del pranzo della Banda, nel corso del quale ho suggerito - bonariamente - ai fiati di prepararsi di più. E' un'offesa? In vita mia, per mestiere, ho registrato le stonature di Liza Minnelli come di Ligabue, di Vasco o di Springsteen (capita, capita) e debbo stare zitta se sento una nota falsa quando nelle cerimonie ufficiali suona Il Silenzio?
Non mi risulta che si possa migliorare a forza di (finti) complimenti, magari quel musicista (di cui non so il nome, e non mi importa) farà qualche esercizio in più, che gioverà al suo percorso di passione, e lo farà maggiormente gradire quando si cimenta in pubblico.
Consiglio Comunale per la Banda, e per il coro Città di Crescentino
Oggi alle 17,30 (un'ora che il Ministero dei Beni Culturali ritiene congrua, tanto che ha chiesto a tutti i Consigli Comunali italiani di riunirsi oggi, e tutti proprio a quest'ora) ci riuniremo - Maggioranza e Opposizione - in Consiglio, nella sala del nostro Comune, dove vorremo riconoscere come gruppo d'interesse comunale l'Associazione Musicale Luigi Arditi, e proporremo di inserire nel bilancio di previsione 2011 la voce "Contributo per la valorizzazione delle attività del gruppo di Musica popolare e amatoriale".
Il provvedimento verrà poi inviato al Presidente del Tavolo Nazionale per la promozione della Musica Popolare e Amatoriale, presso il Ministero dei Beni Culturali.
A che cosa serve, questa piccola cerimonia? E' una specie di consacrazione per quei gruppi che operano sul territorio senza scopo di lucro, come accade alle Bande, e promuovono la nostra musica e partecipano alle manifestazioni ufficiali e non, nel corso dell'anno.
Con una lettera, il Ministero ci ha invitati a tenere un Consiglio dedicato, oggi alle 17,30, in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia.
La nostra banda verrà riconosciuta, come le altre dei Comuni che aderiscono all'iniziativa, di Interesse Nazionale.
E' un grazie a chi occupa il suo tempo libero all'interno di queste realtà, che fanno da colonna sonora alla vita di ogni comunità.
Ci è sembrata una bella cosa. Tanto più bella, quasi romantica, suona oggi, con le notizie che arrivano dai Tg, dove si racconta un'Italia del potere e della crapula che niente ha a che vedere con le persone normali, e con le difficoltà della loro vita di tutti i giorni.
(l'Emilio è agitatissimo: stai tranquillo, Emilio, andrà tutto bene)
Il provvedimento verrà poi inviato al Presidente del Tavolo Nazionale per la promozione della Musica Popolare e Amatoriale, presso il Ministero dei Beni Culturali.
A che cosa serve, questa piccola cerimonia? E' una specie di consacrazione per quei gruppi che operano sul territorio senza scopo di lucro, come accade alle Bande, e promuovono la nostra musica e partecipano alle manifestazioni ufficiali e non, nel corso dell'anno.
Con una lettera, il Ministero ci ha invitati a tenere un Consiglio dedicato, oggi alle 17,30, in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia.
La nostra banda verrà riconosciuta, come le altre dei Comuni che aderiscono all'iniziativa, di Interesse Nazionale.
E' un grazie a chi occupa il suo tempo libero all'interno di queste realtà, che fanno da colonna sonora alla vita di ogni comunità.
Ci è sembrata una bella cosa. Tanto più bella, quasi romantica, suona oggi, con le notizie che arrivano dai Tg, dove si racconta un'Italia del potere e della crapula che niente ha a che vedere con le persone normali, e con le difficoltà della loro vita di tutti i giorni.
(l'Emilio è agitatissimo: stai tranquillo, Emilio, andrà tutto bene)
martedì 11 gennaio 2011
Non è vero
Sono sbarcata a Caselle da Roma alle 19, e ho trovato sul cellulare un tot di chiamate inquietanti. Poi il mio vice Franco Allegranza mi ha raccontato di esser stato contattato da qualche addetto all'informazione locale: "Mi hanno detto che Paola Perego oggi su Raiuno ti ha chiesto se ti dimettevi, e tu hai detto Oh yes".
Risposta:
1) a Paola Perego non potrebbe importare di meno se io mi dimetta o no.
2) Non sarebbe comunque una notizia per nessuno, al di là del nostro territorio.
3) Paola Perego mi ha detto: "Ma è vero Marinella che tu oltre al tuo lavoro fai il sindaco in un posto che si chiama (e qui legge) Crescentino?"
