domenica 30 gennaio 2011

"Porrajmos", l'altra faccia della Shoah in mostra a Crescentino

In pochi conoscono il significato della parola «porrajmos», anche se fa parte della nostra storia tanto quanto la Shoah. Vuol dire «divoramento», in lingua sinti. E racchiude in sé tutta l’atrocità del destino subito, al pari degli ebrei, da sinti e rom. E’ anche il titolo della mostra allestita nella sala consiliare del Comune di Crescentino dall’Istituto per la Storia della Resistenza di Biella e Vercelli.

«Abbiamo scelto Crescentino – spiega il direttore dell’istituto, Enrico Pagano - seguendo le vicende legate alla presenza nel paese di un campo rom. Il nostro intento è quello di diffondere il più possibile la storia di queste persecuzioni, di cui pochi hanno notizia e memoria». E il sindaco, Marinella Venegoni, ha accolto subito con interesse la proposta.

«Porrajmos. Altre tracce di un sentiero per Auschwitz» si snoda attraverso una trentina di pannelli espositivi con immagini, fotografie e testimonianze scelte tra la scarsa produzione storiografica di rom e sinti. L’Europa nazista e fascista fu il teatro dell’annientamento di almeno metà dell’intera popolazione nomade europea: 500 mila uomini, donne e bambini uccisi, deportati nei lager e seviziati, vittime di esperimenti medici, sterminati nelle camere a gas e nei forni crematori.

Ma in nessuno dei processi ai nazisti, nemmeno in quello di Norimberga, la loro tragedia ebbe spazio: solo nel 1980 il governo tedesco riconobbe ufficialmente la persecuzione razziale. E neanche la legge del 2000 che istituisce il Giorno della Memoria ricorda lo sterminio di rom e sinti.

Eppure Porrajmos e Shoah sono stati generati dalla stessa Europa cristiana e cattolica in cui viviamo oggi: «Ci appartengono intimamente - aggiunge Pagano - e per non perpetrare l’oblio nel quale si rischia di cancellarli, ecco iniziative come questa».

La mostra resterà aperta fino al 7 febbraio, dal lunedì al venerdì, dalle 8,30 alle 12,30. L’esposizione, presentata per la prima volta a Biella in occasione del «Giorno della Memoria» nel 2008 e realizzata dall’istituto di cultura Sinta di Mantova con l’associazione Nevo Drom di Bolzano, è curata da Carlo Berini e Paola Dispoto e ha il patrocinio dell’assessorato alla Cultura di Crescentino e della Regione.

Esposta anche in altre città piemontesi, nel Vercellese registra la sua prima assoluta a Crescentino in occasione della celebrazione 2011 del Giorno della Memoria.
(da "La Stampa" del 30 gennaio, di Laura Di Caro)

3 commenti:

Orsolina ha detto...

Ma è venuto qualcuno della Lega a visitare, Marinella?

Anonimo ha detto...

non si potrebbe pensare di aprire anche un sabato? chi come me volesse vedere la mostra e lavora non lo può fare..
Peccato!
Aramis

Anonimo ha detto...

Da che mondo è mondo le mostre mica si fanno perchè la gente vada a visitarle... quello è l'ultimo pensiero degli organizzatori.
S.J.