4) Io rispondo: "Oh Yes"
5) E lei chiede: "Ma è più facile criticare, o essere criticati?"
6) Io ribatto: "Criticare, criticare".
Fine della conversazione su Crescentino, e ritorno al tema precedente per il quale mi trovavo lì.
In tutto, neanche 40 secondi.
Cara gente mia, il telefono senza fili funziona male, male proprio. Ricordatevene sempre.
lunedì 3 gennaio 2011
Addio ai sacchetti di plastica (ma si possono esaurire le scorte, e non si fanno pagare)
(Dal sole24ore.com)
Dal primo gennaio addio alle shopper, ma solo virtualmente. I negozianti infatti potranno esaurire le scorte, senza però far pagare i sacchetti ai clienti. Occhio allo scontrino: non dovrà più comparire la voce "Shopper". Il ministero dell'Ambiente e quello dello Sviluppo economico hanno già annunciato che saranno effettuati controlli per verificare "il rigoroso rispetto della normativa".
Dopo tre proroghe l'addio alle buste inquinanti entra nel vivo, anche se serviranno diversi mesi – forse anni – per farle scomparire del tutto. Qualcuno continuerà a portarsele dietro al supermercato, altri le useranno per la spazzatura oppure le getteranno nel cassonetto della differenziata riservato alla plastica, liberandosene definitivamente.
Vengono banditi tutti i sacchetti non rispondenti ai criteri fissati dalla norma tecnica comunitaria EN 13432. Lo stop alle shopper di plastica consentirà di mettere al bando le buste realizzate in polietilene, un materiale i cui tempi di degradazione vanno dai 100 ai mille anni. Al suo posto sono già arrivati materiali biodegradabili e quindi più ecologici.
Uno dei brevetti è italiano: si tratta delle shopper realizzate con l'amido. «Le buste biodegradabili, brevettate da un'azienda di Novara e prodotte ad oggi in 200mila tonnellate a Terni – spiega Mario Malinconico, dirigente di ricerca sulla chimica e le tecnologie dei polimeri dell'Ictp-Cnr a Pozzuoli - consentono il riutilizzo per più volte, reggono differenze termiche fino a 50 gradi, e quelle di ultima generazione sono così impermeabili da superare anche la prova-pioggia». Tuttavia, dopo circa sei mesi, sono a rischio strappo. «La normativa non lo prevede al momento – aggiunge l'esperto del Cnr - ma sulle buste biodegradabili andrebbero indicate data di fabbricazione e di scadenza, per garantire il consumatore, che tenderà a riutilizzarle».
Dal primo gennaio addio alle shopper, ma solo virtualmente. I negozianti infatti potranno esaurire le scorte, senza però far pagare i sacchetti ai clienti. Occhio allo scontrino: non dovrà più comparire la voce "Shopper". Il ministero dell'Ambiente e quello dello Sviluppo economico hanno già annunciato che saranno effettuati controlli per verificare "il rigoroso rispetto della normativa".
Dopo tre proroghe l'addio alle buste inquinanti entra nel vivo, anche se serviranno diversi mesi – forse anni – per farle scomparire del tutto. Qualcuno continuerà a portarsele dietro al supermercato, altri le useranno per la spazzatura oppure le getteranno nel cassonetto della differenziata riservato alla plastica, liberandosene definitivamente.
Vengono banditi tutti i sacchetti non rispondenti ai criteri fissati dalla norma tecnica comunitaria EN 13432. Lo stop alle shopper di plastica consentirà di mettere al bando le buste realizzate in polietilene, un materiale i cui tempi di degradazione vanno dai 100 ai mille anni. Al suo posto sono già arrivati materiali biodegradabili e quindi più ecologici.
Uno dei brevetti è italiano: si tratta delle shopper realizzate con l'amido. «Le buste biodegradabili, brevettate da un'azienda di Novara e prodotte ad oggi in 200mila tonnellate a Terni – spiega Mario Malinconico, dirigente di ricerca sulla chimica e le tecnologie dei polimeri dell'Ictp-Cnr a Pozzuoli - consentono il riutilizzo per più volte, reggono differenze termiche fino a 50 gradi, e quelle di ultima generazione sono così impermeabili da superare anche la prova-pioggia». Tuttavia, dopo circa sei mesi, sono a rischio strappo. «La normativa non lo prevede al momento – aggiunge l'esperto del Cnr - ma sulle buste biodegradabili andrebbero indicate data di fabbricazione e di scadenza, per garantire il consumatore, che tenderà a riutilizzarle».
sabato 1 gennaio 2011
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